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Autore: Aesir    19/07/2012    2 recensioni
Questa fiction è il seguito di "Leggende del Mondo Emerso: La Strada di Dubhe"
Mano nella mano nelle tenebre
Il prezzo per una vita assieme
Una missione in cui non credono
Dubhe e Aster
Riusciranno nel loro obiettivo?
Se giochi secondo le regole, non ti sogneresti mai di infrangerle. Ma io non ho voglia di giocare secondo le regole. E quando queste si fanno troppo pressanti, e t’ingabbiano, e t’incasellano, e t’infilano a forza in un’esistenza che detesti con tutta te stessa, l’unico modo per sfuggirle è mettere fine al gioco. Mettere fine a tutti i giochi. Perché quando i giochi finiscono, nessuna regola vale più
[DubhexAster]
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Aster, Dubhe
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Mondo Emerso'
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Scena Sesta (VI): UN SENSO DI MERAVIGLIA

 

I took their smiles and I made them mine.
I sold my soul just to hide the light.
And now I see what I really am,
A thief a whore, and a liar

- Evanescence, Farther Away

I corni suonarono, il cielo infranse la sua grigia uniformità, solcato dalle sagome nere degli avidi uccelli che attendevano la fine del massacro per saziarsi. Fuori della Rocca, erano ammassati il variopinto esercito delle Terre Libere, e quello nero del Tiranno. Draghi di tutti i colori sciamavano per il cielo, disperdendo gli stormi dei rapaci. Una mezzelfo aveva pronunciato il suo discorso, aveva suscitato la speranza nel cuore degli uomini e degli gnomi che combattevano per la libertà. Era il ventuno dicembre, e tutti sapevano, consciamente o meno, che quel giorno si sarebbe deciso il destino del Mondo Emerso.
Le menti di tutti erano puntate in una preghiera silenziosa agli dei, perchè aiutassero e proteggessero in quel frangente... tranne due.
In una stanza della Rocca, in un letto, avvolti dalle lenzuola, giacevano due corpi ansimanti, madidi di sudore. Mai la loro mente avrebbe potuto essere più distante dagli dei. La pelle candida dei due quasi scintillava nell'opaca oscurità, mentre il loro respiro si regolarizzava. La ragazza sollevò la testa dal petto di lui. “Sembra che sia giunto il momento”, disse.

Di cosa ti preoccupi? È solo una sciocca ragazzina che gioca a fare la guerra. Non ha idea di cosa ci sia dietro a tutto ciò.”
La ragazza si era chinata, tornando a baciargli appassionatamente la bocca, poi si era tirata su, sorreggendosi con le braccia.”Dovresti aver imparato, a furia di frequentarmi, quanto può essere pericolosa una ragazzina. Specie una convinta di quello che fa.”
Era rotolata fino al bordo del letto, e si era avvolta in un mantello nero.

Dove stai andando?”
Lei aveva voltato il capo, guardandolo al di sopra della spalla, unendo i suoi occhi grigi a quelli verdi del ragazzo con una linea immaginaria.

Vado a uccidere quella mezzelfo, Aster.” Gli si era avvicinata e l'aveva baciato un'altra volta, sulla fronte. “Per te.”
Dubhe...”

Sì, Aster?”
Erano seduti nella sala del trono, rivolti verso i fiocchi bianchi che vorticavano fuori dalla vetrata, con lo sfondo del cielo plumbeo. Un silenzio ovattato copriva ogni cosa. Il mezzelfo aprì gli occhi.

Stavi chiamando il mio nome, va tutto bene?”, chiese la ladra. Il suo volto era a poca distanza da quello del ragazzo, così vicino che poteva distinguere le pagliuzze più scure nel grigio dell'iride.
Sì, non preoccuparti. Sogni...”
Incubi?”
Aster scosse la testa. “C'eri tu. Come poteva essere un incubo?”

Allora va tutto bene”, sorrise Dubhe.
Si guardò intorno. “Prima avevi l'aria di volermi parlare, ma poi hai scosso la testa dicendo che non era niente. C'è qualcosa che dovrei sapere?”

Ah, sì. Volevo chiederti se sei pronta così o se hai bisogno di prendere qualcosa...”
Mmmh...”, la ragazza sbadigliò. “Pronta così per cosa? Perchè dovrei essere pronta?”, chiese, confusa.
Il ragazzo sbuffò: “Dobbiamo andare a Laodamea; stamattina hanno rotto le scatole dal Consiglio delle Acque, pretendendo che passassimo lì... idioti... Non te l'ho detto prima perchè non volevo rovinarti il compleanno, ma... Guarda, ti avrei risparmiato volentieri questa seccatura, ma se si sono dati la briga di spedire ben cinque messaggi, dopo che ho cercato di far finta di non aver visto il primo...”

Ok, nessun problema”, sorrise l'assassina. “Stai tranquillo.”
Si alzò, stiracchiando il corpo snello, e gli tese una mano per aiutarlo a fare altrettanto.

Devo cambiarmi. La gente tende ad ascoltare di più una ragazza in pantaloni, vestita di nero e che tamburella le dita sull'elsa di una spada con l'aria di saperla usare.”
Aster annuì: “Quando sei pronta dimmelo.”
Si lasciò scivolare sul trono, chiudendo gli occhi e ascoltando il suono dei vari tessuti che lasciavano o ricoprivano il corpo di lei.

Ci sono.”
Va bene.”
Le ombre alle loro spalle si condensarono in due enormi sagome dagli occhi di brace accesa, composte di pura oscurità e i quali contorni sfumavano e si ricomponevano in continuazione, intrecciandosi, oscillando, serpeggiando come tenebrose lingue di fuoco, più compatte sui corpi ma in continuo mutamento lungo le ali. Dubhe si appoggiò con un sorriso soddisfatto al cranio crestato della sua viverna - grande abbastanza da inghiottire un essere umano con un solo morso - e si lasciò circondare dalle spirali delle ali. Per un attimo, creatura e ragazza apparvero molto simili.
Si drappeggiò il mantello nero sulle spalle, e lo stesso fece il mezzelfo. Andiamo.”
La ladra schioccò la lingua: “Spero per loro che abbiano un motivo molto serio per disturbarci...”
Non una sola goccia di ironia nelle sue parole.

I corridoi di marmo del palazzo sfilavano davanti agli occhi di Dubhe. Quanto era cambiata in quell'anno! Ora quel luogo non aveva il potere di impressionarla, tanto meno di metterla in soggezione come la prima volta che vi aveva messo piede. Anzi, quei marmi bianchi le apparivano scontati, addirittura, paragonati alla fredda e trasparente grazia del cristallo nero, un'inutile ostentazione. Ma era lei ad essere diversa. Non aveva più bisogno di nascondersi, non c'era nessuno a guardarla con sospetto, nessuno pronto ad accusarla di essere un'Assassina. Nessun sigillo pulsava sul suo braccio.
Eppure, quella che camminava silenziosamente, un piede davanti all'altro, senza che il minimo ticchettio tradisse la sua presenza, era Dubhe, nonostante tutto quello che poteva essere cambiato; quella mente inquieta che si agitava dietro la sua fronte era ancora piena di domande senza risposta. Ma adesso aveva qualcuno che, se le avesse poste avrebbe provato a rispondervi. Un corpo scivolava accanto al suo, capelli blu sfioravano i suoi castani. Sorrise.
La ladra che in fuga dalla Gilda era entrata in quello stesso posto non avrebbe mai pensato che di lì ad un anno vi sarebbe tornata con qualcuno che amava. Quella ragazza, per quanto cercasse di celarlo con mute illusioni, era certa che in breve tempo... non un mese, non due mesi, ma poco... sarebbe morta. Dubhe rabbrividì a quei pensieri. Sono stata molto fortunata...
Girò leggermente il capo a guardare Aster. A cosa stai pensando?
Non vedeva i suoi occhi, altrimenti vi avrebbe letto come un libro aperto. Poteva intuirlo, però.
Anche tu hai sofferto le mie stesse pene. Anche tu ti sei visto rifiutato, ti sei visto guardato con sospetto, semplicemente per quello che eri. Uomini che non hanno cercato di capire, ma stretti alle loro paure si sono soltanto permessi di giudicare e di disprezzare. Paure, sì, perchè gli esseri umani temono quelli come noi, che arrivano di notte a distruggere le loro vite, e temono ciò che non possono capire. E stretti ai loro timori non si accorgono di essere loro stessi gli artefici della loro rovina, loro stessi quelli che dovrebbero biasimare, perchè, in fondo, è merito loro, di persone che non seppero vedere, che siamo quelli che siamo. Io non ho rimpianti, e nemmeno tu. Lo leggo nei tuoi occhi, Aster, quegli occhi che mi guardano adoranti, quegli occhi dove mi sono vista riflessa, quegli occhi che capiscono ogni mio pensiero. E del parere degli esseri umani non c'importa più nulla.
Lasciò che il mezzelfo la superasse e quando le fu davanti lo abbracciò. Aster smise di camminare e li lasciò stringere dalle sue braccia, senza chiederle il motivo di quell'improvvisa dimostrazione di affetto. Quando lei si scostò le carezzò la testa, in un gesto affettuoso come sempre.
Dubhe sorrise.

La ladra si fermò, strofinandosi la fronte con la mano: “Che strano...”
Cosa?”
Lei scosse la testa, come sempre quando voleva scacciare un pensiero: “È difficile da spiegare. Ultimamente mi sento come se... come se la parte di Assassina che c'è in me mi stesse... lasciando. Non provo più gli stessi sentimenti di una volta, io... non so spiegarmi, l'ho detto. Mi esercito ogni giorno, vado avanti fino a stancarmi, lo sai, eppure ho come l'impressione di essere sempre fuori allenamento. Non riesco a cancellare la mia vita dalla mente, e non riesco a guardare oltre. Non voglio, ma sono bloccata in un maledetto passato.”

Non riesci a guardare oltre? Il nostro amore cos'è, allora?”
Non lo so... è che mi sembra così... naturale stare con te! Forse una parte di me si aspettava qualcosa di diverso da quando mi sono liberata della maledizione... di certo, un modo diverso. Non che provi dispiacere per la piega che hanno preso gli eventi, è che ho voltato la testa indietro è ho guardato la me stessa di un anno fa... chi, o cosa, sono io? Chi - che cosa - sono diventata? A volte mi sembra che l'unica soluzione sia bruciare, e che dalle mie ceneri rinasca una nuova Dubhe... eppure ho il terrore di farlo, di trasformarmi in qualcosa che mi è sconosciuto. Ho vissuto così a lungo con il mio dolore che ho paura di scoprire cosa diventerei senza di esso. E ho paura che questo cambiamento, questo guardarsi indietro, questo anno che è trascorso, sia il primo passo verso questo cambiamento... che sento di volere e di non volere, mi capisci?”
Non aver paura, Dubhe. Sei diventata ciò che sei sempre stata.”
Davvero? Mi sembra che tutto attorno a me resti fisso, l'unico orizzonte per determinare gli eventi, e che io sia spinta inesorabilmente a qualcosa di nuovo. Guardo quello che è diventato il mio mondo, e mi sembra solo una piccola parentesi, qualcosa destinato a finire. Ma io non voglio che finisca, Aster. E... e...”
E ho perso troppo...”, sussurrò il mezzelfo, “E ho perso troppo per andarmene di qui a mani vuote...”
Sì...”
E tutto ciò che ci siamo lasciati dietro... consumato... per scrivere una pagina della storia...”
Sì...”
Della nostra storia...”
Sì...”
Silenzio.

Sono una stupida.”
Aster si chinò e le strofinò il viso sul collo.
"Sei umana. È diverso.”

La porta era davanti a loro. E non avevano voglia di varcarla. Politica, politica e ancora politica. Ancora uomini che avrebbero cercato di manovrarli per i loro scopi; ancora persone che avrebbero fatto di tutto per far perdere loro le staffe, che avrebbero dovuto sforzarsi notevolmente per non insultare, o ancora preferibile dare una bella lezione seduta stante, del genere: deporli dal loro incarico, acciuffare il primo contadino che fosse passato e metterlo al loro posto, certi che di sicuro avrebbe fatto un lavoro migliore. Sicuramente non era il caso di generalizzare, lì dentro c'erano anche persone decenti, ma per la loro esperienza la maggior parte dei politici erano una cricca di omuccoli attaccati come patelle al loro potere. Si preannunciava una replica della scenata al palazzo di Makrat.
Un paio di minuti a fissare la porta, poi la ladra sbuffò, le braccia conserte sul petto: “Uffa, non ho voglia, accidenti!”

Facciamo un altro giro?”, propose Aster.
Sì, d'accordo.”
Camminarono entrambi in silenzio per un poco, poi Dubhe voltò la testa a guardare il ragazzo: “Aster?”

Sì?”
Posso farti una domanda?”
Certo.”
Ecco... non vorrei sembrare offensiva ma... perchè si dice mezzelfo e non mezzuomo?
Per una cosa del genere avevi paura di sembrare offensiva?” Aster le sorrise: “Non preoccuparti. Comunque, sai che non me lo sono mai chiesto?” Rimase a pensarci un attimo: “È perchè - disse lentamente - per gli umani essere mezzo elfo è parte di un insieme. Essere mezzo uomo è una menomazione.”*
La ladra annuì. “Non l'avevo considerata sotto questo punto di vista.”
Eppure il nervosismo che sentivano nell'aria non poteva essere dissipato con così poco e, inevitabilmente, si trovarono di nuovo di fronte a quella maledetta soglia.
Si scambiarono un'occhiata.
Aster sollevò un sopracciglio: “Prima le signorine, le brave ladre e le festeggiate.”
Sul volto di Dubhe apparve un pallido sorriso, che scoprì per un attimo i dentini bianchi.
Allungarono all'unisono la mano, sospingendo la porta e...

...e una piccola folla - Theana e Lonerin davanti a tutti - gridò “Sorpresa!”
Dubhe voltò di scatto il capo a guardare Aster, ma a giudicare dalla smorfia che gli era apparsa sul viso - stupore, per lo più, ma anche una punta di irritazione - era anche lui all'oscuro di tutto.
"Ch... che...?!”, ebbe il tempo di balbettare, prima che Theana la tirasse dentro: “Non stare così impalata!”, la prese in giro la maga.

Theana... io... cosa...?”, chiese la ladra, confusa più di prima.
Auguri!”
Grazie... no, aspetta un attimo! Stop! Spiegami cosa diavolo sta succedendo!”
Che la seduta era un tranello per attirarci qui, sta succedendo, e che ci siamo cascati...”, mormorò Aster al suo orecchio.
Questo l'avevo capito. Chi è il... il... ah, meglio che sta zitta!... che ha organizzato tutta questa farsa?”
Io!” Ido uscì dalla folla con un boccale di birra in mano. “Preditela pure con me...”
Non fece tempo a finire la frase che Dubhe l'afferrò per il bavero, sollevandolo all'altezza dei suoi occhi... il che significava circa venti centimetri in più dell'abituale altezza dello gnomo. “Qualche problema?”, chiese, notando il lampo omicida che era passato negli occhi della ragazza.

Io... mmmh... nulla”, disse lei. “Credimi, meglio che stia zitta prima di dire qualcosa di cui potrei pentirmi...”
Lo rimise al suolo e la prima cosa che Ido fece fu controllare il boccale di birra: fortunatamente, se n'era spanta pochissima. “Ma ne parliamo dopo”, sibilò la ladra, e si voltò a ricevere l'abbraccio di Theana.

Sai, non ricordo queste tendenze suicide quando combattevi per me”, fece Aster con aria disinvolta.
Lo gnomo sbuffò: “Si vede che le ho sviluppate a furia di insegnare a quella testa dura di Nihal.”

Può darsi. A me capiterebbe sicuramente, se dovessi insegnare a quella testa dura di Nihal.”
Mi stai prendendo in giro?”
Certo che sì. Ah, Ido?”
Eh?”
Ti conviene non provocare Dubhe. CI vuole parecchio per farla arrabbiare, ma quando accade è meglio non farsi trovare nei paraggi. Capito?”
Si voltò, facendo per allontanarsi nella piccola folla.

Ehi, Aster! Ma come fai a vivere con una così? Con il rischio che ti accoltelli da un momento all'altro...”
Il tono aveva voluto essere scherzoso, ma il mezzelfo lo prese sul serio: “Lei è tutto per me: è... è impossibile descrivere in altre parole, è un sogno a cui devo credere. Il giorno in cui Dubhe deciderà di piantarmi un pugnale fra le costole, non mi opporrò: se lei dovesse decidere di compiere una simile azione, significherebbe che non sarei più degno di starle accanto. E per me la morte è un'alternativa di gran lunga preferibile ad una vita senza Dubhe.” La mia Dubhe, aggiunse mentalmente.
Si voltò: “Ah, a proposito. Faccio le congratulazioni al tuo buonsenso per non aver fatto una cretinata simile con me. Ti avrei trasformato seduta stante in un ornitorinco”, proferì Aster, prima di dileguarsi con un sorriso da Gatto del Chesire.

Theana si guardò intorno. Dove accidenti era Dubhe? Alla fine la individuò: ferma sul balcone, a guardare il cielo, un bicchiere in mano da cui ogni tanto sorseggiava distrattamente, con l'aria di non sapere nemmeno cosa contenesse. Le si avvicinò e le circondò le spalle esili con un braccio. La ladra sussultò.
Ehi, Dubhe”, disse piano la ragazza.
La chiamata in causa voltò il capo, e Theana sussultò: Se di solito Dubhe era pallida, adesso appariva quasi cadaverica. “Come va il sigillo?”, le chiese senza pensarci. Subito si diede dell'idiota: ecco, adesso mi prenderà anche per matta.

Il...sigillo? Theana, tu, ti senti bene?”
La stava prendendo in giro, ovviamente, con quel sorrisetto lieve che lo dichiarava sfacciatamente.

Sì, certe volte sono cretina, vero?”
Molto meno di tanti altri. Comunque, non preoccuparti, sto bene. Ho solo avuto un leggero capogiro. Non sono fatta per stare in mezzo alla gente.” Dato che la maga non appariva convinta, aggiunse. “Fidati, se stessi davvero male, adesso sicuramente ci sarebbe Aster accanto a me.”
Non ti va proprio di divertirti, eh?”
Scusami, Theana. Non sei tu, davvero. Sei stata un tesoro a combinarmi tutto questo... è che - sospiro - io ho sempre detestato i ricevimenti e quant'al...”
Quando partecipavi a ricevimenti?”, le chiese la maga, incuriosita. Dubhe abbozzò un sorriso: “Talvolta è necessario conoscere l'ambiente delle proprie prede, sai. Cose così. Poi qualche nobile si trovava la cassaforte svuotata, e via dicendo. In ogni caso, mi rimane il ricordo di quelle noiosissime cene dove il massimo che si sentiva dire era Cosa pensa della situazione politica di tale?, Come va il mevcato di talaltra cosa? e Per cosa si usa la tevza fovchetta?. E io fuori dalla finestra a sorbirmi quelle cretinate, in attesa che si lasciassero sfuggire dettagli interessanti. Sono sicura che capisci da te cosa intendo per 'interessanti'. Rare volte, ero persino all'interno, camuffata fra i partecipanti. Oh, sa, mavchese tal-dei-tali, ho appena installato un nuovo sistema che pvoteggerà sicuvamente i miei gioielli... eccetera eccetera. Sicuvamente due ore più tardi i gioielli ce li avevo io. Rendo abbastanza l'idea?”
Theana, mezza soffocata dalle risate, fece cenno di sì.

Scusami per quella domanda sciocca, prima - disse - è che per un attimo mi è sembrato di essere tornata a Makrat... ti ricordi?”
Come potrei dimenticare?” La maga si morse la lingua. Learco. Accidenti. Eppure Dubhe sembrava non averci pensato affatto. La sua risposta era stata limpida, e priva di amarezza. È andata avanti. È felice, adesso, forse per la prima volta in vita sua, è davvero in pace.
Che strano...”, disse l'assassina. “Si potrebbe dire che fra di noi quella che è cambiata sei tu.” Fece un cenno al ventre ingrossato di Theana. “Ma in fondo sei ancora la ragazza che prega la sera e insegue la speranza...” Sorrise.
Oddio, ti ricordi anche quello?”
Eh! Devi fare attenzione a cosa dici, in mia presenza. Fra cinquant'anni sarei capacissima di venire a rinfacciartelo. E tu ti ricordi che cosa ti ho risposto?”
Mmmh... qualcosa sul fatto che a te non serviva né pregare né sperare?”
Giusto. E guarda dove sono arrivata!”
Scoppiarono a ridere insieme, come de ragazzine che si erano appena confidate un segreto.
Dubhe tornò seria: “E invece, quella che è cambiata sono io. Guardami. Il mio aspetto non cambierà, potranno passare anni e resterò la stessa. Ma dentro di me sono già cambiata. Aster mi ha cambiata. E, anche se non sono la persona migliore per fare quest'affermazione, oserei dire in meglio.”

Certo che sei cambiata in meglio. La Dubhe che conoscevo non sarebbe qui a sorridere, non mi avrebbe mai abbracciata, prima. Se ripenso a come ti vedevo, quasi mi sembra impossibile che tu sia diventata la mia migliore amica.”
La ragazza si irrigidì: “Cosa hai detto?”

Che mi sembra impossibile...”
Sì, ho capito. Dopo.”
...che sei la mia migliore amica?”
La maga si sentì in dovere di fornire una spiegazione.

Dubhe... ecco... io non sono esattamente un'ammiratrice di ciò che fai. In generale, quelli come te mi spaventano a morte. Ma... - e mise la mano sopra a quella della ladra - ma sei comunque la mia migliore amica, Dubhe. Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutte le volte che mi hai salvato la vita..."
Tu l'hai fatto altrettante volte con me...”
Non si fa così, fra amici?”
"Mmmh... è quasi assurdo..."
"Perchè? Cosa?"
"Theana, io sono una ladra. Vivo nell'ombra. è - sarebbe - normale che non avessi amici. Tu invece... è... strano... e... e piacevole - aggiunse a bassa voce - che tu mi giudichi la tua migliore amica."
E a quel punto Dubhe fece un gesto che sorprese oltremodo Theana: abbassò gli occhi, imbarazzata: “Grazie”, sussurrò, quasi inudibile.

La maga sorrise del suo atteggiamento impacciato. I momenti di serenità non erano sembrati sufficienti a cancellare l'eredità del suo passato – un passato di sangue, di stragi, di morti – e la ladra sembrava sempre in imbarazzo quando mostrava il suo affetto. Cosa che la rendeva ancora più adorabile. I suoi sorrisi, quei rari sorrisi che concedeva solo a chi voleva bene, erano sempre sinceri, e la maga sapeva che, nonostante la sua freddezza esteriore, in fondo al cuore Dubhe era una persona dolce e molto più affidabile di tante altre. Ma forse quella facciata gelida e spietata era mantenuta solo in pubblico. Theana sospettava con ragionevole sicurezza che, nell'intimità della Rocca, le cose fra Dubhe e Aster fossero ben diverse; questa tesi era ampiamente sostenuta dall'atteggiamento che la ragazza aveva con il mezzelfo. Che aveva sempre con lui, non importavano le circostanze o...
Lo sai, che in realtà il mio posto non è qui”, mormorò la ladra.
E dove, sennò?”
Là fuori. Nell'ombra di quei palazzi, nel buio della notte, con un pugnale in mano, sola e maledetta. È il mio destino, dopotutto. Gira sempre in cerchio...”
Stai... scherzando?”
La ladra la guardò e scosse la testa: “È la vita. È la mia vita.”

Sai una cosa, Dubhe?”
Sì?”
Penso che tu sia sempre stata così... così come sei adesso... in realtà. Ti.. ti mancava la possibilità di esprimerlo, prima.”
Una scrollata di quelle spalle strette: “Forse è come dici tu. Ma, vedi, Theana, devo tutto ad Aster. Anche se fossi stata davvero come tu dici, non sarebbe servito a nulla. Mi sarei nascosta per non vedere la luce, come sempre ho fatto: perchè io appartengo alla notte, e vi apparterrò per sempre. Sapermi libera? Una scomoda verità, in fondo. Cos'avrei fatto una volta salvata dalla Bestia? Non lo so. Mi sarei lasciata andare, senza più uno scopo, perchè era a quello che si riduceva la mia vita, ad un'eterna fuga, e una volta in salvo e senza più nulla da fuggire... Theana, gettami in una buca profonda e io farò il possibile e l'impossibile per uscire; ma una volta fuori mi guarderei intorno spaesata e probabilmente deciderei che in fondo la buca non era tanto male. Senza Aster, mi sarei persa nel mio dolore, senza di lui, tornerei a perdermi nel dolore. Puoi credere che stia esagerando, ma non è così. Io dipendo da lui, completamente, interamente, senza riserve. Senza Aster sono un guscio vuoto, sono... più che inutile, sono il fallimento di me stessa. Senza di lui sono persa e smarrita, sono una bambina da sola in mezzo ad un bosco.”
Chiuse gli occhi, e Theana comprese che stava pensando a Selva. Era una delle poche persone a conoscere tutta la storia... quasi tutta.

È cambiato tutto, in questi mesi. Tutto.”
Non ti sembra di esagerare un po'?”
Dubhe sorrise, sarcastica: “Guardami, Thena, e dimmi cosa pensi di me.”
La maga le diede un'occhiata. “Sei bella, Dubhe.”
Il lampo trionfante negli occhi della ladra le disse che aveva colto nel segno: “E... mi ricordi così, mesi fa?”

Non è che andassimo così d'accordo, insomma, è ovvio che il mio giudizio ha...”
No”, la bloccò Dubhe. “Mi ricordi così, mesi fa?”
No”, ammise Theana.
E sapresti dire con esattezza cos'è cambiato?”
Io... non saprei...”
La ladra sorrise. Chiuse una volta gli occhi e li riaprì un attimo dopo: “E adesso? Somiglio un po' di più alla ragazza che ha attraversato il Mondo Emerso con te, vero?”
Era cambiata, ma era impossibile dire cosa avesse un attimo prima che mancava il momento dopo. La dimensione degli occhi, la sagoma del naso, la pettinatura, la forma del volto... apparentemente era la stessa. Ma mancava qualcosa di indefinito, una specie di aura che la circondava appena qualche istante prima; Dubhe appariva una ragazza a suo modo graziosa, ma non una da far girare la testa al solo passaggio: era troppo magra, le guance erano leggermente incavate, la pelle pallida, l'aria vagamente malata. Gli occhi grigi sembravano gli stessi, ma avevano perso quella proprietà quasi ipnotica che Theana avrebbe giurato una caratteristica innata della ragazza. Dubhe battè nuovamente le palpebre, e il suo aspetto tornò quello consueto... ammesso che lo si potesse definire tale. “Il prezzo di modificare la realtà con la nostra sola presenza. Inconsciamente, Aster proietta su di me quello che lui vede e pensa, e dato che mi ama e che per lui sono bella, tutti quanti mi vedono bella. Simpatico, no? Pensa che è una cosa totalmente involontaria, ce ne siamo accorti per caso. Non ho intenzione di contrastarla, anche perchè non mi dà alcun fastidio, ma capisci l'influenza che incontrarlo ha avuto nella mia vita?”

Ed... è lo stesso con lui?”, chiese Theana, vagamente turbata dalla rivelazione.
Dubhe rise: “Chi lo sa? Più carino di quanto già non sia? Non penso di esserne capace. Oppure sì, ma io non sarei mai in grado di accorgermene. Da quando l'ho conosciuto, la mia vita è diventata solo Aster.”
Aveva gli occhi che scintillavano, e la maga pensò che in quel momento non avesse bisogno di strani incanti per sembrare bella.

L'amore è questo - continuò la ladra - una la fedele stella all'orizzonte che ti guida verso un porto sicuro.”** (Qualcosa di simile al budino al caramello, ndLeliana)
Davvero la pensi così? Sei dolce...”
Dubhe si voltò di scatto: “Aster! Da quant'è che stavi ascoltando?”
Il mezzelfo catturò fra le dita una ciocca dei capelli della ragazza e prese a giocherellarci: “Da un po...”

Oh, dev'essere stato divertente vedermi vuotare il sacco... comunque, sì, la penso così. Sei l'ultima cosa che vedo prima di addormentarmi e la prima che vedo quando mi sveglio. È bellissimo ed è... è giusto così.”
Grazie.”
“Dovrei essere io a ringraziarti.”
Si allungò, e lo baciò sulla bocca, poi lo trattenne per le spalle e continuò, con la bocca unita alla sua, a baciarlo con trasporto.
L'intera sala scoppiò in applausi frenetici.

Oh, accidenti, in cosa mi sono cacciata...”, sospirò Dubhe. “E per la seconda volta”, aggiunse, ricordando il matrimonio di Lonerin e Theana.
Aster si limitò a stringerla ancora: “Ti è dispiaciuto così tanto?”, la prese in giro.

Forse”, fece scherzosamente lei, incrociando le braccia sul petto, un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Oh, così mi spezzi il cuore...”
Il mezzelfo fece apparire a mezz'aria un cuoricino rosso che pulsava. All'improvviso si fermò e cadde a terra, frantumandosi in mille pezzi come se fosse stato fatto di vetro – e con lo stesso rumore. Apparvero anche una minuscola scopa e una piccola paletta che muovendosi autonomamente rimossero i frammenti.***
La scena fu così comica che Dubhe non potè impedirsi di scoppiare a ridere.
Abbraccio Aster: “Ti amo, lo sai?”

Lo so.”

Non ti eri davvero accorta di me, prima?”
Ma no. Facevo un po' di scena, tutto qui.”
Certo. Hai visto? Non ti stai infiacchendo come pensavi, o non mi avresti sentito. Resti una perfetta Assassina. Nel corpo, ovvio, non nella mente.”
Lei annuì. “Ci andiamo a sedere sul ballatoio?”

D'accordo.”
La festa li aveva tenuti impegnati tutto il giorno. “E pensa cosa accadrà il 31”, aveva commentato Dubhe a mezza voce: era la data che, per il suo significato, avevano scelto come compleanno di Aster.

Dev'essere triste – aveva commentato in quell'occasione la ladra – perdere il proprio passato.”
Si appoggiarono sulla balaustra. Aster sospirò e ricacciò indietro i lunghi capelli blu. “Guarda. Sono passati quarant'anni, eppure sono le stesse stelle. E questo era il buio che ti copriva quando scivolavi nelle case.”

Erano anche le stelle della nostra infanzia, quelle che vedevi sempre nella Terra della Notte.”
Mmmh. Sai, in tutta la mia infanzia, non mi sono mai sentito un bambino. Mi sentivo una persona competa, la stessa persona che sono oggi. Non mi è mai sembrato di parlare in maniera infantile, non mi è mai sembrato che i miei pensieri e i miei desideri valessero meno dei pensieri e dei desideri di un adulto.”
Una voce piena di amarezza.

Aster, tu mi hai insegnato che la felicità non è una vita senza dolore. È una vita dove il dolore è dispensato con il giusto prezzo. E qualche volta felicità significa semplicemente il giusto equilibrio della miseria.”
Non siamo mai stati tanto fortunati da questo punto di vista, vero?”
No.”
Ci fu silenzio fra i due per un po', poi Aster si voltò lentamente e guardò Dubhe negli occhi. “Fra i miei tesori più preziosi ci sono delle parole che non ho mai detto. Credo che sia il momento di farlo.”
Lei annuì.

Portaci a casa.”




____________________________________________
* I draghi del crepuscolo d'autunno
** Leliana, Dragon Age: Origins
*** Ispirata ad Alice nel paese della vaporità
   
 
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