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Autore: Electra_Gaunt    19/07/2012    4 recensioni
Once more I say goodbye, to you
Things happen but we don’t really know why
If it’s supposed to be like this,
why do most of us ignore the chance to miss?
All these Things I Hate – Bullet For My Valentine

Brian non sapeva che Zacky sarebbe venuto alla festa di Johnny, quel sabato sera. O, quantomeno, Jimmy non l’aveva avvertito (o se l’aveva fatto allora Syn non era stato capace d’intendere e di volere).
Perciò si ritrovò ad aprire la porta di casa di Seward totalmente impreparato a quella visione.
Non che Zacky Baker non si facesse notare normalmente (quegli occhi erano assolutamente incredibili e, probabilmente, buona parte della fauna femminile della scuola se lo sarebbe scopato volentieri) ma quella sera era.. incredibile.
[...]
Zacky non si mosse per minuti interminabili, arrossendo gradatamente sotto quello sguardo bruciante. A Brian gli si strinse il petto, vedendolo arrossire.
Poi, come scosso da una volontà superiore, lasciò libero il passaggio e lo fece entrare nell’appartamento.
Quella sera iniziò senza neppure un cenno di capo, tra i due.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUARTO CAPITOLO

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You could be my someone
you could be my scene
you know that i will save you
from all of the unclean
I wonder what you're doing
I wonder where you are
There's oceans in between us
but that's not very far

Blurry –Puddle Of Mudd

 

 
Zacky tremò nel buio.
Non riusciva a focalizzare neppure una zona di luce attorno a sé, come fosse stato inghiottito dal nulla.
Forse era per questo che si ostinava a tenere le palpebre abbassate, gli occhi ben serrati.
Aveva paura.
Paura di ciò che non conosceva, paura del buio proprio come i bambini. Di quello che non vedeva.
E, benché non ve ne fosse motivo, non riusciva ad aprire lo sguardo.
Non aveva voglia di affrontare la realtà, non era pronto.
Ben presto, l’opprimente sensazione di smarrimento divenne mero terrore.
Poi, cadde.
 
Zacky si destò dal sonno, accompagnato dal respiro accelerato, da forti tremori e con il sudore che fastidiosamente faceva attaccare le lenzuola alla pelle nuda delle braccia.
Era stato un incubo bruttissimo (sentiva ancora le sensazioni destabilizzanti di perdizione e paura sconvolgerlo, dentro). Chiuse ancora gli occhi, tentando vanamente di far calmare i battiti del cuore. Eppure ne aveva fatti di ben peggiori.
Aveva sognato di morti ammazzati, sangue, guerre e sparatorie.
Aveva davvero sognato cose indicibili (erano i film horror a ispirarlo, doveva ammetterlo: ne vedeva a quantità industriale).
Eppure quello lo aveva lasciato con l’amaro in bocca, quasi presagisse qualcosa di peggiore. Quasi avesse qualche connessione con la realtà.
E lui non voleva, assolutamente.
Riemerse dai propri pensieri, guardandosi per la prima volta attorno: non conosceva quella stanza. Non vi era mai entrato ed era un po’ – tanto – disordinata. Esageratamente disordinata, anche per lui.
Poi, d’improvviso, le immagini del giorno prima tornarono a galla, come un uragano.
Si era anche destato un’altra volta, nel mentre, ma probabilmente si era di nuovo riaddormentato per colpa del troppo stordimento che aveva subito.
Sorrise tra sé, pensando a quanto fosse stato fortunato: non aveva mai partecipato attivamente ad una rissa. Si guardò le braccia, notando come la spalla fosse ben stretta con garze e bende: la luce della luna si rifletteva nello scotch trasparente che teneva legato il tessuto della fasciatura.
Se non ci fossero stati Jimmy e Matt, probabilmente avrebbe ricevuto più di una semplice  lussazione. 
Se non ci fosse stato Brian…
A quel pensiero sgranò gli occhi limpidi.
Doveva smetterla di illudersi a quel modo. Doveva assolutamente piantarla di pensare al ragazzo in quel modo davvero inappropriato.
Aveva tentato d’imporselo sin da quando lo aveva conosciuto, ma gli occhi di Zacky tradivano i suoi reali sentimenti. E non era mai capitato, mai prima d’allora.
Ma con Brian Haner Jr. era inevitabile. Inevitabile sentirsi a disagio sotto i suoi sguardi, inevitabile arrossire, inevitabile voler rimanere solo con lui (stando anche in silenzio, al moro non importava). Quando era in sua compagnia, gli pareva non avere altri pensieri altri problemi.
Ed era strano, perché loro due non si erano scambiati più di qualche parola. Non erano mai stati amici intimi, non si erano scambiati numeri di telefono e oltre quella festa non erano usciti insieme, neppure in comitiva.
Eppure quando era svenuto, nei miseri istanti di breve lucidità, la sua presenza era stata massiccia: Brian si era accovacciato accanto lui, questo lo rammentava chiaramente, gli occhi colmi di ansia, con lievi accenni di rabbia.
Quel suo comportamento lo aveva scosso profondamente dal torpore imminente. Come una scossa elettrica che passa sotto pelle, qualcosa d’impercettibile ma vivo. Così vivo da non farti respirare bene, a fondo.
Zacky strinse le gambe al petto.
“Va tutto bene?”
Qualcuno sussurrò nell’ombra della stanza piccola e disordinata.
La riconobbe. Quella voce profonda e delicata, sensuale. Non poteva essere di nessun altro se non sua.
Baker saltò ugualmente per aria, non aspettandosi che Brian interrompesse i suoi pensieri proprio in quel momento di autoanalisi.
Non sapeva neppure fosse accanto a lui.
“C-cosa ci fai qui?” domandò tremante.
Haner rise piano: sembrava cauto anche nell’avvicinarsi a lui.
“Ti ricordo che sei a casa mia, nella mia stanza e steso nel mio letto. Credo di avere qualche diritto di essere qui, non credi?”
Zacky arrossì, puntando lo sguardo davanti a sé, a fissare il vuoto.
Brian si sedette a fianco all’altro ragazzo, impacciato. Non si era mai esposto così tanto come in quel momento, con Zackary.
“Ricordi qualcosa della festa?” chiese per rompere il ghiaccio il moro.
“Sì – accennò l’altro – vagamente. Ho ricordi molto.. sfocati. Ma ricordo della rissa.” Proseguì, prendendo sicurezza ad ogni parola. “Come stanno gli altri?”
“Tutti bene. Jimmy ha qualche ammaccatura, ma niente di importante. Tranquillo.” Rispose Brian, sorridendo un po’. “Quello che ci ha fatti preoccupare, beh.. sei stato tu. Quando ti ho visto svenuto non avevi una cera bellissima.”
“Peggio del mio solito immondo pallore?” Sdrammatizzò Zacky, facendo ridere il più grande.
“Sì, credimi.”
Haner annuì, con il sorriso sulle labbra rosee.
Brian non riusciva a smettere di fissarlo, completamente assorto. “E comunque il tuo pallore non è immondo.” Sussurrò, prima di rendersi conto realmente di ciò che stava dicendo.
Le guance del più piccolo si tinsero ancora.
Il padrone di casa si schiarì la voce, per mimetizzare l’imbarazzo.
“V- vuoi qualcosa da mangiare? È tutto il giorno che dormi.”
“Sei stato tu a farmi la fasciatura?”
Brian abbassò lo sguardo. “Sì. Scusa se non è perfetta ma… se vuoi andare a farti vedere al pronto soccorso ti ci porto. Non credevo fosse necessario. Di solito, quando Jimmy si sloga la spalla gliela riaggiusto io. Odia i dottori.”
“Non ti preoccupare. Anch’io odio i dottori – rise – grazie davvero.” Ora anche lui sembrava più rilassato e lo fissava con sguardo contento.
“Forza! Andiamo a mangiare qualcosa … anche se, ti avverto, non sono un grande cuoco.”
“Credo che un panino andrà bene”
Brian si alzò immediatamente dal letto, dirigendosi verso la porta, mentre Zacky fece con calma per non sforzare ulteriormente l’arto fasciato. Le gambe erano deboli e dovette aggrapparsi al materasso per non cadere seduto. Uno strano mugolio di dolore uscì dalle sue labbra.
Il più grande tornò sui suoi passi, stringendolo a sé per la vita. L’odore di Zacky gli entrò nelle narici, molto più intenso di quanto si era immaginato. Era contaminato dall’odore di birra e crema lenitiva al cortisone, ma esso rimaneva comunque presente.
E Brian ne era già succube.
“Tieniti a me, Zack” .
Sembrava una richiesta ma nascondeva molto di più, qualcosa a cui nessuno dei due, però, prestò attenzione in quel momento. Il ragazzo sano lo accompagnò fino in cucina, dove si adoperò nel preparare un panino al prosciutto.
“Spero vada bene.. non c’è nient’altro in frigo.”
“Va benissimo, tranquillo. Anzi, grazie davvero. Per tutto quello che hai fatto per me” ribadì nuovamente Zacky.
“Vorrà dire che mi accompagnerai a fare la spesa, domani.”
Zacky sorrise sereno “Ma certo!”
“Ed anche al negozio di musica..” continuò Brian, con tono fintamente lamentoso.
“Come vuoi tu.”
“Bene!” esclamò con enfasi il maggiore, scoppiando a ridere un secondo dopo assieme all’altro ragazzo.
Erano quei momenti a renderlo attratto veramente da Zacky. Con lui non era solo una cosa prettamente fisica, come fosse solo una questione di tentazioni e piacere, ma in sua compagnia ogni piccolo attimo condiviso diveniva qualcosa di molto più coinvolgente.
Brian ritrovava, negli occhi chiari dell’amico, ciò che lo completava. Ed era strano.
Tutta quella faccenda era totalmente assurda. Ingestibile.
Quantomeno, per lui che non aveva mai provato un tale trasporto per nessuno, prima di allora.
“ Se non ci fosse stato Matt.. – riprese Baker – sono certo che Jimmy, per quanto imponente, non sarebbe riuscito ad abbattere quell’armadio”.
Haner esitò un poco, nel rispondere.
Nonostante tutto, tralasciando i suoi sentimenti, la posizione che occupava non era tra le più semplici da gestire. Totalmente diviso tra Matt e Zacky.
Il primo rappresentava lo sfogo per eccellenza, l’amico fidato con cui condivideva tutto (anche il sesso, che normalmente dovrebbe distare dall’amicizia); e poi c’era Baker, il ragazzo nuovo con gli occhi più belli che avesse mai visto, la persona che rappresentava tutto ciò che non aveva mai avuto, che aveva atteso di ricevere per tutta una vita.
No.
Non era affatto semplice.
Per questo non era facile parlare a Zacky di Matt.
“C- credo di sì.” Minimizzò Brian, smorzando l’atmosfera ironica che aleggiava fino a poco prima in quella cucina.
“A proposito, ecco.. mi dispiace di avervi interrotto, nel bagno di Johnny.. non volevo davvero rompere i coglioni. Ma Jimmy ..”
“Tranquillo, non preoccuparti.”
“E’ che.. appena sono entrato mi hai guardato in un modo.. e.. ho pensato..”
Brian era voltato di spalle, fortunatamente. Quindi poté strizzare gli occhi, stringere i pugni e serrare la mascella senza essere visto dall’amico.
“Ero incazzato per i fatti miei.” Rispose freddo.
Zacky tacque a quell’affermazione, abbassando lo sguardo, senza aggiungere alcunché.
 

I followed, so taken
so conditioned I could never let go
Then sorrow, then sickness
then the shock when you flip it on me
So hollow, so vicious
so afraid I couldn’t let myself see
That I could never be held
Back up, no, I’ll hold myself.

[…]
And these promises broken
deep, feeble
Each word gets lost in the echo
So one last lie I can see through
This time I finally let you
Go, go, go.
Lost in the Echo – Linkin Park

 

“Il tuo messaggio mi ha spaventato..”
Jimmy era sempre stato un terremoto: entrava nella tua vita e la sconvolgeva. Matt l’aveva sempre considerato tale.
E, in verità, non aveva affatto torto.
“Si può sapere per quale cazzo di motivo mi hai fatto piombare qui?!” sbraitò Sullivan, spalancando definitivamente la porta della villetta di Sanders, senza curarsi di bussare.
Matt sorrise ironico.
“Se non vuoi restare puoi anche andare.”
“Ormai sono qui, quindi parla o sarò costretto a cavarti un occhio con due dita.” Continuò scocciato l’amico, mentre il tono di voce andava calmandosi. Ad occhio critico, ora, Jimmy poteva anche passare per preoccupato.
“Cos’è.. avevi impegni?”
“Esatto.. quindi muovi quella fottuta lingua e smettila di sparare stronzate.”
“Devi andare da Johnny?”
“Matt!”
“Devi andare da Johnny.”
Jimmy si passò la mano sul volto, esasperato.
‘Impaziente’ constatò Matt, ghignando un poco ‘chissà cos’è successo con il piccoletto’.
“Devi dirmi qualcosa Jimmy?” chiese maliziosamente.
Il più alto sbuffò infastidito, andando a prendere una birra dal frigo e sedendosi successivamente sul divanetto, nel grazioso salotto di casa Sanders.
“Pensavo di essere venuto per te e non per essere psicanalizzato.. – borbottò – ..ma comunque ti racconterò quello che è successo, a patto che anche tu faccia lo stesso.”
Matt annuì, curioso di sentire le parole uscire dalla bocca di Jimmy.
Quest’ultimo prese un respiro profondo, quasi stesse cercando dentro sé la forza ed il coraggio per ammettere apertamente quanto fosse legato a Johnny.
Guardò negl’occhi l’altro che, nel mentre, non si era mosso di un millimetro, attendendo pazientemente la rivelazione.
Non era certo che Matt avesse intuito di cosa si trattasse ma non lo fermò.
Affatto.
“L’ho baciato, Matt.” Parlò con tono calmo e calibrato, a brucia pelo e senza compiere giri di parole inutili. “L’ho fottutamente baciato.”
Matt non immaginava fossero arrivati già a quel punto.
“C- cosa? Tu l’hai … ?” sussurrò inebetito.
“Esatto, cazzone! Ed è stato fantastico, ok?! Cos’è.. ti stupisce?” borbottò diventando rosso.
E Jimmy che arrossisce è cosa rara.
Rarissima.
“No, in effetti non mi stupisce.. dopo anni che..”
Ora era Sullivan quello sconvolto.
“Anni?! Cioè … tu lo sapevi?”
“Solo un cieco non lo capirebbe …”
Jimmy si aprì in una risata forte e rumorosa.
Liberatoria.
“Credo di essermi innamorato … è grave, Matt. Presto potrei diventare melenso, pensare di regalargli fiori e cioccolatini al posto di pizza e birra” continuò il più alto, rabbrividendo comicamente. Matt gli diede una spallata (che lasciò l’altro mezzo dolorante, ma ovviamente non glielo fece notare), finendo per ridere anch’egli.
“Ma piantala! Che cazzo dici! Rimarrete sempre i soliti, il gigante e il nanerottolo, pronti a difendersi a vicenda. Avete sempre avuto questo rapporto così.. beh, unico. Di certo non andrà affievolendosi”.
Jimmy si appoggiò comodamente allo schienale del divano, spaparanzandosi per bene e puntando lo sguardo al soffitto.
Lo sguardo serio non ammetteva repliche.
“Spero sia come dici tu. Lo spero davvero.”
“Ci devi credere, Jimmy..”
“Secondo te, se non credessi in tutto questo, l’avrei baciato, rischiando di rovinare la nostra amicizia?” rispose.
“Ovviamente no.” Si ritrovò a constatare Matt.
Lo invidiava un po’. Jimmy era un tipo platealmente fuori da ogni schema (cosa che li accomunava, certamente) ma a differenza sua, lui sapeva ciò che voleva.
Lo sapeva, cazzo.
Non era indeciso o pieno di paure, non aveva fatto passi falsi per ottenere quello che desiderava. Aveva rispettato i tempi di Johnny, non sempre con pazienza ma l’aveva fatto.
“Di certo non hai fatto errori.” Sussurrò dopo minuti di silenzio.
Jimmy si ritrovò a fissare l’amico in volto, senza saper spiccicare parola.
In fondo, sapeva qual’era il problema in lui. Conosceva perfettamente la natura del suo turbamento.
E poteva avere solo un nome.
Brian.
“Il gioco è andato troppo oltre, vero?”
La domanda aleggiò nell’aria come una bestemmia, mentre l’orologio appeso al muro ticchettava lo scorrere del tempo.
Matt abbassò il capo, sentendosi scovato del suo più grave reato.
“Credi si possa tornare indietro?” chiese “Credi si possano cancellare i sentimenti?”
Jimmy ci rifletté con calma, senza fretta.
“Certo che si può.. ma a quale prezzo?”
Shadows scosse la testa, senza potersi dare una risposta. Ormai era troppo assuefatto all’idea che, forse, un giorno, Brian sarebbe potuto essere suo.
Non era ancora totalmente coinvolto, ma sentiva crescere quel qualcosa dentro di sé. E ne era certo, avrebbe dovuto ucciderlo presto. Prima che prendesse il sopravvento.
“Sai cos’hai sbagliato, Matt?”
Il ragazzo scosse la testa, troppo teso per rispondere sensatamente.
“Sei stato così superficiale da pensare che il sesso non abbia niente a che fare con l’amore.”
Sanders alzò lo sguardo sbarrato nella sua direzione.
“Hai davvero creduto possibile che fare sesso con uno dei tuoi più cari amici non avrebbe portato complicazioni. Ma c’è solo una cosa che ho imparato, stando con Johnny: che l’amicizia è una tipologia di amore e non è molto differente da esso. Basta dargli una piccola spinta e arrivi a non distinguere più questi due sentimenti.”




Note dell'Autrice:
Spero che il capitolo vi piaccia. Vi avviso già da ora che, per il prossimo mese, gli aggiornamenti saranno meno frequenti (causa vacanze ;)) ma mi vedrete ancora, quindi portate pazienza. Sto già scrivendo il quinto capitolo (quasi in conclusione) e sicuramente prima di domenica aggiornerò.
Se volete seguirmi su twitter, anche per sapere le date effettive degli aggiornamenti e/o trucidarmi dopo questo finale *evita i pomodori*, io sono @ElectraGaunt :)
Ringrazio le persone che hanno recensito i precedenti capitoli, quelle che hanno semplicemente letto e i santi che hanno aggiunto la ff alle Seguite/Da Ricordare/Preferite ;)
A presto,

_Electra_

 
  
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