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Autore: LittleLazyHobbit    19/07/2012    1 recensioni
BadBoy!Kurt.
Kurt, non è un vero e proprio cattivo ragazzo, ha solo imparato che la vita quando ci si mette può essere davvero bastarda e che bisogna darsi da fare per andare avanti.
Blaine ha sofferto molto in passato e forse ha trovato una persona, che possa davvero comprenderlo.
Questa è la mia prima Fanfic e voglio precisare che l'idea non mi è venuta da tutti quei post che girano su Tumbrl.
Vi lascio alla storia, magari capirete meglio. Un bacio, Maddy!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Note e scuse a fine capitolo.


Blaine si svegliò di colpo, respirando a fatica a causa dello spavento.

Aveva avuto un altro incubo, solo che questa volta, oltre a quei tre ragazzini, si era aggiunto suo padre che gridava insulti e lo picchiava insieme agli altri.
Si sollevò cautamente, poggiando la schiena contro la testata del letto nel tentativo di regolarizzare il respiro. Quei sogni, che ultimamente stavano diventando sempre più frequenti, gli rendevano difficile passare la notte tranquillamente.

Era terrorizzato dalla possibilità che suo padre lo scoprisse. Lo avrebbe sicuramente mandato all’ospedale e questa volta a Blaine non sarebbe bastata la determinazione che l’aveva aiutato a rialzarsi l’ultima volta.

Era sveglio e, considerato che erano già le sei, tentare di riprendere sonno non gli sarebbe servito a nulla. Così preferì alzarsi e sfruttare quel tempo.
Riordinò la sua stanza, si fece una doccia e si vestì. Decise di andare a scuola a piedi, gli avrebbe fatto bene camminare e non distava molto da casa sua.

***

Adorava la palestra vuota, si poteva sentire solamente il rumore del suo respiro accelerato dallo sforzo e il rumore dei pugni lanciati contro il sacco da boxe.

In quei pochi momenti Blaine riusciva a non sentirsi debole, riusciva a non considerarsi più una vittima. Ogni insulto, ogni spintone, veniva spazzato via dal suono dei suoi pugni, ad ogni colpo sentiva scivolare via il dolore

“Anche tu ti scarichi così, eh?” disse qualcuno dietro di lui.

Blaine si girò per vedere chi fosse e notò Kurt appoggiato allo stipite della porta, che lo stava guardando incuriosito.

“Non si direbbe, vero? Però, si, alcune volte lo faccio…” rispose con amarezza Blaine.

Tutti lo consideravano una femminuccia, perché Kurt avrebbe dovuto avere un’opinione diversa? In fondo  Blaine non sapeva niente di lui, poteva benissimo essere un altro omofobo che gli avrebbe dato il tormento e che magari l’altro giorno lo aveva difeso solo per far capire agli altri che comandava lui.

“C’è qualcosa che non va, Blaine?” chiese Kurt notando che l’altro si era rattristito di colpo.

Blaine odiava mentire e non voleva rendere nessun’altro partecipe delle sue pene.

“Come sai il mio nome Kurt?” chiese cercando di sviare il discorso.

“Potrei farti la stessa domanda.” rispose Kurt con ovvietà.

“Beh, sei il nuovo arrivato è normale che tutti parlino di te…” disse Blaine abbassando lo sguardo.

“Me lo aveva detto Puck che questa scuola è piena di pettegoli!”

“Aspetta tu lo conosci?  Non mi hai ancora risposto…” chiese Blaine stupito.

“Si. Ci siamo conosciuti in riformatorio l’anno scorso e qualche volta per distrarci e tenerci compagnia ci raccontavamo della nostra vita. Mi ha parlato degli amici del Glee Club e, ovviamente, c’eri anche tu.” spiegò Kurt.

Tra i due calò un silenzio imbarazzante.

Blaine voleva chiedere a Kurt come mai fosse finito in riformatorio, ma aveva paura della reazione che avrebbe potuto avere e della risposta. Magari aveva aggredito qualcuno come lui e gli sarebbe toccato lo stesso destino se Kurt avesse scoperto chi fosse veramente.
Kurt dal canto suo sembrava teso e a disagio.

Dopo qualche istante Blaine raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e iniziò a parlare.

“Come…beh come ci sei finito lì dentro?” chiese guardando negli occhi Kurt per coglierne ogni minima reazione.

“Non voglio parlarne qui, ti va di prendere un caffè?” chiese capendo che l’interesse di Blaine era sincero, poteva comprendere quel ragazzo semplicemente dal suo sguardo.

“Umh… si, per me va bene, ma non ho la macchina..” accettò, maledicendosi internamente per aver avuto voglia di camminare quella mattina.

“Non fa niente, ti riaccompagno io.”

"Ok, grazie mille.”

Blaine si rivestì, Kurt prese le cose che aveva lasciato nell’armadietto dello spogliatoio e insieme si incamminarono verso l’auto di Kurt.

Quando si sedettero a un tavolino piuttosto appartato del Lima Bean fu Blaine a rompere il silenzio che si era creato tra loro.

“Grazie.” sussurrò fissando il suo bicchiere per non incontrare lo sguardo di Kurt.

“Per cosa?” chiese Kurt, spiazzato.

“Per ieri. Tu mi hai difeso, perché?” disse Blaine con tono insicuro. Nessuno aveva mai preso le sue parti, prima di allora, perché l’aveva fatto un ragazzo che non conosceva neppure?

“Non ho fatto nulla più di quello che fosse giusto. Diciamo che quei palloni gonfiati non sono niente in confronto a quelli con cui ho avuto a che fare.” rispose Kurt con indifferenza prendendo un altro sorso del suo caffè.

Blaine rimase in silenzio.
-Quindi anche Kurt è stato preso di mira da qualcuno, forse non siamo poi così diversi...-  pensò.

“Perché lo stava facendo?” chiese Kurt.

“Cosa?” gli domandò Blaine perplesso.

“Perché stava per picchiarti?” ribattè l’altro.

“Diciamo che il mio modo di essere non gli va a genio..” spiegò lui,distogliendo lo sguardo da quello di Kurt.

“In che senso?”

Blaine prese un sorso del suo caffè,  pensando un attimo alla risposta da dare. Forse valeva la pena dirgli la verità, fino ad ora sembrava l’unico veramente interessato a lui, e aveva davvero bisogno di qualcuno con cui poter aprirsi. Forse era stato fortunato e quel qualcuno poteva essere Kurt. Blaine ci sperava davvero.

 “Sono gay.” Si decise a spiegare, e il tono di voce gli uscì più amareggiato di quanto non avesse voluto.

“Ah” fu l’unica cosa che uscì dalle labbra di Kurt.

Blaine alzò lo sguardo verso di lui, cercando il disprezzo o qualche altro sentimento simile nei suoi occhi. Non vi trovò niente che non fosse comprensione.

“Sono finito in riformatorio per questo…” disse Kurt, distogliendo Blaine dai propri pensieri.

“Aspetta. Co-come?” chiese Blaine, con timore che tutte le sue paure stessero per diventare realtà.

 Kurt fissò un punto indefinito davanti a sé, probabilmente rivivendo nella propria mente quel periodo

 “Due anni fa feci coming out con mia madre e il mio patrigno.” cominciò a spiegare con amarezza.

“Nessuno dei due la prese bene. Dopo poco tempo mia madre andò via di casa e io non ho sue notizie da allora. Sono rimasto solo con il mio patrigno che mi insultava e mi picchiava ogni volta che ne aveva l’occasione, ricordandomi quanto cazzo fossi sbagliato" continuò. "Come se lui fosse perfetto.” rise amaramente.

“Un pomeriggio tornò ubriaco. Entrò in cucina mentre stavo preparando la cena, canticchiando spensieratamente.  Quando mi vide iniziò a riempirmi di insulti come era sua abitudine. Odiavo quei momenti, mi sentivo impotente ed ero totalmente solo. Quel pomeriggio, però, fu semplicemente troppo. Mi volati e gli gridai contro tutto l’odio che provavo nei suoi confronti. Dopo un attimo di silenzio prese un coltello e iniziò ad avvicinarsi a me con un ghigno stampato in volto. Avevo paura, non riuscivo a ragionare,  allora afferrai la padella dietro di me e lo colpii ripetutamente alla testa finché non svenne.” raccontò.

“Quindi sei finito in riformatorio per questo?” chiese Blaine stupito dal racconto di Kurt.

“Si. Alla polizia non è importato molto delle stato di shock in cui mi trovavo e del fatto che il mio patrigno impugnasse un coltello. Io ero l’aggressore e lui era la povera ed innocente vittima” rispose usando un tono sarcastico per le ultime parole.

Blaine rimase sbalordito dal racconto di Kurt. Non credeva possibile che un ragazzo potesse essere stato tanto coraggioso. La cosa lo fece sentire ancora più vigliacco.

“Mi dispiace” Sussurrò a Kurt, sinceramente dispiaciuto per quello che gli era accaduto .

“Non ti dispiacere, non tutti i genitori possono amare i figli in condizionatamente. I tuoi come l’hanno presa?” chiese cercando di cambiare discorso.

Ci fu un attimo di silenzio. Blaine non si era mai aperto tanto con una persona, perlopiù con un quasi estraneo, ma qualcosa gli diceva di fidarsi di Kurt.

“Veramente l’ho detto solo a mia madre perché so che mio padre non mi accetterà mai. Per favore non giudicarmi…”

“Non ti giudico affatto, penso che sia una scelta comprensibile e che tu abbia le tue ragioni.”

“Comunque sono le sei e dovrei tornare a casa, dimmi dove abiti e ti riaccompagno.” disse Kurt alzandosi dalla sedia e avviandosi al di fuori del locale.

Blaine lo seguì, salì sull’auto e si godette il viaggio verso casa in compagnia dell’altro.


Scusatemi, scusatemi e scusatemi. La storia potrà anche non importare a nessuno, ma io mi sento tremendamente in colpa... purtroppo sto messa male per colpa di latino, ma dopo la fine di Agosto sarò tutta vostra.... dalla serie ma chi ti vuole?! xD
Beh che dire Kurt e Blaine finalmente parlano e si scoprono simili, mi odio per quello che ho combinato a Kurt e quello che gli combinerò (Blaine non stà messo meglio..)
Un GRAZIE a tutti quelli che leggono/seguono/recensiscono e sopratutto un grazie enorme alla mia beta 
Kyelenia (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=26522 ) 
Ci vediamo alla prossima e fatemi sapero come vi è sembrato questo capitolo.
   
 
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