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Autore: willbeyoungforever    19/07/2012    3 recensioni
Quinta storia che fa parte del progetto Disney!Gay, ossia la trasposizione con le ship di Glee (Faberry - Brittana - Klaine) delle storie Disney. Questa volta saremo alle prese con Rachel e Quinn nei panni di Rapunzel e Eugene.
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Rachel sogna Broadway. Come regalo di compleanno decide di chiedere ai suoi papà di portarla a NY, ma loro inspiegabilmente si rifiutano.
Quinn è la bad girl che tutti noi ricordiamo, capelli rosa e look punk...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney!Gay'
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Capitolo 3: Con i tuoi poteri
 
“Ah finalmente soli…” furono le ultime parole che riuscì a pronunciare Quinn prima di ricevere un colpo diritto sulla testa che la fece barcollare e cascare sulle ginocchia. La ragazza iniziò a massaggiarsi la testa e nel momento stesso in cui stava cercando di voltarsi per capire cosa l’avesse colpita, riuscì a vedere solo un paio di occhi castani, perché un'altra botta la colpì direttamente sul viso.
Quinn rimase stesa a terra questa volta, massaggiandosi il naso e mugugnando frasi sconnesse e gemiti di dolore.
Non si accorso che il pacchettino di Tiffany era rotolato lontano, e che la persona che l’aveva colpita l’aveva raccolto e ora se lo stava rigirando curiosamente tra le mani.
Quella persona era Rachel, che presa dal panico, non appena aveva sentito una voce estranea aveva agito d’impulso aveva colpito alla cieca con la sua borsa marrone.
Quinn dopo qualche minuto si risollevò tenendo le mani davanti al viso, preparata questa volta a un nuovo attacco.
Alzò lo sguardo e si trovò a poca distanza dalla ragazzina mora che aveva visto poco tempo prima nella zona partenze.
Questa era in posizione d’attacco con la borsa a mezz’aria pronta a colpirla nuovamente.
La ragazza dai capelli rosa spostò le mani dal viso in segno di resa e sfoderò uno dei suoi sorrisi enigmatici.
La morettina disse balbettando “Ogni tuo ten-tentativo di fuggire…sarà…sarà tutto inutile…”
Quinn ridacchiò con la sua voce cristallina e mordicchiandosi la lingua tra i denti rispose
“Ciao splendore…io sono Quinn Fabray…come ti va la giornata?”
Rachel in tutta risposta alzò ancora di più la borsa minacciando un nuovo colpo diritto sul naso, quindi Quinn decise di moderare un poco i toni:
“Senti morettina…”
“Rachel”
“Come vuoi, non voglio farti niente di male…sono qua su perché cercavo un posto dove nascondermi e riposare…ma non è che abbasseresti quella dannata borsa?” aggiunse Quinn arrabbiata cercando di rimettersi a sedere.
Rachel non era intenzionata ad abbassare la guardia per questo l’altra ragazza con un gesto secco della mano scansò la borsa e si alzò pulendosi le gambe dalla polvere.
Solo in quel momento Rachel ebbe il tempo di analizzarla per bene e rendersi conto di quanto fosse fisicamente affascinante.
Quinn non si lasciò certo sfuggire quello sguardo che la stava studiando dalla testa ai piedi e con fare di sfida disse “Ti piace quello che vedi?”
Rachel abbassò immediatamente lo sguardo arrossendo vistosamente.
La ragazza con i capelli rosa iniziò a toccarsi nelle tasche di quei micro pantaloncini di pelle nera, cercando la collana, ma ben presto si accorse che non l’aveva addosso e che quella non era nemmeno per terra, così disse: “Ce l’hai tu?”
“Cosa?” domandò Rachel con finta innocenza.
“La collana….” Rispose quella in modo ovvio.
Rachel cercando di farsi coraggio disse: “Si, ce l’ho io…”
“Dammela!” disse Quinn avvicinandosi fin troppo a Rachel e afferrandole un polso. La mora cercò di divincolarsi da quella stretta, ma la mano di Quinn era davvero salda e non le permetteva quasi più di sentire il sangue circolare lungo le dita.
A quel punto Rachel fece un gesto brusco come se volesse lanciare la collana oltre il terrazzo, direttamente verso le piste degli aerei.
Quinn sbarrò i suoi occhini verdi pesantemente truccati di nero e disse “Non ne hai il coraggio”
Rachel sogghignando rispose con tono di sfida “Vuoi mettermi alla prova?”
Quinn leggendo la convinzione negli occhi della morettina decise di lasciarle il polso e poi con passo svelto si diresse verso il bordo del terrazzo, voltando le spalle a Rachel, iniziando a guardare in un punto imprecisato dell’orizzonte.
La mora non potè fare a meno di osservare quella ragazza così misteriosa. La conosceva di fama, a scuola era passata dalla Cheerleader-stronza alla ragazza-incinta alla Leader-Delle-Skanks nel giro di due anni.
Rachel dal canto suo aveva sempre cercato di evitarla per i corridoi, ed era quasi sicura che quella non sapesse nemmeno che frequentassero lo stesso liceo. Eppure in quel momento, era particolarmente attratta da lei; probabilmente a causa del suo profumo, un misto tra cannella e fumo di sigaretta, dei suoi occhi penetranti, dei suoi capelli vaporosi o da…
Rachel si vergognò particolarmente dell’ultimo pensiero che il suo cervello stava formulando, eppure gli occhi della morettina non avevano potuto evitare di soffermarsi a lungo sul sedere di Quinn, che avvolto in quei micro shorts di pelle era qualcosa da urlo.
Deglutì sonoramente mentre si portava una mano sul collo torturandosi i capelli. Cercava in tutti i modi di allentare lo sguardo, ma non ci riusciva.
Fortunatamente fu proprio Quinn a girarsi e appoggiando le braccia dietro di se iniziò a parlare: “Allora, cosa vuoi in cambio di quella collana?” e dopo aver guardato Rachel con il viso ancora arrossato a causa dei pensieri che le stavano frullando per la testa aggiunse “dalla tua faccia posso intendere qualcosa…”.
Quinn si avvicinò con passo lento verso Rachel e quando le si trovò di fronte iniziò a farle scorrere due dita lungo la coscia, con il suo tocco leggero, tenendo gli occhi incatenati in quelli della ragazza. Le sue mani delicate l’accarezzavano lentamente percorrendo un tragitto casuale che andava dal ginocchio fin sotto la gonnellina.
Rachel sentiva il cuore battergli a mille, e diamine! Non aveva mai provato quella sensazione strana nel basso ventre, nemmeno quando era con un ragazzo.
Quinn terminò le sue carezze quando aveva quasi raggiunto le mutandine della ragazza, solo per domandare in un sussurro “è questo che vuoi?”
Rachel ebbe giusto quei secondi per riprendere fiato e per far tornare in moto il cervello e con uno scatto e grande imbarazzo si allontanò da Quinn scuotendo la testa vigorosamente.
“No!” disse quasi gridando “no, non-non è questo che v-oglio…” credo aggiunse mentalmente.
Quinn divertita appoggiò quelle sue mani affusolate sui suoi fianchi e disse “allora cosa vuoi in cambio di quella collana? Ci sono parecchie cose che possiamo fare insieme…”
E fu proprio in quel momento che a Rachel venne un idea.
Malsana, probabilmente.
Certo perchè passare troppo tempo con Quinn Fabray, da sole, non avrebbe giovato alla sua salute mentale e fisica (o forse a quella fisica si?), ma tanto valeva provare.
“Sei…sei mai stata a New York?” domandò in un sussurro la mora che stava cercando di riprendere fiato e di distogliere l’attenzione dal suo interno coscia che bruciava insistente come se le dita di Quinn fossero ancora posate su quella porzione di pelle.
La ragazza non capendo bene dove volesse andare a parare quella domanda rispose quasi seccata “Si tre o quattro volte…con le Cheerios abbiamo fatto lì parecchie gare…”
“Vorresti….vorresti accompagnarmi?” disse Rachel in un sussurro piantando i suoi occhi castani in quelli verdi di Quinn che la stavano fissando turbata.
“Perché dovrei?” domandò quella.
“Per riavere la tua collana…”
“Non-se-ne-parla!”
“Allora non la riavrai mai…” disse Rachel avvicinandosi a un bordo del terrazzo e sporgendo la mano con il pendente verso l’esterno.
“NO!” gridò Quinn. Non sapeva bene per quale motivo, ma quella collana le piaceva, la voleva tenere tutta per se. L’aveva capito dal primo istante che l’aveva vista.
“Cosa vuoi andare a fare a New York?” domandò la ragazza dai  capelli rosa con fare scocciato, ma lasciando intendere a Rachel che era riuscita ad ottenere la sua attenzione.
“New York è il mio sogno! Io diventerò una cantante famosa di Broadway e dopo il liceo devo iscrivermi a qualche scuola nella Grande Mela…ma i miei genitori non vogliono lasciarmi andare a New York…e io fin da quando sono bambina sogno di poter vedere le luci di Times Square…e poi…tra pochi giorni è il mio compleanno…” disse Rachel tutto d’un fiato emozionata.
Quinn la guardava senza commentare, ma il suo sguardo si era addolcito. Quella ragazza era petulante in un modo assurdo, ma era anche molto tenera. Aveva un sogno, glie lo si poteva leggere negli occhi. Ci teneva veramente a quella città, a Broadway, ai Musical e alle luci di Times Square.
Così interrompendola disse:
“Vediamo se ho capito bene….io ti porto a New York, ti faccio da guida, andiamo in qualche college a prendere dei volantini, guardiamo le luci di Times Square e poi tu mi ridai la collana?”
“Hai dimenticato il fatto che mi devi riportare a casa sana e salva…però si, più o meno il patto è questo…”
Quinn ci pensò un po’ su, arricciando le labbra e torturandosele con i denti.
E per la seconda volta in un ora Rachel si ritrovò a pensare in modo poco casto al corpo di quella ragazza, questa volta però la sua attenzione era tutta rivolta verso quelle labbra, quei denti e, perché no, quella lingua che ogni tanto riusciva a intravedere.
“Affare fatto...” disse Quinn, ma Rachel era ancora persa nei suoi pensieri.
“AFFARE FATTO” ripetè quella agitandole un braccio davanti agli occhi per farla tornare sulla terra.
“Co-cosa?”
“Ti porto a New York!”
“AAAAH! GRAZIE!” disse Rachel e in uno slancio si tuffò tra le braccia di Quinn, abbracciandola stretta. Quinn ricambiò l’abbraccio con trasporto, allacciando le sue braccia dietro la schiena della mora.
Solo dopo aver combinato il danno Rachel si rese conto di quello che aveva fatto, così velocemente si staccò dalla ragazza arrossendo e balbettando delle scuse.
Quinn in tutta risposta la guardò intensamente e con una mano iniziò a giocare con la chiusura del reggiseno di Rachel, che aveva afferrato attraverso la camicetta leggera che la ragazza indossava quel giorno.
Rachel si paralizzò a quel contatto, suscitando solo più divertimento nella ragazza dai capelli fuxia.
“Qui-quindi…” biascicò la morettina
“Quindi?” domandò Quinn con finto fare innocente, mentre la sua mano continuava a torturare i gancini del reggiseno dell’altra.
“Si…quindi…allora…” Rachel connetti il cervello…ce la puoi fare…per prima cosa allontanati e mentre pensava a queste cose riuscì a far compiere alle sue gambe un passo all’indietro. Sentì la mano di Quinn allontanarsi dalla sua schiena. Perfetto. Ora era molto più facile ragionare.
“Bene…” disse quella con un nuovo tono risoluto “Come ci andiamo a New York? Passiamo da casa a prendere i soldi e prenotiamo un volo low cost?”
Quinn rise di gusto a quella domanda così ingenua “Io non ce li ho i soldi per comprare un volo…i miei non mi passano al paghetta da quando sono rimasta incinta di quel coglione di Puckermann…me lo paghi tu, Raggio di sole?”
Rachel pensò velocemente ai soldi contenuti nel suo porcellino. Non sarebbero bastati neppure per prendere un biglietto di sola andata per New York…figuriamoci due A/R. Doveva trovare qualche altro piano.
“Il treno?” chiese incerta la ragazza mora, ma Quinn scosse vigorosamente la testa “Non ho i soldi nemmeno per quello…”
Rachel era pensierosa oltre che abbattuta. Il sogno di vedere New York era così vicino, ma nello stesso tempo non sapeva come fare per realizzarlo.
Quinn d’altra parte colse l’occasione al volo dicendo “Ci abbiamo provato Rachel, non ci siamo riuscite….ora dammi la collana e torna a casa….ti sollevo dal nostro patto…”
“NO!” disse sconcertata la mora. Sembrava quasi che Quinn stesse facendo apposta per non accompagnarla. Doveva farsi venire in mente una nuova idea, e al più presto.
“Andiamo in autostop?”
Quinn inarcò le sopracciglia in modo bizzarro. Come poteva essere venuta in mente l’idea dell’autostop a Rachel? Quella ragazza sembrava tutta perfettina….non sarebbe durata nemmeno un’ora insieme a un camionista che puzzava di sudore e sigarette, diretta verso New York.
Proprio per questo motivo la ragazza dai capelli rosa accettò.
“Ottima idea Rachel!” disse con un sorriso abbagliante “Autostop sia!”


Salve a tutti! Ecco a voi il terzo capitolo di questa Faberry!
Ho sostituito la padella di Rapunzel con la borsa, per il resto ci sono dei riferimenti abbastanza evidenti...
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate
Grazie a tutti quelli che leggono questa storia.
Nel prossimo aggiornamento metterò le cover da votare
Baci
Ottavia
   
 
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