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Autore: amanda91    19/07/2012    2 recensioni
Dal prologo: La luce … poi un ritorno al buio. Elena dischiuse gli occhi ritrovandosi d’un tratto strappata al paradiso. Un lungo sonno, estraneo alla vita, e poi … tutto era svanito. Si trovò distesa su un rettangolo d’acciaio, respirò a fatica ingurgitando con prepotenza l’aria tutta intorno, che entrò feroce in lei, come se fosse respirata per la prima volta. Che fosse il paradiso? Una sorta di ritorno alla vita?
Non aggiungo altro, se non l'augurio di una buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai trascorsi dieci giorni dalla notte in cui era morta, tornata in vita, e in fine con non poche resistenze aveva abbracciato la strada dell’eternità. Faticava ad abituarsi a quella nuova e alquanto scomoda condizione, e la situazione che le si presentava intorno non aiutava certo alla titanica impresa:  era circondata da discussioni, dibattiti su tutto, su ogni cosa la riguardasse.
L’ultimo, quella stessa mattina, su quale, secondo gli altri, dovesse essere la sua nuova abitazione. Stefan sosteneva dovesse rimanere in casa con Jeremy. Continuare la routine di sempre, secondo lui, l’avrebbe aiutata a rimanere legata al suo lato umano; Damon, dal canto suo, riteneva più sicuro che si trasferisse alla tenuta. Più sicuro per Jeremy almeno, finchè non avesse imparato a resistere alla sete. Prima che “gli stacchi la testa in un raptus di follia” testuali  e crude parole. Alla fine aveva acconsentito di rimanere in casa a patto che suo fratello assumesse verbena tutti i giorni e che ci fosse sempre uno di loro a sorvegliarla.
“Andrà meglio vedrai” aveva tentato di rassicurarla Caroline, come se tutto ciò la aiutasse, come se andasse davvero così.
Tutto ciò cui riusciva a pensare era sangue, e i battiti del cuore di chiunque gli si avvicinasse. E la sua umanità… beh quella era  sempre lì, più viva che mai, una scintilla in pieno petto, pronta a ricordarle quanto potesse essere facile scivolare nelle tenebre, quanto potesse far male il solo pensiero di sentirsi un pericolo. Un pericolo costate per tutti loro.
Bonnie le aveva fabbricato un anello che le permetteva di vivere al sole, ma ancora doveva abituarsi a quella nuova e particolare sensibilità alla luce. Non riusciva più a sentirlo, il calore sulla pelle, tutto ciò che percepiva era un lieve fastidio. Nulla era come prima, né i sapori, né gli odori, né il mondo che le appariva intorno. Più di tutto ciò che le mancava era il silenzio, quel silenzio della sua stanza,quando prima chiudeva la porta e il resto del mondo spariva. Adesso invece le bastava distrarsi un attimo per sentire nitido il respiro di Jeremy addormentato nella camera accanto, o i passi della guardia di turno al piano di sotto. Più di tutto ciò che le mancava quel silenzio assordante, che le concedeva di restare sola con sé stessa.
Sbuffò, seduta sul davanzale mentre osservava il cielo annuvolarsi. Era in arrivo un gran temporale, lo sentiva nell’aria, lo percepiva nel vento.
Bussarono alla porta, e lei invitò distrattamente ad entrare chiunque fosse.
“Ehi!” era Stefan, che con aria imbarazzata entrò in camera chiudendosi la porta alle spalle.
“Ehi!” ricambiò lei con un sorriso distante.
“E’ arrivato Damon a darmi il cambio, è al piano di sotto… vado a nutrirmi e torno, ok?”
“Non c’è problema… fà pure”
“Come stai?” le chiese comprensivo, sedendolesi accanto.
“Affamata, arrabbiata e in preda ad una scarica di emozioni alle quali non riesco a dare un nome… insomma sono stata meglio di così!” sbottò con le lacrime agli occhi.
Il vampiro accorciò le distanze, e puntò gli occhi nei suoi. La profondità e la dolcezza  di quello sguardo la tranquillizzò, in parte, se ciò era possibile. Una sensazione di torpore e sollievo le attraversò il corpo, finché non fu di nuovo lei a prendere parola
“Ce la faremo Stefan! Supereremo anche questa” allungò una mano incontrando quella del ragazzo che strinse nel tentativo di infondere coraggio ad entrambi.
Alla fine di tutto erano sempre lì, l’uno per l’altra. Lui le si avvicinò sfiorandole le labbra, inaspettatamente, con dolcezza, ma decisione. Fù il suo modo di dirle che lui era pronto, pronto a ricominciare.
Quel semplice contatto la rassicurò
“Stefan…  diamoci una seconda possibilità, che ne dici?” sapeva già la sua risposta, ma voleva sentirglielo dire. Lui sorrise, prima di riappropriarsi delle sue labbra.
Quel bacio seppe di passato, di vissuto … le donò un briciolo di tranquillità. Troppo era stato stravolto nella sua vita, non si poté permettere di lasciarsi sfuggire l’unica certezza che le restava. Non in quel momento.

POV DAMON

“Damon hai sentito che ho detto?” chiese Jeremy probabilmente al termine di un lungo sproloquio, mentre lo guardava preoccupato e incuriosito. In realtà non si era nemmeno accorto che fosse entrato nella stanza.
Un attimo prima era comodamente disteso sul divano di casa Gilbert con il telecomando in mano, pronto ad una serata di zapping, un attimo dopo, vinto dalla curiosità, non aveva saputo resistere al desiderio di origliare ciò che si stessero dicendo al piano di sopra.
“No, a dire il vero no. Sai che c’è? Non sei poi così interessante – lo liquidò brusco, leggendo immediatamente comparire sul suo volto un’espressione adirata e stranita – scusami un attimo”
Si alzò, gli passò il telecomando e senza aggiungere altro, né degnarlo di uno sguardo o spiegazione in più, sbattè la porta di ingresso uscendo. Si ritrovò nel pieno della tempesta. Corse lontano, corse veloce finché le case non scomparvero alla vista, nel tentativo di annullare sé stesso, la sua stupida umanità, i suoi fottuti sentimenti. Nel tentativo di cancellare dalla memoria quelle poche parole appena ascoltate, fuoriuscite appena in un sussurro dalle sue labbra delicate.
Alzò gli occhi al cielo, e sotto una pioggia scrosciante si distese nel bel mezzo del nulla finchè non si placò la voglia di dimenarsi e urlare. Gridare che suo fratello non avrebbe mai potuto amarla come lui, desiderarla con tale trasporto, osservarla con la stessa dedizione, bramarla con la medesima passione, difenderla anche a costo della sua stessa vita.
Per la prima volta, da quando era tornato a Mistic Falls, si maledì per essersene innamorato, e sperò di non averla mai incontrata. Al dolore c’era un limite, e lui lo aveva di gran lunga superato.
  
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