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Autore: _wizard_    19/07/2012    5 recensioni
Sul mio volto apparve un sorriso. Le mie vittime hanno un gusto migliore quando hanno paura.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia cadeva incessante picchiettandomi sul cappotto, bagnandomi dalla testa ai piedi.
Camminavo frettolosamente per giungere a casa il più in fretta possibile, con un berretto di lana in testa, le mani in tasca, e il mento affondato nella sciarpa.
Ormai era sera inoltrata, e ad illuminare le strade erano solo i lampioni ai lati dei marciapiedi. La pioggia era diventata troppo forte così decisi di trovare un riparo.
 
Entrai in un locale notturno, l’insegna  indicava con una scritta rosso sbiadita “Dal lupo”.
Non doveva passarsela troppo bene, c’erano giusto cinque clienti e tre erano ubriachi fradici. Quando aprii la porta, una piccola campanella tintinnò annunciando il mio arrivo. Il barista dietro al bancone, con in mano un boccale di birra e intento a leggere un giornale, alzò solo per un istante la testa, per controllare chi fosse, per poi tornare al suo passatempo.
Mi sedetti in un tavolino appartato, vicino alla finestra, e sfregandomi le mani guardai fuori in cerca di qualche miglioramento. Non volendo sembrare sgarbata mi alzai per ordinare una birra, anche se sarebbe comunque rimasta intatta, nel boccale, sul tavolo.
 
Feci la mia richiesta sfoderando uno dei miei migliori sorrisi. L’uomo si mosse con movenze lente e riempì svogliatamente il boccale, per poi darmelo senza tante cerimonie. Lasciai i soldi sul bancone e tornai al mio tavolo. Ormai non pioveva quasi più, e pensai che tra qualche minuto, sarei potuta uscire da quel maleodorante locale.
Mi alzai e lasciai il boccale di birra sul tavolo. Giunsi alla porta e stavo per esclamare un arrivederci, quando poi pensai che anche se non avessi salutato non avrebbe fatto alcuna differenza.
 
Così aprii la porta, e fui presto investita dall’aria gelida, ci vedevo sfocato, segno che la fame cominciava a farsi sentire, a casa avrei trovato del cibo surgelato. Abitavo in un quartiere infelice, in un edificio fatiscente, nemmeno un lampione ad illuminarlo, ma potevo permettermi quello, e cercavo di accontentarmi. 

Fin da quando avevo lasciato il locale avevo sentito dei passi dietro di me, però non mi ero girata a controllare chi fosse. Ma fui quasi costretta quando sentii il fiato dei miei inseguitori su di me. Erano in due e uno di questi mi afferrò per il braccio.

-Tesoro te ne vai senza salutare?
 
Erano chiaramente i clienti della catapecchia in cui ero stata qualche minuto prima. Il suo amico era ubriaco perso e quasi non si reggeva in piedi ma quello che mi impediva di proseguire era sobrio. Tirò fuori un coltellino dalla giacca e cominciò a giocarci. Potevo quasi percepire i suoi pensieri, e non aveva buone intenzioni.
 
-Lasciami andare e non dirò niente. Te lo prometto.   Dissi tutto di un fiato.
Si avvicino pericolosamente incominciando a giocare con i miei capelli, sentivo il suo odore entrarmi nelle narici e annebbiarmi il cervello, era ripugnante.
 
-Ehi dai andiamocene, lasciala perdere. Disse barcollando il suo socio.
 
-Dovresti ascoltare il tuo amico. Non perdere tempo con me. Risposi sorridendo nervosamente.
 
-Hai ragione facciamola finita subito. Disse ridendo. Mi spinse contro la parete del muro, pronto a porre fine alla mia vita.
Ma non sarebbe andata così, non quella notte.
La rabbia si impossessò di me, e la fame che avevo cercato di reprimere fino al mio arrivo a casa, esplose.
Scagliai via il mio aggressore, che si ritrovò dalla parte opposta della strada. Si alzò intontito, ci mise qualche secondo a realizzare quello che stava accadendo, ma quando vide che stavo avanzando verso di lui, incominciò a correre, incespicando nei suoi passi.
 
-Aiutami! Ansimò all' amico. Ma il suo socio stava fuggendo via per mettersi in salvo. Probabilmente non sarebbe andato molto lontano ubriaco in quel modo, l’avrei trovato disteso a pochi metri, svenuto. Ma a quello ci avrei pensato dopo.
 
-Io stavo scherzando! Lasciami andare ti prego. Era in preda al panico, mi implorava di risparmiarlo. 

Sul mio volto apparve un sorriso. Le mie vittime hanno un gusto migliore quando hanno paura
.
 
 
-Stasera si cena in grande. Dissi ghignando e mostrando i canini. Gli saltai addosso.
Il suo urlo squarciò la notte ma nessuno si affacciò a vedere cosa stesse succedendo.
Mi rialzai soddisfatta ma non sazia. Mi ripulii da un rivolo di sangue al lato della bocca. Ora dovevo cercare il suo amico.
 
Ringrazio tutte le persone che leggeranno la mia one-shot. Un ringraziamento speciale a KevinInMyHoran, grazie davvero.
  
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