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Autore: Lee Fei Taemin    19/07/2012    7 recensioni
[ Warning!DeathFic • JongKey (Accenni) ]
Il microfono. Lo straziante urlo che perfora l'anima.
Jonghyun che non può resistere su quel palco un momento di più, ma che si sforza. Sa che deve continuare a cantare, qualsiasi cosa accada. Sa che non deve fermarsi, non adesso. Si aggrappa al microfono con tutto sé stesso, le gambe cedono, ma non si ferma. Resta in piedi.
Come ci sono arrivato a questo punto?
La musica gli perfora i timpani, è bellissimo, la sente rimbombare fin dentro il cuore, risuona e raschia e trema, e sente la stretta spasmodica delle mani sull'asta del microfono e sente le gambe che tremano. Così come le lacrime che gli riempiono gli occhi ogni minuto che passa. Di più.
Sono ancora in tempo per fermarmi?
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: Per favore, non chiedetemi da dove mi è uscita questa oneshot. Non lo so. Io non sono brava a scrivere delle storie così brevi, né tanto meno delle songfiction, ma qualcuno ( Ele, non sto assolutamente parlando di te! ) è riuscito a darmi l'ispirazione, questa mattina, e se non avessi avuto trentamila impegni durante il pomeriggio, avrei postato ore ed ore fa. Ma siamo qui. Tutto ciò non ha un senso, doveva nascere come shot dedicata a Jonghyun e invece è venuta fuori una delle mie solite storie inutili, senza capo né coda. Beh... Era giusto per scrivere qualcosa(?) e farvi vedere che non sono morta. Non so se si capisce che c'è qualcosa da esprimere. Se sì, bene, altrimenti... Pazienza. Buona lettura~





 

God bless us everyone

We where broken people living under loaded gun

And it can't be all fun, It can't be all done

It can't be all matched, It can't be all run

No!

 

Il microfono. Lo straziante urlo che perfora l'anima.

Jonghyun che non può resistere su quel palco un momento di più, ma che si sforza. Sa che deve continuare a cantare, qualsiasi cosa accada. Sa che non deve fermarsi, non adesso. Si aggrappa al microfono con tutto sé stesso, le gambe cedono, ma non si ferma. Resta in piedi.

Come ci sono arrivato a questo punto?

La musica gli perfora i timpani, è bellissimo, la sente rimbombare fin dentro il cuore, risuona e raschia e trema, e sente la stretta spasmodica delle mani sull'asta del microfono e sente le gambe che tremano. Così come le lacrime che gli riempiono gli occhi ogni minuto che passa. Di più.

Sono ancora in tempo per fermarmi?

 

Like memories in cold decay, Transmissions echoing away

far from the world of you and I, Where oceans bleed into the sky

 

Batte il piede a tempo. Deve sentire la musica scorrergli dentro.

Ruota il corpo in giro per il palco, salta, muove le braccia, la batteria lo accompagna, la sua voce trema, la chitarra riempie i vuoti nella musica, la gente sotto il palco lo acclama. E' come camminare sulle rotaie del treno prima che quest'ultimo passi, come bearsi dell'adrenalina del gettarsi lungo la collina sotto i binari quando la locomotiva è sul punto di di prenderti. Saltare le doghe di legno ad una ad una per camminare fra i ciottoli di una via dispersa.

Per che cosa sto cantando, ancora?

L'ultima canzone, Jonghyun lo sa, è per questo che non si ferma, è per questo che continua a muoversi, e neanche guarda la band alle sue spalle che lo accompagna in questo delirio di musica, lui non sente nulla, sente solo sé stesso, la propria voce, il vibrare doloroso delle corde vocali. E poi, non vicino a sé, no, lontano, sente una voce che conosce, una voce che ha sentito mille altre volte, una voce che...

Aspettami ancora un po', sto arrivando, lo giuro.

 

God save us everyone

Will we burn inside the fires of a thousand suns

for the sins of our hand, The sins of our tongue

the sins of our father, The sins of our young

No!

 

Un viso sorridente. Il dolore dilaniante dentro le ossa.

Questa è l'ultima canzone, non di questa sera, ma di sempre. Kim Jonghyun ha deciso cosa sarà della sua vita, e lo ha deciso sei mesi fa. Lo ha deciso quel pomeriggio di maggio, mentre il rumore della chiusura della bara gli rimbombava nelle viscere. Se chiude gli occhi lo può sentire ancora. E' solo un modo per sentirsi incentivato a farlo sul serio.

« Jonghyun-ah! Guai a te se smetti di cantare! »

Lui sorride mentre canta. Non ha rimorsi, non ha rimpianti. Ha deciso tutto nei minimi dettagli. Ha sistemato il palco troppo in alto e gli spettatori troppo distanti. Si è imposto perché non voleva che qualcuno gli rovinasse i piani. Adesso è tutto chiaro. Può vedere la folla alzare e abbassare le mani al suo ritmo. Se smette di cantare può sentire meglio la voce del pubblico le parole al posto suo.

« Per nessuna ragione al mondo, Jonghyun-ah! »

 

Like memories in cold decay, Transmissions echoing away

Far from the world of you and I, Where oceans bleed into the sky

 

Sente l'aria addosso. Pungente come migliaia di aghi sulla pelle.

Appoggia la schiena contro quella del chitarrista. Non può fermarsi, perché sa che non servirà a nulla. E scivola in ginocchio, perché deve cantare lento ed è stanco, una serata di rock è troppo, sente la testa esplodergli, ma alla fine lo sa. Lo sa che sta finendo tutto. E' l'ultima volta, lo giura più a sé stesso che agli altri. Lui lo sa che sta finendo. Gli si svuota la mente.

Ha senso fare tutto questo? Ha davvero senso?

Non è il tempo delle risposte. Deve fare gli ultimi ritocchi al suo piano. Si alza in piedi. Inizia a saltare più che può. Vuole arrivare a toccare gli schermi sopra di lui. Vuole toccarli, o vuole farsi vedere dagli spalti, dai più lontani. Vuole che tutti lo vedano. Nessuno deve perdersi il gran finale: nessuno. La risposta alla sua domanda arriva rapida e precisa. Jonghyun sorride.

Sì, ha senso fare tutto questo. Ha assolutamente senso.

 

Lift me up, Let me go. Lift me up, Let me go.

Lift me up, Let me go. Lift me up, Let me go.

It can't be outdone, It can't be outmatched, It can't be outrun

No!

 

Si agita. Come mosso da una tarantola impazzita.

Fuori tempo, non gli importa, muove la testa e le braccia, poi torna a girare su sé stesso, ed avanza, si avvicina pericolosamente al bordo, non ha voluto nessuno lì sotto, neanche le bodyguard, non ha voluto nessuno a proteggerlo. Si gira e torna a correre, raggiunge i ragazzi della sua band, fa loro il migliore dei suoi saluti, battendo con una mano sulle loro spalle, e sorride, lo fa sempre.

Ci vediamo presto, ragazzi. Mi dispiace per tutto questo.

Continua a correre. Non si ferma. Nessuno capisce che sta succedendo, ma il bordo del palco si avvicina sempre di più, lui rimane con il microfono in mano, lui canta fino alla fine; aveva promesso che non avrebbe smesso mai di cantare, e lui ha intenzione di cantare, e farlo sempre, finché avrà fiato in corpo.

Kim Jonghyun salta.

Il palco non è più sotto i suoi piedi.

C'è solo cemento. Ed è trenta metri di distanza.

 

God bless us everyone

We're a broken people living under a loaded gun

And it can't be outfought, It can't be outdone

It can't be outmatched, It can't be outrun

No!

 

Sente la pioggia oltre la tettoia bagnargli il viso. Ed è una sensazione bellissima.

E' l'ultima cosa che può concedersi il tempo di pensare prima che l'impatto con il suolo lo uccida sul colpo. Ma lui muore col sorriso. La sua testa è aperta sul pavimento davanti a cinquantamila persone, ma Kim Jonghyun è morto col sorriso. Nessuno aveva pensato che avrebbe fatto una fine del genere.

Cos'è la vita senza la persona a cui l'hai consacrata?

Kim Jonghyun, anni venticinque, icona gay del k-rock, cantante di fama internazionale da sette anni. Ex fidanzato di Kim Kibum, rapper della sua stessa band, morto in un incidente stradale sei mesi fa.

Sulla sua tomba metteranno una camelia.

In onore del suo sacrificio mortale in nome dell'amore.

Jonghyun sulla tomba di Kibum metteva le dalie.

In onore del suo buon gusto. E per ringraziarlo di averlo amato.

 

God bless us everyone

We're a broken people living under loaded gun

And it can't be outfought, It can't be outdone

It can't be outmatched, It can't be outrun

!

 

Su entrambe le tombe metteranno dell'iris.

Per la fede. Per la speranza. Per chi sta per intraprendere qualcosa d'importante.

Come un'eternità insieme, da qualche parte oltre la vita.

 

   
 
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