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Autore: Midori_chan    20/07/2012    1 recensioni
La domanda era muta, aleggiava tra loro silenziosa.
Entrambi erano arrivati lì dopo un messaggio nella segreteria telefonica, un messaggio pericoloso.
-Sei entrato?-, il biondo ebbe un brivido, il silenzio si commentava da solo.
Districò le loro mani e si alzò, ora gobbo e tremendamente stanco.
Immaginava che l’altro lo avrebbe fermato, aggrappandosi al suo polpaccio, ma non lo fece e così entrò, la porta scostata di pochissimo per poterla tenere chiusa il più possibile.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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E alla prossima,
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|| The End ||
    
 

Non voleva annunciare il suo arrivo, ma i cocci del vetro sparsi un po’ ovunque sul parquet scricchiolarono sonoramente sotto i suoi anfibi verdi.
Era impossibile che l’altro non l’avesse udito, eppure non dava segni di volersi girare, di affrontarlo e così fu lui ad avvicinarsi del tutto, abbassandosi sui talloni accanto al ragazzo poco più grande di lui.
-Ehi-
-Uhm?-, gli occhi neri, vuoti.
-Cosa fai qui?-, si sedette, finalmente e i vetri gli ferirono i palmi morbidi.
-Cosa ti sembra che stia facendo? Cerco di starti lontano-
-Sei un fottuto bugiardo-, si strinse le mani in grembo.
Erano seduti alla fine di un lungo corridoio, davanti una porta scura, socchiusa.
Naruto sapeva perfettamente di chi fosse la stanza, ma voleva far parlare l’altro.
Sasuke allungò il braccio ed infilò le dita bianche tra quelle abbronzate rese scivolose dal sangue che aveva iniziato ad uscire dalle ferite.
 La domanda era muta, aleggiava tra loro silenziosa.
Entrambi erano arrivati lì dopo un messaggio nella segreteria telefonica, un messaggio pericoloso.
-Sei entrato?-, il biondo ebbe un brivido, il silenzio si commentava da solo.
Districò le loro mani e si alzò, ora gobbo e tremendamente stanco.
Immaginava che l’altro lo avrebbe fermato, aggrappandosi al suo polpaccio, ma non lo fece e così entrò, la porta scostata di pochissimo per poterla tenere chiusa il più possibile.
Nella stanza c’era un calura opprimente, un odore forte di chiuso e di liquore seminato un po’ ovunque, come la benzina sparsa da un piromane in una danza di fuoco.
Il letto al centro conteneva un corpo, gli dava le spalle, ma era inconfondibile con i lunghi capelli neri perfettamente sistemati sulle spalle; si sporse ad accarezzarli, lisci e setosi, come sempre.
Con un profondo respiro riprese a camminare, gli tremavano le gambe e gli mancava il coraggio.
-Itachi?-, fu la domanda tremolante che propose al vuoto.
Girò intorno a letto fino a trovarsi di fronte al viso pallido, perfetto come era sempre stato, bello come sarebbe rimasto; se non fosse stato per gli occhi spalancati in un moto di dolore, Naruto, avrebbe davvero pensato stesse semplicemente dormendo.
Gli calò le palpebre, dovette trattenere lacrime e vomito, ma lo fece e con meno coraggio di prima, con meno determinazione di prima, con meno consapevolezza di se tornò fuori dalla stanza.
L’aria era migliore all’esterno e gli calmò lo stomaco.
-Che devo fare?-, Sasuke lo guardava come lo aveva guardato tanti anni prima, quando si era trovato in una situazione così simile da essere totalmente diversa se non per i suoi sentimenti: ira, rabbia, tristezza, infinito dolore.
Naruto non sapeva come fare, anni prima lo aveva semplicemente abbracciato, erano piccoli e molte parole non avevano ancora senso.
Ora però che senso avevano le parole?
Quasi gli cadde addosso, anche lui aveva bisogno di un contatto e subito si cercarono con le mani, con le braccia.
Si strinsero, si aggrapparono, le lacrime silenziose lasciarono solchi sui visi.
-Chiamiamo qualcuno-, i singulti si erano calmati da qualche minuto.
-Si-, un lungo sospiro, gli occhi rivolti ancora alla porta, mai si erano staccati dalla superficie in legno, magari si sarebbe mossa e ne sarebbe uscito qualcuno, magari…
Naruto lo strinse per le spalle, aiutandolo ad alzarsi e insieme percorsero il corridoio, nel salone altre persone si erano riunite; alcune facce conosciute, altre meno, alcuni erano estranei. Si scambiavano abbracci, sguardi  pieni di significato, ma al loro arrivo ammutolirono tutti.
-Io…-, tentennò Sasuke e l’amico lo zittì dolcemente con un sussurrò, riprendendo a camminare.
Lo avrebbe portato fuori dalla casa e, sperava, anche dal dolore.
Ora aveva davvero solo lui.
 

 

   
 
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