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Autore: Sofy_m    20/07/2012    12 recensioni
Dal testo:
-Non dividerò la stanza con te, Martha e Alexis vanno bene, ma non dormirò con te...
-Detective, perchè pensa sempre male di me?
-...e devi smetterla di chiamarmi Kate!
Castle sbuffò. -Sei un mostro, vuoi rovinarmi tutto il divertimento?

Beckett accetta di partire per una vacanza con la famiglia Castle in un'isoletta sperduta in mezzo all'oceano indiano.
Spiaggia, mare, sole... sembra quasi un paradiso.
Ma loro sono pur sempre una detective della omicidi e uno scrittore di gialli, no?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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capitolo 8


Le indagini continuano.




Castle serrò a pugno le mani che per l'ennesima volta avevano cercato di accarezzare la sua musa e si voltò verso il comodino per poter vedere la sveglia.
Le dieci e mezza.
Scosse le testa incredulo, poi si girò verso la donna. Kate aveva i lunghi capelli sparpagliati sul cuscino, la fronte leggermente aggrottata e dormiva sul bordo del letto, attenta a non avvicinarsi a lui.
Rick sorrise e si alzò lentamente, attento a non svegliarla. Aprì la porta e, dopo averla guardata per un'ultima volta, andò a sedersi sul grande divano, accese la tv e iniziò a cercare qualche programma interessante. Dopo circa dieci minuti aveva trovato un film d'avventura abbastanza carino.
Ad un tratto sentì una porta aprirsi e si voltò. Sua madre stava uscendo dalla sua stanza.
-Buon giorno mamma!- la salutò con un gran sorriso.
Martha alzò un sopracciglio e si sedette vicino a lui sorridendo maliziosa. -Buon giorno Richard! Vedo che siamo di buon umore questa mattina...
Lo scrittore scrollò le spalle. -Penso sia solo una tua impressione.
-Ah davvero? Quindi aver dormito insieme a Kate non ti ha fatto nè caldo nè freddo?- chiese tranquillamente.
Castle rimase a bocca aperta. -Come l'hai capito?
-Stanotte ad un certo punto mi sono svegliata e sono venuta qui per bere un bicchiere d'acqua, ma tu non c'eri... Non mi è stato difficile immaginare dove fossi andato.- spiegò sorridendo. -E spero che le enormi occhiaie che hai mi diano ottime notizie.- concluse speranzosa.
Rick scosse la testa divertito. Sua madre era davvero incredibile. -Mi dispiace deluderti mamma.
-Aspetta, mi stai dicendo che non è successo nulla?
L'uomo annuì.
-Lo sai che non ti credo, vero?- disse lei socchiudendo gli occhi.
Lo scrittore si guardò le mani. -Ho passato l'intera notte ad osservarla dormire.- ammise sorridendo. Aveva trascorso circa sette ore a guardare Kate distesa di fronte a a lui, ad ammirare la sua bellezza, ascoltando i suoi respiri e respirando il suo profumo, desiderando di poterla accarezzare.
Martha rimase sorpresa e lui si sentì come un ragazzino che racconta alla sua mamma la sua prima cotta.
-Oh, capisco...- disse lei stupita. -Vuoi dirmi che non l'hai abbracciata, che hai resistito alla tentazione di baciarla?- chiese conoscendo il figlio.
Lui annuì.
-Perchè non hai aspettato che si svegliasse? Avresti potuto parlarle, accarezzarla o metterla in imbarazzo. Voglio dire, con Meredith e Gina...
-Mamma lei non è come Meredith o Gina!- Castle scosse la testa alzandosi in piedi e guardò sua madre sconvolto. -Lei non è come le altre donne! Lei è bellissima, intelligente, simpatica, forte e fragile allo stesso tempo. E' determinata ma ha paura, lei non molla ma ha il terrore di avanzare. Lei non è affatto perfetta. E' testarda, fin troppo orgogliosa e si chiude troppo in se stessa, lasciando fuori gli altri, ha paura di fidarsi. Ma è speciale. I suoi pregi sono fantastici e i suoi difetti la rendono ancora migliore ai miei occhi. E'...- scosse la testa mentre camminava avanti e indietro. Era un famosissimo scrittore e non riusciva a trovare le parole per descrivere una donna. Assurdo.
-E' una persona vera.- concluse Martha al suo posto.
-Sì. E avrei voluto stringerla tra le mie braccia, baciarla e accarezzarla questa notte? Certo che sì. Mi sarei voluto svegliare abbracciato a lei, dandole il buon giorno? Ovvio. E so che volendo avrei potuto farlo. Ma questo non è ciò che lei desidera, non ora. Il mio compito stanotte era starle vicino, vegliare su di lei e proteggerla, farla sentire al sicuro, e questo è ciò che ho fatto, accontentandomi di ammirarla. E credimi mamma, è stata una delle notti migliori della mia vita.
Martha guardava il figlio sorridendo quasi commossa, stupita per quelle parole. Era la prima volta che lo sentiva parlare in quel modo di una donna.
Ringraziò mentalmente Beckett, grazie a lei suo figlio era cresciuto, aveva scoperto l'amore vero, quello che ti sconvolge la vita.
-Quando pensi di dirglielo Rick?
-Dirle cosa?- chiese confuso.
La donna sbuffò divertita. -Dirle tutto quello che hai detto a me, dirle che la ami.
-Quando sarà pronta.- rispose lui con decisione.
-Potrebbe volerci del tempo... Tu sei disposto ad aspettare?- domandò. Perchè era lì che stava la difficoltà, era lì che tutto cambiava.
Castle si bloccò un attimo, voltandosi verso l'enorme finestra, ripensando a quei quattro anni. Erano stati lunghi, spesso difficili e pericolosi. Avevano procurato delle ferite ad entrambi, non solo fisiche, e gli avevano sconvolto la vita. L'avevano spesso costretto a prendere decisioni difficili e a fare delle scelte. Aveva dovuto rivedere le sue priorità, mettersi in discussione più di una volta.
Capì qual era la domanda di sua madre. Valeva la pena continuare così?
Si girò verso Martha.
-Anche tutta la vita se serve.

Kate sentì delle voci in lontananza e aprì gli occhi. La luce del sole entrava nella stanza dalle grandi finestre e illuminava l'enorme letto su cui era distesa.
Ancora assonnata distese un braccio davanti a sè e sentì il calore delle lenzuola. Rimase qualche secondo ad occhi chiusi mentre i ricordi degli avvenimenti del giorno precedente e di quella notte tornavano a galla.
Sollevò la testa dal cuscino, rendendosi conto che Castle non era a fianco a lei ma doveva essersi già alzato.
Non riusciva a capire se ne era sollevata o delusa. Una parte di lei avrebbe voluto svegliarsi trovandolo davanti a sè, perdendosi nei suoi occhi e nel suo sorriso ma l'altra sapeva che se l'avesse trovato lì con lei si sarebbe nascosta dietro al suo muro peggiorando le cose.
Sospirò ripensando a quello che era successo qualche ora prima. Si era alzata e gli aveva chiesto di dormire insieme. Lei, la detective Beckett, aveva chiesto a Richard Castle di dormire con lei. Scosse la testa incredula chiedendosi da dove le fosse uscita quell'idea. Forse aveva solo avuto paura che su quel divano sarebbe stato scomodo e si era sentita in colpa.
Osservò il letto. Di certo lei non si era mossa dal bordo e sapeva che lui non aveva approfittato della situazione. Sospirò sollevata, ma per un attimo si chiese come sarebbe stato dormire abbracciata a lui.
Sbattè la testa sul cuscino per scacciare quei pensieri e sbuffò rumorosamente. Da quando si faceva tutti quei problemi, tutte quelle domande? Da quando era diventato tutto così complicato?
Scosse la testa ancora una volta e si alzò.

Beckett fece colazione insieme alla famiglia Castle, sempre attenta a non incrociare lo sguardo del suo partner, terrorizzata dal fatto di dover affrontare l'argomento. Mangiò in fretta sorridendo alle osservazioni di Martha e rispondendo alle domande di Alexis, ma senza rivolgere mai la parola a Rick.
Quando ebbero finito accompagnarono le due donne dai capelli rossi nella loro stanza, per poi dirigersi verso le stanze del personale.
-Beckett, perchè mi stai evitando?- chiese Castle mentre camminavano in silenzio.
Kate si voltò e aggrottò le sopracciglia. -Sono qui con te.
L'uomo le lanciò un'occhiataccia. -Hai capito cosa intendo. E' da quando ti sei svegliata che non mi guardi e non mi parli. Che sta succedendo?- chiese serio fermandosi davanti a lei.
La detective alzò lo sguardo verso il suo viso ma quando incrociò i suoi occhi azzurri arrossì e tornò a fissarsi i piedi.
-Perchè sei arrossita?- chiese stupito. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. -Aspetta... E' per stanotte?
Beckett non rispose.
-Sono stato un gentiluomo, ti assicuro che non ho fatto nulla!- assicurò alzando le mani. -E comunque non siamo costretti a parlarne adesso...
La donna sorrise. -Grazie.
-Possiamo farlo dopo a pranzo!- continuò con un sorriso.
Kate lo ignorò. -Castle, perchè hai le occhiaie anche oggi?- domandò confusa.
"Perchè sono rimasto sveglio a guardarti."
-Ehm... Sono rimasto sveglio tutta la notte... Avevo paura arrivasse l'assassino.- si giustificò.
Beckett sorrise. -Adesso è meglio se andiamo a interrogare il personale.

-Signorina Penny Watson, sono la detective Kate Beckett di New York e questo è il mio partner.- disse mostrando alla donna dai corti capelli scuri il distintivo. -Dobbiamo farle alcune domande.
Penny annuì mentre Castle e Beckett si sedevano davanti a lei nel salone d'entrata.
-Ti sei portata dietro il distintivo e non la pistola?!- Rick la guardava a bocca aperta. -Scusa come faccio a difendermi con un distintivo? Lo tirò in testa all'assassino?
-Castle, dopo l'11 settembre come pensi sia possibile salire su un aereo con una pistola?!- la detective scosse la testa rassegnata, Castle non cambiava mai.
-Sei una detective! La pistola ti serve per lavorare!
-Castle siamo in un'isoletta sperduta, non a New York! E sono in vacanza!
-Sì, ma...
Le risate della donna li interruppero. -Scusate, ma non sono riuscita a trattenermi, siete davvero una bellissima coppia.
Beckett ignorò quell'affermazione e il rossore sulle sue guance, tornando a svolgere il suo lavoro. Estrasse il taccuino e fece scrivere alla donna i suoi dati personali. Penny aveva 40 anni, era americana ma viveva in Indonesia dove lavorava nel settore del turismo.
-Signorina Watson, può spiegarci meglio come funziona questo villaggio?
Penny annuì. -Il villaggio è di proprietà del signor John White, un'imprenditore americano.
-Cosa sa dirci di lui?- domandò la detective.
-In realtà non l'ho mai incontrato.- Rick e Kate si scambiarono un'occhiata perplessa. -Non ci siamo mai visti, mi ha sempre comunicato le istruzioni per telefono o per e-mail.- spiegò.
-Quindi tutto ciò che sa è quello che lui le ha detto.
-Sì.
-Perchè avete invitato persone provenienti da tutto il mondo?
-E' stata una sua idea, ha detto che ci avrebbe pensato lui. Io dovevo organizzare le tre settimane, l'inaugurazione, gli spettacoli e tutto il resto. Sapevo solo che avreste vinto la vacanza.- la donna si alzò dalla sedia, aprì un cassetto della scrivania ed estrasse alcuni fogli su cui erano scritte tutte le istruzioni.
-Sa altro su di lui?- chiese Beckett esaminando i fogli.
-Mi ha detto che sarebbe arrivato l'ultimo giorno della terza settimana per salutare tutti.
-Capisco.- disse Beckett scrivendo tutto.
-Penny, da quante persone è formato il personale?- continuò Castle.
-Ci sono io, altre due ragazze che mi aiutano, cinque donne delle pulizie, tre chef con i rispettivi aiutanti, una decina di ballerini e tre istruttori. Due bagnini, alcuni massaggiatori e delle ragazze per la zona benessere.- si fermò un attimo a pensare. -Mi sembra di non aver dimenticato nessuno.
Lo scrittore annuì. -Ieri sera erano tutti qui?
-No, c'era solo la metà di loro, gli altri arriveranno la prossima settimana.
-Signorina Watson,- Kate riprese la parola. -conosceva la vittima?
-No, non l'avevo mai vista prima.
-Posso chiederle dove si trovava ieri sera subito dopo lo spettacolo?
-Certo, ero qui, stavo facendo riunione con il resto dello staff quando abbiamo sentito l'urlo e siamo usciti per vedere cos'era successo.
-Quindi può assicurarmi che tutto il personale era con lei?
-Sì.- rispose la donna con decisione.
-Sicura che nessuno si sia mai allontanato?
-Sicurissima.
-Ok.- Beckett sorrise. -Grazie mille per l'aiuto.
Musa e scrittore si allontanarono, ma poco prima di arrivare all'uscita Kate si voltò.
-Ah, Penny, un'ultima cosa. Non so se l'ha notato ma tutti i sistemi di comunicazione sono fuori uso e abbiamo scoperto che non ci sono mezzi di trasporto per lasciare l'isola.
La donna sbiancò. -Mi... Mi sta dicendo che siamo bloccati qui con un assassino?
-Sì purtroppo, e per ora le pregherei di non dirlo a nessun altro, non vorrei creare il panico. Mi sembrava giusto informarla.
Penny annuì ancora sconvolta. -Ha la mia parola.

Castle e Beckett tornarono verso le camere mentre la detective rileggeva gli appunti che aveva preso.
-Io toglierei dalla lista dei sospettati i membri del personale.- Castle, a fianco a lei, leggeva a sua volta il taccuino.
-In effetti sono i meno sospetti e hanno tutti un alibi, e probabilmente nessuno di loro avrebbe un movente.- concordò Kate.
-E allora possiamo escluderli!- esclamò lo scrittore ma la sua musa scosse la testa.
-Non sappiamo niente su di loro e penso non scopriremo nulla se non ce lo dicono loro, perciò dobbiamo considerare tutti dei sospettati.
L'uomo sbuffò. -Fantastico, abbiamo circa quaranta possibili assassini!
Beckett si morse il labbro inferiore. -Invece, non ti sembra sospetto il proprietario del villaggio? Organizza tutto questo e non si fa mai vedere...
-Sì, è strano. E poi perchè arrivare solo l'ultimo giorno?- domandò continuando a camminare.
-Non ne ho idea... Castle!- chiamò per richiamare l'attenzione del partner che aveva continuato ad andare avanti. -Dobbiamo fermarci qui.- spiegò fermandosi davanti alla porta di una camera.
L'uomo la guardò confuso. -E perchè?
-Ieri sera la tua amica russa si è rifiutata di collaborare senza la tua presenza.- rispose cercando di mascherare la rabbia. -Perciò adesso torniamo ad interrogarla.- concluse bussando.
Dopo qualche secondo sentirono la porta aprirsi e si ritrovarono davanti la donna dai lunghi capelli neri.
-Ciao Richard!- salutò lo scrittore con un gran sorriso mentre Kate il suo stomaco chiudersi. -Detective Beckett...
-Signorina Ivanov siamo qui per farle qualche domanda.- spiegò sbrigativamente Beckett, non vedeva l'ora di andarsene da lì.
Anastasia sorrise. -Certo, entrate pure!- li fece accomodare senza staccare gli occhi dallo scrittore che sorrideva impacciato.
-Dove si trovava ieri sera dopo lo spettacolo?
-State sospettando di me?- chiese innocentemente piegando la testa di lato e mordendosi il labbro inferiore.
Beckett resistette all'impulso di alzarsi e andarsene, doveva fare il suo lavoro.
-Sono domande che abbiamo fatto a tutti.
-Capisco... Comunque ero in camera mia.- rispose la donna russa alzando le spalle.
-C'è qualcuno che può testimoniarlo?- domandò Castle.
Lei gli sorrise. -Purtroppo no...
Kate stritolò la penna che teneva tra le mani, non riusciva a sopportare quella donna.
-Conosceva la vittima?
-No detective, mai vista prima.
-Ottimo.- Beckett si alzò. -Rick, possiamo andare.
Il suo partner annuì e si alzò a sua volta, dirigendosi verso la porta. Anastasia li salutò con la mano.
Kate si bloccò sull'uscita, voltandosi. -Sappia che tornerò a farle altre domande.
La donna scrollò le spalle. -Ne sono lieta. Ciao Rick!

-Pensi sia stata lei?- la domanda di Castle ruppe il silenzio. I due stavano camminando verso la stanza di Martha e Alexis per andare a pranzo, mentre Kate si mangiava nervosamente le unghie. Quell'oca russa riusciva a mandarla fuori di testa.
-Non ha un alibi.- rispose fingendosi disinteressata.
-Come tanti altri...- le fece notare lo scrittore.
La sua musa sbuffò. -Andiamo a pranzo, ci penseremo più tardi.
-Quindi adesso possiamo parlarne?- chiese speranzoso Castle.
-Di cosa?- domandò confusa Beckett
-Di questa notte...
-Castle, tu hai detto che "non siamo costretti a parlarne adesso".- rispose lei sorridendo.
-Appunto, avevo detto che forse era meglio a pranzo...
-Ma Castle, in questo momento è adesso!- disse Kate ridendo.
-Detective, sta diventando peggio di me!- Rick fece finta di essersi offeso.
-Ho imparato dal migliore...
Scrittore e musa si fermarono guardandosi, poi scoppiarono a ridere. Era bello riuscire a trascorrere dei momenti spensieratamente nonostante tutto.
Castle si bloccò perdendosi a guardarla e ascoltando il magnifico suono della sua risata. Vederla così allegra lo faceva stare bene.
-Beckett...- iniziò.
-KATE!- la voce di un uomo che correva verso di loro lo interruppe.
La detective si voltò. -David!- esclamò riconoscendo lo spagnolo. Rick sbuffò rumorosamente. -Che succede?- chiese preoccupata.
David si fermò davanti a loro, reggendosi sulle ginocchia. Prese un profondo respiro e poi li guardò.
-C'è un altro cadavere.



Angolo dell'autrice:
Ecco il nuovo capitolo!!!
Penso che chi mi aveva chiesto un po' di Caskett sia contento :)
Le indagini continuano ma adesso sembra ci sia un altro morto... Vedremo chi è! Chiedo scusa se ho trascurato Alexis ma prometto che tornerà presto :)
Ah, posso dirvi che l'ispirazione per questa storia me l'ha data una serie tv... Gente costretta a rimanere su un'isola, un mistero da risolvere e un attore che conosciamo...
Ok, quanti hanno pensato a Lost?
No, non è quella :)
Grazie mille per le recensioni, mi fa molto piacere sapere cosa pensate di questa storia :)
Bene, penso di aver scritto anche troppo!
Un bacio, al prossimo capitolo!
Sofy_m
  
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