Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: ashtonssmile    20/07/2012    9 recensioni
Non darò ancora retta a te, stupido cuore, per una volta cercherò di dare retta al mio cervello, così almeno non potrò stare male. Dimmi che bisogno c'era ora di farti a pezzi? Sei un po' masochista, piccolo cuore.
-FF con Conor Maynard.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kelsey.
Non riuscivo a crederci. Stavo stringendo Conor. Finalmente il suo profumo non era più un'illusione come tutte le notti, era reale. I suoi capelli non facevano parte della mia fervida immaginazione, ci stavo davvero affondando le mie mani. Era tutto reale, non poteva essere un sogno, perché era troppo per essere un'illusione, troppo. Sentivo le sue braccia attorno a miei fianchi, che mi stringevano, con l'impressione che non volesse lasciarmi e di certo io non l'avrei fatto. Era tutto quello che desideravo in quel momento, era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Non lasciarmi più.
Mi sussurrò più volte che mi amava, che voleva stare con me, che non voleva andarsene. Cominciò a baciarmi la guancia, poi le nostre labbra si unirono e le lacrime di gioia continuavano a percorrermi sul viso. No, non volevo più lasciarlo, per niente al mondo. Lo guardai negli occhi con il sorriso che non voleva andarsene, nemmeno lui. Non mi sentivo più così completa da quando me ne ero andata dall'Inghilterra.
«Kelsey, non mi lasciare più» disse quasi implorando. «Conor, sai quanto vorrei tornare a casa, tornare con te, quanto vorrei sentirti di nuovo infiltrarti nel mio letto per stare con me e le tue braccia che mi stringono. Ma sai benissimo che non posso». Mi prese la mano, intrecciando le sue dita alle mie e mi guardava negli occhi. Quegli occhi erano sempre più belli. Non resistetti e lo abbracciai di nuovo, dovevo riprendere i sei mesi persi. «Dimmi che stasera dormi da me» . «Sì, ma dovrò partire domattina presto». Il mio viso si abbassò. Conor con il semplice gesto della mano, lo rialzò. Quelle ore in cui potevamo stare assieme dovevo fare di tutto. Chissà tra quanto lo avrei rivisto. Cominciammo a passeggiare per tutto il paesino e parlavamo, scherzavamo. Poi andammo a casa mia. «Questa è camera mia» gli dissi. «E quella?» indicò sorridendo la nostra foto. «Beh, l'unica foto che abbiamo insieme ho voluto incorniciarla» . «Vediamo se ti ricordi che giorno è oggi?». Ci pensai su, senza alcuna idea per la testa, poi lo fissai negli occhi e lo abbracciai. «Sei mesi che stiamo insieme». Lo sentii ridere e, Dio quanto mi mancava quella risata. «Per le foto, possiamo rifarci» disse. Frugò nella tasca destra dei suoi blue jeans e ne tirò fuori una scatolina blu. «No, Conor! Io non ti ho fatto nulla!» . «Mi è bastato abbracciarti. Ora chiudi gli occhi». Chiusi gli occhi e sentii che al braccio mi metteva un qualcosa. Li riaprii. Un bracciale. Ma non quei bracciali semplici. No. La scritta era fatta in argento, non quelle su un lastrina, quelle proprio scritte. "Kelsey&Conor" c'era scritto. La vista mi si annebbiava, lo guardai e sorridevo. «So che non è un gran che, ma..» . «Conor Paul Maynard, tu sei completamente fuori di testa» . «E' una ragazza di nome Kelsey che mi ci fa andare». Ridemmo insieme e mi abbracciò. «Ti amo, Kelsey» . «Anche io ti amo, Conor». Si staccò dalla mia presa e, frugando nel comodino, tirò fuori la mia famosa Polaroid. «Io da sola non le faccio» lo ammonii, guardandolo scattarmi foto alla cavolo. Ogni nuova foto, la attaccavo sull'armadio. Ormai era tutto coperto, completamente. «Allora? Chi sarebbe questo Marco?» mi disse. «Un amico» risposi cominciando a giocare con la sua mano. «Solo amico?» . «Sì, Conor. Puoi fidarti» . «Lo so» disse sorridendo. «E' ora di andare a letto, Conor, lo sai?» . «Lo so e mi tocca anche dormire sul divano». Mi misi sotto le coperte. «Sì, esatto e se ti sentirò entrare nel mio letto giuro che ti butto per terra» . «Comincio a mettere due cuscini sul pavimento, almeno non mi farò male» . «Notte!» gli urlai, girandomi dalla parte opposta. Mi diede un bacio sulla guancia ed uscì. Lo amavo davvero e non volevo lasciarlo andare via. Sarei partita io con lui o lo avrei fatto rimanere lì con me.

Conor.
Mi infiltrai nel suo letto e lei, come aveva promesso, mi buttò giù, ridendo come una scema. Mi era davvero mancata, non me ne volevo andare e non volevo di nuovo lasciarla. Lei era tutto per me e senza lei era come se fossi morto. Giusto quando la sentivo mi risvegliavo, poi tornavo nella mia..depressione. Quando ci svegliammo era l'ora che io me ne dovevo andare. Mi accompagnò all'aereoporto. Mi strinse così forte da farmi mancare l'aria. Piangeva. Non sopportavo vederla piangere, soprattutto perché quelle era tristi. Non volevo fosse triste. La amavo, cavolo, se era triste lo ero anche io. Era una parte di me. Le diedi un lungo bacio e le dissi che sarei tornato presto e di quanto la amavo. Lei parlava a singhiozzi, dicendomi che voleva venire via con me, ma sapeva di non poterlo fare. L'aereo partì e piano piano Kelsey si fece sempre più piccola, come fosse un sogno che stava svanendo.

 

E' davvero, davvero, davvero corto, lo so purtroppo. Ma questo periodo
è scarso con l'ispirazione, ma giuro, come ho sempre fatto, che con
il prossimo capitolo vi stupirò. Grazie ancora a tutti. Un bacio <3

   
 
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