Ballare. Al momento era l'unica cosa che mi permetteva di sperare ancora, dopo la morte dei miei genitori. Mi mancano tanto: i loro sorrisi, i loro sguardi carichi d'affetto, le loro risate e sì, anche le loro sgridate, che mi permettevano di crescere e di capire i miei sbagli. Puff, tutto svanito a causa di una cazzo di macchina. Da quel momento, ho capito che dovevo imparare a cavarmela da sola. Vivo nella nostra casa di sempre (che mi avevano lasciato in eredità) e lavoro come cameriera, giusto per tirare avanti. Non sono fidanzata, non ho tempo per l'amore. L'unica attività con cui ho sempre convissuto e che ho sempre amato è il ballo: è la mia ragione di vita da quando avevo due anni. Qui a Londra ci sono un sacco di opportunità, ma io non ho nè i soldi, nè la preparazione base che serve per diventare una ballerina. Eppure mi è rimasta una cosa, l'unica che forse non mi dimentico mai: la speranza. Mi chiamo Melissa, e questa è la mia storia.