Lei lo guardò tra le volute di una nebbia azzurrata,
gli occhi attenti, avidi quasi.
Sebbene, oltre alle prime rughe nascoste da un
maquillage dosato con rara maestria, il trascorrere degli anni e i numerosi compromessi
le avessero lasciato sul volto il velo sfibrato delle sconfitte, quelle di chi
scopre di aver promesso più di quanto poteva permettersi, l’uomo che
le sedeva davanti non poteva negarsi di trovarla indubbiamente bella.
Non mi dirai che hai davvero smesso?!
l’apostrofò prima di
concedersi alla successiva boccata
Fa male…alla ”salute”
sorrise lui muovendosi sulla
poltrona di pelle nera, anonima quanto il buio che li circondava. Era sempre
stato cosi tra loro, contavano gli istanti che nella lunga frequentazione
s’erano alternati tra la passione profonda e giovanile, gli orgasmici
entusiasmi di chi riesce ancora e sempre a fidarsi dell’amante, la solidarietà
compassata di chi si conosce da una vita e con la vita ha imparato a conoscere
se stesso. Il resto era una serie di stanze oscure e vuote, forse perché i
ricordi cominciavano a rimanere indietro, forse perché non c’era mai stato
bisogno di molto altro, forse per noia o probabilmente per stanchezza.
Cazzate…
il fumo sbuffato tra le labbra della donna gli
accarezzò il volto, le dita di lei non avrebbero potuto essere più gentili e
insieme insolenti se l’avessero sfiorato…
Abbiamo imparato insieme tutto quello che sai e che sei adesso,
non mi hai mai dato ascolto su questo genere di cose e ora vuoi farmi credere
che qualcun altro ti ha “ridotto a più miti consigli”?
sorrise lei di
rimando, d’un sorriso canzonatorio
Quella sicura arroganza l’aveva sempre avuta, probabilmente
non era nata così, si disse lui, ma da che ne aveva memoria l’aveva sempre
vista a quel modo: seducente, sfrontata, dannatamente convincente
Quando ti accorgi di morirne, le parole non hanno molta
importanza, le tue come quelle di chiunque
era abituato a liquidare le sue
insinuazioni, a volte con una semplice alzata di spalle e poco altro, non
perché l’avesse in dispetto o per scarsa considerazione, ma l’oratoria stava
dalla sua, indubitabilmente, e per quanto avesse imparato a rispettarla sapeva
anche che concederle troppo poteva costargli caro.
Sarà come dici…
decisa a non accordargli il punto nemmeno
quella volta. Per quanto nessuno le fosse più caro, non erano rare le volte in cui
si divertiva a tormentarlo
Ma il profumo che sento è inequivocabile, e non è
quello di un vizio che ti sei lasciato alle spalle
un cenno d’impercettibile classe per liberarsi della cenere che s’accumulava sopra le braci prima di
riportare la sigaretta alle labbra e abbandonarsi con voluttà in quel bacio
assassino
Al contrario…
convenne lui senza scomporsi…oh l’amava, non
ci si poteva sbagliare, ne era stato innamorato fin da quando aveva avuto l’età
per comprendere cosa quel sentimento avrebbe implicato in un più lontano
futuro, ma l’abbandonarsi totalmente fra le sue braccia gli faceva uno strano
effetto. Dopo aveva sempre l’irrimediabile sensazione d’esser divenuto più
cinico nei confronti di tutto il resto, nei confronti stessi dell’amore
Capita che ne respiri ancora a pieni polmoni. Bruci e
soffochi del più dolce tra i supplizi
assumendo infine quell’espressione così
vagamente provocatoria che apparteneva tutta alla mimica della sua
interlocutrice
Lei riconobbe il bluff, banale, ma non per questo decise di disprezzare il tentativo concedendogli ancora l’iniziativa senza repliche in
cambio d’un’altra “nota” e mentre invertiva l’accavallarsi delle gambe
flessuose con un gesto di consumata seduzione
Non ti chiedi mai cosa spinga un po’ tutti ad uccidersi di
nuovo, ancora e ancora per qualche istante, in cambio di un piacere dopotutto
effimero al termine del quale non rimane che l’amaro in bocca?
la domanda
successiva non poteva che essere per lei, erano soli, eppure decise di non
guardarla negli occhi, come se si vergognasse di quella leggerezza , come se lo
sguardo di lei, magnetico e intransigente al contempo potesse inchiodarlo più
della colpa stessa alle proprie responsabilità
Non essere sciocco!
scattò lei con un timbro di voce che
detestava. Qualcuno un giorno doveva averle detto che insieme alla pazienza perdeva
buona parte di quel suo fascino irresistibile e a poco a poco persino una come
lei, così determinata e autosufficiente, aveva finito per crederci…non tollerava di perdere le staffe
Sai bene
che non mi curo a lungo di comprendere la stupidità altrui
di nuovo padrona
di se, ancora incantevole nell’abbassare
lo sguardo sulla sigaretta prigioniera tra le dita sottili.
Quello che pensi invece mi appartiene, che ti piaccia o meno…e
“quasi” in esclusiva
aggiunse subito dopo in un bisbiglio che non nascondeva
l’unica e autentica debolezza del loro legame, una “divergenza d’opinioni”, la
si sarebbe potuta definire, con la quale avevano imparato a convivere ma che lei non
avrebbe mai potuto accettare completamente e che, sebbene fosse pur altrettanto certa del loro profondo amore, lo rendeva per certi versi
caparbiamente inespugnabile.
Con l’aristocratica eleganza che apparteneva un po’ a tutte
quelle del suo genere si alzò in piedi acconsentendo ad un ultimo sguardo, a metà
strada fra quello di una madre preoccupata e di un amante delusa, mentre la
sigaretta veniva giustiziata prima del tempo dall’impietosa suola di un sandalo
dal tacco impeccabilmente appuntito
Non la finisci?
domandò lui stancamente e ormai certo d’averla
ferita così come d’aver la sicurezza che lei lo avrebbe perdonato anche quella
volta
Un altro dei loro silenzi, lunghi, intensi come gli amplessi
che li avevano fatti innamorare da giovanissimi e che probabilmente li avrebbero
accompagnati fino alla vecchiaia, lui ci contava almeno. Poi la donna gli volto
le spalle uscendo dal cono di luce che li aveva illuminati fino a poco prima
mentre già si udiva il ticchettio che la riconduceva lontano
Anche quella…nuoce alla salute