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Autore: Neanche gli Dei    20/07/2012    3 recensioni
Vite essenziali di personaggi esistiti o meno.
Un grazie a Natalia che, pur conosciuta da pochi giorni, riesce non so come a sopportarmi e mi ha aiutato su alcuni punti.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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    Il caldo sole estivo scendeva lentamente sul mare, andando a spegnersi su di esso. Amara era appena uscita dall’acqua limpida, calma, calda, manna dal cielo nel torrido calore estivo.
    Era appena arrivata alla sua borsa dalla quale estrasse un lungo telo. Vi si asciugò e s’infilò i suoi amati pantaloni neri e la maglia rossa. Borsa alla mano e via! Verso il suo amato caffè, con le sue terrazze in pietra, nel quale si può imparare a conoscere sé stessi, imparando dal silenzio, dal nulla, dal vento, in attesa che il caffè si depositi per poterlo gustare.
   Amara è una scrittrice, dilettante, ma pur sempre una scrittrice; lei ama le biografie. Ama la vita, lei. In questo piccolo caffè a picco sul mare, sulla terrazza oramai color arancio, lei si siede, scrivendo ciò che ama dando sfogo ai suoi intimi sentimenti.
 
 
 

I.  Marguerite

 
 
   Ama gli inverni, teme le notti. Rara bellezza quasi tedesca, ha gli anni di Cristo e forse anche qualcuno di più. Nata a Cannes, ancora vivente, mollò tutto e si diresse, piuttosto, verso altri lidi. Italia, Francia, Nevada, Spagna: non le importava. Le bastava fuggire da lì.
   Oppressa nelle scelte dalla sua famiglia, subì un matrimonio combinato e una violenza fisica solo per dare al mondo un fanciullo, maschio, rampante, orgoglio ed erede della famiglia.
Non arrivò, e lei subì. Più e più volte.
Senza possibilità di ribellione.
Decidendo così per la fuga.
 
   Atea, non crede in un Dio superno o celeste che possa salvarti da un infermo di fiamme e dolore. «A cosa serve credere ad un Dio che può salvarti o dannarti se l’inferno lo vivo già in terra?». Cristo s’è fermato ad Eboli, qui non è più giunto. Qui non c’è.
 
   Prova nostalgia per la terra natia, per quelle figlie lasciate in balia di una famiglia così disgustosa con la promessa di riprenderle un giorno. Sia ella forte o debole. Prova nostalgia per la madre che le acconciava i lunghi capelli mori, l’aiutava a truccarsi, a vestirsi, la consigliava. Le mancava il padre che, seppur arcigno e con un’acuta propensione al controllo, era comunque gentile, molto in fondo, con lei e la proteggeva quando poteva o le asciugava una lacrima che le scendeva lungo la pallida guancia con un bacio attraverso quei baffi così spessi.
   Non era certa che la nostalgia fosse ricambiata, ma non le importava. Cercava la porta di un mondo migliore e, nell’attesa, cercava nel suo piccolo di aiutare il mondo attuale. Le sue trecce erano oggi una lunga, unica coda, portava pesanti anfibi e felpe forse un po’ troppo larghe per lei. Aiutava i piccoli in un orfanotrofio e, se poteva, mandava una lettera alle sue figlie, ignorando se fossero o meno ricevute. Frequenta, ogni tanto, un ragazzo circa della sua età. Bello, russo, capelli castani e accento tipico dell’est, che la tratta meglio del suo attuale "marito". Ripensandoci, forse dovrebbe rimandargli la fede. E pensandoci ancora meglio, forse avrebbe dovuto dare un appuntamento serio a Yuri, non una qualunque uscita “da amici”. Ma in fondo, aveva tempo: domani è un’altra alba.
   
 
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