Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Leaena    20/07/2012    4 recensioni
Ma quello che avevo fatto, l’avevo fatto per lui. L’amavo troppo per pensare ad un mondo senza di lui. Mi sarei sempre sacrificata per le persone che amavo. E per Jacob ero partita per l’Italia, ai servigi dei Volturi. Se non l’avessi fatto, ci sarebbe stata una battaglia, che non avremmo mai vinto.
Ci fu un piccolo ostacolo, che mi costrinse a ritornare a Forks.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Quileute, Volturi | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo III.
 

Tears, joy and sadness

 

Mi lasciai alle spalle l’uomo che credevo mi amasse e tornai indietro da mia figlia. Ferma sulla soglia della porta c’era Julia.
«Hai sentito…»
«Sì, è uno stronzo. Un grandissimo stronzo. No, ma dico: tu sei appena tornata, scappata dai Volturi, con una figlia, sua figlia,  e lui ti tratta così?» Non mi lasciò nemmeno finire di parlare. Il suo solito. «Uomini» fu il suo ultimo commento.
«Ha ragione.»
«Non provare a difenderlo, sai? Lo prenderei a calci nel culo! Un po’ di comprensibilità. E che cazzo!»
Alzai gli occhi al cielo. Quando iniziava con gli insulti, non la smetteva più. Probabilmente era per questo che mi piaceva. Aveva una gran sfacciataggine, cosa che io non avevo. Abbassai il volto e asciugai una goccia. «Entriamo, sta iniziando a piovere.»
Mossi gli occhi lentamente, da sinistra verso destra, in cerca di Ruthie, mentre Julia andò da Alexander, che straordinariamente conversava con Embry.
Ruthie era fra le braccia di Emily e vicino a lei c’era Sam, che le cingeva i fianchi e la guardava. Leah guardava loro e sapeva esattamente cosa stava pensando Sam, una cosa che era una un pugno in faccia, un calcio nello stomaco, una coltellata al cuore.  Vidi Leah stringere gli occhi e poi scappare via. Mi si strinse lo stomaco a vedere quella scena, a vedere il dolore che passava sulla faccia, negli occhi, di Leah. Giuro che vidi qualche lacrima caderle dagli occhi. Raggiunsi mia figlia e me la ripresi, poi l’avvolsi nella mia giacca. Uscii fuori, nonostante piovesse; volevo raggiungere Leah. Volevo parlarle, volevo provare a farla stare meglio. Speravo di riuscirci grazie a Ruthie, trasmetteva dolcezza a chiunque le stava accanto.
«Leah!» urlai il suo nome all’inizio del bosco.
Nessuna risposta, nessun ululato.
«Leah, ti prego. Ho la bambina con me.»
Ho la bambina con me.
Avevo toccato il tasto giusto.
«Cosa vuoi?»
«Ruthie. Non vedi che si sporge da te?»
Mia figlia sorrideva e allargava le braccia; già una volta l’avevo vista intenzionata ad andare in braccio a lei, ma forse Leah non si era osata.
«Non la prendi?» tentai di spronarla.
«Io?» mi guardò meravigliata. Non avevo mai visto quel suo sguardo. «Non ho mai presto un bambino in braccio» ammise.
«Non c’è problema, Leah.» Mi avvicinai a lei, una di fronte all’altra, e le appoggiai delicatamente Ruthie fra le braccia.
«Ora stringi le braccia attorno a lei.»
Leah mi guardò, poi mise gli occhi su mia figlia e delicatamente strinse le braccia attorno a lei.
«Visto?» sorrisi. «È facile.»
Leah si guardò attorno. «Jacob esci fuori.»
Jacob.
Jacob era lì? Ci stava guardando?
Bum bum. Bum bum.
Oh, Jake. Vieni da me, ti prego.
Vieni. Da. Me.
«Clearwater, ma i cazzi tuoi mai, eh?»
«Fai poco il cafone» replicò Leah. «Prenditi le tue responsabilità e metti il tuo fottuto orgoglio maschile da parte per una volta.»
Le parole di Leah sembravano aver colpito Jacob, come una pallottola sparata nel suo cuore.
«Fatti i cazzi tuoi» ripeté.
«No, Jake. Mi devo fare i cazzi miei. La vedi tua figlia? È tua figlia, diamine! Come fai a essere così menefreghista? Come fai a non pensare a lei? Sia tu che Bella avete le vostre ragioni e i vostri torti. Metti da parte il tuo cazzo di orgoglio! E sii uomo.»
Jacob sbuffò. «Sei la solita stronza.»
«Stronza a fin di bene.» Leah Clearwater sorrise. Un sorriso sincero, un sorriso che la rese ancora più bella.
Jacob guardò Ruthie, poi me. Me e Ruthie. Ruthie e me.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei… passi e mi ritrovai stretta a Jacob.
Jake, il mio amore.
«Oh, Jake!» scoppiai in lacrime. In lacrime tanto attese, disperate, amare, dolci.
«Bells» sussurrò al mio orecchio. «Bells. Bells. Quanto mi sei mancata.»
Mi aggrappai a lui con tutte le mie forze. Ne avevo bisogno.
Avevo bisogno della sua forza. La sua era la mia.
«Ragazzi?» ci richiamò Leah, poi ci diede nostra figlia.
Ruthie era in braccio a suo padre; lo guardava con occhi adoranti, agognanti. Le avevo tanto parlato di lui, fin da quando era dentro di me. Avevo come l’impressione che loro due già si conoscessero.
«È… è bellissima, Bells.»
«È bella come suo padre. È la tua fotocopia.»
Jacob mi baciò teneramente le labbra, poi un altro bacio sulla fronte. «Ora torniamo dagli altri. Piove troppo.» Mi prese per mano. «Leah, anche tu!»
«Non credo sia il caso.»
«Cosa? Sei scema? Oh, al diavolo Sam ed Emily.»
Leah rise. «Prima faccio una corsettina, poi arrivo, d’accordo? Ah, fammi preparare dei vestiti asciutti.»
«Agli ordina, signora!»
Leah gli fece l’occhiolino, poi si voltò.
«Ah, Leah? Grazie.»
Leah non disse né fece nulla, si trasformò e corse via.
Grazie, Leah. Grazie davvero.
Prima o poi avrei ricambiato. Prima o poi sarebbe toccato a me aiutarla.
 
«Ciao, Bells.» La voce roca e profonda di Billy suonò alle mie orecchie.
Il nonno di Ruthie.
Non avevo pensato a lui, a come avrebbe potuto prendere la notizia di essere diventato nonno. Ma  quando lo vidi a casa di Emily, con una bottiglia di birra in mano, e con un sorriso, quello di Jake, capii.
«Ciao, Billy.» Diedi un bacio sulla fronte di mia figlia, prima di poggiarla sulle gambe di suo nonno, che rimase a fissarla.
Si mise a ridere. «Dio, Jake. L’hai fatta proprio bene.»
«Sono un Black, no? Insomma,» allargò le braccia «basta vedere me!»
«Che sbruffone!» esclamò Rachel.
«È stupenda come sua zia.» Paul l’abbracciò da dietro e le bacio teneramente il collo. Rachel arrossì.
In quel momento mi sembrava tutto perfetto. Sembravamo una famiglia perfetta.
Quante volte avevo immaginato quel momento, mentre ero prigioniera dei Volturi? Quante volte l’avevo fatto accarezzandomi dolcemente la pancia sporgente?
Molte volte l’avevo descritto alla piccola Ruthie dentro di me.
Parlavo, parlavo, parlavo.
Parlavo con voce singhiozzante, tremante, debole.
Qualche volta ne avevo parlato anche con Julia.
«Ehi, Bella. Perché le hai messo il nome Ruthie?» Emily mi passò una fetta di torta.
«Be’, è una storia complicata» guardai Julia. Se le avevo messo quel nome, era per poter ricambiare in qualche modo quello che lei aveva fatto e faceva per me.
 
«Rimasi incinta a sedici anni. Quello stronzo prima mi aveva sedotta, poi mi aveva mollata non appena gli dissi del mio ritardo. Proseguii con la gravidanza, poi decisi di dare quella creatura in adozione. Io mi sentivo troppo una merda per crescerlo. Era una bambina e le diedi il nome Ruthie. Partorii, poi non seppi più nulla di lei. Sono passati venticinque anni da allora.»
 
Il racconto di Julia era ben impresso nella mia mente. Mi si stringeva ancora il cuore, quando ci pensavo. Mi chiedevo come aveva fatto a stare tutti quegli anni lontana da sua figlia. Io non riuscivo a stare più di due secondi senza la mia piccola Ruthie.
«Mia figlia si chiamava così.» Quelle furono le uniche parole di Julia.
Gli altri tutti zitti.
 


Innanzitutto, prima che mi dimentichi, vorrei dirvi una cosa. 
So che i miei capitoli sono molto corti. Ogni volta che mi metto a scrivere un capitolo cerco di farli più lunghi, ma non riesco molto. Pian piano sto cercando di migliorare e di fare i capitoli un po' più lunghi, ma la "missione" non mi sta riuscendo un granché bene. Quindi perdonatemi. Spero di riuscire a scrivere qualche pagina in più pian piano. 
Poi vorrei ringraziarvi. Vorrei ringraziare i lettori silenziosi, vorrei ringraziare a chi mi lascia delle splendide parole. In particolare un grazie alla mia piccola, al mio biscottino, al mio passerotto e alla mia Hila. Grazie, ragazze, siete fantastiche!
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia. 
A presto,
L.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Leaena