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Autore: Naive_    20/07/2012    1 recensioni
Ambientazione incerta per sentimenti confusi, parole non dette e ingenuità lasciata sospesa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio la mia Chiave per il supporto, la revisione e i consigli formali.



*
 


"Oggi fa più caldo" disse entrando in casa senza guardarlo.
"Non abbastanza per essere fine maggio" rispose lui chiudendole la porta alle spalle.
Lei appoggiò la giacca di pelle nera e la borsa a tracolla, ormai rovinata dal troppo uso, sulla piccola poltrona nera del salotto e si sedette sul divano, sempre evitando il suo sguardo.
Lo sentì sospirare e, cercando di interpretarne il motivo, alzò gli occhi su di lui, ancora fermo sulla porta all'inseguimento di chissà quali pensieri.
Come vorrei poter leggere nella mente, pensò lei.
Quasi come l'avesse sentita si voltò a guardarla e lei abbassò subito gli occhi arrossendo leggermente, fingendosi molto interessata al modo in cui il suo anello si intrecciava sul pollice mentre ci giocherellava. Sentiva il suo sguardo indugiare su quel movimento nervoso o lo immaginò serio, impegnato nell'interpretazione di quel loro muto scambio.
 

* * *

 
“Posso offrirti qualcosa?”
Fu costretta a guardarlo, giusto quei quaranta secondi per ringraziarlo e rifiutare abbozzando un timido sorriso. Con un’alzata di spalle ando’ in cucina e, tornato poco dopo con un bicchiere d’acqua in mano, si sedette al suo fiianco.
“Allora?” ebbe il coraggio di chidere lei senza alzare lo sguardo dalle proprie mani che si tormentava nervosamente “Com’è andata?”
Qualunque espressione fosse comparsa sul suo viso lei avrebbe potuto solo immaginarla: tanto le aveva premuto in gola quella domanda, tanto più ne temeva la risposta.
“E’ andata” e non sembrava voler aggiungere altro, finchè l’altra domanda, forse quella a cui teneva più della prima, eluse la gabbia dei denti serrati dall’imbarazzo e dal timore e le uscì senza che avesse il tempo di fermarla.
“E ora?”
 

* * *

 
Solo allora osò guardarlo davvero, lo fissò dritto negli occhi ispezionandoli con attenzione quasi maniacale alla ricerca di una piccola sfumatura di emozione che lo tradisse, nella quale potesse indovinare quale sarebbe stata la risposta.
“E ora che cosa?” le disse confuso rispondendo ai suoi occhi così attenti fissi nei suoi con uno sguardo interrogativo.
“Intendo dire… e io ora?” fu quasi un sussurro, come se non volesse sapere cosa ne sarebbe stato di lei da quel momento in avanti; tanto, pensò tornando a fissarsi le mani, almeno mi scarica una volta per tutte, figuriamoci se poteva andarmi bene questa volta.
Quando lo sentì ridere non poteva crederci, pensò di star vivendo un’allucinazione o “qualche altra minchiata del suo cervello demente”, come era solita definirlo.
In quel momento le sollevò la testa costringendola a guardarlo di nuovo negli occhi intrecciando lo sguardo così luminoso con quell di lei, tanto timoroso da sembrare quasi terrorizzato.

  
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