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Autore: Claudia Ponto    21/07/2012    1 recensioni
Elias adora il mondo della Disney, ma si vergogna di rivelarlo per non essere considerato un bambino... questo "segreto" lo fa star male, ma un inaspettata sorpreda da parte del destino lo aiuterà a crescere, a capire chi è veramente e grazie soprattutto all'aiuto dei personaggi della fantasia.
Elias infatti non è un ragazzo qualunque...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: La rivelazione dello Stregone,
 
Elias tacque.
Non aveva più voce per urlare.
Non aveva più forza per scappare.
Non aveva più cervello per ragionare.
 
Loro lo avevano mandato in tilt.
 
“Loro” che non potevano esistere.
“Loro” che aveva sempre visto come figure animate.
“Loro” che adesso interagivano con lui come persone in carne e ossa.
 
In realtà non avrebbe dovuto avere paura di loro… cioè… erano i personaggi della Disney, quelli buoni!
Coloro che vincevano sempre sul male con la loro bontà!
Eppure non riusciva a non tremare alla loro presenza, battendo addirittura i denti.
Forse il topo più amato al mondo avrebbe saputo spiegargli, una volta per tutte, cosa stava succedendo.
Topolino, o Mickey nella sua lingua originale, si sedette accanto a lui con un saltello, affiancato dalla splendida Biancaneve ed altri storici personaggi come Cenerentola, Belle, Ariel, i più “recenti” come Hercules o Rapunzel invece restarono in piedi, senza distogliere lo sguardo da lui, simili a dei bambini che studiano di nascosto qualcosa di nuovo.
<< Come ti senti Elias? Ti sei ripreso dalla scivolata improvvisata? >> gli chiese Topolino.
Elias mugugnò, non riuscendo a formulare una risposta verbale.
Ad un certo punto nella stanza entrarono dei pinguini col frac che portarono dentro dei carrelli colmi di succulenti cibi posizionandoli davanti a lui, Elias ispirò a fondo l’aroma delizioso che proveniva da tutte le portate, provando ad immaginare quale incredibile sapore potessero avere. Una torta Red Velvet l’attirò per primo, tonda e rossa con i bordi ricoperti di crema bianca, avrebbe cominciato volentieri da lì se da essa non uscirono i due scoiattoli facendola “esplodere”. Il ragazzo balzò sul bordo del divano urlando: anche se erano cartoni animati, lui gli animali di piccola taglia non li poteva vedere.
<< Cip e Ciop! Sono per il nostro ospite! >> li rimproverò il topo.
<< Ci dispiace, volevo solo scherzare! >> dissero simultaneamente i due fratelli.
Io non ne ho affatto voglia! pensò Elias.
 
Scese dal trespolo e corse dall’altra parte della stanza, non capendo perché reagisce in quel modo, i personaggi provarono ad avvicinarsi.
<< No! >> urlò lui improvvisamente, bloccandoli.
Aveva una mano tesa in avanti, come una specie di scudo.
Tremava, i suoi occhi luccicavano rivelando che era sul punto di piangere, dalla bocca uscirono solo singhiozzi.
 
<< Non devi avere alcuna paura Elias. >> esordì una voce autoritaria.
Una voce già udita.
Era appena entrato, senza che nessuno se ne accorgesse, un altro noto personaggio Disney: era alto, indossava una lunga tunica blu con i bordi delle larghe maniche azzurre, teneva una folta e lunga barba che con una mano si accarezzava e sulla testa recava un cappello a punta tempestato di stelle e lune dorate. Il suo sguardo serio fu la cosa che più colpì il ragazzo, lo stesso sguardo dell’uomo che aveva chiesto a lui aiuto per recuperare una chiave dorata nella falsa tana del drago.
<< Maestro Yen Sid, cosa ci fa lei qui? >> chiese una stupita Aurora.
<< È per questo giovane che mi trovo qui, mia cara…. >> rispose lui, facendosi largo tra i personaggi.
<< …E mi sembrava di aver detto a tutti quanti di non farvi vedere fino a quando non fosse stato pronto, per non traumatizzarlo. >> aggiunse subito dopo con una leggera nota di disappunto.
<< Ci perdoni, ma non siamo riusciti a trattenerci. Lei capisce che grande sorpresa sia per noi incontrare di persona il…. >> gli rispose il Principe Eric, dal film della Sirenetta.
Yen Sid lo interruppe prima che potesse finire di parlare.
<< Lo comprendo bene, ma questa non è una giustificazione. Uscite tutti quanti adesso. Biancaneve, Topolino, voi restate con me. >> sentenziò il mago.
Senza ribattere il corteo di personaggi andarono via, controllati dal cupo stregone. Prima che la porta si chiudesse da sola per magia, i personaggi fecero in tempo per voltarsi e salutare Elias con i loro raggianti sorrisi.
 
Non lo disse, ma quando se ne andarono fu un vero piacere.
 
<< Ora pensiamo a te. >> disse Yen Sid, rivolgendosi a lui.
Il ragazzo trasalì, sentendosi minacciato: da piccolo aveva avuto molta paura di quel mago apparso per la prima volta nel film “Fantasia”, durante il cortometraggio intitolato L’apprendista Stregone; da quanto riusciva a ricordare si era impressionato a causa proprio di quella sua espressione cattiva. Vederlo di persona riaccese quella paura infantile, non riusciva a credere di averlo incontrato nella Disneyland dei divertimenti sotto false sembianze… era apparso talmente normale!
<< Accomodati Elias, abbiamo molto di cui parlare. >> disse Yen Sid.
Elias scosse la testa, rifiutandosi di avvicinarsi.
Protestare fu inutile contro il mago, la magia lo trasportò all’istante sul divano, nuovamente accanto alla principessa dalla pelle candida e il topo. Deglutì, aggrappandosi con le mani al bordo del mobile imbottito.
<< Ti prego di scusare i miei modi bruschi, ma non sono un mago a cui piace perdere tempo. >>
L’ho appena notato... pensò lui.
<< Dunque ragazzo, deduco che tu mi abbia riconosciuto come il vecchio che ti ha chiesto aiuto, quando ti trovavi nella tua realtà. >>
<< Si… >>
<< Ingannare il prossimo non è nella mia natura, ma vi sono stato costretto per poterti condurre qui, sapendo bene che se ti avessi chiesto direttamente di seguirmi, con la mia vera identità, avresti rifiutato. >>
<< Non lo nego… >>
Ci fu una breve pausa, il tempo necessario per permettere a Elias di capire che il tranello del mago era stato spinto da buone intenzione; ma c’era una cosa in particolare che voleva sapere subito.
<< Com’è possibile che tutto questo esista? >>
I personaggi sorrisero, evidentemente si aspettavano quella domanda.
A rispondergli fu la principessa:
<< Noi esistiamo da sempre, caro Elias. La nostra casa e tutti i suoi abitanti sono veri proprio come te: hanno la loro storia, una famiglia, sanno provare amore e hanno dei sogni da realizzare. Nella tua realtà noi siamo solo dei racconti, ma come puoi ben vedere, noi siamo tutt’altro che una fantasia. >>
Elias si stava sforzando di credere in ciò che stava avvenendo.
Si affacciò alla finestra e ammirò la città che circondava il castello, il vetro dell’imposta gli mostrò un riflesso diverso dall’originale: era diventato la caricatura di sé stesso, i capelli sembravano una chiazza di inchiostro nero, il viso chiazzato di lentiggini leggermente affusolato, i suoi occhi castani erano grandi e tondi, il suo corpo gli dava l’impressione di essere sproporzionato.
<< A noi piace far sognare sia i bambini che gli adulti, siamo consapevoli di quanta felicità diamo e questo ci appaga più di ogni avventura vissuta. >> gli disse Topolino, avvicinandosi a lui.
La sua presenza non lo turbava più, si sentiva più tranquillo, le parole da esso pronunciate erano veritiere da molti punti di vista e lui lo sapeva bene.
<< Anche tu hai sognato con noi, non è vero? >>
La domanda lo imbarazzò, anche in presenza dei suoi eroi non se la sentiva di mostrare il suo vero volto. A quel punto passò ad un’altra domanda, la seconda ancora senza spiegazione.
<< Se tutto questo è reale, perché mi trovo qui? >>
Yen Sid rimase stranamente in silenzio, Biancaneve si sistemò nervosamente i capelli corvini mentre Topolino cominciò a fischiettare; quando un cartone animato agiva così, voleva dire che nascondeva qualcosa di importante.
<< Il nostro mondo aveva un Re una volta che ci governava. >> iniziò a dire Yen Sid.
Re? pensò confuso Elias.
Di che Re stanno parlando?
<< La nostra è una realtà “divisa”: esistono tanti piccoli mondi qui in questo universo parallelo, come molti lo chiamano, e ognuno segue le proprie regole e il proprio equilibrio. Secoli fa non sapevamo di far parte di qualcosa di grande, la nostra era una esistenza ristretta su determinati limiti; ma il Re cambiò tutto e con il suo progetto più ardito fu capace di abbattere i confini riuscendo così ad unirci, un lavoro che ancora oggi persiste nel tempo. >>
<< Non sapevo che aveste un re. >>
<< Fu l’unico della nostra storia. Un lavoro come il suo non è mai più stato emulato, i suoi eredi hanno continuato il lavoro che per primo aveva iniziato, ma nessuno ha raggiunto il suo livello. Noi non l’abbiamo mai potuto ringraziare abbastanza per ciò che ha fatto, ed è un peccato non averlo potuto ringraziare personalmente. Nessuno è eterno, e lui non faceva eccezione. >>
Elias rimase ad ascoltare con interesse quella storia, cercando al tempo stesso di dare un volto a questo sovrano così incredibile.
Chi l’avrebbe mai detto che c’era stato un simile individuo? Retroscena simili non se li sarebbe mai potuti immaginare.
<< Ora, per quanto può sembrare inverosimile, a distanza di tanti anni abbiamo di nuovo bisogno di lui. Questa realtà necessità del suo animo nobile ancora una volta, di poter avvalersi della grandiosità delle sue abilità. >>
<< Ma non avete appena detto che è morto? >>
<< Il suo corpo mortale ci ha lasciato… ma non il suo spirito che ha potuto reincarnarsi. >>
 
Yen Sid non aggiunse nient’altro, né lui e né Biancaneve o Topolino.
Tacquero tutti e tre, lasciando in attesa il ragazzo che non aspettava altro che sentire il seguito.
All’improvviso un sospetto si insinuò in Elias, ripensando con più attenzione alle ultime parole pronunciate dallo stregone.
<< Quel re che si è reincarnato… sono io? >>
<< Si Elias, proprio tu. Il nostro Re, un tempo si chiamava Walt Elias Disney >>
Elias rimase in silenzio per un attimo.
Improvvisamente scoppiò a ridere, e aveva le sue buoni ragioni: una cosa simile era fin troppo assurda. Yen Sid lo fissò quasi seccato, Biancaneve e Topolino invece si scambiarono occhiate confuse.
<< Ok, adesso si che sono tranquillo! Sto sognando per davvero! >> esclamò divertito, asciugandosi le lacrime agli occhi.
<< Questo non è un sogno ragazzo. >> gli disse seriamente il mago.
<< Certo, certo! Perché io sono il più grande cartonista del mondo! O cielo, non scherzava mia madre quando mi diceva che leggo troppi fumetti! Devo darci un taglio appena torno a casa… via i Topolini e vai con i Manga! >>
<< Credo che tu non ti renda conto della serietà del mio discorso. >>
<< Oh, scommetto che adesso mi dirai che sono importante e che sono destinato a fare grandi cose. Questo non è il primo sogno che faccio sulle mie incertezze; inoltre adesso mi sono convinto definitamente di una cosa. >>
<< E cioè? >> mentre parlava, Elias non si era reso conto che una sorta di aura bluastra si era formata intorno al corpo dello stregone, gli altri due personaggi sembravano conoscerne la ragione e lo guardarono impauriti, allontanandosi da lui.
<< Mi sono convinto che è una cosa stupida avere quattordici anni e guardare roba da bambini! Devo cominciare a comportarmi da adulto e dimenticare queste sciocchezze! Ci credo che non riesco a relazionarmi con i miei coetanei: sono un idiota che fa cose idiote! >>
Elias non si era reso conto che lo Stregone gli si era avvicinato alle spalle visibilmente innervosito. L’aura magica tremava come le fiamme del fuoco, la stanza tremava leggermente come scossa da un terremoto; quello stato perdurò fino a quando di colpo non gli diede un pugno secco sulla testa, sprigionando stelle e pianeti che si sparsero tutti intorno come coriandoli. Elias crollò sul pavimento circondato dal planetario magico, la principessa e il topo gli andarono incontro tentando di risvegliarlo.
<< Non mi piace che mi si storpi il nome. >> disse Yen Sid come scusa.
<< Temo proprio che sarà difficile fargli accettare il trono che gli spetta. >> disse Topolino sotto voce.
  
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