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Autore: Tonks    23/05/2004    0 recensioni
Salve! Esordisco col dire che a me sinceramente questa storia non piace più di tanto, la trama mi piace ma credo di averla scritta non tanto bene (l'ho scritta un anno fa)..però voglio comunque inserirla perchè in ogni caso è stata la prima e "vera" storia che ho scritto..thanks for all!!Questa è la rencesione: Sarah,Yulia, Lisa e Melanie sono grandi amiche da sempre, e questo è il loro ultimo anno alla scuola media St. Martha di San Francisco e le suore hanno deciso come meta per l’ultima gita la località di Westing Lake tra le montagne in un piccolo hotel-baita sperduto tra le montagne. Tutto bene fino a qui se non fosse per quelle misteriose presenze che tormentano le nostre protagoniste. Con un incredibile colpo di scena finale…
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Le cose non sono mai come sembrano…” (Anonimo) Sarah,Yulia, Lisa e Melanie sono grandi amiche da sempre, e questo è il loro ultimo anno alla scuola media St. Martha di San Francisco e le suore hanno deciso come meta per l’ultima gita la località di Westing Lake tra le montagne in un piccolo hotel-baita sperduto tra le montagne. Tutto bene fino a qui se non fosse per quelle misteriose presenze che tormentano le nostre protagoniste. Con un incredibile colpo di scena finale… “ Fateci passare! Dov’è la bambina?” “Portate via la sorella!” “Kelly! Kelly cosa hai fatto??? Suor Monica dov’è Kelly?” “Melanie vieni via!” “La rivedrò vero! Perché sta zitta!?!? Parli!” “Vieni Melanie, andiamo dalla mamma!” “Suor Monica voglio vedere Kelly! Kelly!” “Andiamo!” “Kelly…” Era un limpida giornata primaverile, e la scuola femminile St. Martha di San Francisco era in procinto per partire per l’ultima fantastica gita scolastica in un piccolo hotel-baita in montagna; le suore avevano deciso quella meta perché a quanto pareva non vedevano l’ora di scalare le montagne. Sarah era la tipica 14enne americana, bella e magari con solo un difetto da combattere (il suo ad esempio era un naso un pò troppo aquilino) e il cui unico scopo nella vita era piacere ai ragazzi; poi c’era Lisa anche lei 14 anni era la solita secchiona, era la cocca di tutte le prof-suore e passando troppo tempo sui libri aveva un aspetto alquanto trascurato (abiti fuori moda, capelli disparati e una terribile acne); Melanie era la ragazza più timida nella faccia della terra e non lo era solo sul palcoscenico (era una attrice formidabile), non particolarmente bella ma veramente graziosa, e infine Yulia davvero grassoccia per la sua età ma particolarmente brava a cantare, parlare ( non a caso era la portavoce delle studentesse alle riunioni dei docenti e aveva vinto il concorso degli oratori) e incredibilmente sicura di sé. Tanto diverse tra loro quanto amiche, amiche che avrebbero vissuto la loro ultima gita all’insegna del divertimento, se non fosse stato per… “Fantastico! Se tira un soffio di vento 'sto albergo va giù per la vallata!” criticò Sarah. “ Non direi così, Miss Raybant, avrebbe preferito rimanere a casa?” ribatté Suor Monica “ Scherzavo Sorella! Questo albergo è STUPENDO!- “ Non fare l’ipocrita, Sarah!- e Suor Monica se ne andò “ma che cosa ho fatto brutta strega!?!?- e da dietro le spalle le fece la linguaccia, mentre le altre tre ridevano a crepapelle. Notte. “Mamma, Mammina dove sei?” il bambino si mette a piangere. Melanie aveva gli occhi chiusi dalla paura. Sudava freddo, tanto da sentire il pigiama di cotone che gli si attaccava alla pelle. Attorno a lei il silenzio. La ragazza socchiude gli occhi lentamente, molto lentamente. All’inizio non riesce a distinguere bene dove sia nella penombra, ma pian paino gli occhi si abituano alla semioscurità. E si mette a piangere. “Mel che hai fatto” Yulia è stata svegliata dai singhiozzi dell’amica. “Oh Yul, ho fatto un sogno terribile… un bambino ucciso insieme ai famigliari… delle risa che facevano gelare il sangue.” “Mel, è stato solo un brutto sogno. Dormi sono solo le 3 di mattina.” Strinse l’amica in un caloroso abbraccio, e si ridistese nel letto accanto “ ’Notte” Non l’aveva convinta. Non poteva essere solo un sogno, era troppo vero troppo… reale. Quel bambino, sembrava il suo fratellino, aveva il viso rigato di lacrime, chissà chi aveva avuto il coraggio di ucciderlo, cercava la mamma anche lei uccisa da quel mostro quel terribile mostro, che aveva fatto quella orribile risata, di appagamento, così fredda. Non ci doveva pensare più. Si riaddormentò definitivamente. A colazione, la cameriera versò nella tazza dei Lisa una strana brodaglia, che lei guardo male. “non è di suo gradimento, signorina?- le chiese la cameriera chiaramente irritata dal suo sguardo. “no no” “ sarà meglio perché non le daremo null’altro” e continuò a servire gli altri. Provò a sorseggiare la bevanda… “bleah! Sa di vomito!” “ prova a metterci 7 bustine di zucchero forse migliora” propose Yulia “no ciò già provato io, nessun risultato” disse Sarah con un smorfia poi notarono la silenziosità di Melanie, quando era insieme a loro aveva un gran parlantina, ma non quella mattina. “che hai fatto?” le chiese Lisa “ha fatto un brutto sogno stanotte” rispose Yulia “Non era un brutto sogno Yul! Te lo già detto!” ribatté Melanie “Ah allora che cos’era un deja-vu?” “ forse! Era troppo reale per essere solo un semplice incubo, e poi me lo ricordo così vivamente!” “ma si può sapere che hai sognato?” si intromise Sarah Melanie le raccontò tutto, il bimbo, il suo pianto, le risa. Raccontando fu come risognarlo, vivido come sempre. “ non so! Forse ha ragione Yulia, forse è solo un brutto sogno, cioè ho letto un articolo in cui diceva che esistono incubi talmente reali che si possono confondere con la realtà.” disse Sarah “bè se è proprio così è davvero strano, ho visto in Tv che certe persone sognano la vita di qualcun altro, vissuto nella stanza dove dormono e una roba del genere” “Ragazze! Si parte!” urlò Suor Genoveffa la preside. La notte successiva. Lisa si stava girando e rigirando nel letto, stava pensando agli albergatori, erano strani, così cadaverici, ci guardavano spesso male, erano loschi, ci spiavano osservavano ogni nostra mossa, come se dovessero nascondere qualcosa di terribile, finché senti qualcosa, un lamento un pianto, una voce di bambino,un imprecazione di aiuto. Si alzò per controllare, uscì dalla stanza, percorse il corridoio non sapeva dove indirizzarsi, scese le scali e si ritrovò nel soggiorno. Sentì dei passi dietro di lei, mentre il lamenti si faceva sempre più forti si nascose nel sottoscala, i passi si fermarono, si sentì più tranquilla All’improvviso una figura le si parò davanti , allora urlò, e incominciò a scalciare a vuoto finché qualcuno non la bloccò e disse “Lisa sta ferma! Sono la Mel!” Allora Lisa si bloccò e si riscosse dalla paura “Che ci fai tu qui?” le chiese, “veramente e la stessa domanda che ti vorrei fare io!” le rispose “la hai sentita? Quella voce quella terribile voce!” “fai più silenzio, non parlare così alto! Quella era la voce del bambino nel mio sogno! Meglio tornare a dormire, se ci trova Suor Genoveffa. Facciamo una brutta fine!” Si diressero verso le scale, quando Lisa si bloccò sopra al tappeto, e terrorizzata disse: “Mel fermati! Qui sotto c’è qualcosa!” “Non sarai paranoica!” “cosa ci costa guardare?” “e va bene!”. Le due amiche si chinarono, tolsero il tappeto e trovarono una botola… “che ti avevo detto!” “vieni” e Mel insieme all’amica si infilò nella botola. La botola scendeva giù per un paio di metri, finché non si fermarono. Lisa tirò un filo e si accese una luce fioca, guardarono a terra e rimasero sconvolte “Mel queste sono ossa umane!” All’improvviso arrivò una voce dall’imboccatura della botola “qui abbiamo due ragazze un pò troppo curiose, mi sa che rimarrete qui ancora” e chiuse la botola e quando questa si chiuse anche la luce si spense… “ SORELLA!- urlò Yulia scendendo precipitosamente dalle scale - MELANIE è SCOMPARSA!!!- “Miss Chevīc stia calma! Cosa è accaduto?” le disse Suor Genoveffa “ Melanie Roberts la mia compagna di stanza è scomparsa, non è più nella sua stanza… cioè… è scappata ha lasciato questo biglietto, è la sua calligrafia…” Yulia, era da molto tempo che lo volevo fare , e ho pensato che la gita a Westing Lake sarebbe stata l’occasione giusta. Salutami tutti. Addio, Melanie “Oh sorella, Melanie non l’avrebbe MAI fatto, me lo avrebbe detto sono la sua migliore amica, cioè… ha troppe cose a casa da continuare per esempio la recita di fine anno, non vedeva l’ora, poi si era impegnata tantissimo per avere la parte principale; poi non mi chiama MAI Yulia, di solita usa Yul e poi si firma Mel e non Melanie interamente…” disse affannosamente Yulia in lacrime. “Calmati Yulia, lo sappiamo anche noi. La cosa che ci preoccupa di più è questo…” le disse Suor Monica porgendole un foglietto identico al primo. Yulia lo lesse: Sarah, era da molto tempo che lo volevo fare , e ho pensato che la gita a Westing Lake sarebbe stata l’occasione giusta. Salutami tutti. Addio, Lisa Yulia era paralizzata, sconvolta, diede il foglietto a Suor Monica. Risalì le scale con gli occhi sbarrati e si diresse verso la camera di Sarah e bussò. “chiunque sia vada via!!!!” urlò Sarah da dentro “Sarah sono io. Fammi entrare!” le rispose Yulia Sarah aprì aveva il viso rigato dalle lacrime, proprio come Yulia. “Notizie?” le chiese Sarah “Si, brutte” “Oh mio Dio. Cosa?” “Non so se lo hai saputo…” “No, cosa?” “Mel, è scomparsa come Lisa…” “Impossibile! Non ci credo! Prima Lisa poi Mel. È incredibile! Forse lo hanno premeditato insieme” “Quello che mi spaventa è che sono sicura che non so scappate” “E cioè? Rapite?” “esatto! Hai presente il foglio in cui Lisa ti dà l’addio?” Sarah annuì “ stesso uguale foglietto lo ritrovato io nel letto di Mel” “Come stesso foglietto?” “Lo stesso testo, spiaccicato, identico! Oh Sarah sono preoccupatissima! Chissà dove sono ora?” e crollò addosso a piangere a Sarah che cercò inutilmente di consolarla. Non potevano nemmeno lontanamente che le loro due amiche fossero solo a pochi metri da loro sotto il pavimento. *** “Mel! Svegliati!” Lisa le dà uno scossone . Niente. Non si sveglia. Si mise a seduta a riflettere. Incredibile. Sembra proprio in quei romanzi horror che ama leggere. Ma si poteva sapere perché si era cacciata in questa storia. Perché non faceva come Monique, Cristine, Elizabeth, Katrine, Hannah , Rosie e tutte le altre sue compagne che pensavano solo a divertirsi. Chissà cosa stavano facendo Sarah e Yulia, se si erano accorte della loro scomparsa, almeno si erano svegliate, che ore erano? Le sette, le otto, mezzogiorno, il tempo lì non passava mai. Nell’immenso silenzio si sentì un gorgoglio… era il suo stomaco; perciò dal suo orologio fisiologico capì che erano all’incirca le otto di mattina proprio quando aveva appetito. Solo ora ci pensava a quanto aveva fame e soprattutto sete. Aveva letto che si vive solo 2 giorni senza acqua e 30 senza cibo. Già si vedeva disidrata e si stava trasformando in uno scheletro. Un brivido le passò su per la schiena. All’improvviso, come se qualcuno l’avesse letto nel pensiero, si aprì la porta della botola e la stessa voce tuonò “non voglio che moriate prima del tempo. Fatevelo bastare fino a domani” e caddero due sacchetti. Appena si chiuse la botola. Lisa afferrò precipitosamente i sacchetti. Tutti e due contenevano la stessa cosa: una bottiglietta d’acqua da mezzo litro e 2 fette di pane. Che miseria, pensò, peggio che Auschwitz , meglio che niente. Bevve velocemente alcuni sorsi d’acqua e divorò mezza fetta di pane, e si sentì subito meno debole. All’improvviso si svegliò Melanie, evidentemente svegliata dal trambusto. Subito Lisa le lanciò il suo sacchetto , che Melanie guardò con fare interrogativo “che…” “Li hanno buttati dalla botola. Poi uno ha detto - non voglio che moriate prima del tempo!- mio Dio chissà cosa ci faranno?!” “stai tranquilla Lis non ci faranno nulla...intanto cerchiamo qualcosa qua sotto…” le disse Melanie mentre mangiava anch’essa. *** Quel giorno rimasero all’albergo e suor Genoveffa aveva dato un ultimatum, se non si fossero trovate quelle due “disgraziate” prima della mattina seguente sarebbero ritornate a San Francisco IMMEDIATAMENTE… Toc, toc.. Yulia bussa alla porta di Sarah. Dopo aver passato un paio di ore a piangersi addosso avevano deciso di ritrovarle perché erano sicure che erano state rapite e i biglietti trovati nei loro letti vuoti aumentavano i loro sospetti , ed ora, alle 3 di notte , si apprestavano a fare una ricerca. “Sarah sei pronta?” disse Yulia a bassa voce “Yul non devo andare in discoteca!” “vabbè andiamo e fai piano!” Uscirono di soppiatto e scesero le scale, superando lo scalino scricchiolante e si ritrovarono nel salotto. Lo ispezionarono da cima e fondo e non trovarono nulla. “E’ impossibile” disse Yulia furibonda “ se fossi qua dove ti nasconderesti?” riflettero qualche istante poi all’unisono dissero “ il sottoscala!” e ci si diressero immediatamente, ma quando aprirono la porta non trovarono nulla “Che siano veramente scappate? No! Non è possibile!” disse Yulia mentre Sarah tastava il pavimento. “YUL!” urlò all’improvviso “Sarah non urlare! Che c’è?” “Guarda cosa ho trovato….” e le mostro quello che sembrava un ciondolo per una collana. Era a forma di stella con sopra incisa una L arzigogolata. “ Il ciondolo di Lisa! Non se ne separa mai, è l’unica cosa rimasta della madre (la madre di Lisa, Lara è morta quando lei aveva 4 anni) “Devono essere qua…” All’improvviso… “voi chi siete?” era una ragazza avrà avuto la loro età, aveva lunghi capelli neri e due occhi azzurri come cristalli. Yulia e Sarah rimasero incantate non solo per la bellezza di quella ragazza ma soprattutto per l’espressione triste dei suoi occhi, poi riparlò “Andate via finché siete in tempo! Non fatevi prendere da…” poi sparì all’improvviso cominciò a correre e sparì come era apparsa senza finire la frase. Poi come se si fossero risvegliate dalla trance e si diressero verso la scale per tornare a dormire, ma Yulia inciampò proprio sul tappeto della botola. “Solo te riesci a inciampare in un tappeto!” le disse scherzosamente Sarah “ Il punto è che non sono inciampata da sola!” rispose arrabbiata Yulia scaraventò via il tappeto e rimasero allibite alla vista della botola. Si guardarono e poi come se si fossero lette nel pensiero la aprirono. “c’è qualcuno?” “Yul sei tu???” “Mel siamo io e Sarah!” “C’è anche Lisa con te?” “Ci sono Sar!” “come facciamo a tirarvi fuori?” chiese Yulia “vai a prendere la corda che è nella mia valigia!” disse Melanie Yulia andò in camera e prese la robusta corda che trovò in un angolo della valigia, e quando tornò alla botola la lanciò la corda e ritornarono in superficie. “Lisa ho una cosa che ti appartiene” e Sarah le diede il suo ciondolo. “Sarah, grazie pensavo di averlo perso!” e gettò le braccia al collo dell’amica “anche noi abbiamo trovato qualcosa di davvero incredibile…” e le mostrò qualcosa che somigliava ad una collanina, anzi no lo era veramente. Era a quando pareva vero oro, ancora luccicante per il tempo di permanenza tra le ossa, a forma di cuore e scritto sopra con una calligrafica minuta c’era scritto: Con amore, per Ann Adams “Chi è Ann Adams? La famiglia Adams?” e schioccò le dita come nella sigla dell’omonimo telefilm. “non scherzare! La sotto c’erano tre scheletri. E sta collana l’abbiamo trovata la in mezzo. Da quello che sappiamo Ann Adams è una dei tre scheletri.” “Scheletri? Non starai andando in paranoia Mel?” “Smettila di fare la scettica Sarah! Non c’ero solo io! Cosa ne dici di Lisa!?” “ è vero Sar c’erano veramente degli scheletri… se non ci credi vai giù a controllare!” “Ci credo” rispose Sarah sincera Dopo essersi ritrovate Lisa e Melanie andarono direttamente da Suor Genoveffa, a cui spiegarono che erano scappate ma dopo avevano deciso di ritornare sui loro passi, che le strigliò per un bel po’ di tempo ma infine disse che l’importante che erano tornate e che non era successo nulla e non avrebbero parlato ai genitori della loro “avventura”. Il pomeriggio seguente chiesero a Suor Monica se le potevano prestare il suo computer portatile perché volevano inviare una e-mail ai genitori. E con un pò di insistenza ci riuscirono . La vera ragione era che volevano sapere qualcosa in più su Ann Adams la misteriosa della collana. Lasciarono questo incarico a Melanie che oltre ad essere un’ottima attrice era anche un’esperta di computer e internet soprattutto. Finché dopo un paio d’ore le chiamò. E lesse loro ciò che avevano trovato: Dal corriere del Nevada del 24 Maggio 1923 WESTING LAKE- Nell’omonima città turistica ieri notte è scomparsa un’intera famiglia composta da: il capofamiglia aveva un emporio a Loddl City a pochi Kilometri da qua, Ann Adams lavorava a casa come sarta e tesseva stoffe che vendeva direttamente a Kansignton ad una cinquantina di kilometri da Westing Lake, Samantha Adams la figlia maggiore di soli 14 anni andava al liceo cittadino e Jake Adams il piccolo della famiglia andava alla scuola parrocchiale. Della famiglia non si sa più nulla, nemmeno i vicini i signori Figg che erano i migliori amici degli Adams. Viene descritta da tutti come una famiglia benestante e tranquilla veramente perfetta. “Praticamente sono scomparsi. Ma perché sotto ci sono solo 3 scheletri e non 4?” chiese Sarah “Forse qualcuno, tranne Ann Adams, è riuscito a scappare.” rispose Yulia “Secondo me…” iniziò Lisa “ Ragazze, ho un’idea. Che ne dite di andare in città? Forse qualcuno sa qualcosa.” “ Ottima Idea Mel!” dissero all’unisono. E Sarah, Yulia e Melanie si diressero per andare a cena con Lisa dietro, quando dal blocco di fogli di Melanie uscì un foglio, come per essere letto apposta. Lisa lo raccolse , stava per riconsegnarlo a Melanie quando venne attratta dal titolo “Dal corriere del Nevada del 3 Giugno 1923” e allora non resistette, si mise a leggere e rimase sconvolta… Dal corriere del Nevada del 3 Giugno 1923 Westing Lake- poco meno di un mese fa abbiamo pubblicato un articolo sulla scomparsa della famiglia Adams ebbene qualche giorno fa sono stati ritrovati i corpi di tutta la famiglia nel bosco vicino alla loro casa, tutti uccisi con una coltellata proprio al centro del cuore. Invece sono scomparsi i Levine un’altra famiglia che vivevano vicino a loro, i componenti di quest’ultima erano: Ludovic Levine il capofamiglia, Maria Levine la madre e le figlia Juliet di 14 anni amica poi anche di Samantha Adams. Non riusciva a capire, cioè quell’articolo avrebbe risolto i “caso”, forse se ne era dimentica, ma era una cosa troppo importante per essere dimenticata, appoggiò il foglio sul tavolo e se ne andò in sala da pranzo senza accorgersi dei due occhi carichi di odio che la fissavano da fuori la finestra…. *** “Signor Figg cosa si ricorda di quella notte?” gli chiese Yulia. Michel Figg era un signore che aveva 6 anni quando nel 1923 scomparsero gli Adams. “Direi che non si debba iniziare gia da lì Yul. Signor Figg conosceva Ann Adams?” rispose Lisa “La signora Adams? Chi non se la ricorda?! Una bella donna non c’è che dire ma soprattutto gentile, ci portava sempre il pranzo a me e Lucilla quando nostra madre aveva preso la polmonite, e…” rispose facendo sorridere il suo viso raggrinzito“ Lucilla era mia sorella di 4 anni. Morì dopo mia madre, a quanto pareva aveva preso anche lei la polmonite. Torniamo alla signora Adams, grande cuore non so come descriverla gentile, sempre sorridente, dava aiuto a tutti quelli che le chiedevano qualcosa; la sua famiglia era molto benestante, il signor Adams aveva l’emporio a Loddl e lei tesseva a casa, realizzava delle bellissime stoffe soprattutto per tende e lenzuola” “Gli altri della famiglia?” chiese Sarah “Il signore la maggior parte del giorno era al suo emporio. Ma tutte le domeniche tutta la famiglia andava in chiesa e poi a fare dei pic-nic un paio di volte sono andato anch’io. Samantha era una ragazza dolcissima, molto bella aveva gli occhi azzurri come cristalli e capelli lunghi e neri, era lei che mi dava lezioni il pomeriggio, perché i miei non avevano abbastanza soldi per pagare una scuola e lei mi insegnò a scrivere, leggere e far di conto, era molto istruita e voleva diventare medico mi rivelò una volta. Jake era il mio compagno di gioco, avevamo la stessa età e ci divertivamo ad andare a caccia di lucertole nella riva del fiume. Non mi ricordo null’altro” “Cosa si ricorda di quella notte del 24 maggio 1923?” ridomandò Yulia “ Chi si dimentica una cosa del genere? Stavo andando dagli Adams per ridare alla signora il contenitore dei biscotti quando li vidi, era terribile, non so chi fossero in realtà perché tutti avevano uno strano copricapo un po’ come quello del Ku Klux Klan , a punta e rossi, indossavano una lunga tunica rossa e sopra stampato c’era questo simbolo…” prese un foglio e una matita e con la sua mano fragile disegnò un simbolo a forma di albero di natale che aveva come chioma una specie di mezza stella. “Come fa ha ricordarsi così bene?” gli chiese Yulia “ Cara sono cose che non si scordano più nella vita. Questi uomini, saranno stati 7 o 8 avevano delle torce e dicevano delle cantilene, come litanie o preghiere, poi all’improvviso uno mi notò e mi fece segno di andare via, era come se conoscessi quegli occhi. Poi sono scappato. Non ricordo più nulla. Ora vorrei io non essere indiscreto ma in che hotel alloggiate? All’International? O al Westing?” “In nessuno dei due. Siamo a quell’albergo in mezzo al bosco… come si chiama?” rispose Sarah “ non so, non ci bado mai al nome” disse Lisa “anch’io non lo so?” “In che albergo? In mezzo al bosco c’è solo la casa degli Adams e comunque è dal loro omicidio che nessuno ci ha più messo piede…” *** “cosa intendeva il signor Figg?” chiese Lisa alle amiche “Mi sembra che sia stato chiarissimo, Lis, stiamo alloggiando in un albergo che non esiste…” rispose scorbutica Yulia “Cosa dobbiamo fare?” domandò Sarah “E cioè dirlo alle suore?” Sarah annuì “certo! Vai da suor Monica e le dici - sa sorella sappiamo che ci sono i fantasmi anzi la famiglia Adams ( schioccò le dita) è stata uccisa da una setta satanica che si veste come il Ku Klux Klan . Se poi se non bastasse un certo Michel Figg ci ha informato che l’albergo in cui alloggiamo era la casa degli Adams (rischioccò le dita) ed è dalla loro scomparsa che nessuno ci ha più messo piede- se va bene si mette ad applaudire l’originalità della storia” disse Yulia ironica poi aggiunse “Sar svegliati le suore non credono ai fantasmi o roba del genere! Mel che hai fatto? Sei silenziosa!” “Eh?” rispose come svegliandosi dalla trance “No, niente, stavo solo pensando” e si infilò tra Sarah e Lisa. Il bosco in cui passarono per accorciare la strada era di pini e conifere talmente da nascondere il cielo di cui si vedevano solo fazzoletti di tanto in tanto. Sarah tirò fuori una specie di mappa, fece scorrere il suo dito color lilla e si guardò intorno. Mentre le altre tre la osservarono poi disse “ No più avanti”. Proseguirono la loro avanzata, finché si fermarono davanti ad un roccia ed allora Sarah parlò “Bene siamo arrivate alla prima tappa, questa è la pietra a forma di lupo, era qui che Figg ha visto il Ku Klux Klan. Facciamo come avevamo deciso, Lis vai dietro a quell’albero tu sei il signor Figg; poi,noi siamo il KKK e tu Yul sei Mister X. Siamo pronte? Ciak si gira!” Sarah, Yulia e Melanie andarono dalla direzione opposta e incominciarono ad avanzare dicendo una cantilena finché Yulia face segno a Lisa di andarsene e questa corse via, infine il terzetto se ne andò via cantilenando. “Allora Sarah, hai avuto tu questa grande idea di fare una rappresentazione, cosa hai capito?” le chiese Lisa “Una cosa molto importante” le rispose “Il signor Figg era visibilissimo, solo un cieco non l’avrebbe visto, perciò non lo hanno voluto vedere! Molto probabilmente era gente che conosceva e solo Mister X gli ha detto di andarsene…” “E con questo?” le chiese Melanie “E con questo?! Mel ci dice CHI ha ucciso gli Adams!” “e cioè” le ridomandò “I cittadini! E poi perché hanno ucciso Jake Adams perché non hanno ucciso anche il signor Figg, poteva spiare, ma lo hanno lasciato libero, non ti sembra strano?” “Si ma forse il rito non lo comprendeva e non volevano ucciderlo?” “ma se avrebbe detto a qualcuno di loro…” si intromise Lisa “oh capito!” esclamò Yulia e tutte tre si voltarono verso di lei “ Tutto il paese era immischiato! Nessuno gli avrebbe creduto!” “Ci sei arrivata Yul! Secondo Figg gli uomini erano 8. All’epoca c’erano 8 famiglie più gli Adams.: i Figg, gli Halliwell, i Byngs, i Roberts, i Creech, i Staffield , i Finnigan e i Jones. Tutte famiglie simili con due figli, tranne i Figg che erano solo padre e figlio, la madre e la figlia erano morte di polmonite…” “Come fai a sapere tutte queste cose? E poi sei sicura?” le chiese Melanie “Bè ieri mattina ho accompagnato Suor Claire in città, lei non so cosa doveva fare ma ha detto di andare dove volevo lì in città. Ebbene sono andata in biblioteca poi ho chiesto gli elenchi dei cittadini.C’erano queste 7 famiglie…” “ e i Levine?” la interrompè Lisa, e tutte la guardarono curiose “Levine? Nessun Levine. Però non lo so. Una pagina era stata strappata, infatti mancavano anche gli Adams. Ma tu come fai sapere di questi Levine?” le disse Sarah “ C’è in ogni paese ci sono i Levine! Sono dappertutto come i Jones o i Roberts, capito?” rispose imbarazzata mentre ancora le amiche la guardarono ancora curiose. “ comunque, dirigiamoci verso la seconda tappa!” Continuarono a camminare nel fitto bosco, il paesaggio era pressoché uguale, i soliti pini e conifere che impedivano la vista del cielo, parecchie volte si fermarono e consultarono la mappa, finché, finalmente, si accorsero di essersi perse. “Sar, non eri tu quella che no si perde mai!” le urlò Yulia con un’occhiata piena di disperazione. “Vuoi stare calma! Se ti agiti non fai nulla, è inutile piangere sul latte versato perciò stai zitta e rimanete qui, non muovetevi di un millimetro!” Sarah iniziò a correre e dopo un paio di minuti gia non si vedeva più. Percorse tutta la strada che avevano percorso fino all’incrocio. Prima avevano preso la destra e ora prese naturalmente la sinistra; continuò fino ad arrivare alla sua meta, allora senza fermarsi un attimo, ricominciò a correre. Dopo essere andata a prendere la 3 amiche le condusse fino alla seconda tappa che praticamente l’ex cimitero cittadino. Non era altro che un semplice giardino recintato da un staccionata fatta di assi ormai fradici. Il cimitero conteneva circa una trentina di tombe tutte uguali, semplici lastre di pietra con sopra incise alcune scritte: il nome, la data di nascita e morte, e il solito “Riposa in pace” o “che Dio sia con te”. Aveva un che di inquietante,di terribilmente terrificante, sembrava che fosse da secoli che nessuno ci abbia messo più piede. Le quattro amiche ansimanti superarono la staccionata. Iniziarono ad esaminare le lastre, con un’assoluta cautela come se potessero spuntare degli zombie da un momento all’altro. Si fermarono alla prima tomba semplice come tutte “Allora questo è Jack Roberts nato il 7 Ottobre 1885 e morto 23 Maggio 1957. Riposa in pace” si divisero in due coppie ed esaminarono tutte le lastre. Finché… “YUL!SAR!VENITE QUI!” le due ragazze raggiunsero le altre e che indicarono la lastra davanti a loro. Era quella di Samantha Adams, era come tutte solo c’era una cosa che la diversificava dalle altre. Un mazzo di fiori, cinque per l’esattezza legati con una nastro rosa, non erano sintetici ma freschi. All’improvviso sentirono qualcuno dietro le loro spalle e si girarono. “Cosa ci fate voi qui?” gli chiesero la cameriera dell’albergo. “Noi… Noi… Cioè… Noi…” tentò di rispondere Lisa tremante “La mia amica intendeva dire che ci eravamo perse, abbiamo trovato questo cimitero e abbiamo dato un’occhiatina. E lei che ci fa qui?” rispose Yulia “Io?” come se stesse cercando una scusa plausibile “ la mia bisnonna è sepolta qui. Si chiamava Emily Creech. È sepolta là…” ed indicò un tomba qualsiasi nell’angolo. “Ah” disse sempre Yulia “sai chi era Samantha Adams?” “Samantha Adams? No, chi è?” “No niente” rispose Yulia poco convinta “Ragazze, torniamo all’albergo…” e se ne andarono. Durante il viaggio di ritorno nessuno parlò. Dovevano mettere in ordine la moltitudine di pensieri che affollavano le loro menti: il signor Figg, la scoperta che gli assassini degli Adams era gente del paese, il cimitero, i fiori nella tomba di Samantha Adams erano solo alcuni. Stavano per varcare la porta dell’albergo quando, Sarah si fermò all’improvviso, le altre si fermarono di conseguenza e la guardarono con aria interrogativa. “Questo ‘albergo’ era la casa degli Adams, diamo un’occhiata fuori poi andiamo in esplorazione all’interno.” si affrettò a rispondere L’albergo era veramente come una specie di villa. Era alta 2 piani più la cantina. Al piano superiore c’erano le camere da letto e al piano inferiore c’era un immenso salotto e la sala da pranzo. Invece in cantina non ci avevano messo mai piede ma intuivano che ci fosse la cucina e una specie di enoteca. La costruzione era della fine del XVIII secolo si notava dal tipico tetto in ardesia (proprio come quello francese) e la struttura della casa. Ispezionarono tutta la casa e non trovarono, che una scritta fatta scalfendo il muro … SAMY+JULY=BEST-FRIENDS Solo Lisa capì che July era Juliet Levine, la migliore amica di Samantha, anche lei era scomparsa, ed il punto era che non sapeva se era stata ritrovata oppure no, ma al cimitero non c’era nulla al riguardo. Demoralizzate rientrarono a cena. Il menù era il solito: brodino di verdure con una specie di pastina in mezzo (chiaramente non è provato che fosse pasta veramente), insalata (di cui non si sa la provenienza) e una sottospecie di cotoletta (e dicono che la carne del McDonald’s è una schifezza?!?). La serata trascorse come al solito, molto tranquillamente, si sedettero nei divani nel salotto, ognuna fece ciò che voleva: leggere, chiacchierare, giocare a qualsiasi gioco di società o videogame. Dopo aver trascorso una serata moooolto tranquilla, tutte se andarono nel proprie camere. “Sar, ti dispiace se spengo subito la luce ho tantissimo sonno!” disse Lisa sorseggiando il bicchiere d’acqua trovato sul comodino come tutte le sere. “No di niente, io leggo con la luce dell’abatjour.” rispose Sarah mentre si infilava il pigiama. “Dio santo! Qui fa tutto schifo! Perfino l’acqua! Sa di mandorle amare!” disse sputacchiando Lisa mentre Sarah rideva a crepapelle e si stendeva su letto affianco. Lisa mentre cercava di chiudere gli occhi notò il libro che era appoggiato sul comodino di Sarah, era rilegato ed in pelle rossa con sopra una scritta dorata incomprensibile “che cos’è?” le domandò “Un libro?” rispose sarcastica Sarah “Ah, ah, di cosa parla?” le domandò un po’ infastidita ma anche divertita dalla battuta dell’amica “Veleni” “Veleni?” le chiese sorpresa “Esattamente!” “Ma a che ti serve?!” “È interessantissimo! Senti qua…” prese il libro, lo aprì alla segno e lesse ad alta voce “Acido Cianidrico (comunemente Cianuro):è tra i più potenti veleni conosciuti in natura. Si trova in natura soprattutto nei noccioli di pesca, piante di ortensia, sambuco ed altri frutti. Impedisce l’azione e il blocca gli scambi di ossigeno nei tessuti. Se non si interviene in tempo è mortale […].Non è interessantissimo?” Nessuna risposta. “Ti sei già addormentata?! Accidenti che sonno!” spense la luce e dormì anch’essa. La notte passò tranquillamente: nessun sogno premonitore, scheletri in delle botole in salotto, fantasmi, o altre cosa paranormali, che avrebbe fatto venire un attacco omicida a chiunque. Meno che ad una persona perché… *** “Povera bambina mia!” e Suor Monica scoppiò a piangere accanto al corpo inerme di Lisa “Ragazze uscite!” gridò Suor Genoveffa alla calca di ragazze curiose davanti alla porta mentre una lacrima che le rigava la guancia. Quando Yulia e Melanie piombarono nella camera, con gli occhi sbarrati ed increduli. “LIS!” e si buttarono sulla ragazza senza vita,non avevano la forza di piangere, il dolore di aver perso di nuovo un’amica le tormentava, continuavano ad urlare il suo nome come per cercare di risvegliarla invano purtroppo. “Si è capito cosa la uccisa?” chiese Sarah con gli occhi nell’angolo del suo letto. “No, Miss Raybant. Però non ha opposto resistenza pensiamo veleno” le rispose la preside. “Veleno?” chiese incredula Sarah e Suor Genoveffa annuì. “Dio santo! Qui fa tutto schifo! Perfino l’acqua! Sa di mandorle amare!” Queste parole le rimbombarono nella testa, poi precipitosamente bevve il bicchiere d’acqua appoggiato nel suo comodino. No, non sapeva di mandorle amare e fissò il bicchiere appoggiato sul comodino, e notò una cosa incredibile: era pieno. Stava riflettendo quando Yulia le si avvicinò e l’abbracciò. “Oh Sar! Terribile, no, non un’altra volta! Perché Lis…” gemette tra le lacrime. “Yul stai calma, capito? Che devo dire una cosa molto importante a te e Mel. Vieni” e diresse verso il salotto con dietro Yulia e Melanie, appena chiamata. “Allora” esordì Sarah “primo: ieri sera Lis ha bevuto il bicchiere d’acqua appoggiato sul suo comodino e mi ha detto che faceva schifo perché sapeva di mandorle amare poi questa mattina il bicchiere era di nuovo pieno…” “cosa???” esclamò Melanie intanto Yulia era sconvolta “Si proprio così, comunque la seconda cosa è che dobbiamo continuare ad indagare sugli Adams. È ciò che lei vorrebbe” le altre annuirono, poi aggiunse “andiamo dal signor Figg gli dobbiamo chiedere se sa qualcosa sui Levine…” *** Dopo aver detto alle suore che sarebbero andate in città, le 3 ragazze percorsero tutto il sentiero che vi portava e in meno di un’ora era alla porta del signor Figg. Toc...Toc…Una donna con gli occhi visibilmente arrossati aprì. “Buongiorno. Vorremmo parlare con il signor Michel Figg.” chiese Sarah La donna chiuse gli occhi per un istante poi disse “Il signor Figg è morto questa notte. Non si sa cosa lo abbia ucciso…” All’improvviso Melanie svenne e cadde addosso alle due amiche. La donna spalancò la porta e ordinò loro di portare la ragazze sul divano del salotto, intanto nella testa di Melanie si materializzava una specie di flashback. Tutta la famiglia era nel salotto. Jake stava giocando sul tappeto, Samantha era immersa in un interessante romanzo e sia Ann che Oliver erano seduti al tavolo a discutere dei nuovi pettegolezzi di paese e giocando a rubamazzo. All’improvviso sentirono una specie di cantilena e i due genitori si affacciarono alla finestra “I Nuristh!” sentì bisbigliare Samantha. Poi parlò “Che c’è papà?” gli chiese “Samy senti prendi Jake…” poi la porta principale si aprì ed entrarono 7 uomini vestiti con lunghe tuniche scarlatte e un copricapo a punta che copriva tutto il viso, uno strano simbolo era disegnato sulla tunica proprio sul cuore una sottospecie di mezza stella attaccata ad un tronco. “SCAPPA SAMANTHA PRENDI JAKE! VATTENE!” le urlò la madre Samantha prese Jake per il braccio, corse verso l’uscita nel retro, tre uomini le corsero dietro. Corse più forte che poteva, riuscì ad uscire ed anche chiudere la porta. Continuò a correre più forte, più forte ancora, aveva le gambe sfinite. Non ne poteva più, doveva smettere. Si fermò un istante, ma due uomini l’avevano già raggiunta e presero Jake per il braccio rimasto libero, incominciarono a tirare, ma la forza di Samantha non era quella di quei due uomini e portarono Jake via che piangeva e continuava ad urlare, chiedere aiuto, ripeteva il suo nome. Però dovette ricominciare a correre e salvarsi almeno lei la vita, correva, correva, correva a più non posso, ma non servì a nulla l’altro uomo la stava aspettando davanti a lei… “Ahhhh! Lasciami! Lasciami!” Melanie continuava a gridare e scalciare a vuoto, intanto Yulia e Sarah cercavano di bloccarla, ogni tentativo era inutile. “MEL SVEGLIATI!” continuavano ad urlarle e scuoterla, dopo svariati tentativi, riuscirono nel loro intento, la svegliarono. “Mel cosa hai fatto?” le chiese Yulia dolcemente “Credo, cioè penso, di aver vissuto l’ultima mezz’ora di vita di Samantha Adams…” rispose pacatamente. “Come???” le chiese stupita Sarah Allora, Melanie raccontò ciò che era successo. Per la seconda volta aveva vissuto la vita di un altro. Ormai che avevano vissuto il “paranormale” si poteva tranquillamente dire che avesse dei poteri magici, era come una “porta” che collega due periodi storici: il 1923 e il 2003, però ora che ci pensava dal 1923 erano trascorsi ben 80 anni. Passarono la penultima giornata nel bosco, al cimitero (c’erano dei nuovi fiori freschi sempre legati con un nastro rosa) e solo alle sette di sera si decisero di tornare all’albergo. Si divisero, ognuna face cioè che voleva, neppure a cena si sedettero vicino. Avevano bisogno di rimanere da sole, mettere in ordine nella testa, avevano provato tantissime, troppe, emozioni durante quella gita. Fortunatamente il giorno dopo sarebbero tornate a San Francisco, ma l’aver perso per una seconda volta un’amica era frustrante. Già tempo addietro le avevano denominate il “quartetto maledetto”, che faceva pure rima, il “terzetto maledetto”, ora che era accaduto un’altra volta ci incominciavano a credere: erano maledette. Ritornando a noi… Sarah era andata a frugare nella libreria dell’albergatore (ultimamente sopratutto con loro era più gentile,e le aveva dato il permesso di guardare tra i suoi libri). Era incredibile che libri ci fossero in quella libreria! Erano vecchi e incredibilmente interessanti, c’erano di tutto e di più: dalle favole per bambini ai libri di cucina, ma la colpì soprattutto un grosso volume, sembrava il più vecchio di tutti, di verde molto scuro rilegato e aveva uno strano titolo “Nuristh”. Doveva essere il libro preferito dell’albergatore, era molto consumato soprattutto negli angoli, la carta era ingiallita e sottilissima e il titolo era quasi illeggibile. Lo incominciò a sfogliare velocemente ma con molta delicatezza, sembrava che si potesse rompere ad ogni pagina sfogliata. Finché si fermò su una pagina, che ritenne moooooolto importante, tanto da pensare di dirlo a Melanie… *** “Mel!” le disse Sarah col fiatone, infatti aveva salito le scale (i libri erano in cantina, dove c’erano gli appartamenti degli albergatori) di corsa. “Che c’è?” le chiese Melanie alzando gli occhi dal suo libro. Le si avvicinò e le mostrò la pagina del libro. “questo è il simbolo del Ku Klux Klan. C’era anche l’albergatore tra di loro” “E brava Sarah, ce la hai fatta a capire che c’era anche l’albergatore tra di loro...” e le rispose con un sorriso enigmatico. “Lo sapevi” “lo sapevo, si si, so anche chi ha ucciso Lisa.” “Chi?” chiese Sarah ancora non rendendosi conto del pericolo che correva. “La sottoscritta con del cianuro” rispose pacatamente tirando fuori una rivoltella e aggiunse “ e tu non fra poco non lo saprai più…” *** Yulia era una maniaca dell’ordine, perciò aveva occupato tutto il tardo pomeriggio a preparare la valigia. Parlando certe volte anche da sola, quando non trovava qualcosa. “Mel dove hai messo il mio asciugacapelli?” e incominciò a frugare nella sua valigia, trovò la sua corda (“vai a prendere la corda che è nella mia valigia!”). “che se ne facesse di una corda nella valigia lo sapeva solo lei” pensò,poi continuò a frugare nella valigia, trovò una piccola bustina (“...non ha opposto resistenza, pensiamo veleno”), continuò a cercare (sta volta nella sua cartellina dove teneva tutti i suoi fogli) trovò ancora qualcosa: l’articolo che aveva letto Lisa, i suoi occhi indugiarono sull’articolo, ma dopo aver letto le prime righe i suoi occhi scorsero velocemente tutto l’articolo, aveva le lacrime agli occhi; continuò a frugare con foga e trovò la cosa che fecero diventare realtà i suoi sospetti, sembrava una specie di ricevuta o una cosa del genere… Oreficeria Cooper 17° North Road – 34567 San Francisco Tel phone : 034 98158 0 Per: Miss Melanie Roberts 963, F.Green Road – San Francisco Oggetto: Incisione su un ciondolo Gentile Signore/a, La volevo informare che la realizzazione del ciondolo a forma di cuore con su scritto “Con Amore per Ann Adams” è stata completata, e Lei può passarlo a ritirarlo quando desidera. Distinti saluti, Christopher Cooper Per la prima volta nella sua vita non gliene importava nulla se avesse messo in disordine. Lanciò via tutti i fogli e corse nella camera di Sarah, non era dentro. Si diresse in salotto e vide la situazione immaginata, Melanie che puntava una pistola verso Sarah. “Mel!” le disse “Oh oh! È arrivata la nostra penultima ospite…” le rispose senza girarsi “e chi sarebbe l’ultima?” “Oh oh! Sta per arrivare alle tue spalle…” si girò tenendo sempre la pistola puntata “vieni Kelly!” Quella che entrò non era che “Monique!” urlarono all’unisono Sarah e Yulia “Ciao Sar” disse verso Sarah poi si girò verso Yulia “Yul” “ma che cos…” iniziò Yulia “Kelly è morta, ora ci sono io, Monique, a proposito vi piace il mio nuovo nome?” “Fa schifo!” le rispose Yulia guardandola con disprezzo poi aggiunse “Mel spiegami” “Non ricordi Yul?” le chiese poi aggiunse con voce infantile “Kel sei proprio codarda! Scommetto il mio nastro per capelli che non riesci ad arrivare fino al precipizio!” Yulia la guardò con orrore “ fa male la verità, vero Yul? Ti ricordi bene no? Kelly ci arrivò al precipizio, ma purtroppo infondo . No, non morì, ma poco ci mancò. Si sfracellò terra, le braccia e le gambe non c’erano più, la faccia sfigurata, è stato un miracolo che non morì. Ci sono voluti ben 2 anni per costruire Monique, due gambe, due braccia e una faccia nuova Ti ricordi quando io e mia mamma ci trasferimmo in qual lurido appartamento? Secondo te siamo passati da una villa a un appartamento? Abbiamo perso la casa e tutto per Monique. Ora ci vendicheremo!” “E gli Adams?” “Una scusa. Per impegnarvi no? So come siete queste cosa vi piacciono, i fantasmi roba del genere. In realtà…” “ gli Adams sono stati ritrovati vicino al bosco” la completa Yulia “sei informata complimenti” “grazie. E Lisa? Perché?” “mi aveva già scoperto. Aveva letto l’articolo che hai letto anche tu. Dovresti ringraziarla ti ha dato un giorno in più di vita. Saresti stata tu la mia prima vittima” “Mi fai schifo!” “Mi fai schifo!” “e gli scheletri?” “io gli ho solo trovati, non so di chi fossero. Non mi hai chiesto della collanina.” “so già tutto, ho letto la lettera dell’orefice” “oh oh! Monique mi ha aiutato ha fare tutto. Mi ha chiuso insieme a Lisa nella botola… ha fatto il fantasma” “si divertentissimo! Devo essere stata convincente, siete rimaste sconvolte!” si intromise Monique “ siamo arrivate al capolinea ‘quartetto maledetto’ !” “Non credo proprio!” la cameriera dell’albergo andò addosso a Monique e la atterrò, dandole un pugno alquanto vigoroso. Melanie si girò puntandole la pistola, lei la liquidò con un sorriso “spara pure. Non puoi uccidere chi è già morto!”. Melanie non la stette a sentire e sparò un paio di colpi (le suore e le altre alunne erano andate a fare un’escursione notturna e avevano lasciato le 4 a casa), che la attraversarono. Da dietro Sarah le diede il suo colpo di karatè (era cintura marrone) preferito: un calcio ben mirato. Le misero una attaccata all’altra, poi la cameriera lanciò a Sarah e Yulia la robusta corda di Melanie dicendogli “penso che vi serva!” dopo averle legate. Yulia guardò la cameriera “penso che ci dovresti spiegare…” Lei sorrise “penso anch’io. Che ne dite davanti ad una bella tazza di tè” ed intuendo dal loro sguardo d’orrore “non quello che vi diamo a colazione” disse con un sorriso. Dopo cinque minuti riemerse dalla cucina, insieme alla cuoca e all’albergatore, con un vassoio con cinque tazze e un piatto di invitanti pasticcini. Li appoggiò sul tavolino nel salotto, da una parte c’erano Yulia e Sarah dall’altra c’erano i tre albergatori. “ora Juliet vi racconterà tutta la storia” disse l’albergatore con un sorriso certo papà! Per prima cosa ci presentiamo: io sono Juliet Levine, lei è mia madre Maria Levine e lui è mio padre Ludovic Levine. So che questa informazione vi darà un po’ di problemi ma noi, bé, siamo morti. Per favore non guardateci così. Vedete i tre scheletri infondo alla botola sono i nostri.” gli occhi delle due si stavano spalancando sempre di più “ mio padre faceva parte dei Nuristh, una setta satanica formata da tutti i capifamiglia del paese tranne degli Adams e dei Figg, c’erano solo il figlio e il padre ma penso che abbiate già parlato con Michel Figg. Io e Samantha eravamo migliori amiche un po’ come voi due, e seppi che i Nuristh dovevano ammazzare tutta la famiglia perché contraria a ciò che faceva la setta. Supplicai mio padre di non farlo. Finché quando lui era già nella casa degli Adams, io e mia madre entrammo ed insieme a mio padre cercammo di far scappare tutta la famiglia a nostro rischio e pericolo. Ma purtroppo loro erano in maggioranza e senza fare complimenti ci uccisero e buttarono i nostri corpi nella botola. Poi naturalmente uccisero gli Adams e completarono la loro missione. Capito?” “Avrei un paio di domande.” disse Yulia “dimmi pure” la esortò Juliet “ come vi siete fatti sentire alle suore affinché potessimo venire qui? Perché proprio noi” Juliet sorrise “ devi sapere che penso si chiamino Melanie e Monique sono venute qui un mese fa, e hanno trovato la botola. Abbiamo sentito i loro discorsi, che secondo loro a voi vi piacciono tutto ciò che soprannaturale, e ci siamo fatti sentire alla vostra scuola, informandoli che Westing era un bellissimo posto per una gita e che il nostro albergo “tsohg, cioè ghost (fantasma)” gli avrebbero fatto un prezzo speciale. Abbiamo sperato che tra di voi ci fosse stato qualcuno che avrebbe esaudito il nostro desiderio. Altre domande?” “Si, è stato lei signor Levine a dire a Michel Figg di andarsene nel bosco” gli chiese Sarah. “Si sono stato io” rispose ridendo rammendando i vecchi tempi “poi Juliet che ci facevi al cimitero?” le chiese Yulia “a portare i fiori a Samantha. No?” rispose con un sorriso un pò malinconico. “qual è il desiderio?” chiese curiosa Sarah I tre si scambiarano uno sguardo d'intesa, poi Juliet parlò: “Essere sepolti”. EPILOGO Dopo quella notte, Melanie e Monique furono arrestate con l’accusa di omicidio e tentato omicidio, e furono portate nel carcere minorile. Juliet, Maria e Ludovic Levine furono, come avevano chiesto, sepolti nel ex cimitero cittadino. Yulia e Sarah raccontarono la loro storia a tutto il mondo tramite una scrittrice molto famosa di nome Tonks che ha pubblicato la loro vera storia in un romanzo intitolato “Nuristh”. 10 anni dopo… Ormai erano passati 10 anni dalla gita a Westing Lake e la vita di Yulia e Sarah era radicalmente cambiata, Yulia si era sposata e dopo 2 mesi aveva già divorziato ed ora stava già convivendo con un altro ragazzo. Sarah invece era sposata da ben 4 anni e aveva avuto una bambina (Lisa) che quel 24 Maggio avrebbe compiuto 4 anni… Era il 24 maggio e la piccola Lisa aveva organizzato una festicciola con i compagni d’asilo, tutto andava per il meglio. Finché suonò il campanello. “Zia Yul vai ad aprire?” le chiese la piccola Lisa “Si Yul vai deve essere Rachel (un’amica della piccola Lisa)!” “Vado!” Aprì con un immenso sorriso dicendo “benvenuta!” ma il sorriso si spense subito. “Ciao Yul. Anche una vecchia amica è benvenuta?” Era Melanie. THE END
  
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