INTRO: L'epilogo di una battaglia tanto attesa!
Ciao a tutti!
Eccomi qui! La battaglia finale è giunta al capolinea!
Buona lettura!
Capitolo 33 -IL PREZZO DI UNA VITTORIA-
La sensazione che Inuyasha provò nell’impugnare in quel momento entrambe le
zanne del padre, non se la
sarebbe dimenticata tanto facilmente: percepiva chiaramente l’anima delle due
spade pulsare in perfetta
sincronia con il suo battito cardiaco; gli sembrò quasi di essere tutt’uno con
esse.
In quel preciso istante, l’hanyou fu conscio di avere la possibilità di cambiare
quella che,
apparentemente, era una fine già scritta per quello scontro: un’opportunità che
non si sarebbe lasciato
sfuggire, qualunque fosse il suo prezzo.
“Buttatevi a terra e state vicini!!” urlò agli altri, girandosi per un attimo a
guardarli, rivolgendosi
poi allo spirito del fodero di Songa “Vecchio Saya, proteggili con una
barriera!”
Tutto si concluse in pochi secondi: il vortice prodotto dal Reikokuryuuha,
spazzò via quello del
Gokuryuuha, assorbendone l’energia, dirigendosi poi direttamente su Toukaimaru,
impattando contro la sua
barriera che, a quel contatto, si dissolse come neve al sole, lasciando un
incredulo Toukaimaru, subire
gli effetti della piena potenza del colpo di Inuyasha.
L’hanyou si ritrovò a pensare che Totosai avesse completamente ragione quando
gli aveva detto che il
Reikokuryuuha non era nemmeno paragonabile alla tecnica delle zanne incrociate.
Purtroppo per lui,
questo implicava un risvolto per nulla piacevole: durante l’esecuzione infatti,
Inuyasha si era sentito
come svuotato di tutte le forze, quasi gli stessero strappando l’anima. Una
sensazione del genere non
l’aveva mai sperimentata, nemmeno durante gli allenamenti.
Nonostante i suoi tentativi di restare in piedi, il mezzo demone crollò in
ginocchio ed evitò di finire
del tutto a terra solo aggrappandosi alle due spade provvidenzialmente piantate
a terra, rimanendo poi
stupefatto ad osservare il radicale cambiamento del paesaggio: le mura e le
vette che si stagliavano
dietro di esse, erano completamente sparite per qualche chilometro, lasciando
spazio invece ad un
gigantesco solco nel terreno, unica testimonianza tangibile del passaggio del
Reikokuryuuha.
Anche Akane, Ranma e Kagome osservavano impressionati la potenza che, da solo,
il loro amico era stato
in grado di sviluppare. Fu la sedicenne a distogliere per prima lo sguardo,
posandolo istintivamente sul
suo amato hanyou e, trovandolo prostrato, evidentemente sofferente. Presa dal
panico si precipitò da
lui, gettando a terra l’Arco di Luce, nell’inginocchiarglisi affianco.
“Inuyasha! Che hai??” chiese preoccupata cercando di guardarlo in faccia, cosa
che lui, invece, tentava
di evitare.
“Raccogli il tuo arco.” affermò con un tono quasi gelido, che sorprese molto la
ragazza “Co… cosa??”
“Ti ho detto di raccogliere l’Arco di Luce!”
“Cosa vuoi che mi importi di quell’arco? Tu stai male, questa è l’unica cosa che
mi preoccupa!!” urlò
lei, prendendo tra le mani il volto di lui per costringerlo a guardarla,
rimanendo pietrificata
nell’osservare le sue iridi ambrate, solitamente così luminose, completamente
spente.
“Sono solo stanco Kagome.” affermò lui intuendo cosa significasse l’espressione
preoccupata della
ragazza “Ora raccogli quel dannato arco, altrimenti tutto questo, tutto quello
che abbiamo passato, sarà
stato tutto inutile!” disse sforzandosi di usare un tono non incrinato dalla
sofferenza “Ora è il
momento di dimostrarsi forti, Kagome. Di trovare la forza di puntare al nostro
obbiettivo, qualunque
cosa succeda… perché una minima esitazione, produrrà un effetto disastroso.”
l’abbracciò, sussurrandole
il resto del suo pensiero “Sei una ragazza forte. Supererai anche questo, Kagome.”
si staccò da lei e si
rialzò, seppur faticosamente, mentre la ragazza lo osservava con gli occhi
sbarrati, non riuscendo a
capire il significato occulto di quelle parole, anche se in cuor suo,
inconsciamente, un tremendo
presentimento stava lentamente prendendo forma.
Un rumore in lontananza attirò l’attenzione del quartetto. Delle rocce si
mossero, rivelando una figura
intenta a rialzarsi con un po’ di fatica, coperta malamente dai resti di quello
che era un mantello:
Toukaimaru era ancora vivo, ferito, forse anche gravemente, ma era ancora lì,
sicuramente furibondo come
mai in tutta la sua esistenza e pronto a farla pagare cara a chi aveva osato
tanto nei suoi confronti.
Il demone, mentre nella destra impugnava ancora Songa, sollevò l’altra mano
andando ad afferrare
all’altezza della spalla lo straccio che lo ricopriva, per poi, con un gesto
stizzoso, gettarlo di lato
al vento, mostrando finalmente le sue fattezze. Fisicamente si sarebbe potuto
paragonare a Sesshomaru:
stessa età apparente stesso portamento, anche la lunghezza dei capelli era
simile, ma quelli di
Toukaimaru erano corvini, che incorniciavano un viso dalla carnagione
lattiginosa in cui erano
incastonati due pezzi di ghiaccio. Quelle iridi glaciali facevano venire i
brividi semplicemente
incrociandole e trasmettevano tutta la malvagità di cui quell’essere era capace.
Il suo corpo slanciato
era ricoperto quasi per intero da un corazza, il cui taglio era totalmente
dissimile da quelle che
venivano usate in Giappone, assomigliando molto di più ad un’armatura medioevale
europea completamente
nera.
“Tu…” disse a bassa voce lo youkai.
“Tu…” ripeté “Tu, maledetto bastardo di un hanyou! Come hai osato? Come hai
osato colpire ME, il demone
della distruzione!!”
“Cosa c’è Toukaimaru, non ridi più??” chiese beffardo Inuyasha, tentando in
tutti i modi di sostenere lo
sguardo del demone, fisso su di lui, per non dargli nemmeno quella
soddisfazione.
Non potendo sopportare oltre quelle parole volte a sbeffeggiarlo, Toukaimaru, in
preda all’ira, scagliò
violentemente Songa, quasi fosse una lancia contro Inuyasha, conscio che per lui
quella spada era
diventata solo un peso.
Inuyasha non si fece cogliere impreparato e al momento opportuno schivò e colpì
la lama della spada del
regno della Terra con Tessaiga. Songa schizzò verso l’alto roteando su se
stessa, per poi ricadere,
piantandosi saldamente nel terreno, solo per essere estratta dal mezzo demone e
rinfoderata, posta
nuovamente sotto la custodia del vecchio Saya.
“Cosa credi di poter fare mezzo demone? Pensi di poter arrestare l’avanzata
della distruzione?? Non mi
impedirai di compiere il mio compito in questo mondo!!” affermò Toukaimaru,
irritato dall’ostinazione
dei quattro a non voler morire.
“Il tuo compito?? Vuoi prendermi in giro? Tu semini la devastazione solo per il
gusto di farlo! Che
scopo c’è in tutto questo??”
“Sei uno stolto, ma del resto come potrebbe uno come te comprendere un obiettivo
di tale portata e
grandezza?? Immagina: l’odio, la distruzione e il terrore… queste potenze che
regnano incontrastate sui
tre regni, qui e nel futuro! Questo è un progetto per cui vale la pena
combattere e, quando avrò
eliminato voi, risveglierò i miei fratelli dall’oblio in cui riposano.” affermò
con tono trionfale lo
youkai
“Tu… tu sei folle!! Noi ti fermeremo!!”
“Tu… voi non fermerete proprio nessuno! Non saranno quattro moscerini a fermare
un piano messo in moto
in un tempo ormai perduto!!” gridò il demone con stizza, calmandosi
immediatamente “Tuttavia sono
curioso!” continuò, mentre un ghigno beffardo comparve sul suo volto “Su,
illuminami! Con quale forza
pensi di opporti a me? Quale potenza metterai in campo per annientarmi?? Mi hai
ferito, è vero. Tuttavia
ho come l’impressione che quest’atto sia costato più a te che a me, o sbaglio??”
“Tsk…” fu l’unica risposta dell’hanyou alla risata provocatoria del demone, con
il chiaro intento di far
cadere quel discorso.
“In ogni caso è tempo di porre fine a questo contrattempo nei miei piani! Ora
assaggerete il potere
della distruzione!!” Toukaimaru sorrise e allrgò leggermente le braccia,
portandole in avanti e
mostrando i palmi delle mani. Dopo qualche istante di concentrazione da parte
dello youkai, iniziarono a
generarsi delle piccole scariche di luce violacea che si dipartivano dai palmi
verso le estremità delle
dita e viceversa, aumentando rapidamente di intensità man mano che i secondi
passavano.
Inuyasha si girò verso i compagni “Preparatevi: avremo una sola possibilità!
Quando ve lo dirò usate le
vostre energie in modo che si combinino nuovamente, al resto penserò io con il
Reikokuryuuha!” affermò
cercando di mostrarsi il più tranquillo possibile, mentre, in realtà, nel suo
cuore si dibatteva una
paura mai provata.
Toukaimaru spalancò gli occhi e, sorridendo divertito, avvicinò le mani,
provocando un intensa
interazione tra i flussi di energia. Questi andavano potenziandosi quasi
stessero entrando in risonanza
gli uni con gli altri, mentre si attraevano reciprocamente, finendo per
trasformarsi in un campo di
forza distruttiva.
Lo youkai si impose una concentrazione ancora maggiore, che ebbe come risultato,
il lento crescere di
una sfera nera di energia tra le sue mani. Il demone iniziò ad allargare le
braccia, forzando così,
l’aumento di dimensioni del globo, che in breve raggiunse dimensioni
mastodontiche.
Toukaimaru sollevò la sfera, trattenuta ormai solo con una mano, sopra la testa
e dopo una risata
sommessa, la scagliò contro i quattro “Addio, moscerini!!”
“Ora!!” tuonò Inuyasha, preparandosi ad agire e Akane Kagome e Ranma misero in
atto ciò che lui aveva
detto loro di fare.
Un istante dopo, una freccia di luce intensissima saettò verso il demone della
distruzione, subito
raggiunta da due fasci di energia, che si fusero con essa, in un unico possente
assalto.
Inuyasha non esitò oltre: incrociò le zanne e diede vita al suo colpo migliore,
sospingendo le energie
dei compagni, assorbendo quelle di Toukaimaru, rivoltandogliele contro. Il mezzo
demone percepì
chiaramente le sue forze abbandonarlo velocemente. Si stava spegnendo, ma doveva
resistere ancora,
finché il loro nemico non fosse stato abbattuto, perché altrimenti, non solo
avrebbe condannato sé
stesso, ma anche il mondo intero e Kagome.
Un urlo straziante accompagnò la dipartita di Toukaimaru che, certo della
vittoria, aveva concentrato
tutto il suo potere nell’assalto finale, senza preoccuparsi di erigere una
qualunque difesa. Così,
incapace di reggere l’incredibile potenza del colpo che gli era stato inferto il
demone della
distruzione si dissolse nell’ondata di luce che lo avvolse.
Nel sentire quel grido di dolore e successivamente i festeggiamenti dei suoi
compagni, Inuyasha capì che
finalmente quell’incubo era concluso. Nonostante i suoi occhi fossero aperti e
le sue orecchie fossero
ancora tese, ormai non vedeva più e percepiva a malapena cosa succedesse intorno
a lui, ma del resto non
si stupiva della cosa: la sua forza vitale lo aveva ormai abbandonato del tutto
e anzi si chiedeva come
potesse essere ancora semi cosciente, anche se intuiva che fosse una situazione
assolutamente precaria.
Inuyasha si lasciò andare, conscio di aver compiuto fino all’ultimo il suo
dovere di combattente,
crollando a terra, mentre i suoi pensieri volavano ad un’unica persona
“[Kagome…]”
Due rumori metallici seguiti da un tonfo sordo, distrassero i tre ragazzi dai
loro festeggiamenti,
costringendoli ad osservare una scena tremenda: il loro amico era riverso a
terra immobile senza un
motivo plausibile.
Kagome si precipitò da Inuyasha, sollevandogli il capo e poggiandolo sulle sue
gambe, chiamandolo per
nome. Fu allora che si accorse di quanto l’hanyou fosse pallido e freddo. La
ragazza fu assalita dal
terrore più completo, mentre un ipotesi agghiacciante si faceva strada nella sua
mente. “No, non può
essere!” sussurrò piegandosi sul corpo del mezzo demone nel tentativo di
auscultargli il cuore, senza
però avvertine il battito o percepire il respiro. Incredula e spaventata spostò
la mano, portandola
prima alla ricerca della carotide e poi del polso, ma in entrambi i casi non
sentì nulla. “Non… non può
essere! non puoi lasciarmi sola proprio adesso… stupido… stupido!” sussurrò
stringendosi al petto il
corpo senza vita di Inuyasha, iniziando a piangere disperata.
“Kagome?? Che succede? Che cos’ha Inuyasha??” chiese Akane non avendo capito,
come anche Ranma, la
gravità della situazione.
“Inu… Inuyasha… lui… lui… è… morto!” mormorò a fatica, sconfitta dai continui
singhiozzi che la
scuotevano completamente.
I due fidanzati sbiancarono a quell’affermazione. Ranma strinse i pugni,
incapace di accettare una
simile realtà. Determinato a tentare il tutto per tutto, il ragazzo si
inginocchiò e strappò Inuyasha
dalla presa di Kagome, iniziando ad applicare le manovre di rianimazione che gli
avevano spiegato a
scuola, sotto lo sguardo preoccupato di Akane che nel frattempo cercava di
consolare l’amica.
Per molti minuti, il ragazzo col codino spinse come un ossesso sulla cassa
toracica del mezzo demone,
fermandosi solo per effettuare la respirazione necessaria, senza tuttavia
ottenere il minimo risultato.
“Riprenditi! Riprenditi, maledizione!!” gridò disperato, iniziando a battere il
pugno all’altezza dello
sterno “[Non puoi andartene così…]” pensò mentre i singhiozzi di Kagome gli
rimbombavano nel cervello.
Quando anche la caparbietà di Ranma venne meno, incapaci di ragionare sul da
farsi, rimasero in silenzio
per molto tempo ad osservare, pieni di dolore, il corpo del loro amico. Fu Akane
a scuotere tutti da
quell’oblio, proponendo la sua idea “Portiamolo al villaggio! Lì suo fratello
potrà usare Tenseiga per
riportarlo in vita!!” esclamò, scambiando uno sguardo con Ranma, come a chiedere
la sua approvazione,
mentre Kagome rialzava la testa, mostrando il volto, forse ancora adombrato
dall’angoscia, ma che
esprimeva nuovamente speranza. Fu in quel momento che una percezione ormai
familiare, da quando aveva
intrapreso il viaggio nell’epoca Sengoku, le attraversò il corpo come una
scarica “La sfera?” sussurrò
guardandosi attorno, individuando, proprio nel punto in cui era scomparso
Toukaimaru, la fonte di quella
sensazione.
Si mosse rapidamente, trovando a terra un cospicuo frammento del gioiello “[Ma
questo… questo è il pezzo
di Naraku!!]” pensò, stupita da quel ritrovamento inaspettato, ma senza nemmeno
chiedersi il perché
della cosa, si infilò il pezzo di sfera in tasca e raggiunse Ranma e Akane: in
quel momento un unico
pensiero affollava la sua mente e rispondeva al nome di Inuyasha.
Scesero a tempo di record dalla montagna, sfruttando un canalone sul versante
opposto rispetto a quello
da cui erano saliti. Si fermarono solo un paio di ore a riprendere fiato e si
misero nuovamente in
marcia.
Arrivati al primo villaggio, a malincuore, Ranma fu costretto, per ridurre i
tempi del viaggio, a rubare
un carro con i relativi cavalli e così, spronando al massimo le bestie, giunsero
dopo soli due giorni a
Musashi.
Ooook! Lo so... Tremo al solo pensiero di quali torture abbiate in mente per il
sottoscritto, ma io
aspetterei il prossimo capitolo prima di emettere la sentenza di morte!
Intanto passiamo ai ringraziamenti:
Elychan: Eh, già pure Songa! La seconda coppietta... eh... la seconda coppietta!
Cmq Inuyasha non diventerà un piagnone! Per Bankotsu ci si può anche pensare...
vabbè vedremo!
Fra007: Ehm... veramente per il momento è morto... poi... ehm... chi lo sà?!?
Tranquilla! Non c'è problema
Lorimhar: Bisognerà aspettare ma il lieto fine dovrebbe arrivare!
Un grazie, come sempre, anche a chi ha solo letto!
Vabbè, ci sentiamo la prossima settimana, con il prossimo capitolo: NÉ MORTO NÉ
VIVO!
Ragnarok79