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Autore: Azathoth    21/07/2012    3 recensioni
New York, l'agente Hailey Hoover si trova a dover riaffrontare un pungente Serial Killer tornato dal passato.
"Non era più un lavoro. Ormai era diventata una questione personale. Tra lei e Lui"
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Dark, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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NOTE DELL'AUTRICE: Ho inserito qualche stuzzicante dettaglio romantico, spero che questo terzo capitolo verrà apprezzato. Ritenetevi liberi di commentare e criticare, anzi, lo spero! :) Buona lettura appassionati di FF.
A.
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L’agente  Gavin in quel momento era impegnato a scegliere accuratamente l’aroma da inserire nella pipa quasi sdraiato sulla sedia accanto la finestra, ascoltando i dettagli che Kane riferiva alla sua rivale. Non accettava il fatto che gli fosse stata assegnata lei alla squadra. Ebbero grandi discussioni irrisolte l’anno precedente a causa dell’ultimo omicidio che questo Killer lasciò alla Hoover.
Era a favore per sospenderla dal caso, ma lei non si fece sottomettere, nonostante tutto il dolore e la rabbia che provava non lasciò il dipartimento per farsi affliggere da psicologi indiscreti come desiderava lui, soltanto per lasciargli completamente la via libera e non perché le interessasse realmente qualcosa di lei.
- Se continuerete a svolgere le indagini in questo modo vi farò sospendere entrambi! -
Hailey si voltò e lo fulminò con quegli occhi pieni di risentimento lasciandolo inerme.
Lui capì immediatamente di trovarsi in una situazione pantomima e rimase fermo senza dire una parola.
- Lo sai che non riuscirai a farlo. Questi omicidi non ti riguardano nemmeno. Ricorda che prima ero io a capo delle indagini, ero il tuo superiore, quindi smettila di blaterare. Piuttosto, torna al lavoro! -
Con aria di sfida si voltò poggiando il caffè sulla scrivania accanto ad un’infinità di fascicoli e fogli di giornale sparsi un po’ ovunque. Prese le chiavi della sua Lexus e fissando Gavin disse - Kane, abbiamo del lavoro da svolgere. - incamminandosi verso le grandi porte vetrate del dipartimento diretta verso l’uscita, seguita dal suo partner.


- Dannazione Ley, lo sai che non puoi rivolgerti a lui con certi termini. -
Si fermò di scatto provando a trattenere i nervi - Non chiamarmi più così !! -
- Lo so, lo so! - Salirono in macchina senza dirsi una parola,  accese il motore e partirono, senza sapere dove stessero andando.

[…]  If we could take the time to lay it on the line
I could rest my head
Just knowin' that you were mine
All mine. […]

Tenendo la sigaretta tra le dita e battendole sul volante per tenere il ritmo della canzone fece uscire quella strofa che tratteneva tra le labbra - […] All mine… -
- Non pensavo ascoltassi questo tipo di musica. -
- E cosa pensavi ascoltassi? -
- Non so, magari Lady Gaga! - E scoppiò a ridere scrutando con la coda dell’occhio Hailey.
- Ma io bevo Jack Daniel’s!! -
- Ohh già, avevo dimenticato questo dettaglio, “ tu bevi whiskey”! -
Non riusciva a fare a meno di guardarla, era così bella, nonostante il freddo gelido che li avvolgeva sentiva un tale calore dentro sé. Aveva una gran voglia di accarezzarle i capelli e perdersi tra i suoi occhi, contare i nei che le ricoprivano il corpo per conoscere ogni cosa di quello splendore di donna, e a dirla tutta, quell’odore di whiskey che emanava le piaceva fin troppo.
- Ehi, sai una cosa? Credo sia arrivato il momento. -
- Di che parli? -
- La voglio, non resisto più. Passami l’accendino! -
- Finalmente cazzo!! - Ed ammiccando un sorriso di vincita gli passò l’accendino.
-

- Ti và un caffè? si congela.. Offro io!
- Come desidera donna! -
Si fermarono al Candle Cafè. Un posticino tranquillo tra la 74th e 75th Strett, al 1307 3rd Avenue. Speravano di riscaldarsi un po’ davanti ad un caffè bollente.
 
Restarono a lungo seduti al tavolo sorseggiando caffè corretto dimenticando persino di dover lavorare. Kane aspettava questo momento da quando iniziò a capire che Hailey lo faceva stare bene, considerandola donna non più come una semplice collega.
Improvvisamente le squillò il telefono rovinando quell‘istante tanto atteso.
- Dove siete finiti? - esclamò Gavin. Così forte che Kane lo udì dall’altro lato del tavolo.
- Che succede?? -
- Vi aspetto al dipartimento. -
Hailey interruppe la chiamata e fissò per un attimo Kane facendogli cenno con la testa di alzarsi  - Andiamo! -

- L’arma non è un coltello, crediamo sia un bisturi. -
- Come immaginavo. - esclamò Hoover sogghignando.
Gavin le lanciò un’occhiataccia e riprese subito il discorso.
- Capire il tipo di strumento è molto difficile: il foro d’ingresso è sempre più piccolo del diametro dello strumento, e la profondità del foro non è indicativa.
Kane ribadì -La ferita assume la dimensione della lama solo se il colpo è stato inferto perpendicolarmente, ma spesso è maggiore per l’inclinazione del colpo d’entrata o della retrazione. Se l’inclinazione è molto pronunciata si possono avere accenni di codette, ovvero le due estremità della ferita. -
- Esattamente agente De Falco. -
- Ha usato un bisturi Nr. 13-15, è quello più adatto per incisioni precise e delicate, specialmente per il viso. -
Hailey tornò in sé e si rivolse a Kane - Aspetta!!Gli egizi effettuavano incisioni a fini medici con bisturi in ossidiana, il vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapido raffreddamento delle lave. -
- La cosa più curiosa è che si torna sempre a loro. Gli Egizi.-

Spense la macchina e rimase a pensare godendosi il silenzio della notte, il mondo dormiva e lei aveva paura di farlo. Credeva stesse per impazzire, un anno senza pace, non era più un lavoro, ormai era diventata una questione personale. Tra lei e Lui.

Nonostante la temperatura quasi artica si sdraiò sul letto con indosso solamente la sottoveste di seta, lasciò le tende aperte per farsi cullare dalla luce della luna, si accese una sigaretta e in quel momento non riuscì a controllare i suoi pensieri. Desiderava Kane.
  
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