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Autore: Junna    21/07/2012    20 recensioni
« Ne Natsu...non pensi sarebbe divertente se Lucy si svegliasse proprio adesso? » esordì l'exceed portando le zampette al muso per sopprimere l'ennesima risata. Il Dragon Slayer si irrigidì al pensiero, mentre il rossore, dalle guance, si espandeva fino alla punta delle orecchie.
« No, Happy, no davvero » rispose stranito, pregando affinché l'amica aprisse gli occhi il più tardi possibile. Avrebbe preferito scavarsi la fossa con le proprie mani, piuttosto che spiegare a Lucy il perché di quello.
Tanto, sarebbe comunque morto. Di imbarazzo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi sento di chiedere “un grandissimo scusa” a tutte coloro che aspettano impazienti il capitolo 3 di sventure. Gli esami -finalmente- sono finiti, ma quest'ulteriore ritardo dipende solo da me (ho svuotato la pennetta sulla quale avevo salvato le 3 nuove pagine del capitolo... prima di rendermi conto di non averle salvate sul mio pc. “Epic rosic", come dice la mia denna). Dovrete tenere duro ancora per un po' :( i'm sorry.

Per coloro che invece attendevano con impazienza anche questo aggiornamento – o esclusivamente questo aggiornamento, che dell'altra fic non ve ne importa un fico secco xD – eccovi accontentate(/i). Con grande orgoglio ed emozione, vi presento Vespro (Parini si fa una bella piroetta dentro la tomba) e vi ricordo che... ne manca solo uno e tutte le sofferenze di Natsu avranno fine – almeno con questa storia, muahaha.

Buona lettura :)

 

 

4.Vespro

 

 

Natsu se ne stava sdraiato sul terrazzo della gilda, in attesa di un miracolo.

Nonostante Lucy fosse scesa in gilda già da qualche tempo, la situazione non si era minimamente smossa. Cioè, avrebbe potuto smuoversi, ma c'erano diversi particolari che rendevano la cosa più difficile del previsto.

Primo, l'odore di Lucy che gli era rimasto sulla pelle, sugli abiti, tra i capelli, e che impregnava l'aria. Era come se i suoi polmoni stessero respirando Lucy e non l'ossigeno dell'atmosfera.

Secondo, il sapore della maga sulle sue labbra, sulla lingua, nella sua bocca. Ovunque.

Terzo, il ricordo del suo tocco, delle sue carezze e del calore che il corpo di Lucy gli aveva trasmesso in quell'intima vicinanza, arricchito dal pensiero dei suoi sospiri, delle sue parole, dei suoi occhi.

L'amica poteva anche non trovarsi fisicamente lì, ma non importava. I suoi sensi di drago avevano assorbito la sua presenza, che aleggiava assieme a lui sulla terrazza, ricordandogli ogni singolo minuto del loro ultimo incontro.

Quella doveva essere senz'altro la sua giornata.

L'unico modo per uscire dalla situazione in un tempo ragionevole era togliersi Lucy dalla testa, almeno per un lasso di tempo sufficiente a fuggire da sguardi indiscreti e chiudersi in casa, la sua però. Ci provò, sul serio, ma i risultati furono disastrosi. Più tentava di non pensarci, più il pensiero si faceva incontrollabile.

- Pensa a qualcosa di orrendo, pensa a qualcosa di orrendo -

Ripeteva quelle cinque parole all'infinito, nella sua testa, come fossero un mantra. Gli vennero in mente miliardi di cose atroci, ma la peggiore di tutte – e quella che gli permise di uscire dal tunnel – fu l'immagine di un Gajil in bichini che ancheggiava come una donna, mandando baci a destra e a sinistra, accompagnato da un Elfman che, completamente nudo, faceva altrettanto.

- Questo non era solo orrendo, faceva proprio vomitare -

Ma l'importante era esser riuscito nel suo intento e, sollevato, si lasciò andare ad una risata liberatoria, scherzando e ridendo sulle disavventure vissute in quella giornata e pensando, ingenuamente, che i suoi problemi fossero finiti.

 

 

Credeva di non potersi sentire più imbarazzato, di quanto non fosse stato in quella mezza giornata appena trascorsa. Ma evidentemente si sbagliava. Anzi, aveva preso proprio una cantonata di quelle megagalattiche. Lo percepì arrivato a metà scalinata, quando venne accolto con occhiate maliziose e con un silenzio tombale da far venire i brividi. Gli sguardi dei suoi nakama lo seguirono per tutto il tragitto verso il bancone, dove si sedette.

Lanciò un'occhiata a destra, un'occhiata a sinistra e uno sguardo dietro le spalle. « Si può sapere che avete da guardare? » chiese, arrossendo fino alla punta dello orecchie. I presenti ridacchiarono e bisbigliarono tra di loro, distogliendo gli occhi da Natsu che, però, era ben cosciente di essere ormai al centro del chiacchiericcio. E poi, col suo udito di drago, era anche in grado di captare frammenti delle loro conversazioni.

- Pettegoli che non siete altro! - ringhiò tra sé e sé, rivolgendo i suoi improperi a Macao e Wakaba che si interrogavano, sornioni, sulle possibili ragioni della sua sospetta permanenza al piano di sopra.

Mirajane gli porse un bicchiere d'acqua ghiacciata. « Scommetto che hai sete » fece, con un sorrisetto furbo, guardandolo con la coda dell'occhio mentre asciugava piatti e posate appena lavati. Il drago lo accettò, silenzioso, tracannandolo come avrebbe fatto un vagabondo perso da giorni nel deserto. Si guardò intorno, in cerca di un ciuffo biondo.

« Se stai cercando Lucy, non c'è » disse Mira, stavolta rinfrescando il bancone con una pezza bagnata. Natsu aprì la bocca per rispondere ma la trasformista fu molto più veloce. « È andata a casa, si sentiva un po'... accaldata ». Il Dragon Slayer affogò lo sguardo nel bicchiere ormai vuoto e Mira glielo riempì di nuovo, aggiungendo qualche altro cubetto di ghiaccio. « Anche tu mi sembri piuttosto accaldato Natsu » canticchiò, buttando lì quelle parole come se stesse solamente supponendo, quando in realtà era a conoscenza di cose, che il mago del fuoco avrebbe preferito rimanessero segrete.

« Avevo previsto l'arrivo di questo momento » dichiarò Cana, mentre si sedeva sullo sgabello di fianco al suo, sorseggiando una bottiglia di vino rosso. « E avevo quasi iniziato a dubitare delle mie carte. Considerando che tipo sei, credevo ci mettessi di più a “risvegliarti” » ridacchiò.

Natsu trovava davvero irritante il fatto che tutti i suoi compagni di gilda, lo considerassero alla stregua di un essere asessuato – o stando a sentire le parole di Gajil, addirittura dell'altra sponda.

« Grazie per il complimento » biascicò, buttando giù in un sorso il secondo bicchiere d'acqua.

« Dai non fare l'offeso » lo stuzzicò la cartomante « In tutti questi anni non hai mai fatto un apprezzamento su nessuna di noi – nemmeno il più piccolo complimento innocente – che cosa dovevamo pensare? Che fossi cieco, oltre ad essere tonto ».

« Non sono cieco » ribatté il drago punto sul vivo « Non lo sono mai stato ».

« Ah no? » chiese Mira, alzando curiosa un sopracciglio.

« No »

« Mppfff, non ci credo » lo canzonò Cana, senza pietà.

« Credi quello che ti pare » ringhiò lui, che iniziava a perdere la pazienza.

« Stai tranquillo che lo faccio. Ton-to! » disse, scandendo le parole mentre lo guardava negli occhi, divertita.

« Bisognerebbe essere totalmente pazzi per non notare una come Lucy! » mugugnò scandalizzato sottovoce. Davvero credevano non si fosse reso conto, mai, in quei tre anni, di quanto Lucy fosse dannatamente bella? Ok, all'inizio magari era stato cieco, preso da missioni, battaglie, i suoi fallimentari tentativi di ritrovare Igneel...

Ma poi lei gli era piovuta dal cielo, letteralmente. E lui, aveva aperto gli occhi.

Di certo, la bellezza di Lucy era in grado di colpire chiunque e in qualsiasi momento – bastava considerare il numero di ragazzi che, al suo passaggio, si voltavano per seguirla con lo sguardo. Succedeva ovunque andassero, con crescente fastidio da parte del Dragon Slayer, sempre più possessivo nei suo confronti.

« Cana, le mie orecchie hanno sentito davvero il giusto? O è solo il mio cuore d'inguaribile romantica che inganna il mio udito? » chiese Mira teatrale, sospirando cinematograficamente.

L'amica ridacchiò. « Oh cara, cara Mirajane. Spero fermamente che le tue orecchie non ti abbiano ingannato perché, altrimenti, significherebbe che anche le mie sono state imbrogliate ».

Natsu nascose il volto tra le mani, vergognandosi come un ladro. Quasi rimpiangeva la mattinata coi ragazzi: ne era uscito distrutto, ma almeno avevano agito in gruppo per ridurlo in quello stato. Le ragazze, invece, erano solo in due, ma si stavano rivelando più pericolose di qualsiasi altro gruppo di maschi.

« Scherzi a parte, Natsu » disse Mira, tornando seria « Siamo solo contente che tu ti sia reso conto di Lucy...capisci no, in quel senso »

« In quale senso? »

« Oddio, Natsu! Sveglia! » esclamò Cana, sconcertata. « Nel senso che hai iniziato a guardare Lucy come un uomo guarda una donna! Non come un nakama vede una nakama » spiegò, cercando di essere più chiara possibile.

« Come un uomo vede una donna » le fece eco lui, pensieroso. « E ora? » chiese, terrorizzato.

« Ora, vai da lei, parlate faccia a faccia dei vostri sentimenti...e poi... beh, poi... scommetto che ti verrà tutto naturale » concluse Mira. Il drago la osservò sprizzando perplessità da tutti i pori. « Si, naturale » fece, scettico.

« Devi solo... ascoltare il tuo cuore » aggiunse la trasformista.

« Occhio però » lo ammonì Cana « Quello che hai nel petto, non quello sotto la cintura ».

 

 

Uscì dalla gilda talmente stanco, che gli sembrò di essere appena tornato da una missione di una intera settimana.

« Lucy è strana » fece Happy, raggiungendolo da chissà dove e affiancandolo nel suo vagare, svolazzando. « È corsa a casa velocissima, dicendo che aveva bisogno di una doccia e di stare da sola. E di non disturbarla che doveva assolutamente continuare il suo romanzo ».

« Mh »

« Però » aggiunse l'exceed, con una capriola in aria « Aveva una faccia diversa dalle altre volte ».

Natsu gli prestò totale attenzione, fermandosi e guardandolo dritto in volto. « Che intendi? » chiese, più preoccupato che curioso. Il gatto blu rispose con un'alzata di spalle. « Aveva gli occhi tuuutti lucidi e quando ho fatto il tuo nome è diventata tuuuutta rossa. Poi le ho detto “allora, Natsu ti piaaaace” e a quel punto mi ha fissato e ha cercato di balbettare qualche minaccia nei miei confronti, senza riuscirci ».

Il giovane mago del fuoco non seppe cosa rispondere: non ne sapeva abbastanza di donne, per dare una spiegazione certa agli strani comportamenti di Lucy – soprattutto considerando che lei, strana, lo era già di suo.

« Strano no? » fece Happy « Non è che le piaci sul serio è, Natsu? »

« Im-impossibile »

« E magari è anche successo qualcosa tra voi... » suggerì l'exceed, dimostrando un'eccezionale perspicacia.

Natsu boccheggiò, incapace non solo di negare, ma anche di trovare una parola qualsiasi per rispondere. Riusciva solamente ad aprire e chiudere le fauci, emettendo talvolta un qualche suono strozzato.

« Sai, Natsu... sembri proprio un pesce » ridacchiò il micio senza ritegno.

Il Dragon Slayer mugugnò, aggrottando le sopracciglia rosate, mentre tornava a camminare, passo dopo passo, verso casa di Lucy. Happy aveva visto giusto, dopotutto. Tra lui e l'amica era successo davvero qualcosa... un qualcosa di totalmente inaspettato – un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Dovevano parlarne, come da suggerimento di Mira: non era quel genere di cosa sulla quale poter sorvolare, come se nulla fosse accaduto.

- Io l'ho baciata. Lei mi ha baciato. Noi ci siamo... BACIATI! -

Si, baciati. Baciati e non solo.

Era stato un qualcosa di... indescrivibile. Le sensazioni provate nei suoi sogni, seppur forti, non erano minimamente paragonabili alle emozioni donate dalle vere labbra di Lucy, di cui era diventato famelico.

« Happy » fece Natsu, ormai a poche falcate dalla casa della maga stellare. « Puoi... lasciarci soli? » chiese, in un sussurro, preoccupato dalla possibilità di ferire il suo miglior amico. L'exceed sorrise e annuì, contento « Mi raccomando Natsu, niente pasticci, intesi? Si dorme troppo bene nel letto di Lucy... ».

 

 

- Igneel dammi la forza -

A questo pensava il Dragon Slayer mentre si inerpicava su per il muro dell'appartamento di Lucy. Buttò uno sguardo attraverso la finestra e la vide alla scrivania, capo chino, probabilmente concentrata sulle pagine del suo tanto sudato romanzo. La finestra era accostata, quel tanto che bastava per far entrare la leggera brezza del tramonto, che accarezzava delicata la pelle della maga stellare. I capelli biondi erano raccolti in una coda alta, che oscillava ad ogni movimento del capo. Scuoteva la testa mentre, irrequieta, appallottolava l'ennesimo foglio bianco e lo gettava nel secchio, mancando il canestro.

Il mago scavalcò il davanzale e, finalmente, entrò nell'appartamento, il cuore che batteva a mille. L'amica si abbandonò sullo schienale della sedia, stirando le braccia e piegando il collo all'indietro, abbastanza da intravedere il drago alle sue spalle, vicino la finestra.

« N-natsu! » esclamò, scattando in piedi, presa alla sprovvista. « M-mi hai fatto... prendere un colpo » sussurrò, prendendo un respiro profondo, mano sul petto.

« S-scusa » balbettò lui, prima di sprofondare nel mutismo più silenzioso.

Lucy sistemò la scrivania riponendo le nuove pagine al sicuro, assieme al resto del manoscritto. Si voltò verso di lui, sorridendo. « Allora, come mai qui? » chiese, la voce lievemente titubante. « E Happy? Strano non sia con te...no? ».

« Io... te... volevo... Happy... » tentò il drago, scompigliandosi incerto i capelli. Si abbandonò ad un sospiro sconsolato e sedette sul letto, svuotato di ogni forza.

- È maledettamente difficile! -

Lucy si parò di fronte a lui e, con un polpastrello, punzecchiò la sua fronte, spingendogli il volto all'indietro. Natsu sollevò lo sguardo, interdetto, incontrando gli occhi seri di lei. « Vuoi parlare di quello che è successo » constatò la maga. Il drago si limitò ad annuire.

« E hai chiesto ad Happy di lasciarci... soli? » chiese, a metà tra l'emozionato e l'incredulo. Natsu annuì di nuovo, sfuggendo alle iridi castane di lei, che avevano iniziato ad indagarlo – cosa che gli faceva aumentare il ritmo cardiaco.

« Quello che è successo sulla terrazza... cos'era? » domandò lei in un sussurrò, chinando il capo per nascondersi dietro la frangetta bionda.

« S-speravo... potessi... dirmelo tu » confessò il Dragon Slayer, cercando una mano di Lucy e stringendola forte. Lei rispose alla presa con altrettanto vigore, poggiando un ginocchio sul materasso, tra le sue gambe.

Natsu le circondò i fianchi con un braccio, attirando il corpo della compagna a sé, il ventre di lei ormai a contatto con il suo volto. Inspirò il suo odore a pieni polmoni, mentre percepiva i polpastrelli della maga giocare con i suoi capelli ribelli.

Sollevò il mento e la guardò. Lucy sciolse le loro mani e catturò il suo volto infuocato, sfiorò le labbra bollenti e screpolate di lui con le proprie, morbide e piene, e lo baciò, quasi non aspettasse altro. Natsu sentì la propria mente svuotarsi e il cuore riempirsi di lei, battendo più veloce che mai. Carezzò le sue braccia nude mentre lei indugiava sul suo petto, solleticandolo con le dita.

Lento come era iniziato, il baciò si interruppe, lasciandoli senza fiato. Il Dragon Slayer si tirò indietro per farle spazio, poggiando la schiena al muro, e lei lo seguì, inginocchiandosi tra le sue gambe.

« Quello che è successo sulla terrazza... » fece lui, la voce bassa e roca, immergendo lo sguardo in quello di Lucy. « Io... ne voglio ancora ». La maga tremò di fronte a quegli occhi e a quell'espressione.

« Anche io ».

Il tempo d'un battito e cancellarono la distanza che li separava.

Le loro labbra e i loro corpi si cercavano, si trovavano e si lasciavano, per poi cercarsi di nuovo, in un circolo di emozioni di cui conoscevano l'inizio ma non la fine. Le mani vagavano, guidate dal desiderio che avevano l'uno per l'altra, e tremavano, impaurite da quella voglia sconosciuta ma che faceva parte di loro – e che forse, nel profondo del loro animo, c'era sempre stata. L'amicizia, l'affetto, la chimica che mostravano in ogni cosa... possibile fossero solo una piccola, piccolissima parte del legame che li univa?

« Luce » mormorò, mentre lei, presa da chissà cosa, cercava di liberarlo dal suo gilet. Il drago la aiutò, sollevando la schiena dalla testiera del letto, e la maga riuscì a far scivolare giù la casacca, mordicchiandosi il labbro inferiore incerta sul da farsi. Natsu – che non le aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un istante – confuso, emozionato ma impaziente, afferrò la zip della maglia di Lucy, tirandola giù, lentamente, e assaporando con lo sguardo ogni centimetro della sua pelle.

Sfiorò con le labbra il collo candido di Lucy, che si lasciò sfuggire un singhiozzo di sorpresa. « S-scusa » fece lui, arrossendo per la vergogna e cercando di allontanarsi da lei.

« No » lo fermò, con la voce e con le mani, salde sulle sue spalle. « Continua »

E lui, non se lo fece ripetere due volte.

Si avventò di nuovo sul collo di lei, stavolta famelico, spogliandola della sua maglietta. Le mani corsero ai gancetti del reggiseno, con i quali ingaggiò una fastidiosa lotta. La maga stellare ridacchiò sulla spalla di lui. « Faccio io » disse e con un gesto abile, li liberò di quell'ultimo pezzo di stoffa che separava i loro cuori. Pelle contro pelle, ripresero a baciarsi. Si sfioravano e si assaggiavano, rubandosi l'aria e il respiro. Presi dalla foga del momento, scivolarono, la schiena nuda della maga a contatto col letto, ormai sfatto, e il ragazzo sopra di lei.

« Natsu » sussurrò Lucy sulle sue labbra.

Il drago si fermò e aprì gli occhi, puntandoli in quelli di lei, ancora chiusi.

« Io... » fece la maga, mentre dischiudeva le palpebre. Ciò che lui lesse in quelle iridi marroni, lo lasciò ancora più confuso. Erano occhi lucidi, di piacere, di desiderio, di tenerezza. Ma quelle che le imperlavano le ciglia erano lacrime -ne era sicuro- e, come ogni volta che era costretto a vedere Lucy piangere, non riusciva a pensare.

« Natsu... »

La sua voce lo riscosse, riportandolo alla realtà.

« Io non ti fermerò. Qualsiasi cosa tu decida di fare non ti fermerò, perché tu sei tutto quello che voglio » disse, senza distogliere lo sguardo. Il mago del fuoco sentì il cuore bruciargli nel petto, una sensazione talmente nuova che quasi lo lasciò senza fiato.

« Ti amo » aggiunse, sorridendo timida.

Una lacrima solitaria rotolò giù lungo la sua guancia, lasciandosi dietro una scia bagnata e infuocata. Natsu la asciugò con il pollice, miliardi di emozioni contrastanti nel cuore e nella mente.

-Mi ama, Lucy mi ama- gioì, anche se per poco. C'era qualcosa di strano nell'aria, un qualcosa di non detto e di terribilmente opprimente.

« Mi fido di te...e so che non faresti mai niente per ferirmi -non consapevolmente, almeno. Conosco il tuo cuore e so che non sei il tipo di...u-uomo che fa ciò che non sente » sussurrò, mentre un'altra lacrima le solcava il viso. « So che ti fermeresti, se quello che tu provi è diverso da ciò che io provo per te ».

Natsu rimase sospeso su di lei, pietrificato. Lei lo amava, si fidava ciecamente di lui che invece, non sapeva nemmeno se quello che provava per lei era affetto, desiderio...amore. Non sapeva cosa fare e aveva paura che, qualsiasi cosa avesse detto, avrebbe finito col ferirla. E Natsu non poteva sopportare l'idea di essere la causa delle lacrime e della tristezza della compagna di team. Era troppo, troppo importante per lui.

« Mi dispiace » mormorò, sollevandosi di colpo a sedere. « Mi dispiace » sussurrò ancora, nascondendo il volto tra le mani. « Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace ».

Lucy si tirò su, in un fruscio di stoffa e lenzuola. Posò una mano sulla sua spalla, gentile. « Lo sapevo... che non eri quel tipo di persona, Natsu » fece, cercando di suonare il più normale possibile. Ma il suo stesso tonò la tradì, triste, affranto e bagnato di lacrime, che avevano preso a scendere lente lungo il viso. Il drago non riuscì a sopportarlo. Prese la casacca e se l'infilò, veloce, mentre a grandi falcate raggiungeva la porta. Poggiò un mano sulla maniglia, incapace di abbassarla e lanciò un ultimo sguardo a Lucy che continuava a piangere, stringendo a sé il lenzuolo per coprire ciò che, in quell'attimo di follia, era stato scoperto.

Serrò gli occhi, ingoiando l'amaro che sentiva in bocca e spalancò la porta, uscendo all'aria fresca della sera. Corse via, allontanandosi da lei, dal suono dei suoi singhiozzi e dall'odore delle sue lacrime.

 

 

 

 

 

 

-Special 2_Lucy-

 

Lucy si sdraiò sul letto, inspirando l'odore di Natsu dal cuscino sul quale dormiva ogni notte. Zeref, di questo passo sarebbe impazzita. Ok, aveva sempre avuto un buono occhio per i bei ragazzi, ma con Natsu il problema si ingigantiva. Le bastava guardarlo, per sentire il proprio stomaco raggomitolarsi e le gambe farsi improvvisamente molli. In più, erano compagni di team, migliori amici...rischiavano di mandare tutto all'aria! Lo sapeva, lo sapeva che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere.

Lei era una donna. Lui era un uomo -in una versione un po' bestiale forse, ma pur sempre un uomo. Lucy aveva ormai 19 anni -quasi 20- e lui...e lui...beh, era grande abbastanza da avere un certo tipo di istinti e di bisogni.

Quella di Natsu era stata una reazione assolutamente normale. La maga richiamò a sé i ricordi di quel suo risveglio.

« Non volevo guardare proprio lì, per Zeref! È stato un incidente » piagnucolò « La prima volta almeno » aggiunse, mentre le guance si imporporavano.

- Mavis! Non riesco a pensare ad altro ora-

Nascose il volto nel cuscino, abbracciandolo. Urtò un qualcosa di leggero con una mano. Sollevò il guanciale per scoprire una piccola scatola, dalla forma familiare, con un disegnino di un exceed blu sorridente sull'incarto. Decisamente sospetta.

La scartò titubante. Arrossì di colpo e quasi le venne un coccolone, ma la mise prontamente al sicuro nel cassetto del mobiletto, quello di fianco al letto.

Chissà, magari avrebbe dovuto ringraziare Happy, prima o poi.

 

 

 

Sproloquiando.

Immagino...di essermi conquistata l'odio di molte con questo finale. Della serie che neanche l'extraino qua sopra, è stato in grado di mitigare la vostra rabbia nei miei confronti xD LoL. Ma – io ve lo dico – questa storia è nata tuuutta intorno a quella scena lì, quindi non è che l'abbia messa tanto per far scena – anche se beh, ci stava xD. E nonostante il mio capitolo favorito, al momento, rimanga Mattino... sono abbastanza soddisfatta di come Vespro è venuto fuori. Ma, lascio a voi l'ultima parola. :)

Non vi preoccupate, la mia malvagità – di cui avete avuto l'ennesimo assaggio con questo capitolo – è stata già punita preventivamente il giorno 18 luglio, giornata in cui me ne sono successe di tutti i colori ( risveglio col mal di schiena a bestia, il vestito fighissimo da mettere per la laurea di mio cugino con una macchia, la corsa a comprare un paio di pantaloni sostitutivi , il pistaggio di una cacca con i miei amatissimi sandali col tacco alla stazione) senza contare che oggi mi sono candidamente seduta su una sedia di un bar per far colazione e...tac, la sedia ovviamente era orridamente appiccicosa. E sono dovuta andare in giro con le patacche appiccicose sul sedere. Ahahaha. Il Grande Demone Celeste deve avercela con me.

Inutile dirvi che sono tesissima per il momento NaLu...quindi, fatemi sapere. Attendo vostri pareri – insulti bene accetti :p me li merito xD

A presto ;)

 

 

   
 
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