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Autore: Ribes    21/07/2012    7 recensioni
Risa Koizumi e Atsushi Otani si sono finalmente messi insieme. Il lavoro della ragazza non è stato vano, dunque, il suo sogno si è realizzato!
Ma non c'è troppo da festeggiare: Otani, e con lui Nobu, Chiharu e Nakao, partiranno per l'Università.
E Risa resterà da sola.
------------
Rimango lì immobile, al centro di una stazione gremita di gente, con tutti i rumori del mondo: ma io non sento nulla, solo il battito del mio cuore.
Poi, all'ultimo momento chiudo gli occhi e mi lascio trasportare.
Sì, lo so, è strano.
Un ragazzo basso che si alza sulle punte dei piedi per arrivare alle labbra di una ragazza è strano.
E una ragazza che si china di qualche centimetro per arrivare alle labbra di un ragazzo è strano.
Ma a chi importa?
A me no di certo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Dopo un lungo periodo di inattività dovuto a scuola / amici / poca voglia, sono tornata.
E ci sono un paio di cose che vorrei dire.
Innanzitutto mi scuso con Lairawolf e mintheart ( e tutti coloro che mi seguivano ) per la cancellazione delle storie Vita in Orfanotrofio e New Hogwarts in Love, rispettivamente su A Tutto Reality e Harry Potter.
La prima storia non riuscivo più a tenerla in piedi, per il semplice motivo che la TXG mi faceva strappare i capelli.
Sì, ho scoperto di non riuscire a sostenerla, nonostante centri Gwen.
E non sapevo più cosa inventarmi.
La seconda storia ho smesso praticamente subito perchè la scuola aveva cominciato a pizzicarmi il cervellino, così come un certo problema privato fra amiche, e quando sono stata di nuovo libera, mi era ormai passata l'immaginazione.
Spero riuscirete a perdonarmi poichè, nella mia carriera in EfpFanfic, ho cancellato ormai ben tre storie.
Se deciderete di non seguirmi più vi capirò perfettamente, ma se continuerete a farlo non smetterò mai di ringraziarvi.
A voi la scelta. Questo è il mio ultimo tentativo.
Se non riuscirò a far durare questa storia, getterò la spugna sulle fic a capitoli per un bel po'.
Promesso.

Bene ... ora parliamo della fic qui stante.
Ultimamente, grazie ad una mia amica, mi sono appassionata molto a Lovely Complex.
Tanto che ho terminato di vedere le puntate in tre giorni.
E vista la mia passione nello scrivere, mi sono buttata sulla tastiera.
E questo è il risultato.
Vi chiedo di essere sinceri, non clementi.
Voglio la verità. E' bella o fa schifo?
E' OOC o IC?
A voi il giudizio!
Qualche appunto ...
Con l'aiuto di Google Traduttore ho inserito tre nomi in giapponese dentro il testo.
Eccoli qua:
Rokku no Dansu - Danza del Rock
Hanabira - Petalo
Yorokobi - Delizie
Se non sono esatti la colpa è sua *indica Google Traduttore*
E dopo questa lunga introduzione ... Non mi resta che augurarvi buona lettura!


 




Capitolo Primo 
Last Day Together





La nuova canzone di Umibozu, Rokku No Dansu, si intrufola dispettosa nei miei sogni e crea una specie di barriera dimensionale che mi impedisce di continuare a dormire. Vedo in modo sfuocato Otani, poco distante, seduto su una panchina, che mi saluta. Ma appena faccio per raggiungerlo, la figura del mio dio Umibozu si mette in mezzo mentre canta. Voglio andare da Otani, voglio andare da lui! mi metto a gridare, ma il cantante mi ignora e canta più forte. E allora capisco che devo fare una scelta, o seguire Umibozu, o il mio Otani. Ma io non posso, io non posso, amo entrambi sopra ogni cosa …

 

“Che ore … che ore sono?” è la prima cosa che dico, aprendo leggermente gli occhi. La mia stanza è tutta annebbiata, e mi viene un colpo pensando d'essere ancora dentro il sogno. Ma non è così: vedo il poster di Umibozu come l'armadio bianco e rosa, le mie ciabatte a coniglietto per terra e, sul comodino lì accanto, il regalo di Otani il giorno del nostro primo bacio. Quello vero.
La collana con il coniglietto.
Sorrido e la prendo in mano. E' bellissima.
Ricordo che quel giorno ero veramente giù per il fatto che Otani non fosse venuto.
Ma quando ho ricevuto quell'SMS, il mio cuore aveva cominciato a battere forte.
Avevo provato veramente troppe emozioni quella sera … era stata da favola.
“Tesoro … non sei ancora a letto, vero?” La voce di mia madre interrompe i miei pensieri.
“Sì che lo sono, mamma … perchè?” bofonchio, annoiata. “Guarda che oggi non tocca a me spolverare la casa!”
“Ma … Risa, mi avevi detto che oggi ti vedevi con i tuoi amici! O no?”
Stop. Colpo al cuore.
Con una lentezza assurda mi volto verso la sveglia. Le 10:45.
Oh cavolo.
“Risa … ?”
Salto giù dal letto e con foga esagerata mi butto a capofitto dentro l'armadio, disperata.
Ma perchè diavolo ieri non ho preparato la roba da mettermi?
Ricordo che volevo svegliarmi prima per andare a fare un po' di shopping, e indossare vestiti freschi freschi. E invece …
Quella verde è troppo scollata, quella rosa sembra un pigiama, quella azzurra a righe bianche sembra da marinaio, e figuriamoci poi se mi metto la veste del bar dove lavoro …
O mio Dio, e ora che mi metto?
Aspetta un secondo. Illuminazione.
“Mamma, dove hai messo la canotta di Umibozu?”
“Quale … ah, sì, quella nuova! L'ho appena stirata, è quaggiù!”
“YEEEEEE!” mi metto a gridare entusiasta. Problema maglietta risolto.
Prendo un paio di jeans corti, le All Star nuove, nere e bianche, la collanina di Otani e mi fiondo giù dalle scale.
“Grazie mamma!” grido, afferrando la maglietta del mio divo preferito e ritornando su come un tornado, prima che mia madre possa dire qualunque cosa.
Ok, ora tocca al bagno. Devo farmi una doccia superveloce se non voglio fare troppo tardi. Sto sotto l'acqua neanche cinque minuti, giusto il tempo di insaponarmi, e mi asciugo in un battibaleno.
Indosso i vestiti, le scarpe, mi sistemo la collana sul collo e mi guardo allo specchio, sorridendo.
Prendo una spazzola e pettino i miei capelli rossi più veloce che posso, per poi decidere di raccoglierli in una crocchia semplice semplice.
Era la mia acconciatura preferita quando io e Otani eravamo gli All Hanshin Kyojin.
E un po' lo siamo anche ora.
Mi trucco con un po' di mattita nera e del mascara, metto un leggero ombretto dorato – risalta sulla mia abbronzatura! - e schiocco la lingua soddisfatta.
Perfetta!
“Ok mamma, io vado!” trillò, passando a prendere giusto una brioche al volo dalla cucina.
“Ma tesoro, nemmeno un po' di ...”
Troppo tardi. Già uscita.
Guardo l'orologio mentre tolgo il cavalletto della bicicletta e ci salgo sopra.
Le 10:58. Accidenti, l'appuntamento è alle 11:00!
Mentre comincio a pedalare come una forsennata, dalla borsa viene la classica musichetta di Umibozu.
Uhm, un messaggio, sarà di Nobu …
Frugo nella borsa mentre con una mano muovo il manubrio, alla ricerca del cellulare.
Lo prendo in mano e ci do' un'occhiata. E' di Nobu.

 Mittente: Nobuko Ishihara
Messaggio: Ma quando CAVOLO ti sbrighi a venire?! Siamo tutti qui! A parte Otani … Ehi, non è che è li da te? Be', MUOVITI!

 Solita Nobu. Chissà cosa si mette in mente.
Faccio in tempo a digitare No, non è con me, arrivo che praticamente vado addosso ad un'altra bicicletta. Lo scontro è inevitabile e cado a terra, sul sedere, per fortuna.
“AHIO!” grido, massaggiandomi le natiche. Vedo un'altra figura che si alza e sbuffa. Ehi, ma aspetta un attimo …
“E ti pareva che la gigantessa era in ritardo!” borbotta Otani, incrociando le braccia con aria di sufficienza.
“Be', non mi pare che tu sia più avanti di me! A meno che tu non abbia il dono dell'onnipresenza … cosa poco probabile ... ” sogghigno, e lui ruota gli occhi, esasperato.
“Piuttosto, che cosa ci fai lì per terra? Forza ...” e mi tende la mano, che io afferro tutta contenta. “Certo che pesi però, d'altronde è normale, spilungona come sei … “ mugugna.
Oh, ma sentitelo! Mister Nano Otani invece è talmente leggero che gli elefanti misurano meno chili! Ovvio, più sei basso più si raccoglie la ciccia …”
“Ma come ti permetti?!” sbotta infuriato, ma prima che possa dire qualunque cosa torno in sella alla bici e scrollo le spalle.
“Faresti meglio a sbrigarti, o Nobu e Nakao ti tireranno le orecchie. Sei hai intenzione di restare qui a dire peste e corna di me, fa' pure!”
Quindi parto, lasciandomi alle spalle quel nanetto che, lo so, ora sta trattenendo a stento un sorriso.

 “Arriviamo! ARRIVIAMO!” gridiamo io e Otani perfettamente coordinati spingendo i pedali con il fiatone. Siamo in piazza Hanabira e, accanto alla fontana di un angelo che piange, ci sono Nobu, Nakao, Suzuki e Chiharu, che ci guardano esasperati.
“Ma … mi avevi detto che non eri con lui!” mi accusa Nobu immediatamente, senza neanche rimproverarmi per il ritardo. “Se mi hai mentito ci dev'essere una ragione!”
“Ma ...” faccio io, ma Nakao mi interrompe:
“Oh, che cos'avete fatto in tutto questo tempo? Eh? Sporcacc ...”
“BASTA!!” gridiamo io e Otani, sempre coordinati. I nostri quattro amici si scambiano uno sguardo che non promette nulla di buono.
“Oh, ehm, Nobu-chan …” fa allora Nakao alla fidanzata.
“Sì, Nakao-chi?” cinguetta Nobu dolcemente.
“Che dici di andarci a vedere un film al cinema tutti insieme?”
“Oh, ma è un'idea splendida, Nakao-chi!” trilla Nobu.
Dicono che faranno vedere Titanic in 3D” fa Chiharu, parlando per la prima volta.
“Titanic? E che roba è?” borbotta Otani facendo una smorfia.
Di nuovo i quattro si guardano complici.
“Oh, nulla … una sorpresa” sorride Suzuki, tenendo per m ano la sua fidanzata.
“Uhm … se non sbaglio, ricordo che c'era una barca che affondava ...” borbotto io, e Otani si illumina.
“Giusto! Allora va bene! Credi che metteranno le canzoni di Umibozu come colonna sonora?”
“Non lo so, ma sarebbe una trovata geniale!”
Camminiamo tutti e sei verso il cinema, io e Otani in testa a fantasticare sul film, dietro di noi Nobu e Nakao che si fanno le coccole e ogni tanto ci lanciano occhiate divertite, e in fondo Chiharu e Suzuki che parlottano a bassa voce.
“Ecco il cinema!” strillo io additando un grande edificio poco distante. “O mio dio! O mio dio! Sono troppo emozionata!”
“Andiamo!” urla Otani e ci fiondiamo alla biglietteria, mentre tiriamo fuori i portafogli.
“Quant'è per Titanic?” faccio io, mentre Nobu ci raggiunge, in preda alle risate.
“Quaranta a biglietto” fa la tizia dietro al bancone annoiata, il cellulare in mano.
Paghiamo tutti quanti, e mentre io mi lamento di quanto costa e Otani continua ad alzare gli occhi al cielo, arriviamo alla nostra sala.
“Ci ha dato un posto in terzultima fila?!” sbotta Otani. “Ma non è giusto!”
“Oh, Nakao-chi, potremo vedere il film stretti stretti immaginando di essere noi i protagonisti …” mormora Nobu deliziata.
“Se avrai paura, ci sarò io” dice Suzuki a Chiharu, che sorride.
“Ok, io starò vicino alla mia adorabile Nobu-chan” annuncia Nakao, sedendosi accanto alla sua dolce metà, e stringendole la mano.
“Io invece accanto a Suzuki, vero?” cinguetta Chiharu con la sua vocina, e si siedono accanto a Nakao. Io e Otani ci guardiamo lentamente.
“Posso introfularmi fra Nakao e Suzuki?” faccio tentennante. Suzuki scuote la testa.
Risa, ma che dici? Un film così roman … ehm, violento … cioè … insomma … il mio amore e Suzuki vogliono sedersi vicini! Tu e Otani VI SEDETE LI' E NON FARE STORIE!” urla Nobu.
Guardo Otani, che scuote le spalle, e facciamo come ci ha ordinato Nobu.
“Durante il film non ci provare” lo avverto, e lui ride.
“Un semplice bacio posso dartelo?” sorride, e io faccio finta di riflettere.
“Uhm … sì, quello sì.”

 

“E' stato un film talmente romantico … talmente dolce … talmente … oh ...”
Nobu blatera da almeno mezz'ora, in compagnia di Nakao, di Chiharu e di Suzuki. E devo ammettere che anche a me non è dispiaciuto, quel Titanic.
Al contrario, credo che Otani non sia sia proprio divertito.
Siamo al ristorante Yorokobi e abbiamo preso da poco le ordinazioni. Ora stiamo parlando, estasiati, del film. Nobu e Nakao più di tutti.
“Oh, amore mio, se tu fossi stata Rose e io Jack, non avrei esitato un solo attimo ...”
“Nakao-chi, come sei dolce … anche io mi sarei sacrificata per te ...”
“MA SI PUO' SAPERE COS'AVETE TUTTI?” sbotta violentemente Otani, incrociando le braccia.
Lo guardiamo, divertiti.
“Be', Otani, bisognava che vedessi qualche film rosa … sei così abituato ai tuoi soliti generi maschili …” sorride Nobu mentre il mio ragazzo le alita contro imbestialito.
“TRADITORI!” urla quello come un forsennato. “GIA' PRIMA DI SALIRE SULLA BARCA ...”
“Nave ...” lo correggo io.
QUELLO CHE CAVOLO E', ECCO, HO CAPITO CHE NON ERA UN FILM DI SPIONAGGIO!”
“A me quei film fanno paura …” balbetta Chiharu tra le braccia di Suzuki.
“E POI DOVEVA MORIRE IL MASCHIO, VERO?!” sbraita ancora Otani.
“L'ha fatto per amore!” sorride Nakao. “E poi a noi piaceva che una coppia fresca fresca guardasse insieme il più bel film del mondo!”
“Ma … Nakao!” balbetto, di fronte all'inaspettata malizia del ragazzo. Quasi inconsapevolmente, però, sulle labbra mi spunta un sorriso, e Otani se ne accorge.
“E COS'HAI TU DA SORRIDERE?!” mi strilla addosso mentre io rido a crepapelle.
Nulla … stavo constatando che sei davvero ridicolo, oltre che basso ...”
“Come ti permetti,Regina dei Titani? E' questo il modo di trattare il tuo ragazzo?”
Arrossisco leggermente, e subito dopo lo fisso con un'occhiata perforante. “Scusa, Cucciolo, ma del resto non mi pare che tu mi stia elogiando, stringendo fra le mani bianche un bouquet di gigli, invitandomi a uscire ...”
Innanzitutto siamo già fuori, e poi non mi metto a chiedere in ginocchio qualcosa ad una spilungona che insulta i poveri ragazzi bassi come … aspetta, mi hai chiamato Cucciolo?!”
Ci mettiamo tutti a ridere, tranne lui, che diventa talmente rosso da sembrare un pomodoro maturo.
Ma certo!” sorrido io facendogli l'occhilino. “Ieri ti ho chiamato Brontolo, l'altro ieri Pisolo, e oggi tocca a Cucciolo!”
Nuova risata generale mentre Otani comincia a sbuffare come una locomotiva.
Io … non … sono … un … nano! HAI CAPITO?!”
Mi fa male ormai la gola dal ridere. Tutti si stanno rotolando dalle risate: Nobu attaccata a Nakao, Chiharu e Suzuki con una mano davanti la bocca, ed io, sdraiata sul divanetto dove ero seduta. Non riesco più a vedere la faccia di Otani, finchè questo non mi si para davanti.
“Datti un po' di contegno, o finiranno per cacciarti da qui” fa secco. Gli lancio un'occhiata divertita.
“Non sarebbe una novità. Eddai, che hai oggi? Ridi che la vita è bella!”
Mi aspetto una risposta, una replica, un pugno in testa, ma nulla. Il mio ragazzo rimane in silenzio, giocherellando con il bracciale di basket che gli ho regalato tempo fa.
“Otani … ?”
“No, non è nulla. Sono solo pensieroso.”
Gli lancio un'occhiata preoccupata, rizzandomi a sedere. Tutti lo fissiamo.
“Cosa … ?” balbetto, ma lui scuote la testa.
“Nulla, davvero. Sentite, non vi dispiace se torno a casa, vero? Sono un po' stanco.”
E si volta, prima che tutti noi possiamo spiccicare una parola. Poi mi alzo e mi metto a gridare il suo nome, ma lui non mi ascolta. Apre la porta del ristorante ed esce, con le mani in tasca.
A quel punto mi affloscio depressa sul divanetto, senza sapere cosa fare.
“Risa! Ma che cosa ci fai lì immobile?” Nobu si alza e corre a scuotermi, mentre io fisso il tavolo ad occhi sbarrati. “Presto, corri da lui! Lui si aspetta che tu lo raggiunga! Non fare la scema!”
“No … no ...” riesco a farfugliare e basta, mettendomi una mano sulla fronte. “Lui sarà … una sua ex … avrà un appuntamento ...”
“COSA DIAMINE STAI BLATERANDO?!” esplode la mia amica, mentre gli altri sono zitti e fermi. “HAI BEVUTO PER CASO?!”
“Lui ha un appuntamento con Kanzaki, ne sono certa!” piagnucolo sotto gli occhi assassini di Nobu. “Tanto … lo sapevo … è durata poco ma mi è piaciuta … sono stata … felice!”
“TACI!” grida Nobu tirandomi uno schiaffo. “Vai da lui, subito! PESSIMISTA! Ti arrendi subito? VERGOGNA! Corri ora o stai ferma per sempre!”
“Ma ...” balbetto, mentre Nobu mi afferra per un braccio e mi trascina fuori. “Ma non ho ancora mangiato! E ho fame!”
Bene, vai da lui, andate all' Ikebe e ti offre un panino! E ora fuori! FUORI!”
E la cara e dolce Nobu mi butta letteralmente fuori dal ristorante Yorokobi, chiudendomi poi la porta in faccia.
E adesso … ?
Be', visto che ci sono, posso anche raggiungerlo …
Mi volto e prendo a correre come una pazza, schivando le persone, i pali, i semafori, attraversando la strada senza guardare, pensando al fatto che, se arrivo troppo tardi, lui potrebbe già essersi rimesso con quella Miyu Kanzaki, tradendomi all'istante.
Proprio all'Ikebe mi fermo e mi metto una mano al cuore, esausta. Non ce la faccio più: il cuore mi batte fortissimo e mi brucia la milza, in modo pazzesco.
“Come mai hai corso così tanto?”
Alzo la testa di scatto e vedo Otani davanti a me, le braccia incrociate. Mi fissa serio, così maledettamente bello, con i capelli arancioni sul viso e gli occhi neri su di me.
“Io … avevo dimenticato il portafoglio a casa!” balbetto, imbarazzata, diventando rossa. Lui mi squadra, decisamente scettico.
“Casa tua è raggiungibile da qui solo se svolti al vicolo che c'era un chilometro fa.”
Comincio a impazzire. “Ma-ma avevo voglia di farmi una lunga passeggiata! Proprio lunga! Eheheh!” Sgrano gli occhi e gesticolo follemente, mentre il mio ragazzo mi fissa esasperato.
Per un attimo rimane zitto, le mani in tasca. Poi mi guarda e sorride.
Che dici se ci prendiamo un kebab? O preferisci … riso?” E li sogghigna, sapendo che quell'alimento è collegabile ad un certo episodio della nostra storia.
Io … no grazie!” sbotto, infastidita, e lui scoppia a ridere.
“Va bene, allora entriamo … e faccio ordinare due sushi”. Poi osserva il mio sguardo assassino e indietreggia divertito. “Scherzo, scherzo!”
“E fai bene” borbotto dandogli la mano ed entrando “Perchè altrimenti saresti già diventato una polpetta di carne.”

 

Sono già le quattro di pomeriggio quando usciamo dal ristorante e prendiamo a passeggiare, in silenzio. Ho lasciato la mia bicicletta là a quel locale dove ci sono gli altri, lo Yorokobi, ma per fortuna Otani la sua ce l'ha.
“Vuoi un passaggio?” fa, fissando prima me, poi la bici.
“Perchè, vai già a casa?” domando preoccupata.
“Ma no” sorride lui “Faccio solo un giro. Vieni?”
E mentre annuisco, lui gira la bicicletta e si siede sul sellino, accennando poi allo spazio dietro. Ci lancio un'occhiata e noto che ora è ricoperto da un morbido tessuto.
Per l'evenienza di portare in giro qualche tizia” mi strizza l'occhio, intuendo il mio pensiero. Io stringo le labbra e sbuffo.
“Mmh, sono lusingata solo se mi specifichi con quante tizie viaggi di solito ...”
“Due ragazze” fa, e sorride alla mia espressione furiosa. “Risa Kuizumi, quella carina … e Kuizumi Risa, il mostro.”
“Ah, ah, ah, molto spiritoso” fingo di essere annoiata, balzando dietro.“Piuttosto parti, sempre se non sei troppo debole ...” Alla mia provocazione, spinge i pedali e parte, alzando gli occhi al cielo.
Io debole?! Scherzi? Sei tu che pesi come una balena!”
“Questa l'ho già sentita … comunque un giorno la pagherai per quest'affermazione! Ti denuncerò per calunnia!”
“Oppure t'impadronirai senza permesso delle mie belle labbra!”
Taci, microbo! Ora ho tutto il diritto di farlo, visto che ho cambiato il mio … status!”
“Niente affatto! Solo io posso farlo con te!”
“E perchè mai?!”
“Perchè sono un maschio! Sono io il padrone qui!”
Sei troppo basso, mi spiace … però se il mio ragazzo fosse Haruka … che è più alto …”
“Non pronunciare il nome di quell'essere o non ti parlo più!”
Scoppio a ridere e lo abbraccio, chiudendo gli occhi.
Sto così bene.
Finalmente sono felice.
Lavorare così tanto per Otani alla fine è servito … e il risultato non lo cambierei d'una virgola!
“Otani ...”
“Sì?”
“Perchè prima te ne sei andato?”
Lo sento esitare, sento il mio cuore che batte all'unisono con il suo.
“Perchè ero preoccupato.”
“E per cosa? Siamo fra amici, non volevamo irritarti ...”
“No, non è per quello.”
“E per cosa allora?”
“Io … io domani parto.”
Taccio, colta alla sprovvista.
“Parti? E per dove?”
“Per l'Università.”
“Cosa?!” Spalanco gli occhi e deglutisco. “Per l'univ ...”
“Sì.”
Abbasso lo sguardo e stringo le dita sulla sua maglietta blu.
“Mi stai dicendo che questo è l'ultimo giorno che passiamo insieme?”
“Be' …” esita, stringendo i denti. “Insomma, non proprio l'ultimo … ci rivedremo a Natale, tornerò a casa per tre settimane … e poi a Pasqua … e ...”
“Non dovrò vederti per tre mesi e mezzo?!”
Non ci posso credere.
Non ci riesco.
“Be' … sì.”
Stringo gli occhi e singhiozzo.
E comincio a piangere.
“Kuizumi ...”
“Perchè?!”
Rallenta, e nei pressi di un parco, si ferma.
“Perchè voglio diventare insegnante di educazione fisica, te l'ho già detto. I bambini mi piacciono, e anche il basket, ma per entrare in una scuola anche solo come supplente mi serviranno anni ed anni di studio. Ho passato gli esami d'ammissione, quindi perchè smettere di seguire la strada che sogno?”
Sospiro tristemente.
“Io non voglio che tu lasci perdere questo lavoro … saresti la persona più adatta per farlo e per quei bimbi saresti un modello. Ma … che ne sarà di me?”
“Non mi hai detto che vuoi diventare stylist? Basterà che tu t'iscriva ad una scuola professionale … in breve verrai assunta come assistente di una vera stylist e, a poco a poco, ti farai largo verso la strada del successo!”
“Scusa, ho formulato male la domanda.”
“Eh?”
Scuoto leggermente il capo, il viso bagnato dalle lacrime.
Che ne sarà di noi?”
Si volta verso di me, di scatto. Si morde il labbro, nello stesso istante in cui lo faccio io.
“Sarà, non preoccuparti.”
“Ma che razza di risposta è?!”
Abbassa lo sguardo, e poi scende dalla bici.
“Vieni, andiamo a farci una passeggiata.”
E di lì a poco siamo immersi nella natura del parco. Sospiro e sorrido brevemente, mentre ci sediamo su una panchina all'ombra di un salice.
Allora, mi vuoi dire cosa intendevi prima?! Sarà … non mi piace.”
“Non … non devi preoccuparti, davvero.”
“E invece io mi preoccupo.”
“Ma perchè?”
“Tu credi alle relazioni a distanza?”
Tace. So di averlo colto alla sprovvista.
“Più o meno. Insomma, io e Miyu, un mese prima che mi mollasse, ci siamo separati per un breve periodo perchè lei era andata da sua zia a fare una vacanza ...”
Appunto, una breve vacanza. E poi, casualmente, un mese dopo vi siete lasciati!”
“Ma con te è diverso, Kuizumi!”
Prendo un grosso respiro, mentre mi fissa intensamente.
“Con te so di potercela fare.”
“Io …” mormoro, a voce bassa. Poi lo guardo, stringendo gli occhi. “Io avrei una curiosità.”
“Be' … Dimmi.”
“Com'è che tu e la tua ex Kanzaki vi chiamate sempre per nome?”
Mi aspetterei che scuota le spalle, che borbotti Mah, sarà perchè siamo stati insieme tanto tempo, che m'informi bruscamente che non sono affari miei; non certo che arrossisca di botto, come sta facendo ora.
“Otani … ?”
“Be' … ecco … perchè siamo molto affiatati” balbetta, la faccia che sembra tinta con il pomodoro.
“Com'è che sento che non me la racconti giusta?”
Comincia a giocherellare con un elastico, gli occhi stretti a fessura.
“Eddai … giusto perchè oggi è l'ultimo giorno e poi per tre mesi ...”
“L'ABBIAMO FATTO!” urla, senza lasciarmi finire, facendo voltare persino le bambine sull'altalena là in fondo.
“Fatto … fatto cosa?!” faccio, con l'aureola angelica sulla nuca.
Mi perfora con un'occhiata raggelante.
“Hai capito, Kuizumi.”
Per un attimo rimango immobile, la faccia basita. Poi, una volta realizzato il concetto, divento persino più rossa del mio ragazzo.
“Oh … capito” balbetto con una vocina piccola piccola.
Rimaniamo un attimo in silenzio.
“Ecco un'altra cosa che lei ha e io no” mormoro tristemente, il morale ancor più basso di prima.
“Uffa, Koizumi, ancora con questa storia? Piantala!” sbuffa Otani piuttosto violentemente. A quella reazione scoppio a piangere.
“Io … io faccio schifo!”
“Ma che c'hai?” fa esasperato il mio ragazzo scostandosi.
“Io … io non ti ho dato niente! E tu … e tu ...” balbetto, la voce spezzata.
“Mi vuoi dire cosa c'è, cribbio?” borbotta roteando gli occhi.
Taccio, esitante.
“Io … Otani, ho paura di perderti!”
A quel punto lui trattiene il fiato. Mi aspetterei che scoppi a ridere, che mi guardi gelido, e invece abbassa gli occhi e sussurra “Anch'io”.
“Otani ...” sussurro, ma non riesco a terminare la frase perchè lui si sporge leggermente verso di me e mi bacia.
“Tu sei speciale” mormora stringendomi la mano “Di ragazze come te non ce n'è nessuna. Solo te. E allora perchè andare dalle altre, quando ho la pazza mondiale già accanto a me?”
Non rispondo. Ho le lacrime agli occhi.
“Ma … la tua ex Kanzaki ...”
“Lei è passata. Abbiamo fatto … quello, va bene, ma una volta sola, e comunque ho smesso di amarla già un bel po'. Ora ci sei tu.”
Abbasso ancora lo sguardo e stringo le dita sulle gambe.
“Otani ...”
“Tu però mi devi promettere che, quando sarò là a Tokyo, non andrai in giro con Haruka o con quello piccolo bastardo del tuo amico cameriere. Non mangiarci insieme nemmeno il gelato, capito?”
Scoppio a ridere e annuisco.
“Ma certo. E tu … stai alla larga da quelle carine, là.”
“Ammesso che ce ne siano, in un'Università. Diciamo che ci stanno meglio delle brutte occhialute.”
“Taci” mormoro, alzando gli occhi al cielo. Quindi mi alzo, e mi stiracchio.
“Che dici se ci prendiamo un ghiacciolo?” mi propone lui, mentre c'incamminiamo verso la sua bicicletta.
“Ma certo. Basta che nei paraggi non ci sia la tua ex o quella Mimi o Haruka o qualcun altro. Solo noi due.”
“Ci puoi contare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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