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Autore: dubhe7    21/07/2012    2 recensioni
Una One-shot su Hermione e Draco. Spero vi piaccia. Trama: una sera al bar, bevendo burrobirra con le amiche. Il corpo presente, la mente lontana. Un risveglio doloroso a causa del futuro che non si può avere, ma che si sogna.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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menta e caffè Una serata tranquilla al bar, con le amiche a parlare, a rilassarsi dopo una giornata di lavoro. Tra un sorso di burrobirra e l'altro si parla. Ginny mi racconta di Harry, del loro matrimonio, Luna mi racconta della sua nuova fiamma Blaise Zabini. E' assurdo come lo abbia conosciuto, lui che va a chiedere di fare apprendistato al Cavillo. Mi sembra assurdo solo pensarci, mi fa ridere il pensiero di lui, di come era a scuola, a lavorare per il papà di Luna. Poi c'è Lavanda che ha mille problemi, ma sembra essere più serena ora sembra aver trovato una sorta di pace interiore.
-" E tu? Non mi dirai che sei ancora single?" chiese Luna.
-"Lo sapete che è così. Se ci fosse qualcosa di nuovo ve lo avrei già detto. Non mi è successo nulla da ieri. Solito, lavoro, casa e voi." sforzo un sorriso. Solo Ginny sa realmente che dentro sto uno schifo.
Da quando con Ron ci siamo lasciati, ancora prima che tutto potesse esistere davvero, prima di potermi rendere realmente conto che io e lui eravamo un noi, era finita. Lui non era quello giusto per me e io non ero quella giusta per lui. Poi c'è stato lui, l'unico del quale io mi sia realmente innamorata, lui che mi ha usata, ferita ma che io amo ancora. Draco Malfoy.
Le mie amiche sanno tutto, sanno che abbiamo fatto l'amore, sanno che lui mentre usciva con me andava con altre, sanno di quanto ho sofferto ma non sanno che io ogni sera guardo la foto, l'unica che ho di lui. Gliel'avevo scattata dopo una partita di Quidditch, lui che rideva e teneva in mano fiero il boccino. Ora è lì, nel mio libro preferito, sul comodino e ogni sera gli do la buonanotte.
Ritorno presente alla situazione, Ginny sta raccontando di Ron che è impelagato in una relazione con Calì.
-"Un pomeriggio che c'è vi invito da me, dovreste vederla. Ma la parte migliore è quando arrivano George ed Angelina! Ahahahah Lei non la sopporta, le tira delle frecciatine che dovreste sentirle."
-"Oh si non vedo l'ora, darò man forte a Ange!"
-"Sarà felice di averti al suo fianco Herm!"
Ginny sembra davvero contenta all'idea che io vada da lei, magari questa volta lo faccio davvero.
E' tardi, sono quasi le due di notte e io domattina devo andare a lezione. Mi alzo, saluto le mie amiche e faccio per andare a casa, nella villetta che mi sono comprata a Hogsmeade grazie alla borsa di studio, ma Ginevra mi sta rincorrendo.
-"Ehi aspetta! Senti posso salire un attimo da te? Ho bisogno di parlarti un attimo. Da sole."
-"Ma certo."
Entriamo in casa. Non è grande ma è bella, mi piace, i colori rosso-oro dominano nell'arredamento, ma cè anche un piccolo corvo bronzo su piedistallo blu: un regalo di Luna.
-"Siediti. Vuoi qualcosa?"
-"No grazie, credo che per questa sera di burrobirre ne ho bevute troppe."
Ginny prende una gran boccata d'aria, poi mi da la notizia di botto.
-"Sono incinta."
-"Oh mio Dio! Ma è stupendo! Congratulazioni!" Abbraccio la mia migliore amica che però è dura come un pezzo di legno, la guardo, la vedo sull'orlo delle lacrime.-"Che c'è?"
-"E' troppo presto! Io e Harry ci siamo appena sposati, non abbiamo ancora finito di sistemare casa, il lavoro. Lui vuole diventare Auror lo sai bene, deve studiare e come farà con lui - Ginny si tocca la pancia- che piangerà?"
-"Gin, non gliel'hai ancora detto?"
Scuote il capo. E io le sorrido.
-"Ora tu vai a casa, prendi Harry e glielo dici. Ginny sei la cosa più bella che gli sia mai capitata, ne sarà felice. La casa, avete nove mesi per finirla, e potete già pensare a lui o lei. Il lavoro? Lo studio? Harry può venire qui se le cose si mettono male. Gli do una mano io come ai vecchi tempi. Dai vai a casa e dillo, levati questo peso." L'abbraccio di nuovo, questa volta lei ricambia, la sento rilassarsi. "Congratulazioni."
Dopo che Ginny si è smaterializzata, salgo in camera. Una nuova tristezza mi assale, prendo il libro e tiro fuori la foto. Penso a quello che voglio e non potrò mai avere.

-"Hermione, sei bellissima."
-"Oh, Hermione, siii continua." Mentre gli baciavo il collo e con la mano scendevo nei suoi pantaloni.
-"Hermione ti voglio. Basta così." Detto questo mi leva i vestiti con la magia, comincia a baciarmi il seno. a mordermi i capezzoli, brividi mi percorrono la schiena. Lui con la camicia aperta, i jeans slacciati, io completamente nuda. Gioca ancora un pò con me, si eccita ancora di più, lo sento pulsare nelle mie mani, con gesti rapidi e sicuri lo spoglio.
-"Mi piace quando fai le cose da babbana."
Sono le ultime parole che mi dice, poi penetra in me. Facciamo l'amore.>
-"Non era amore." Mi dico. "Per lui ero solo sesso, un altro nome da mettere nel suo libro."
Mi addormento, la foto stretta in mano. Il suo ricordo mi rincorre nei sogni, mi sveglio piangendo.
-"Non posso andare avanti così. Non posso." Lo specchio mi mostra quello che oggi vedrà il mondo: una faccia distrutta, due occhi piccoli e rossi, capelli in disordine, sguardo spento, labbra serrate. Per fortuna la magia mi aiuta; due rapidi colpi di bacchetta e il peggio è sparito. Ma il mio cuore sanguina. Prendo la mia borsa ed affronto il freddo pungente, mentre percorro la strada un pensiero va a Ginny ed Harry che presto saranno genitori, alla signora Weasley alla prese con un nuovo bimbo. Non mi accorgo del ragazzo appoggiato all'albero intento a masticare un filo d'erba finchè non gli passo davanti.
-"Non si saluta manco più, Granger?"
Mi blocco di colpo. A rallentatore mi giro, il cuore mi sale in gola e smette di battermi, mi manca il respiro.
-."Sembra che tu abbia visto un fantasma." E abbozza un sorriso, in quel momento credo di svenire. "Ti stavo aspettando."
-"E perchè?" Riesco a parlare, ma più che un suono umano sembro un troll.
-"E' da tanto che non ci vediamo. Andiamo a prendere un caffè." Indica con la testa la discesa il paese.
-"Non posso, devo andare al castello."
-" Devi esserci tra due ore. Lo so. Per cui andiamo, pago io."
Senza volerlo i miei piedi si stanno già muovendo nella sua direzione, lui mi sorride. Non parliamo molto mentre scendiamo, entriamo ai Tre manici di scopa.
-"Ero qui solo poche ore fa. Ed eccomi di nuovo qui." sussurro.
-"Lo so, eri con le tue amiche. Vieni sediamoci li."
-"Bene, ma ora dimmi cosa vuoi?"
-"Hermione, voglio farti le mie scuse. Non mi sono comportato come avrei dovuto con te, me ne sono reso conto troppo tardi, ti ho usata, ferita e ferendo te, pugnalavo anche me. Ma ormai era tardi quando il dolore del mio cuore si è fatto sentire."
-"Se è solo il mio perdono che vuoi, hai fatto tanta strada per nulla, non c'è nulla di cui tu debba scusarti, non stavamo insieme, sei stato abbastanza chiaro. Mi ero illusa."
-"No sono io che mi sono illuso. Illuso di poter vivere senza te. Illuso che potevo esistere senza te. Credevo che non avrei rovinato l'amore della mia vita, che l'avrei riconosciuto, che sarei stato in grado di renderlo felice come mio padre ha fatto con mia madre a suo modo. Ma ho fatto un casino, l'ho lasciato scappare." I suoi occhi ghiaccio erano fissi nei miei, sembrava che aspettava di dirmi quelle parole da una vita e io aspettavo da una vita di sentirmele dire. Giocava con la tazza, se la girava tra le mani, ma il suo sorriso, il suo viso trasmettevano gioia, felicità, ma anche ansia,paura. Emozioni contrastanti vivevano in lui. Il mio viso non so come sia, sto cercando di mantere espressione neutra, ma sento che piano piano mi si scioglie un sorriso, gli angoli della bocca si alzano, un calore mi sale alle guance.
-"Hermione, ti amo. me ne sono reso conto tardi e ci ho messo un pò a trovare il coraggio di dirtelo. Ma dovevo farlo. C'è posto nel tuo cuore per me? Puoi accettarmi come mi accettavi un tempo?" Il ghiaccio dei suoi occhi si sta sciogliendo da una fiamma di speranza. Mi alzo, il caffè non l'ho neanche toccato, tiro fuori dalla tasca i soldi per i caffè, lui mi fissa, vedo la delusione balenargli nello sguardo.
-"Herm..."Lo interrompo.
-"Vieni con me, Draco." Era la prima volta che pronunciavo il suo nome, e mi diede i brividi. Era come un tabù, ma ora si era sciolto potevo chiamarlo, dirlo, sussurrarlo. Lui era lì.
Appena usciti dal pub, lo prendo per mano e mi materializzo con lui in camera mia.
Il libro è li al solito posto, sul comodino accanto al letto. Lo prendo e glielo porgo.
-"Aprilo."
Lui mi guarda incuriosito, ma fa quanto gli dico. La foto è al suo interno, intatta, nessuna lacrima, nessuna riga l'ha rovinta nel corso degli anni.
-"Non ho mai smesso di amarti. Ho sofferto molto a causa tua, il mio cuore si è lacerato. Non esiste cura."
-"Non è vero. Una esiste." Lascia cadere il libro e la foto per terra, percorre la breve distanza che ci separa con gli occhi incollati ai miei, mi prende il viso tra le mani, le sue labbra sono morbide, sa di menta e caffè. Mi perdo in quel bacio, sognato, desiderato, sperato e finalmente arrivato. Lacrime mi cadono dagli occhi, il loro gusto di sale si unisce alla menta e al caffè, senza staccare le labbra dalle mie, mi asciuga le lacrime con i pollici con tocco lieve e leggero, quasi stessi sognando. Spero di non svegliarmi mai.
   
 
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