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Autore: scilla_95    21/07/2012    2 recensioni
Sospirò..si era un sospiro di sollievo, fece scivolare la sua mano fino a quella della ragazza e la strinse. In quel momento decise...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ottavo capitolo: il sogno proibito {parte prima}
Era in una situazione abbastanza scomoda.
Sospeso in aria proprio sotto il balcone della ragazza, aveva il respiro affannato, il cuore che batteva a gran velocità, sentiva il viso andare in fiamme quando le mani erano gelide e tremavano come una foglia.
Sentì dei passi sopra la sua testa, il cuore si fermò e con esso anche il respiro si sospese per poi ricominciare con uno ancora più affannato.
Doveva calmarsi altrimenti l’avrebbe scoperto.
-Vegeta?..sei tu?..-
Il Saiyan entrò nel pallone, l’aveva riconosciuto, ma come aveva fatto quella maledettissima donna a riconoscerlo?
Scese il più lentamente possibile e atterrò sul prato che si distendeva sotto i suoi piedi e si affrettò a prendere il borsone ed entrare in casa.
Salì le scale e si avvicinò a passo felpato nella sua camera per poi entrarvi.
-Devo decidermi...parto...non parto...parto...non parto..-
Non era da lui essere così indeciso.
Si sedette sul letto e mise la testa fra le mani, il suo sguardo era fisso sul pavimento ma poi andò a guardare fuori la finestra.
-Dannata donna, perchè mi fai quest’effetto..come puoi tu, inutile terrestre, andare a condizionare le mie decisioni?-
Era così confuso, non sapeva proprio cosa fare.
Si alzò e andò ad affacciarsi sul balcone; di solito la notte lo metteva di buon umore ma quella..quella notte era così strana.
Sentiva una morsa al cuore soltanto a pensare di essere lontano da lei.
“Rimarrò solo perchè dovrò allenarmi e quella gallina può costruirmi il necessario per farmi diventare Super Saiyan, solo e soltanto per questo non mi importa niente di quella stupida!”
Mentiva, mentiva spudoratamente, ma non poteva ammettere, anche solo a se stesso, che rimaneva solo per lei.
Per rivedere il suo sorrisso, il suo corpo sinuoso, le sue labbra rosse, i suoi occhi blu come l’oceano, sentire quella risata cristallina e, anche se a fatica, doveva ammettere che gli piaceva quando gli urlava contro e gli puntava il dito addosso, vedeva le sue labbra che si muovevano veloce e gli veniva voglia di prenderle fra le sue per farle fermare..ma non poteva.
Fino a quel giorno che non seppe più resisterle e la prese fra le sue braccia.
Non rimpiangeva quel momento, anzi voleva riviverlo, gli manca le sue labbra e le gambe sui suoi fianchi.
Eppure erano appena passate più o meno 6 ore da quel bacio e già gli mancava.
Aveva preso la decisione, sarebbe rimasto ma si ripromise che non l’avrebbe degnata di uno sguardo altrimenti l’avrebbe distolto dai suoi allenamenti.
Dopo quest’ultima decisione prese posto nel letto e si perse nell’oblio profondo della notte.
Bulma intanto, ancora sul terrazzo, guardava sognante il cielo limpido della notte.
Non una novuola in cielo che coprivano la luna e le stelle brillavano più che mai.
Erano le 2 di notte e la ragazza era ancora fuori con i gomiti poggiati alla ringhiera e il mento sulle delicate mani.
Sospirò rumorosamente.
-Vegeta..Vegeta..Vegeta...come sei strano..domani avrai una bella sorpresa ihihi-
Fece un sorrisetto malefico e si coprì la pocca con una mano.
Si girò verso la camera e vide l’orologio digetale sopra il comodino che segnava le 2:10.
-Azzo guarda che ore sono! Meglio se vado a letto altrimenti col cavolo che mi sveglio domani.. ma che sto facendo?? Sono arrivata anche a parlare da sola? Tutto per colpa tua! Maledetto Saiyan-
Andò a sdraiarsi sul letto e finalmente Morfeo la prese fra le braccia.
*BIIP* *BIIP* *BIIP*
-Mmmh..ma che ore sono?!-
Girò il viso verso l’orologio che squillava.
-Ma..le 3 di notte? Ma si è impazzito questo stupido aggeggio?-
Tirò un pugno alla sveglia fracassandola e, non curandosi dell’accaduto, si sdraiò nuovamente sul letto con le mani dietro la testa e gli occhi che fissavano una punto indefinito sul soffitto.
Sospirò più volte, non aveva alcuna intezione di riaddormentarsi oramai era sveglio, aveva anche pensato di andare ad allenarsi nella Gravity Room ma stranamente non ne aveva voglia.
Cominciò a pensare che doveva assolutamente battere Kakaroth, non poteva permettersi un’altra sconfitta, poi pensò a Bulma, poi al suo orribbile passato, poi di nuovo a lei e così per almeno una mezz’ora buona finchè non sentì dei passi che terminarono proprio davanti alla sua stanza per poi continuare in direzione del salone.
Si alzò di scatto e si diresse nell’immensa stanza per vedere chi fosse sveglio a quell’ora di notte, non che la cosa possa interessarlo molto ma giusto perchè non aveva niente da fare.
Si affacciò sulla cucina ma ciò che vide fu la sola stanza desolata così si diresse verso il frigorifero per prendere una bottiglia d’acqua fresca.
Richiuse lo sportello ma una voce sottile lo fece sobbalzare leggermente.
-Ciao Vegeta!-
Si girò velocemente e ritrovò il viso di Bulma a pochi centimetri dal suo.
Provò ad indietreggiare ma il frigo gli impediva i movimenti così restò immobile davanti a lei.
-Scusa, ti ho percaso spaventato?-
-Tzk!- fu la risposta secca del principe.
-Come mai sveglio a quest’ora?-
-Non sono affari che ti riguardano-
-e invece si visto che stavi sicuramente pensando a me-
-Mpf, ma cosa vai blaterando?-
-Dai Vegeta ammettilo, io ti piaccio e mi desideri-
Vegeta non disse niente, portò alla bocca la bottiglietta d’acqua che aveva in mano bevendone a grandi quantità.
Bulma intanto era rimasata lì davanti a fissarlo come se stesse attendendo qualcosa.
Vegeta finì di bere e quando staccò la bottiglia dalla bocca una goccia d’acqua gli scivolò sul mento fino ad arrivare ai pettorali nudi.
-Si può sapere che diavolo vuoi donna?-
Bulma non rispose ma si leccò le labbra con estrema lentezza e il suo sguardo si fermo sui pettorali dove si era femata la gocciolina d’acqua.
Appoggiò le sue piccole mani affusolate sulle spalle del Principe e portò la bocca sul petto per poi risalire con la lingua fino all’angolo della bocca dell’uomo. 
   
 
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