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Autore: Edward_Elric    05/02/2007    16 recensioni
Una storia tratta dal gioco amatoriale di FMA Bluebird's Illusion. La storia di Ed/Pride.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Per prima cosa, mi scuso per l'immenso ritardo di questo capitolo. Purtroppo non ho assolutamente tempo per scrivere, anche se mi piacerebbe. Anche questo capitolo è venuto particolarmente più corto di quanto volessi.
Ho intenzione di continuare, ma non so a che scadenze. Se avrete voglia e pazienza di seguire ancora la storia ve ne sarò grata^^

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GREED

Winry si svegliò, ancora intontita. Non capiva esattamente cosa fosse successo, ma era come se quella fosse stata la più bella dormita della sua vita. Si alzò, strofinandosi gli occhi, quando un'immagine le balzò alla mente. Capelli ed occhi dorati, sguardo impassibile, cappotto nero.

"Ed!"

Il solo ricordo bastò per farla svegliare in pieno e farle ricordare. Scattò in piedi, fissando la sveglia di fianco al letto. Le cinque del pomeriggio, aveva dormito più di quanto immaginasse. Ancora vestita dalla sera prima, corse in bagno per lavarsi e sistemarsi, per poi correre fuori di casa, ricordandosi a malapena di chiudere a chiave la porta. Avrebbe voluto contattare Riza la mattina, prima che iniziasse a lavorare, ma la stanchezza aveva avuto il sopravvento e aveva cambiato tutti i suoi piani. Si diresse alla massima velocità consentita dalle sue gambe alla centrale, sperando che la donna non fosse occupata, cosa che accadeva di rado, purtroppo.

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La giornata di Pride non era stata delle migliori. Vista la scappatella della notte precedente, il Padre gli aveva ordinato di non farsi vedere per un pò in città. Envy era stato mandato a sorvegliare il ragazzo che Lust aveva segnalato come possibile nuovo Greed, mentre la donna era stata incaricata dal Padre di fare diverse compere in città, probabilmente dell'occorente per portare il ragazzo finò al rifugio, sonnifero o cose del genere. Era convinto che nessuno, sebbene fosse una donna affascinante come Lust a chiederglielo, avrebbe accettato di entrare in un posto come il loro rifugio senza fare storie, o domande. Lui in compenso era stato lasciato in compagnia di Gluttony, ed aveva scoperto che l'homunculus era tutt'altro che da compagnia. Non faceva altro che girare da una parte all'altra, con il dito alla bocca, cercando qualcosa da mangiare, e chiedendo di tanto in tanto dove fosse Lust, e quando sarebbe tornata. Pride era talmente stufo di sentirlo ripetere la stessa domanda che si era messo a girare per l'area, cercando di fare qualcosa. Non amava particolarmente quei momenti, ma era sempre meglio che passare la giornata con Envy, che tutta la sera prima aveva continuato a fare battutine sarcastiche su di lui; Lust ormai era talmente esasperata da non dire nulla per fermarlo. Non aveva idea di come sarebbe passato un altro giorno con lui, se non probabilmente con un nuovo litigio.

Passarono le ore, fuori era ormai sera tarda, e finalmente Lust ed Envy fecero ritorno. Envy portava sulle spalle un ragazzo, caricato a mò di sacco di patate. Non aveva idea di come avesserò fatto ad arrivare fin lì con un ragazzo addormentato senza che nessuno li fermasse, probabilmente qualche strategia di Envy, in fondo, era la sua specialità ingannare le persone. L'homunculus poggiò il ragazzo, con ben poca delicatezza, accanto ad una roccia, poi si rivolse a Pride.

"Full Metal Shorty, com'è andata la giornata? Immagino sia piacevole potersi confrontare tutto il giorno con qualcuno che ha le tue stesse capacità mentali"

Pride ignorò Envy, mentre guardava curioso il ragazzo. Era abbastanza alto, almeno da quello che gli sembrava di capire, fisico asciutto ed apparentemente ben allenato, capelli neri e tenuti in alto con un quantitativo industriale di brillantina. Era giovane, non aveva più di 25 anni, ed a detta sua era un gran bel ragazzo. Lust indubbiamente aveva gusto nello scegliere. Gluttony nel frattempo era corso felice verso Lust, mentre la donna si avvicinava con il suo solito passo sensuale. Il Padre nel frattempo si alzò dalla sua sedia, cominciando a scendere.

"Molto bene, Lust, Envy, ottimo lavoro. Ora risvegliatelo"

Senza farselo ripetere, e con un sorriso soddisfatto sulla bocca, Envy si abbassò e diede un paio di schiaffoni in viso al ragazzo, che riaprì lentamente gli occhi, guardando intontito l'homunculus.

"Ma cosa...?"

Sbatte le palpebre, mettendo a fuoco e guardandosi intorno. Non appena si accorse del luogo in cui si trovava spalancò gli occhi e balzò letteralmente in piedi, tanto velocemente che Pride non riuscì nemmeno a capire come fece. Notò poi Lust e la indicò con un dito, irato.

"Tu! Tu hai messo qualcosa in quella stupida bibita che mi hai offerto vero? Questa te la faccio paga..."

Prima che potesse muoversi, Envy lo attaccò direttamente alla parete, tenendolo per il collo con una mano, bloccando i suoi movimenti completamente.

"Shh, fai troppo rumore, umano"

"Vacci piano, Envy. Non voglio che muoia prima di aver tentato"

Il Padre li aveva ormai raggiunti, e stava fissando attentamente il ragazzo, che si dimenava per liberarsi dalla stretta dell'homunculus, decisamente più forte di lui.

"Bel carattere, grintoso. Forse potrebbe farcela"

Gli occhi del ragazzo si spalancarono, mentre cominciò a dimenarsi più forte, tentando di parlare come meglio poteva, vista la mano dell'homunculus stretta attorno alla sua gola.

"So-sopravvivere?? Cosa #@§% volete farmi??"

Il Padre lo ignorò completamente, portandosi un dito alla fronte, su una piccola fessura che Pride aveva sempre notato, senza mai capire cosa fosse. Questa si aprì lentamente, mostrando nient'altro che un terzo occhio, posto in verticale. L'espressione del ragazzo si trasformò in puro terrore, aprì la bocca per urlare, ma Envy lo precedette, tappandogliela con l'altra mano libera.

"Ti ho detto di fare silenzio!"

Il terzo occhio del Padre cominciò a piangere. Un liquido particolarmente denso, rosso sangue, fuoriuscì da esso. Orima che cadesse l'uomo portò la mano sotto il proprio viso, intercettando la traiettoria della goccia. Questa appena a contatto con la mano si raggrumò come fosse mercurio. Era la prima volta che Pride la vedeva, o almeno da quel che ricordava. La pietra filosofale. Il Padre si rivolse a Lust.

"Preparalo"

La donna annuì, avvicinandosi al ragazzo, prendendogli il braccio sinistro e sfilando tranquillamente la manica. Allungò un solo artiglio, quello del dito indice, e traccio sull’avambraccio un sottile ma profondo taglio, per poi tenerlo fermo con una forza decisamente poco umana e ancora meno femminile. Il malcapitato cominciò a muoversi più forte, scuotendo la testa mentre il Padre si avvicinava verso di lui con la solita espressione fredda che lo contraddistingueva. Infilò letteralmente le unghie della mano ancora libera nella carne del braccio di Envy, ma le ferite si rimarginarono subito così com'erano state create. Il Padre era ormai a pochi centimetri da lui. Lasciò cadere la pietra filosofale nella ferita del ragazzo, e questa venne assorbita velocemente, mentre sia Envy che Lust avevano lasciato la presa, allontanandosi. Il ragazzo si accasciò al suolo, urlando di dolore e contorcendosi. Pride sapeva cosa stava succedendo. L'anima contenuta nella pietra filosofale, in questo caso quella di Greed, si stava impossessando del corpo del ragazzo. Dentro di lui era ora in atto una vera e propria guerra psicologica, e se non avesse retto alla cosa, il ragazzo sarebbe morto. L’unico modo che aveva per sopravvivere era accettare di diventare Greed, di ospitare nel suo corpo quell'anima; per questo erano necessari individui adatti. Le urla invasero completamente la sala, echeggiando, quasi inumane. Per quanto potesse essere impassibile, feceòo rabbrividire anche il giovane homunculus dagli occhi dorati. Ma il tutto durò pochi secondi. Un ultimo straziante grido ed il ragazzo si accasciò a terra, immobile. Envy lo guardò piegando la testa leggermente di lato.

"Che sia morto?"

Vi fu qualche istante di silenzio. Il ragazzo era ancora immobile. Envy sbuffò, scocciato, abbassandosi, pronto a prenderlo per caricarlo sulle spalle. Ma prima che arrivasse a toccarlo, il ragazzo si mosse. L’homunculus sogghignò.

“A quanto pare no”

Il ragazzo si rialzò lentamente, facendo perno sulle braccia davanti e rimettendosi in piedi, pulendosi nel mentre dalla polvere, con aria di sufficienza. Una volta in piedi, sfoggiò un sorriso a dir poco squalesco, per poi fissare Envy.

"Non sottovalutare Greed, non farlo mai, uomo-palma"

  
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