Note dell’autrice: Voglio ringraziare e dedicare
questo continuo a: Memi, Francesca Akira 89, Smartgirl, Mijen, Sora89, Eles, Hikarikanna, Elisa… per il vostro sostegno e per i
commenti arguti…e che mi hanno commossa profondamente!^^° Grazie a voi tutti di
cuore!!
Anime intrecciate
Secondo
capitolo
Kari si gettò sul letto.
Il cellulare continuava a vibrare nelle sue mani. Un messaggio, una chiamata
persa.
Al buio nella sua camera osservò il nome di Miyako splendere e illuminarle
il volto.
Fin da piccola se era
successo qualcosa era sempre pronta a consolarla…anche se lei voleva un
supporto alle quattro di notte! Aveva sempre pensato agli altri e non si era
mai chiesta…quali emozioni potevano scaturire da un bacio….
-Takero kun...- esclamò
sentendosi bene.
Come dimenticare quel
calore che aveva sentito, quel suo cuore che batteva all’impazzata…tanto che
forse si era sentito. Le sue gambe, poi che improvvisamente facevano più fatica
a reggerla…e la mente che mentre lo vedeva andar via era bombardata da migliaia
e migliaia di pensieri che lo riguardavano.
-Takero…-
Possibile che le piacesse?
In fondo era un ometto
che giocava a fare il grande.
-No.- disse ad alta voce.
Takero non era un ometto,
lui era un uomo…il fisico e i suoi muscoli scolpiti che aveva visto in quel
bagno ne erano la prova…Scosse il capo rossa nella notte.
-No.- sussurrò di nuovo a
se stessa, rimproverandosi. Non era questo che intendeva.
Takero è una persona che
ha sofferto, e che per questo è stata costretta a crescere in fretta.
Probabilmente doveva mancargli molto Yamato… I due erano così seri, quando lei
li aveva interrotti, preoccupata.
Già a differenza di Yolei
sapeva più o meno a grandi linee la storia di Takero.
I genitori che divorziano
e ritrovarsi a diciotto anni senza una guida materna….bhe alla fine ti sorgono
dei dubbi se tutto sia stato colpa della tua nascita.
Si strinse al cuscino.
Voleva aiutarlo,il suo cuore, la sua anima…voleva aiutarlo davvero.
--
-Prendi al volo!-
Il biondo senza fatica
afferrò un cornetto schizzato a tutta velocità. Si sentiva come nuovo, mentre
invece di solito dopo aver lavorato la notte prima, il lunedì era…tetro.
Sorrise al suo amico e confidente: Ken Ichijouji.
-Grazie.-
Il coinquilino gli prese
a camminare di fianco con dei libri nella mano sinistra. Uno sguardo malizioso
poi si dipinse sulle sue labbra sottili.
-Ti vedo…strano…oggi…-
Tk si soffermò a
scrutarlo.
-Oggi, più di ieri? O più
di domani?-
-Ah….non fare il filosofo
con me, lo sai che non attacca!-
Tk annuì.-Di solito basta
una di queste frasi per mandare in confusione Daisuke!-
-Bhe, con un futuro
investigatore non credo che questo possa funzionare!-
Takero diede un morso al
suo cornetto caldo. Sorrise quel calore non era la stessa alchimia che aveva
provato con la sua “piccola ragazzina”.
-Ti vedo così…da, quando
sei ritornato a casa ieri, dopo che hai accompagnato Kari…che ti ricordo è
l’amore di Davis.-
Tk si rabbuiò per un sol
attimo ma poi si scoprì con le gote leggermente imporporate.
-Si…lei…-
Ken rimase in attesa. Gli
venne da pensare a Yolei. Che cosa assurda! Ma doveva ammettere che anche lui
era stato bene, con quella violacea intorno. Lui per natura così timido…non era
molto bravo a mettere a nudo le proprie emozioni…malgrado fosse un ottimo
osservatore.
-Bhe…ecco adesso ti
racconto una traccia, a cui molti autori si sono ispirati. In poche parole… è
il solito triangolo che può finire nei modi più incredibili o in quelli più
banali. C’è l’amico che comprendere che di solito è sempre un caso raro. C’è
l’amico che non comprende…bingo! C’è sempre però la fine di tutto…-
Ken si passò una mano fra
i capelli.
-Ti piace…agliai …-
--
-HAI visto ieri come era
bello??Piuttosto tu non lo trovi affatto simpatico! Avete fatto uno scambio di
battute al di poco glaciali!-
Kari arrovellò il suo
cappello bianco in mezzo alla strada.
-Ma no…non mi è affatto
antipatico!-
-Accidenti a te…-
continuò quella sorridendo.- Sei entrata anche in bagno proprio quando c’era
lui! Ah…hai visto che faccia ha fatto quando Ken (a proposito che belloccio!)
gli ha detto di suo fratello??-
Kari si voltò verso la
sua migliore amica. Erano in giro per Tokyo… tra un po’ era Natale e la frenesia
dei regali già si sentiva nell’aria.
-Miyako….ho paura a
dirtelo…ma….- Yolei scosse i suoi occhi verso di lei. Guardò intensamente
l’amica, aveva capito che qualcosa era successo. Kari di solito era più
presente e soprattutto rideva molto di più…
-Dimmi.-
-Lui non è giusto per
te…Ieri lui.. mi…mi…-
La voce le si bloccò in
gola. -Mi ha baciata- disse in un sussurro chiudendo gli occhi. - è un
donnaiolo che illude e basta! Non è quello giusto per te!- aggiunse alzando il
livello della voce.
Yolei rimase immobile per
un po’.
-Ah.- disse
semplicemente.
Kari rimase in ascolto il
cuore le batteva forte in petto.
-Mi dispiace…-
-Tanto l’avevo capito…gli
opposti si attraggono sempre.-
-Yolei!-
-Oh! Kari non devi
scusarti! Anzi hai fatto bene! Me l’hai detto prima che mi intontiva di più
questa storia!!-
Kari si mise a ridere.
-Grazie Miya!-
-Piuttosto…come è
stato??-
-Cosa?-
-Come cosa!!-
Kari fece una faccia a
punto interrogativo.
-Il bacio!!-
I tratti della castana si
ingentilirono, era libera di provare quelle emozioni senza sentirsi in colpa.
Volteggiò in mezzo alla strada.
-è stato come … la neve
che dipinge di bianco tutta la città in una giornata scura, quando meno te lo
aspetti. È stato come se i colori danzassero in armonia su una tela… per un sol
attimo tutte le paure più stupide si sono allontanate da me e mi abbiano fatto
sentire completa.-
-Uao… sei innamorata…-
--
Taichi scrisse
velocemente delle note musicali su un foglio.
-Quindi…mia sorella stava
con Takero…chissà come si sono conosciuti…-
Matt fece ondulare la sua
zazzera bionda.
-L’ha accompagnata a
casa…non so altro.-
Taichi alzò i suoi occhi
castani.
-Matt.-
-Mhm…- mugugnò quello
aprendo un cassetto della sua camera, con la chitarra addosso, quasi come
seconda pelle.
-Non riesco a capire cosa
sia successo tra te e Takero. Cosa non riesci a perdonargli?!-
Taichi continuò a parlare
il suo sguardo era severo. -Lo sai che lui ha sofferto e soffre come te….se non
di più.-
Yamato si girò di scatto.
-Io non riesco a capire perché non è venuto da me allora...sono stato solo un
pessimo fratello per lui!?-…-Non gli do nessuna colpa…non l’ho mai incolpato né
del divorzio né di questa fuga dal ruolo materno…io mi sento male perché non
sono riuscito ad essere il suo punto di riferimento!. Mi vergogno perché lui ha
fatto tutto da solo, senza venire a chiedere aiuto a me o a mio padre. Non l’ho
mai visto piangere…e sai cosa vuol dire…? Che non sono stato nulla per lui, che
io non sono la sua famiglia!-
Il suo sfogo assomigliò
al ruggito di dolore di un leone in gabbia. Taichi sorrise.-L’orgoglio, quindi
è l’orgoglio che non ti fa dormire…-
-No.-
Parlò piano Matt
chiudendo i suoi occhi.- è il fallimento a non farmi chiudere occhio, la
consapevolezza di non averlo aiutato.-
-Lo sai cosa penso? Che sia
tutto un fraintendimento. In fondo tu sei chiaro solo quando canti delle
canzoni!-
Un cuscino colpi a pieno
la faccia di Taichi che scoppiò a ridere.
La suoneria di un
cellulare poi si pronunciò nell’aria.
-Pronto?- Matt rispose
con la sua proverbiale indifferenza.
--
Tk era in piedi davanti a
quella cabina telefonica.
-Io lo so che posso star
tranquillo. Ma ti prego chiama anche Yamato, mamma.-
-Se me ne sono andata non
è stato per voi. Io amo i miei figli..e che davvero non riesco a dimenticare
quell’uomo, non riesco a dimenticare vostro padre e …- La voce della madre gli
giunse inaspettata e le lacrime gli scesero lungo le gote. Ma non si accorse di
aver stretto i pugni.
-Non capisco, davvero non
ti capisco! Non è un buon motivo per avermi lasciato da solo!! Non è un buon
motivo per avermi scaricato a casa di Ken!!!Ti rendi conto di quello che dici?
Sei ancora innamorata di papà!? Allora forse…un motivo c’è! Non te lo sei mai
domandato??-
-Lo so Takero. Ho fallito
come madre.-
-Non fare la vittima!
Difenditi per una volta!.-
-A Natale torno per un
paio di giorni. Il mio lavoro qui è molto buono e se ti ho lasciato lì è
perché a Tokyo che hai la tua
vita. Mentre Tokyo per me vuol dire solo sofferenza.-
-Bene. Ciao.- glaciale
come suo padre più di sei anni fa.
-Ciao Takero.-
--
-Kariiiiii!!!!!!-
Yolei continuò a
camminare trainando la sua migliore amica fra i negozi del quartiere: cercavano
di seminare qualcuno. Le cinque di
pomeriggio ed è inutile dire che il consumismo le aveva spinte a uscire di
nuovo in quella giornata. –Non voltarti, cammina più spedita.-
-Sei tremenda Yolei!-
La viola incrementò il
passo somigliava molto in quel momento a un carrammato .
-Non credi che dovremmo
fermarci…almeno lo salutiamo!-
-Non dire scemenze!! Non
è Tk o Ken…è Daisuke!-
Appena pronunciate quelle
parole. Le due ragazze se lo trovarono di fronte sorridente.
-Non potete sfuggirmi io
sono nato in questo quartiere! Conosco le più piccole scorciatoie! Allora, dove
andavi di bello mia dolce Hikari-chan!?-
--
-Ehy.-
-Au.-
Sora si mise a ridere
dopo aver pronunciato quelle parole.
-Certo che a noi basta
anche un borbotto e ci capiamo al volo!-
Sora mise da parte un
pacco di fazzoletti.
-Che è successo qualcosa?
Ti vedo strana!-
-Perché?-
-Bhe hai gli occhi rossi,
sembra quasi che tu abbia pianto.-
Sora non rispose ma annui
tristemente.
-Io e il mio ragazzo
abbiamo rotto.-
-Ti sei lasciata con
Miroku?-
-Già.-
-Bene.-
Sora sgranò gli occhi
ramati.
-Come bene??-
Inquadrò la figura del
biondo.
-Quel tipo non mi
piaceva…ti ha fatto solo soffrire! Dai Sora fidati di Takero!-
La ragazza si mise a
ridere.
-Mi sa che dovremmo
incominciare a pulire…tra un po’ apriamo!-
-Agli ordini capo!-
-Piuttosto tra un paio di
giorni, a Natale verrà a suonare una band….hai visto dove Yamazaki ha sistemato
l’amplificatore??-
Takero si fermò bloccando
le sue azioni nel locale.
-Una band?- chiese come
per accettarsi di quello che aveva sentito.
-Si…- Sora si bloccò.
Capì il pensiero del fratello adottivo. –Andrà tutto bene…animo!- disse
cercando di sorridere anche se per lei quella era una giornata no.
--
-STAI SCHERZANDO????-
Taichi fece un sorrisone
aprendo l’armadio della sorella.
-Kari tu vieni con me,
stasera, così mi consigli…sai dobbiamo andare a suonare in un locale e mi servi
assolutamente!-
-Ma….ma…ma è il BLUE
SKY!!!!-
Tai fece una faccia come
per dire: lo so, ma che ti prende?
Kari si rabbuiò, ma poi
le sue gote si dipinsero di rosso e annuì felice.
-Ma viene anche Yolei!!!-
--
-Yolei… davvero tu e Kari
insieme al divino Taichi state andando al Blue Sky, stasera??-
-Come lo sai brutto
cavolfiore??-
-Ho incontrato il divino
Taichi che tutto felice mi ha detto che avrebbero suonato lì.. e quindi…-
-Zte! Non provare a
venire, questa sarà una serata rovinata con te fra i piedi!!-
-Brutta megera!!! Guarda
che io e Kari andiamo d’accordissimo!!!-
Yolei osservò il castano,
aveva una calcolatrice in mano e la utilizzava nel negozio di alimentari dei
suoi genitori.
-Porto Ken! Se vengo….
stiamo tutti insieme e Takero può portarci da bere!! Ohohoh…sono diabolico!!!-
-Sei solo uno stolto…e
poi posso anche chiedere io da sola a Ken se vuole venire o no!-
-Ti sfido megera!-
-Grrrr…dammi il suo
numero, pivellino!-
-Guarda che è dietro di
te.-
Yolei fece una faccia
indescrivibile. Si voltò sorridendo.
Ichijouji era davvero lì
con una scatola del tonno in una mano.
-Ciao…-
-Ciao Miyako…spero che
Davis non ti stia importunando…-
Yolei fulminò il castano
prima di ricambiare quello sguardo. Ken le piaceva ed era anche più carino del
fratello di Yamato.
-No, è solo un lattante.-
Ken si mise a ridere.
Daisuke non gradì
quell’affronto. Fece uno sguardo malizioso.
-Piuttosto…se no mi
sbaglio Yolei ti doveva chiedere una cosa Ken.-
Miyako diventò rossa,
spremé diverse cifre sul calcolatore di suo padre. 789543…
-SI ECCO…KEN….MI STAVO
CHIEDENDO…SE…-
32748343894Y37463273247368926767825760458’967………..
-SEI LIBERO STASERA?????-
si accorse di aver urlato, sbatte le ciglia un paio di volte come per rimediare
al danno.
TUM…4234566…TUM…47483738…
l’elemento elettronico era un tutt’uno con lei…oramai…
-Molto volentieri
Miya!!!-
Daisuke si pizzicò la
lingua mentre il padre della viola si sarebbe contato i capelli bianchi che
aveva in testa quella sera.
--
Matt strofinò i suoi
capelli dorati. Aveva fatto una doccia bollente e lo specchio ora si era
appannato e non faceva intravedere la sua altera figura.
Le dita trasportarono via
quel leggero vapore acqueo incontrando solo il freddo del vetro. I suoi occhi
azzurri brillavano come due zaffiri. Non aveva mai dato molta importanza al suo
aspetto. …Ma era fiero di quegli occhi. Sorrise. Questo può sembrare un
pensiero vanitoso, ma non è così. Lui ama il colore dei suoi occhi perché è lo
stesso che lo accomuna a Takero. Fin da quando erano piccoli le persone
capivano subito che erano parenti, proprio da quella somiglianza. -Avete gli
stessi occhi.-
Il cellulare vibra sul
mobiletto del piccolo bagno interrompendo quello scavo introspettivo. Uno
squillo: Taichi.
È in ritardo, lo sa bene,
ma non può fare a meno di sentirsi così, di agire in quel modo.
È come se il suo cuore si
fosse atrofizzato…come se non ci fosse niente dentro di lui. Come se il suo
cuore fosse appannato come lo specchio che gli stava davanti. Forse la
separazione, gli sguardi pieni d’odio, il suo sentirsi un essere inutile per
così tanto tempo, gli ha provocato più danni di quelli che pensava.
Sorride di nuovo Yamato e
accende il phon.
Adesso i suoi gesti sono
più veloci come il filo dei suoi pensieri.
Pensa che deve ancora
finire la sua canzone. La loro canzone. Taichi in quello aveva ragione, era più
bravo a farsi capire cantando che a parole. Anche in quello…completamente diverso
dal suo T.k. … che aveva l’ambizione di diventare uno scrittore….
Parole imprigionate in
litanie senza tempo,dentro e attorno a lui.
--
-Quanto rumore che c’è!-
-è un locale che ti
aspettavi…musica classica!?-
Kari si guardò in giro,
dov’era Miya-chan??Ma i suoi occhi curiosi cercavano un’altra figura che
occupava i suoi pensieri.
-Kari…- Si sentì
chiamare. Sorrise nel vedere la sua migliore amica.
-Yolei..!- ma il saluto
le morì in gola quando assieme a lei c’era anche Daisuke!
-Davis, che ci fai qui???-
chiese Taichi in tono quasi burbero. Tanto, per lui nessun ragazzo meritava il
cuore della sorella. -Ma.. ma divino Taichi!-
-Uh! Ciao Ken!-Sussurrò
poi la castana abbastanza perché Ichijouji la sentisse.
-Si sono venuto con
Yolei…-
Quelle frasi la fecero
ridere e notò con piacere il rossore sulle guance della ragazza.
-Che bello!-
-Venite andiamoci a
sedere…deve venire anche Matt…-
--
-Cosa prendete?-
Sora si avvicinò al
tavolo dei nostri amici. Era vestita in modo impeccabile e non aveva più l’aria
di una persona che aveva sofferto.
Taichi le sorrise di
rimando. Che bella ragazza… si disse.
-Aspettiamo un nostro
amico…-
Sora chiuse il libricino
degli appunti, annuendo.
Kari si alzò. –Scusate io
vado…a prendere ehm.. ehm…-
Yolei intervenne pronta
come sempre.- Signorina, ce li prendiamo da noi i nostri drink. Solo che c’è
molta confusione ed è difficile scorgere il barrista!-
-Ahm…Takero vedete…eccolo
là è impegnato in una delle sue evoluzioni!-
Kari sorrise felice,
Yolei ritornò a sedersi e lanciò uno sguardo di vittoria a Davis che perse di
vista la sua amata, quando un omaccione si mise di striscio.
Sora si mise a ridere,
sapeva del successo che avevano con le donne i sue barristi….
I capelli ramati le
incorniciavano il viso; che si rabbuiò quando una figura si avvicinò a lei.
Un ragazzo le prese un
braccio. Sembrava furioso.
--
-Ciao piccola mia, che
fai sei venuta a chiedermi scusa?-
-Manco per sogno!!-
Takero si voltò un sol
attimo. Versò un alcolico a un ragazzo.
Poi si avvicinò al volto
di lei, finalmente libero anche se per un minuto.
-Con chi sei venuta? Non
mi piace che frequenti questo posto!.-
-Perché ti sembro troppo
giovane?-
Takero sorrise
amabilmente. Le sfiorò una guancia.
-Perché sei troppo
bella…che ti potrebbero rapire, piccola mia.-
Kari divenne paonazza.
-Non provare a fare il
galantuomo! Tanto io lo so che sei un donnaiolo, cosa credi?!- Tk si mise a
ridere per poi servire un analcolico.
-Allora perché sei qui?-
Kari sostenne il suo
sguardo. - Controllo che non ti metti nei guai, ragazzino.-
Takero le sorrise, si
avvicinò di nuovo a lei. L’altro barrista Yamazaki, lavorò leggermente per due
in quel momento.
- Dopo scappiamo via, io
e te.-
-Te lo scordi!- quella
risposta non era affatto vera ma Kari doveva proteggersi, non voleva soffrire e
soprattutto non voleva essere ingannata. Takero le sfiorò una ciocca di capelli
che le ricadeva vicino alle guance. Sentì in quel momento il biondo, il suo
cuore andare allo steso ritmo della musica.
Ma una scena lo bloccò a
suo malincuore.
--
-Perché mi hai
lasciato???- tuonò facendola tremare.
Sora lo fulminò…i suoi
occhi prima, non sembravano essere
capaci ad un simil sguardo.
-Lasciami Miroku.
-esclamò fredda e glaciale.
Quello invece la scosse,
gli occhi verdi sembravano non arrendersi. Taichi saltò in piedi come una
molla.
-Sora!-
-Io adesso sto bene! Io
non sono il tipo che si fa solo usare! Capito??! Non voglio più stare con uno
come te!-
L’uomo sembrava non
volerla ascoltare. La scosse di nuovo e più violentemente tanto che il
libricino degli appunti le scappò di mano. Alcune persone smisero di ballare e
si fermarono a guardarli.
-Vattene!- gli sibilò
sicura di se stessa.
-NO!-urlò quello furioso.
Taichi stava per intromettersi
lui era uno che di solito fermava quel genere di scene.
Ma con sua sorpresa non
fu la sua voce a rompere quella conversazione.
-EHI, NON L’HAI SENTITA??
Sparisci dalla sua e dalla mia vista.-
Yamato.
In piedi davanti a
quell’uomo sfrontato come sempre. L’individuo si voltò come se morso da una
tarantola, con una rabbia immensa nell’animo.
-Non intrometterti
damerino!.-
Sora si sovrappose
bloccando le parole che stava per esclamare il biondo. La sua gentilezza riparò
tutto. Prese le mani dell’ex amato e lo guardò negli occhi.
-Mi dispiace davvero…ma
cerca di capirmi io non sono più innamorata di te…io adesso sto con questo
giovane!- sfacciatamente indicò il fratello di Takero. Non l’aveva mai visto ma
sperò che quello li reggesse il gioco.
-perdonami ma io non ti
merito. Ti prego…vattene ora.-
Miroko si guardò attorno.
Ma che emerita figura… che stava facendo. Osservò per l’ultima volta Sora poi
scoccò uno sguardo d’odio al biondo.
-Addio.- sibilò uscendo
velocemente da lì.
--
Kari si voltò dove gli
occhi di Takero si erano fermati. La barrista e un giovane stavano discutendo.
Trasalì quando il biondo
che se ne stava fermo dietro al bancone, lasciò andare un nome.
-Matt…- quel suo tono
mesto e allo stesso tempo curioso la fece rigirare verso di lui.
Chissà se soffriva molto…
-Barrista! Ehy una birra
per favore!!!-
--
Sora si asciugò una sola
lacrima con il polpastrello. Si ricordò allora del posto in cui si trovava e
del ruolo che ricopriva.
Mentre si voltava
riconobbe gli stessi occhi azzurri del suo migliore amico.
-Take…- il nome si
bloccò. Un pensiero le passò nella mente; abbassò il volto e ringrazio, prima
di riprendere il libro dei suoi appunti.
-Scusate…-
-Ciao…- fece il biondo
vedendo allontanare la sua nuova ragazza… e la schiena di Daisuke.
--
Davis aveva lasciato il
tavolo, perché non avrebbe sopportato colui che stava per prendere posto. Ken
invece a malincuore, fece una smorfia mite quando il fratello di Takero si
sedè.
Quello realizzò il posto
in cui si trovava e gli venne spontaneo girarsi verso il bancone al centro
della sala. Ma le persone che lo attorniavano non facevano vedere nulla.
-Sta lavorando.-
La voce di Ichijouji gli
ricordò il compito che stavano ricoprendo il fratello minore.
Il suo sguardo glaciale
gli ricadde sopra.
-Lo so.-
--
-Kari, vieni via dal
bancone…-
La castana si voltò verso
Daisuke. I suoi occhi erano commossi. Davis si sentì morire quando una lacrima
rigò il volto dell’amata.
-Ehy…che fai stai piangendo.-
I suoi occhi neri
avvolsero la figura di Takero, la sua voce assunse un tono severo.
-è stato lui???-
Kari scosse il capo
alzandosi.
-Ho bisogno di una
boccata d’aria.- Takero la vide allontanarsi…fu come un tuffo nel passato.
Quante volte si era sentito così vedendo una schiena che scompariva
all’orizzonte. Una persona dovette chiamarlo molte volte prima di ricevere la
propria birra.
--
Sora si avvicinò al
tavolo, un vassoio e delle birre fecero il loro ingresso sul tavolo.
-Mi dispiace e grazie ancora.-
esclamò sorridente.
Gli occhi di Yamato si
fusero con i suoi.
-Poi noi dovremmo parlare
con il proprietario, siamo la band che deve venire a suonare qui…- Tai parlò
molto cordialmente. Sora si illuminò e arrossì annuendo.
-Va bene, dopo potete
chiedere a Takero, di solito è lui che parla con il capo…è il barrista biondo e
con gli occhi azzurri non potete sbagliarvi…-
-Lo so è mio fratello.-
Yamato scosse una mano, il volto di Ken fece un’altra smorfia ma quello che ci
colpisce è il volto della Takenouci.
-Tu sei Yamato Ishida??!-
Il biondo si voltò
sorpreso.
-Takero mi racconta molto
spesso di te.-
Taichi scrutò la figura
della signorina.
-Mi racconta di come non
riusciate a capirvi…malgrado parlate la stessa lingua. Mi racconta di come vi
guardate con odio….malgrado il legame che vi unisce!- La sua voce si addolcì.
-Come fai a non fare nulla, eppure mi sembri un tipo intelligente.-
Yamato si alzò dal
tavolo. Ecco la paura che gli attanaglia di nuovo lo stomaco.
-Come ti permetti di
giudicare me e la mia vita, se neanche mi conosci?!-
-Mi permetto, perchè
Takero veniva a piangere sulla mia spalla, quando invece avrebbe voluto venire
da te!-
-Ma perché non l’ha
fatto!- Matt si accorse di aver urlato. Lanciò uno sguardo d’odio e di
tristezza alla Takenouci che tremò.
-Non lo so, ma credo che
dovresti fare qualcosa. Lui vuole essere salvato, ma se tu non lo perdoni come
fa a divenire finalmente tuo fratello?!I figli non hanno e non sono le colpe
dei loro genitori!-
Yamato rimase in
silenzio. Si diresse dopo molto tempo verso il bancone.
Takero lo osservò mentre
si avvicinava, fece l’indifferente, ma la sua mano tremò versando un Jack
Daniel’s.
-Dobbiamo parlare.-
--
-Perché piangi?? Eh
Kari??-
-è per Takero…-
Daisuke strabuzzo gli
occhi. Capì in quell’istante di quanto la sua vita l’avesse portato a
illudersi.
-Insomma, ha paura di
esprimere i suoi sentimenti, ha paura di mostrarsi per come è davvero. Vorrebbe
abbracciare il fratello e invece scappa. È brutto quando due persone vivono di
rimpianti.-
-Kari….-
-Io in realtà non ho
fatto molte scelte, mi sono accorta di non essere poi così forte come pensavo.
L’aver fatto diciotto anni non ti prepara a quello che poi è la vita. È
qualcosa che devi imparare da sola ed è come una tela…-
-Un quadro?-
-Si…devi prendere delle
scelte…come quando devi decidere se unire o no due colori complementari o due
colori neutri…-
-Kari..posso…posso
chiederti una cosa?-
La ragazzina si voltò.
Annuì.
-…Tu a che colore mi
assoceresti?-
-All’arancione…- Un
sorriso sbocciò sulle sue labbra carnose.
-Sei sempre di buon
umore, allegro …sei Daisuke.-
Il ragazzino arrossì.-
Quindi tu provi solo dell’amicizia per me?-
Kari lo guardò lungamente
prima di rispondere.
-Si Daisuke.-
-Bene. L’importante è
amare. Perché tu sapevi…sai.. che io…-Davis arrossì. -Che io ti amo Kari…ma non
ha importanza…io non potrei mai odiarti. O odiare voi due.-
Kari abbracciò
leggermente il suo ex compagno di banco.
Poi si scosto.-Come voi
due?-
-Bhe..non negherai che tu
e Takero formate un bel quadro insieme…-
Kari sorrise la luce di
un palo le animò le gote in fiamme.
-Siete intrecciati
come…come … un cesto di vimini o come le chele di un granchio…-
-Grazie Daisuke…ma
ricorda che io non sarei mai quella che sarei oggi se non avessi avuto un amico
come te.- La castana porse la mano che lui afferrò a malincuore. Lo sapeva, che
Hikari non provava niente per lui, e in fondo non gli dispiaceva aver vissuto per
tutto quel tempo…solo di sogni. Gli uomini in fondo non sono fatti solo di
carne ma di dolci illusioni…