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Autore: Sae    05/02/2007    6 recensioni
-Lo incontreremo prima o poi. Non preoccuparti, arriverà quello giusto.- Il pennello scivolava sulla tela trasportando la materialità del rosso. Le dita sottili ed esili si muovevano silenziosamente e i suoi occhi non perdevano nessun suo gesto. L’amica la guardava, mentre scriveva qualcosa di incomprensibile su un foglio.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yamato Ishida/Matt
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Kari si gettò sul letto

Note dell’autrice: Voglio ringraziare e dedicare questo continuo a: Memi,  Francesca Akira 89, Smartgirl, Mijen, Sora89, Eles, Hikarikanna, Elisa… per il vostro sostegno e per i commenti arguti…e che mi hanno commossa profondamente!^^° Grazie a voi tutti di cuore!!

 

 

 

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Secondo capitolo

 

 

 

Kari si gettò sul letto. Il cellulare continuava a vibrare nelle sue mani. Un messaggio, una chiamata persa.

 

Al buio nella sua camera osservò il nome di Miyako splendere e illuminarle il volto.

Fin da piccola se era successo qualcosa era sempre pronta a consolarla…anche se lei voleva un supporto alle quattro di notte! Aveva sempre pensato agli altri e non si era mai chiesta…quali emozioni potevano scaturire da un bacio….

-Takero kun...- esclamò sentendosi bene.

Come dimenticare quel calore che aveva sentito, quel suo cuore che batteva all’impazzata…tanto che forse si era sentito. Le sue gambe, poi che improvvisamente facevano più fatica a reggerla…e la mente che mentre lo vedeva andar via era bombardata da migliaia e migliaia di pensieri che lo riguardavano.

 

-Takero…-

 

Possibile che le piacesse?

In fondo era un ometto che giocava a fare il grande.

-No.- disse ad alta voce.

Takero non era un ometto, lui era un uomo…il fisico e i suoi muscoli scolpiti che aveva visto in quel bagno ne erano la prova…Scosse il capo rossa nella notte.

-No.- sussurrò di nuovo a se stessa, rimproverandosi. Non era questo che intendeva.

Takero è una persona che ha sofferto, e che per questo è stata costretta a crescere in fretta. Probabilmente doveva mancargli molto Yamato… I due erano così seri, quando lei li aveva interrotti, preoccupata.

Già a differenza di Yolei sapeva più o meno a grandi linee la storia di Takero.

I genitori che divorziano e ritrovarsi a diciotto anni senza una guida materna….bhe alla fine ti sorgono dei dubbi se tutto sia stato colpa della tua nascita.

 

Si strinse al cuscino. Voleva aiutarlo,il suo cuore, la sua anima…voleva aiutarlo davvero.

--

 

-Prendi al volo!-

 

Il biondo senza fatica afferrò un cornetto schizzato a tutta velocità. Si sentiva come nuovo, mentre invece di solito dopo aver lavorato la notte prima, il lunedì era…tetro.

 

Sorrise al suo amico e confidente: Ken Ichijouji.

 

-Grazie.-

Il coinquilino gli prese a camminare di fianco con dei libri nella mano sinistra. Uno sguardo malizioso poi si dipinse sulle sue labbra sottili.

-Ti vedo…strano…oggi…-

Tk si soffermò a scrutarlo.

-Oggi, più di ieri? O più di domani?-

-Ah….non fare il filosofo con me, lo sai che non attacca!-

Tk annuì.-Di solito basta una di queste frasi per mandare in confusione Daisuke!-

-Bhe, con un futuro investigatore non credo che questo possa funzionare!-

Takero diede un morso al suo cornetto caldo. Sorrise quel calore non era la stessa alchimia che aveva provato con la sua “piccola ragazzina”.

-Ti vedo così…da, quando sei ritornato a casa ieri, dopo che hai accompagnato Kari…che ti ricordo è l’amore di Davis.-

Tk si rabbuiò per un sol attimo ma poi si scoprì con le gote leggermente imporporate.

-Si…lei…-

Ken rimase in attesa. Gli venne da pensare a Yolei. Che cosa assurda! Ma doveva ammettere che anche lui era stato bene, con quella violacea intorno. Lui per natura così timido…non era molto bravo a mettere a nudo le proprie emozioni…malgrado fosse un ottimo osservatore.

-Bhe…ecco adesso ti racconto una traccia, a cui molti autori si sono ispirati. In poche parole… è il solito triangolo che può finire nei modi più incredibili o in quelli più banali. C’è l’amico che comprendere che di solito è sempre un caso raro. C’è l’amico che non comprende…bingo! C’è sempre però la fine di tutto…-

Ken si passò una mano fra i capelli.

-Ti piace…agliai …-

--

-HAI visto ieri come era bello??Piuttosto tu non lo trovi affatto simpatico! Avete fatto uno scambio di battute al di poco glaciali!-

Kari arrovellò il suo cappello bianco in mezzo alla strada.

-Ma no…non mi è affatto antipatico!-

-Accidenti a te…- continuò quella sorridendo.- Sei entrata anche in bagno proprio quando c’era lui! Ah…hai visto che faccia ha fatto quando Ken (a proposito che belloccio!) gli ha detto di suo fratello??-

Kari si voltò verso la sua migliore amica. Erano in giro per Tokyo… tra un po’ era Natale e la frenesia dei regali già si sentiva nell’aria.

-Miyako….ho paura a dirtelo…ma….- Yolei scosse i suoi occhi verso di lei. Guardò intensamente l’amica, aveva capito che qualcosa era successo. Kari di solito era più presente e soprattutto rideva molto di più…

-Dimmi.-

-Lui non è giusto per te…Ieri lui.. mi…mi…-

La voce le si bloccò in gola. -Mi ha baciata- disse in un sussurro chiudendo gli occhi. - è un donnaiolo che illude e basta! Non è quello giusto per te!- aggiunse alzando il livello della voce.

Yolei rimase immobile per un po’.

-Ah.- disse semplicemente.

Kari rimase in ascolto il cuore le batteva forte in petto.

-Mi dispiace…-

-Tanto l’avevo capito…gli opposti si attraggono sempre.-

-Yolei!-

-Oh! Kari non devi scusarti! Anzi hai fatto bene! Me l’hai detto prima che mi intontiva di più questa storia!!-

Kari si mise a ridere.

-Grazie Miya!-

-Piuttosto…come è stato??-

-Cosa?-

-Come cosa!!-

Kari fece una faccia a punto interrogativo.

-Il bacio!!-

I tratti della castana si ingentilirono, era libera di provare quelle emozioni senza sentirsi in colpa. Volteggiò in mezzo alla strada.

-è stato come … la neve che dipinge di bianco tutta la città in una giornata scura, quando meno te lo aspetti. È stato come se i colori danzassero in armonia su una tela… per un sol attimo tutte le paure più stupide si sono allontanate da me e mi abbiano fatto sentire completa.-

-Uao… sei innamorata…-

--

 

Taichi scrisse velocemente delle note musicali su un foglio.

-Quindi…mia sorella stava con Takero…chissà come si sono conosciuti…-

Matt fece ondulare la sua zazzera bionda.

-L’ha accompagnata a casa…non so altro.-

Taichi alzò i suoi occhi castani.

-Matt.-

-Mhm…- mugugnò quello aprendo un cassetto della sua camera, con la chitarra addosso, quasi come seconda pelle.

-Non riesco a capire cosa sia successo tra te e Takero. Cosa non riesci a perdonargli?!-

Taichi continuò a parlare il suo sguardo era severo. -Lo sai che lui ha sofferto e soffre come te….se non di più.-

Yamato si girò di scatto. -Io non riesco a capire perché non è venuto da me allora...sono stato solo un pessimo fratello per lui!?-…-Non gli do nessuna colpa…non l’ho mai incolpato né del divorzio né di questa fuga dal ruolo materno…io mi sento male perché non sono riuscito ad essere il suo punto di riferimento!. Mi vergogno perché lui ha fatto tutto da solo, senza venire a chiedere aiuto a me o a mio padre. Non l’ho mai visto piangere…e sai cosa vuol dire…? Che non sono stato nulla per lui, che io non sono la sua famiglia!-

 

Il suo sfogo assomigliò al ruggito di dolore di un leone in gabbia. Taichi sorrise.-L’orgoglio, quindi è l’orgoglio che non ti fa dormire…-

-No.-

Parlò piano Matt chiudendo i suoi occhi.- è il fallimento a non farmi chiudere occhio, la consapevolezza di non averlo aiutato.-

-Lo sai cosa penso? Che sia tutto un fraintendimento. In fondo tu sei chiaro solo quando canti delle canzoni!-

Un cuscino colpi a pieno la faccia di Taichi che scoppiò a ridere.

La suoneria di un cellulare poi si pronunciò nell’aria.

-Pronto?- Matt rispose con la sua proverbiale indifferenza.

 

--

Tk era in piedi davanti a quella cabina telefonica.

-Io lo so che posso star tranquillo. Ma ti prego chiama anche Yamato, mamma.-

-Se me ne sono andata non è stato per voi. Io amo i miei figli..e che davvero non riesco a dimenticare quell’uomo, non riesco a dimenticare vostro padre e …- La voce della madre gli giunse inaspettata e le lacrime gli scesero lungo le gote. Ma non si accorse di aver stretto i pugni.

-Non capisco, davvero non ti capisco! Non è un buon motivo per avermi lasciato da solo!! Non è un buon motivo per avermi scaricato a casa di Ken!!!Ti rendi conto di quello che dici? Sei ancora innamorata di papà!? Allora forse…un motivo c’è! Non te lo sei mai domandato??-

-Lo so Takero. Ho fallito come madre.-

-Non fare la vittima! Difenditi per una volta!.-

-A Natale torno per un paio di giorni. Il mio lavoro qui è molto buono e se ti ho lasciato lì è perché  a Tokyo che hai la tua vita. Mentre Tokyo per me vuol dire solo sofferenza.-

-Bene. Ciao.- glaciale come suo padre più di sei anni fa.

-Ciao Takero.-

--

-Kariiiiii!!!!!!-

Yolei continuò a camminare trainando la sua migliore amica fra i negozi del quartiere: cercavano di  seminare qualcuno. Le cinque di pomeriggio ed è inutile dire che il consumismo le aveva spinte a uscire di nuovo in quella giornata. –Non voltarti, cammina più spedita.-

-Sei tremenda Yolei!-

La viola incrementò il passo somigliava molto in quel momento a un carrammato .

-Non credi che dovremmo fermarci…almeno lo salutiamo!-

-Non dire scemenze!! Non è Tk o Ken…è Daisuke!-

Appena pronunciate quelle parole. Le due ragazze se lo trovarono di fronte sorridente.

-Non potete sfuggirmi io sono nato in questo quartiere! Conosco le più piccole scorciatoie! Allora, dove andavi di bello mia dolce Hikari-chan!?-

--

 

-Ehy.-

-Au.-

Sora si mise a ridere dopo aver pronunciato quelle parole.

-Certo che a noi basta anche un borbotto e ci capiamo al volo!-

Sora mise da parte un pacco di fazzoletti.

-Che è successo qualcosa? Ti vedo strana!-

-Perché?-

-Bhe hai gli occhi rossi, sembra quasi che tu abbia pianto.-

 

Sora non rispose ma annui tristemente.

-Io e il mio ragazzo abbiamo rotto.-

-Ti sei lasciata con Miroku?-

-Già.-

-Bene.-

Sora sgranò gli occhi ramati.

-Come bene??-

Inquadrò la figura del biondo.

-Quel tipo non mi piaceva…ti ha fatto solo soffrire! Dai Sora fidati di Takero!-

La ragazza si mise a ridere.

-Mi sa che dovremmo incominciare a pulire…tra un po’ apriamo!-

-Agli ordini capo!-

-Piuttosto tra un paio di giorni, a Natale verrà a suonare una band….hai visto dove Yamazaki ha sistemato l’amplificatore??-

Takero si fermò bloccando le sue azioni nel locale.

-Una band?- chiese come per accettarsi di quello che aveva sentito.

-Si…- Sora si bloccò. Capì il pensiero del fratello adottivo. –Andrà tutto bene…animo!- disse cercando di sorridere anche se per lei quella era una giornata no.

 

--

 

-STAI SCHERZANDO????-

 

Taichi fece un sorrisone aprendo l’armadio della sorella.

-Kari tu vieni con me, stasera, così mi consigli…sai dobbiamo andare a suonare in un locale e mi servi assolutamente!-

-Ma….ma…ma è il BLUE SKY!!!!-

Tai fece una faccia come per dire: lo so, ma che ti prende?

Kari si rabbuiò, ma poi le sue gote si dipinsero di rosso e annuì felice.

-Ma viene anche Yolei!!!-

 

--

-Yolei… davvero tu e Kari insieme al divino Taichi state andando al Blue Sky, stasera??-

-Come lo sai brutto cavolfiore??-

-Ho incontrato il divino Taichi che tutto felice mi ha detto che avrebbero suonato lì.. e quindi…-

-Zte! Non provare a venire, questa sarà una serata rovinata con te fra i piedi!!-

-Brutta megera!!! Guarda che io e Kari andiamo d’accordissimo!!!-

Yolei osservò il castano, aveva una calcolatrice in mano e la utilizzava nel negozio di alimentari dei suoi genitori.

-Porto Ken! Se vengo…. stiamo tutti insieme e Takero può portarci da bere!! Ohohoh…sono diabolico!!!-

-Sei solo uno stolto…e poi posso anche chiedere io da sola a Ken se vuole venire o no!-

-Ti sfido megera!-

-Grrrr…dammi il suo numero, pivellino!-

-Guarda che è dietro di te.-

 

Yolei fece una faccia indescrivibile. Si voltò sorridendo.

Ichijouji era davvero lì con una scatola del tonno in una mano.

-Ciao…-

-Ciao Miyako…spero che Davis non ti stia importunando…-

Yolei fulminò il castano prima di ricambiare quello sguardo. Ken le piaceva ed era anche più carino del fratello di Yamato.

-No, è solo un lattante.-

Ken si mise a ridere.

Daisuke non gradì quell’affronto. Fece uno sguardo malizioso.

-Piuttosto…se no mi sbaglio Yolei ti doveva chiedere una cosa Ken.-

Miyako diventò rossa, spremé diverse cifre sul calcolatore di suo padre. 789543…

 

-SI ECCO…KEN….MI STAVO CHIEDENDO…SE…-

 

32748343894Y37463273247368926767825760458’967………..

 

-SEI LIBERO STASERA?????- si accorse di aver urlato, sbatte le ciglia un paio di volte come per rimediare al danno.

TUM…4234566…TUM…47483738… l’elemento elettronico era un tutt’uno con lei…oramai…

 

-Molto volentieri Miya!!!-

Daisuke si pizzicò la lingua mentre il padre della viola si sarebbe contato i capelli bianchi che aveva in testa quella sera.

 

--

Matt strofinò i suoi capelli dorati. Aveva fatto una doccia bollente e lo specchio ora si era appannato e non faceva intravedere la sua altera figura.

Le dita trasportarono via quel leggero vapore acqueo incontrando solo il freddo del vetro. I suoi occhi azzurri brillavano come due zaffiri. Non aveva mai dato molta importanza al suo aspetto. …Ma era fiero di quegli occhi. Sorrise. Questo può sembrare un pensiero vanitoso, ma non è così. Lui ama il colore dei suoi occhi perché è lo stesso che lo accomuna a Takero. Fin da quando erano piccoli le persone capivano subito che erano parenti, proprio da quella somiglianza. -Avete gli stessi occhi.-

Il cellulare vibra sul mobiletto del piccolo bagno interrompendo quello scavo introspettivo. Uno squillo: Taichi.

È in ritardo, lo sa bene, ma non può fare a meno di sentirsi così, di agire in quel modo.

È come se il suo cuore si fosse atrofizzato…come se non ci fosse niente dentro di lui. Come se il suo cuore fosse appannato come lo specchio che gli stava davanti. Forse la separazione, gli sguardi pieni d’odio, il suo sentirsi un essere inutile per così tanto tempo, gli ha provocato più danni di quelli che pensava.

Sorride di nuovo Yamato e accende il phon.

Adesso i suoi gesti sono più veloci come il filo dei suoi pensieri.

Pensa che deve ancora finire la sua canzone. La loro canzone. Taichi in quello aveva ragione, era più bravo a farsi capire cantando che a parole. Anche in quello…completamente diverso dal suo T.k. … che aveva l’ambizione di diventare uno scrittore….

Parole imprigionate in litanie senza tempo,dentro e attorno a lui.

--

-Quanto rumore che c’è!-

-è un locale che ti aspettavi…musica classica!?-

Kari si guardò in giro, dov’era Miya-chan??Ma i suoi occhi curiosi cercavano un’altra figura che occupava i suoi pensieri.

-Kari…- Si sentì chiamare. Sorrise nel vedere la sua migliore amica.

-Yolei..!- ma il saluto le morì in gola quando assieme a lei c’era anche Daisuke!

-Davis, che ci fai qui???- chiese Taichi in tono quasi burbero. Tanto, per lui nessun ragazzo meritava il cuore della sorella. -Ma.. ma divino Taichi!-

-Uh! Ciao Ken!-Sussurrò poi la castana abbastanza perché Ichijouji la sentisse.

-Si sono venuto con Yolei…-

Quelle frasi la fecero ridere e notò con piacere il rossore sulle guance della ragazza.

-Che bello!-

-Venite andiamoci a sedere…deve venire anche Matt…-

--

 

-Cosa prendete?-

Sora si avvicinò al tavolo dei nostri amici. Era vestita in modo impeccabile e non aveva più l’aria di una persona che aveva sofferto.

Taichi le sorrise di rimando. Che bella ragazza… si disse.

 

-Aspettiamo un nostro amico…-

 

Sora chiuse il libricino degli appunti, annuendo.

Kari si alzò. –Scusate io vado…a prendere ehm.. ehm…-

Yolei intervenne pronta come sempre.- Signorina, ce li prendiamo da noi i nostri drink. Solo che c’è molta confusione ed è difficile scorgere il barrista!-

-Ahm…Takero vedete…eccolo là è impegnato in una delle sue evoluzioni!-

Kari sorrise felice, Yolei ritornò a sedersi e lanciò uno sguardo di vittoria a Davis che perse di vista la sua amata, quando un omaccione si mise di striscio.

Sora si mise a ridere, sapeva del successo che avevano con le donne i sue barristi….

I capelli ramati le incorniciavano il viso; che si rabbuiò quando una figura si avvicinò a lei.

Un ragazzo le prese un braccio. Sembrava furioso.

 

--

-Ciao piccola mia, che fai sei venuta a chiedermi scusa?-

-Manco per sogno!!-

Takero si voltò un sol attimo. Versò un alcolico a un ragazzo.

Poi si avvicinò al volto di lei, finalmente libero anche se per un minuto.

-Con chi sei venuta? Non mi piace che frequenti questo posto!.-

-Perché ti sembro troppo giovane?-

Takero sorrise amabilmente. Le sfiorò una guancia.

-Perché sei troppo bella…che ti potrebbero rapire, piccola mia.-

Kari divenne paonazza.

-Non provare a fare il galantuomo! Tanto io lo so che sei un donnaiolo, cosa credi?!- Tk si mise a ridere per poi servire un analcolico.

-Allora perché sei qui?-

Kari sostenne il suo sguardo. - Controllo che non ti metti nei guai, ragazzino.-

Takero le sorrise, si avvicinò di nuovo a lei. L’altro barrista Yamazaki, lavorò leggermente per due in quel momento.

- Dopo scappiamo via, io e te.-

-Te lo scordi!- quella risposta non era affatto vera ma Kari doveva proteggersi, non voleva soffrire e soprattutto non voleva essere ingannata. Takero le sfiorò una ciocca di capelli che le ricadeva vicino alle guance. Sentì in quel momento il biondo, il suo cuore andare allo steso ritmo della musica.

Ma una scena lo bloccò a suo malincuore.

--

 

-Perché mi hai lasciato???- tuonò facendola tremare.

Sora lo fulminò…i suoi occhi prima, non  sembravano essere capaci ad un simil sguardo.

-Lasciami Miroku. -esclamò fredda e glaciale.

Quello invece la scosse, gli occhi verdi sembravano non arrendersi. Taichi saltò in piedi come una molla.

-Sora!-

-Io adesso sto bene! Io non sono il tipo che si fa solo usare! Capito??! Non voglio più stare con uno come te!-

L’uomo sembrava non volerla ascoltare. La scosse di nuovo e più violentemente tanto che il libricino degli appunti le scappò di mano. Alcune persone smisero di ballare e si fermarono a guardarli.

-Vattene!- gli sibilò sicura di se stessa.

-NO!-urlò quello furioso.

Taichi stava per intromettersi lui era uno che di solito fermava quel genere di scene.

Ma con sua sorpresa non fu la sua voce a rompere quella conversazione.

-EHI, NON L’HAI SENTITA?? Sparisci dalla sua e dalla mia vista.-

Yamato.

In piedi davanti a quell’uomo sfrontato come sempre. L’individuo si voltò come se morso da una tarantola, con una rabbia immensa nell’animo.

-Non intrometterti damerino!.-

Sora si sovrappose bloccando le parole che stava per esclamare il biondo. La sua gentilezza riparò tutto. Prese le mani dell’ex amato e lo guardò negli occhi.

-Mi dispiace davvero…ma cerca di capirmi io non sono più innamorata di te…io adesso sto con questo giovane!- sfacciatamente indicò il fratello di Takero. Non l’aveva mai visto ma sperò che quello li reggesse il gioco.

-perdonami ma io non ti merito. Ti prego…vattene ora.-

 

Miroko si guardò attorno. Ma che emerita figura… che stava facendo. Osservò per l’ultima volta Sora poi scoccò uno sguardo d’odio al biondo.

-Addio.- sibilò uscendo velocemente da lì.

 

--

Kari si voltò dove gli occhi di Takero si erano fermati. La barrista e un giovane stavano discutendo.

Trasalì quando il biondo che se ne stava fermo dietro al bancone, lasciò andare un nome.

-Matt…- quel suo tono mesto e allo stesso tempo curioso la fece rigirare verso di lui.

Chissà se soffriva molto…

-Barrista! Ehy una birra per favore!!!-

 

--

Sora si asciugò una sola lacrima con il polpastrello. Si ricordò allora del posto in cui si trovava e del ruolo che ricopriva.

Mentre si voltava riconobbe gli stessi occhi azzurri del suo migliore amico.

-Take…- il nome si bloccò. Un pensiero le passò nella mente; abbassò il volto e ringrazio, prima di riprendere il libro dei suoi appunti.

-Scusate…-

-Ciao…- fece il biondo vedendo allontanare la sua nuova ragazza… e la schiena di Daisuke.

 

--

Davis aveva lasciato il tavolo, perché non avrebbe sopportato colui che stava per prendere posto. Ken invece a malincuore, fece una smorfia mite quando il fratello di Takero si sedè.

Quello realizzò il posto in cui si trovava e gli venne spontaneo girarsi verso il bancone al centro della sala. Ma le persone che lo attorniavano non facevano vedere nulla.

-Sta lavorando.-

La voce di Ichijouji gli ricordò il compito che stavano ricoprendo il fratello minore.

Il suo sguardo glaciale gli ricadde sopra.

-Lo so.-

 

--

-Kari, vieni via dal bancone…-

La castana si voltò verso Daisuke. I suoi occhi erano commossi. Davis si sentì morire quando una lacrima rigò il volto dell’amata.

-Ehy…che fai stai piangendo.-

I suoi occhi neri avvolsero la figura di Takero, la sua voce assunse un tono severo.

-è stato lui???-

Kari scosse il capo alzandosi.

-Ho bisogno di una boccata d’aria.- Takero la vide allontanarsi…fu come un tuffo nel passato. Quante volte si era sentito così vedendo una schiena che scompariva all’orizzonte. Una persona dovette chiamarlo molte volte prima di ricevere la propria birra.

--

Sora si avvicinò al tavolo, un vassoio e delle birre fecero il loro ingresso sul tavolo.

-Mi dispiace e grazie ancora.- esclamò sorridente.

Gli occhi di Yamato si fusero con i suoi.

-Poi noi dovremmo parlare con il proprietario, siamo la band che deve venire a suonare qui…- Tai parlò molto cordialmente. Sora si illuminò e arrossì annuendo.

-Va bene, dopo potete chiedere a Takero, di solito è lui che parla con il capo…è il barrista biondo e con gli occhi azzurri non potete sbagliarvi…-

-Lo so è mio fratello.- Yamato scosse una mano, il volto di Ken fece un’altra smorfia ma quello che ci colpisce è il volto della Takenouci.

 

-Tu sei Yamato Ishida??!-

 

Il biondo si voltò sorpreso.

 

-Takero mi racconta molto spesso di te.-

 

Taichi scrutò la figura della signorina.

-Mi racconta di come non riusciate a capirvi…malgrado parlate la stessa lingua. Mi racconta di come vi guardate con odio….malgrado il legame che vi unisce!- La sua voce si addolcì. -Come fai a non fare nulla, eppure mi sembri un tipo intelligente.-

Yamato si alzò dal tavolo. Ecco la paura che gli attanaglia di nuovo lo stomaco.

-Come ti permetti di giudicare me e la mia vita, se neanche mi conosci?!-

-Mi permetto, perchè Takero veniva a piangere sulla mia spalla, quando invece avrebbe voluto venire da te!-

-Ma perché non l’ha fatto!- Matt si accorse di aver urlato. Lanciò uno sguardo d’odio e di tristezza alla Takenouci che tremò.

-Non lo so, ma credo che dovresti fare qualcosa. Lui vuole essere salvato, ma se tu non lo perdoni come fa a divenire finalmente tuo fratello?!I figli non hanno e non sono le colpe dei loro genitori!-

 

Yamato rimase in silenzio. Si diresse dopo molto tempo verso il bancone.

 

Takero lo osservò mentre si avvicinava, fece l’indifferente, ma la sua mano tremò versando un Jack Daniel’s.

 

-Dobbiamo parlare.-

--

 

-Perché piangi?? Eh Kari??-

-è per Takero…-

Daisuke strabuzzo gli occhi. Capì in quell’istante di quanto la sua vita l’avesse portato a illudersi.

-Insomma, ha paura di esprimere i suoi sentimenti, ha paura di mostrarsi per come è davvero. Vorrebbe abbracciare il fratello e invece scappa. È brutto quando due persone vivono di rimpianti.-

-Kari….-

-Io in realtà non ho fatto molte scelte, mi sono accorta di non essere poi così forte come pensavo. L’aver fatto diciotto anni non ti prepara a quello che poi è la vita. È qualcosa che devi imparare da sola ed è come una tela…-

-Un quadro?-

-Si…devi prendere delle scelte…come quando devi decidere se unire o no due colori complementari o due colori neutri…-

-Kari..posso…posso chiederti una cosa?-

La ragazzina si voltò. Annuì.

-…Tu a che colore mi assoceresti?-

-All’arancione…- Un sorriso sbocciò sulle sue labbra carnose.

-Sei sempre di buon umore, allegro …sei Daisuke.-

Il ragazzino arrossì.- Quindi tu provi solo dell’amicizia per me?-

Kari lo guardò lungamente prima di rispondere.

-Si Daisuke.-

-Bene. L’importante è amare. Perché tu sapevi…sai.. che io…-Davis arrossì. -Che io ti amo Kari…ma non ha importanza…io non potrei mai odiarti. O odiare voi due.-

Kari abbracciò leggermente il suo ex compagno di banco.

Poi si scosto.-Come voi due?-

-Bhe..non negherai che tu e Takero formate un bel quadro insieme…-

Kari sorrise la luce di un palo le animò le gote in fiamme.

-Siete intrecciati come…come … un cesto di vimini o come le chele di un granchio…-

-Grazie Daisuke…ma ricorda che io non sarei mai quella che sarei oggi se non avessi avuto un amico come te.- La castana porse la mano che lui afferrò a malincuore. Lo sapeva, che Hikari non provava niente per lui, e in fondo non gli dispiaceva aver vissuto per tutto quel tempo…solo di sogni. Gli uomini in fondo non sono fatti solo di carne ma di dolci illusioni…

  
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