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Autore: Marty_Winchester    22/07/2012    4 recensioni
Jessica è una donna forte e sicura, ma dentro di sè è segnata da un profondo e misterioso dolore. Non si affeziona a nessuno: "tutti, prima o poi, muoiono"
Un giorno incontra un uomo in un bar, dolce e affascinante, bevono e finisco a letto insieme. Successivamente scoprirà il suo nome: Dean.
L'amore può far soffrire, ma vivere senza affetto è come esser già morti
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Come lo hai messo fuori gioco?»
Mi chiede Vanessa, prima ancora di sedersi: le piace sapere le cose, odia essere all’oscuro. Ci siamo conosciute quattro anni fa, io avevo appena compiuto i venti, lei andava per i ventiquattro. Era venuta in Italia, con sua cugina, per seguire una pista riguardante un caso. Sono state le mie prime vere amiche. Vanessa, poi, ha capito che l’alcool non era una medicina per il lavoro, ma un bisogno pericoloso.

«Coltello d’argento benedetto da un prete»
Rispondo, quasi automaticamente. La sedia scricchiola appena sotto il suo esile corpo, magro e perfetto. Appoggia i gomiti sul tavolo e la sua attenzione è catturata dai miei occhi. Sembra che stia guardando un moribondo, oppure una donna con una brutta pettinatura.

«è stato il mostro, solo il colore è cambiato»
Rispondo alla domanda che non ha il coraggio di porgermi. Lei annuisce, mettendo una mano nella borsa e l’altra sulle mie mani incrociate. Tira fuori un pacchetto blu con un fiocco color pistacchio.

«Verde acqua non c’era»
Scherza e mi porge quello che tiene in mano. La ringrazio e ci scambiamo un abbraccio. Ha un delicato profumo, un misto tra vaniglia e il suo odore naturale.

«Vanny, dov’è tua cugina?»

«Sta arriv…»

«Sono qui!»
La voce di Veronica prorompe nel locale, facendo voltare tutte le persone presenti. La cugina di Vanessa ha dei morbidi capelli castani e un paio di occhi meravigliosi, di un colore più bello del cielo estivo. Si blocca di scatto, mi guarda intensamente e il suo sguardo diventa perso, triste. I suoi occhi sono meno luminosi, privi della sua solita grinta e frizzantezza.

«è stato il mostro, è tutto a posto tranquilla»
Ripeto, alzando leggermente le spalle. Vero cerca di non guardarmi con compassione, se non sapesse cosa rappresentavano gli occhi per me, scherzerebbe su come adesso possiamo passare davvero per gemelle, su come siano meravigliosi i miei nuovi occhi, ma per evitare di piangere, cambia discorso.

«Allora sorellina, hai già ordinato da bere?»

«No, sorellina. Aspettavo voi…» metto sul tavolo il sacchetto che tenevo vicino alla sedia, contenente due regali per loro. Non ci vediamo in ricorrenze speciali, con giorni prestabiliti, quindi dobbiamo recuperare compleanni, Natali, Pasque quando capita. Se non ci incontriamo molto spesso è colpa del nostro lavoro; fingiamo sia per il poco tempo libero, ma la verità è che rischi sempre di morire e affezionarsi significa soffrire.

«Jessica, sai che ti considero come una di famiglia!»

«Niky, anch’io vi voglio molto bene. Ho due regalini per voi»
Dico, estraendo il contenuto della busta.

 «Grazie mille, sorellina! Prima o poi mi spiegherai perché mi soprannomini così? Niky… non capisco»
Le faccio l’occhiolino, a me sembra così ovvio. Lascio cadere il pacchetto nelle sue mani e quasi trema per l’emozione.

«è un segreto, rimarrà tra me e Jessica» Scherza Vanny, baciandomi leggermente sulla guancia in segno di ringraziamento. «Grazie Jess, non dovevi»
Dopo esserci scambiate regalini e cose utili per la caccia, smettiamo di comportarci come ragazzine a un pigiama party. Vanessa chiama un cameriere, sto per ordinare qualcosa, ma la mia amica mi precede:

«Per favore tre analcolici, grazie»
Mi guardo le mani, incapace di specchiarmi negli occhi verdi di Vanessa. Non posso crederci: stavo ordinando quello che davvero vorrei bere, per fortuna mi ha anticipato. Ho paura che possa capire tutto semplicemente guardandomi e mi stavo smascherando in maniera così sciocca.

«Adesso parla, dimmi la verità»
Alzo di scatto la testa e guardo Veronica, stupendomi ogni volta di quegli occhi incredibili. Distolgo lo sguardo, come se avessi paura di tradirmi, e mi concentro su Vanessa.

«Non dovevi prendere anche tu, anche voi, un analcolico»

«Non sono crudele, se qualcuno mi metterebbe sotto al naso un cibo che non posso mangiare, gli spaccherei la faccia»

«Lo uccideresti proprio»

«Jeeesssicccaaaa cagami! Allora, rispondimi!»

«Ah si, scusa Niky. Di… cosa dicevi?»

«Avanti, con chi credi di parlare? Io ti conosco meglio di quanto conosca le parole per esorcizzare, e ti ricordo che sono stata in grado di dirle al contrario da ubriaca. Al telefono eri… “diversa”, avevi un tono meno cupo, oserei dire»
Le mie amiche mi fissano con tanta intensità che potrei prendere fuoco da un momento all’altro. Mi massacro le mani, se non sto attenta mi fratturerò un dito.
Sono in trappola, avrei dovuto rimandare il nostro incontro. Mi conoscono troppo bene, capiranno subito che è sono successe cose importanti. Ho bevuto, ho fatto sesso, mi sono… innamorata. Non voglio che sappiano, devo cambiare discorso.

«Ah, quindi io ho un tono cupo? Avanti tesoro, qui tutte abbiamo un’anima nera, peggio dei piedi di quel tizio, ti ricordi il calvo in Texas?!»

«Vuoi apparire stronza e fredda, ma noi» Veronica fa il teatrale gesto di indicare prima se stessa, poi Vanessa «Ti conosciamo, sappiamo di che pasta sei fatta. Pensi di cambiare discorso, facendoci pensare alle atrocità del nostro passato? Non vuoi farci soffrire, sei una persona altruista e buona. Mi ricordo benissimo com’è iniziata la nostra amicizia: c’eravamo viste un paio di volte, nella nostra breve caccia in Italia, eppure quando ti abbiamo telefonato, hai lasciato tutto e sei venuta ad aiutarci, così su due piedi, senza nemmeno conoscere la lingua o avere un appoggio»
Devo fare un enorme sforzo per non interromperla, a nessuno piace essere interrotto, a lei più che a chiunque. Quando capisco che ha finito, posso finalmente dare voce a tutti i pensieri.

«Non volevo farvi pensare a nulla, ho solo detto la verità, e poi sono dovuta venire in America, mica in Congo o in Iraq! In più mi hai fatto sposare tuo fratello, per ottenere la cittadinanza.»

«Non augurerei a nessuno di finire sposata con mio fratello, meglio l’inferno.»
Tutte e tre scoppiamo in una risata fragorosa, così l’atmosfera si alleggerisce un po’. Arriva finalmente il cameriere, un ragazzo alto, mingherlino, capelli quasi del tutto rasati, piercing su tutta la faccia.

«Ecco a voi, bellezze»
Lo guardo appena, i suoi occhi nocciola non sono per niente magnetici.

«Grazie, tieni i soldi»
Quando il ragazzo si volta, le due cugine si sporgono per fissargli il fondo schiena, io lo non lo trovo attraente in nessun modo.

«Oh santo cielo!»
Grida Veronica, facendoci sobbalzare. Tutte le persone nel locale ci fissano, non è mai bello fare simili figure. Vanessa gli tira una gomitata, io la guardo confusa.

«Ti sei innamorata!»
Continua Veronica, senza moderare il tono di voce.

«Che stai dicendo, io non penso a queste cose»

«Siamo progettati per pensarci, Jessica»

«Vane, non mettertici anche tu»
Smettiamo un attimo di parlare, sorseggiamo i nostri drink analcolici e ci scambiamo sguardi carichi di pensieri.

«Okay, forse avete ragione»
Sussurro, come se stessi dando inizio alla terza guerra mondiale, bevendo tutto d’un sorso il mio drink. Non so cosa darei per avere in mano della vodka.

«Lo sapevo!»
Urla Veronica, alzandosi in piedi e facendomi notare i suoi vertiginosi tacchi rossi. Vanessa non dice niente, si limita a mettermi una mano sulla spalla e a sorridere. Quando Niky finalmente si siede, una strana luce si accende negli occhi della cugina più grande, come se avesse finalmente aperto il vaso di pandora. Toglie la mano dalla mia spalla e mi schiaffeggia.

«Che ti prende Vanessa?!»

«Tu hai bevuto!»
Queste parole sono peggio di una coltellata. Mi sento mille spilli in gola, acido nello stomaco, un peso sul petto.

«Van-Vane io…»
Si alza di scatto, mi rivolge un’espressione avvilita. Abbasso lo sguardo, non posso vedere quella delusione sul suo viso. Dopo cinque battiti del mio cuore, udisco un sospiro uscire dalla sua bocca. Si risiede e parla guardando il tavolo davanti a noi.

«è uno dei ragazzi con cui hai cacciato quella creatura?»
Mi parla con voce piatta, deve essere molto affranta. Prima che posso rispondere, Niky mi chiede chi dei due. Parla a voce così alterata che una coppietta ci rivolge l’ennesima occhiataccia, certe persone pensano di venir in un luogo pubblico e avere un’intimità assoluta.

«D-Dean, si chiama Dean»
Quando catturo lo sguardo di Vanessa, lei sfugge e torna a fissare quello che ha davanti, il suo tono è sempre più distaccato:

«Perché… non gli hai detto quello che provavi?»

«Non potevo… sarebbe stato imbarazzante»

«Posso darti uno schiaffo?»
Mi chiede Niky, facendomi sorride per qualche secondo.

«Non hai dodici anni. Te lo dico da amica: quel ragazzo ti fa bene, quando eri vicino a lui, sembravi felice»
Mi accorgo di come Vanny faccia sempre più fatica a portare avanti la discussione. Le parole le escono in modo apatico, sembra stia leggendo un copione. Potrebbe aver capito che lui mi ha fatto esagerare nel bere? Impossibile.

«Dovresti cercarlo! Avanti, avanti! L’amore è un sentimento raro!»
Queste cugine non potrebbero essere più diverse di così, in questo momento. Veronica sprizza energia e allegria da tutti i pori, parla con voce sempre più euforica. Vanessa sembra esser vittima di una qualche stregoneria, dice il contrario di quello che la sua voce lasci intendere.

«Ti voglio bene Jessica»

«Anch’io Vanessa… mi dispiace, non berrò più»
Si stringe nelle spalle, finalmente mi guarda. Dopo mezzo secondo si alza, è tardi dice. Veronica protesta, ma domani dovranno partire presto per andare ad Aurora, così deve desistere.

«Ti adoro, mia dolce sorellina»
Sussurra al mio orecchio la cugina più giovane, abbracciandomi molto forte.

«Anch’io vi adoro»
Guardo le mie amiche uscire dal locale, ho l’istinto di ordinare da bere, ma devo mettermi in macchina: ho intenzione di rincorrere i miei sentimenti. Queste folli cugine hanno ragione: quel ragazzo è riuscito a *scuotermi dal mio sonno e riattivarmi il cuore.*

* sono le parole di una bellissima canzone: Eccoti, di Max Pezzali


**angolo dell'autrice**
dedico questo capitolo a: TheWinchesterGirl e Vanny_Winchester =D
allora, che ne pensate?? Riuscirà Jessica ad abbattere il muro che si è creata per non soffrire? Dean potrà essere il suo principe azzurro?
leggete i prossimi capitoli e lo scoprirete <3
un abbraccio a tutti!

   
 
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