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Autore: Fuuma    22/07/2012    1 recensioni
Primo round di domande concluse, avevano tutti lasciato il tavolo di Supernatural e Jensen lo aspettava da qualche parte vicino ai cosplay delle decine di Castiel. Gli aveva dato il suo in bocca al lupo, la sua benedizione e, a questo punto, Jared era stato pronto per rapire Misha e metterlo per l'ennesima volta in imbarazzo. Dannazione, perfino quando non ne aveva intenzione sembrava riuscirci troppo bene.
«It's a very easy question, Misha, just answer the question.»
[mishalecki]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Misha Collins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Very easy question
Fandom: Supernatural Rps
Character: Jared Padalecky, Misha Collins
Pairing: Jared/Misha {mishalecki}
Rating: PG
Genre: Romance
Warning: Slash
Words: 1818
Note: La capacità di Jared nell'essere carogna è direttamente proporzionale alla sua umiltà, come diavolo si fa ad essere così stronzetti e, contemporaneamente, così buoni? Appurato che ancora una volta il mio amore per Jared è riuscito a toccare livelli imbarazzanti, non ho potuto fare a meno di ridere, ridere e ridere guardando il video sul comicon di quest'anno, soprattutto la parte in cui ancora una volta Jared mette in imbarazzo Misha *spruzza tanto amore per sti due insieme*. Al posto di Misha, alla fine delle domande mi sarei concentrata sull'uccidere Jared, ma visto che io sono io, invece dell'omicidio ho scritto una fic; non è nulla di impegnativo e ancora una volta il fatto che entrambi abbiano tanto di mogli e figli alle spalle è diventato assolutamente irrilevante.
Disclaimers: Gli attori appartengono unicamente a loro stessi, la fic è totalmente frutto della fantasia e non vuole di certo riportare i loro gusti sessuali.

«Ben already said that — when is Castiel come back? You misunderstood the question.»
«I feel uncomfortable right now, I don't know what to do!»

«It's a very easy question, just answer the question.»
Jared & Misha @ Comic con 2012



Jared Padalecki.
Dannato figlio di puttana.

Misha si spostò di un passo sulla destra, prontamente raggiunto dal corpo del texano che gli sostava davanti, troneggiando di quattordici fottuti centimetri su di lui e negandogli ogni via di fuga.
«Sei una gran rottura di palle, Jared.» borbottò l'uomo, guardandosi nervosamente intorno, sfuggendo allo sguardo del più giovane e cercando invece di focalizzare l'attenzione sulle cose più futili: il tizio in costume da Deadpool che vide passare di sfuggita oltre la tenda dietro cui avevano trovato rifugio loro, il muro bianco alle proprie spalle, il soffitto alto riempito di luci al neon, il bicchiere di cartone di un caffè troppo annacquato abbandonato in terra e qualsiasi altra stronzata i suoi occhi blu potessero trovare nel loro vagare.
Jared si fece di un passo avanti, imponendogli la propria presenza.
«Questo fa parte delle cose già appurate, Misha. Ora rispondi alla domanda.» insistette, riportando il focus al discorso iniziale.
L'attore boccheggiò alla ricerca di ossigeno, annaspando in un imbarazzo che era ben visibile nel modo in cui le mani non riuscivano a stare ferme, torturando continuamente il collo, affondando le dita tra i capelli, tirandoli, chiudendo ed allargando il pugno.
«E' una domanda semplice, Mishi, sì o no.»
Figlio di...
Misha deglutì, tirandosi indietro di un passo, scuotendo il capo con un sorriso storto a piegargli le labbra e l'irritazione a pesargli sulle spalle.
«Era divertente sul palco, Jared, adesso inizi ad essere pesante.» borbottò, aggiungendo un secondo passo al precedente, sollevando le mani in segno di resa, come a mettere un muro invisibile tra loro, dietro cui potersi riparare e nascondere ogni prorpio pensiero, compresi quelli che riguardavano l'altro attore. Di solito trovava più facile nascondere ogni cosa sotto palate di sarcasmo, ma iniziava a diventare un problema quando Jared superava quella sottile linea tra l'osare e l'osare troppo. E quel bastardo la superava tutte le dannate volte.
Osava troppo. Senza mai porsi alcun problema. Con quella sua adorabile aria da bravo ragazzo che si sostituiva, ogni volta che gli faceva comodo, alle espressioni da birbante. Con le sue battute, i suoi scherzi, i suoi sorrisi, le sue risate contagiose. Con il suo modo di mettersi in mostra e catalizzare l'attenzione di tutti. Sempre. Solo perchè era lui.
«Ero serio 'sta volta, Misha.» la voce del più giovane uscì lamentosa, ma non servì a convincere l'uomo del contrario.
«No, non lo eri.» lo corresse, infatti.
«Lo saprò se sono serio o no, ti pare?»
«Non questa volta, fidati.»
Jared chinò il capo, osservando gli stivali ai propri piedi e poi, lentamente, spingendo gli occhi chiari più avanti, verso le scarpe di Misha, sollevando lo sguardo sulle gambe -nonostante fosse più basso di lui, erano lunghe, ma non se ne stupì più di tanto, non era Misha ad essere basso, era lui ad essere troppo alto-, passando ai fianchi carezzati dalla giacca scura, all'addome coperto dalla maglietta con lo scollo a V e tornando al suo volto. Prese fiato, rimanendo per qualche istante soltanto a guardare l'espressione corrucciata del più grande, il modo in cui le labbra si arricciavano ed i denti affondavano in parte nel labbro inferiore, mentre gli occhi si assottigliavano in due lame zaffirine. Alle volte pensava sarebbe stato perfetto nei panni di un serial killer, o di un mafioso, altro che Angelo del Signore.
«...Sarebbe...» riprese Jared «così male?»
«Eh?»
«Insomma,» sentiva la gola secca ed un gran bisogno di rimangiarsi la domanda iniziale, la very-easy-question, per tornarsene invece da Jensen e sfogarsi con lui, aspettando di sentirsi dire quanto fosse idiota, che doveva smettere di farsi certe pare e che "C'mon, buddy, lo sai che, se Misha potesse, ci ucciderebbe entrambi, ma non significa che non abbia una cotta per te". Jensen Ackles e le sue risposte veloci e mirate: una garanzia. «E' perchè ti prendo sempre in giro e non posso fare a meno di tirarti qualche scherzo innocente?»
«Innocente?»
«O, non so, prenderti a calci, tirarti giù i pantaloni sul set...»
Ogni volta che lo raccontava ad alta voce o lo sentiva da Misha, si rendeva conto del livello della propria imbecillità e come se non bastasse, sapeva di poter fare meglio la prossima volta. O peggio.
«Quindi... mi odi?»
Misha scosse il capo, infastidito.
«Ma piantala, tutti amano Jared Padalecki!»
Le labbra di Jared si piegarono in un sorriso, molto più contenuto rispetto ai soliti, modesto, come tutte le volte in cui qualcuno gli faceva qualche complimento e lui non sapeva fino a che punto fosse vero o fino a che punto lo meritasse.
«Sì,» mormorò «...ma... e Misha?»
Il più grande portò frustrato una mano davanti al volto, passando con le unghie sull'accenno di barba, premendo i polpastrelli contro la mascella.
«You know I love you.» buttò lì una risposta che non sembrava molto sentita -una risposta che non significava niente e che giusto le fangirls avrebbero potuto fraintendere-, cercando di scrollarsi di dosso il disagio della situazione con una scrollata di spalle. Non era una domanda alla quale poteva rispondere, era come quel maledetto "Castiel tornerà/quando tornerà?": si presupponeva che nessuno glielo chiedesse o che lui aggirasse la domanda, così che alla fine tutti se ne potessero andare a casa soddisfatti.
Jared annuì, abbassando gli occhi per un istante, un tempo così breve che Misha inizialmente credette di aver sognato di aver visto un barlume di delusione attraversare i suoi occhi e l'espressione abbattuta di un cucciolo quando si rende conto, per la prima volta, che il padrone l'ha davvero abbandonato in autostrada e non tornerà indietro a prenderlo.
«Già.» mormorò, tornando subito dopo a sorridere, mentre l'altro cercava di interpretare quel che aveva appena visto «E' meglio che torni dagli altri o Jensen si sentirà perduto senza di me.» scherzò, iniziando ad avviarsi per tornare al padiglione principale del Comicon, dove i Supernatural-guys avevano appuntamento per rispondere singolarmente a qualche domanda e poi firmare autografi. La mano di Misha, però, scattò ad afferrargli il polso, senza preoccuparsi troppo di fargli male o meno, era grande e vacinato Jared, tra un po' avrebbe perfino compiuto trent'anni, quindi fanculo, andava bene così.
«Così però mi fai incazzare.» la voce si era abbassata, grattando le corde vocali in un suono roco, tipicamente Castieliano «Perchè devi farmi passare per quello stronzo, eh?»
Lo strattonò, obbligandolo a tornare voltato verso di sè, con il capo sollevato per riuscire a guardarlo perfettamente negli occhi e le dita che si stringevano ancora al suo polso.
«Non voglio farti passare da stronzo, Mishi. Non sei certo obbligato a...»
«Shut up!» ordinò secco «E' inutile che provi a nascondere la tua puppy-face, ancora un po' e sembra che ti abbia ammazzato la mamma.»
Jared si strinse nelle spalle.
«Ma... non... è vero...» piagnucolò infantilmente e Misha non perse occasione di farglielo notare.
«Stai piagnucolando. Grande e grosso come sei e stai piagnucolando.»
«Non è colpa mia, sei tu che mi stai spezzando il cuore; sono un ragazzo sensibile, io
«Ma se sei texano!»
«Ehi, che è questo razzismo contro i texani?»
Misha scrollò le spalle, senza sprecarsi in altre risposte che fossero stupide, fuoriluogo o meno e, dopo un po', la risata divertita di entrambi riempì l'aria, fondendosi l'una con l'altra in un suono piacevole.
Quando la propria risata scemò, lasciandolo in debito di ossigeno, Jared prese un respiro profondo, limitandosi a sorridere in direzione dell'altro, annuendo, senza reale motivo se non quello di chiudere lì il discorso.
Aveva soltanto un'ultima domanda e poi avrebbe finto di non aver mai fatto domande imbarazzanti e troppo personali, non essersi lanciato in nessuna pseudo-dichiarazione e non aver appena ricevuto quello che sembrava un enorme due di picche.
«Non mi odi, vero?» chise d'un fiato.
L'altro reclinò il capo di lato, per poi scuoterlo lentamente.
«Devo confessarti che alle volte ci provo, specie quando mi fai fare figure di merda.»
«Oh... quindi sempre.»
«A che ti serve una laurea quando sei così intelligente, Padalecki!»
«Fanculo.»
Però sorrise, arrampicandosi, con le dita del braccio libero, sulla spalla di Misha e stringendole appena in una morsa che, a differenza di quella dell'altro, apparve molto più delicata e attenta. Era infantile e casinista, Jared, ma non avrebbe mai fatto male ad una mosca.
«Beh, comunque va bene anche così, immagino.» affermò, in un certo modo rincuorato, stuzzicando con la punta dell'indice il collo dell'uomo, in un movimento distratto, involontario, per poi abbandonare la presa, lasciando scivolare la mano in una carezza per far ricadere il braccio lungo il fianco, in attesa che gli venisse liberato l'altro.
Non accadde.
Misha rinsaldò nuovamente la presa, tirando il braccio verso di sè ed obbligandolo a piegarsi in sua direzione, così da abbassarsi all'altezza del proprio volto, abbastanza perchè riuscisse senza troppa fatica ad arrivare alla bocca di Jared con un bacio. Sentì contro le proprie labbra il suono soffocato di un gemito di sorpresa, mentre gli occhi del texano si erano spalancati, increduli, prima che le palpebre calassero a chiuderli e ricambiasse il bacio.
Sollevò anche l'altra mano, affondando le dita tra i capelli lunghi, afferrandone qualche ciocca e tirandola per abbassargli maggiormente il volto verso di sè, così da avere migliore accesso alla sua bocca, spingervici contro con la propria, con la lingua che affondava nel suo antro, esplorandolo avidamente, battendo contro i denti e battagliando con la sua lingua, fino a rimanere senza ossigeno.
«Così, però, va molto meglio.» ansimò, allontanato di qualche millimetro soltanto dal volto di Jared, che continuava a tenere abbassato su di sé.
«Auch!»
Misha sorrise, mettendo in mostra entrambe le arcate dei denti, infantile e compiaciuto.
«Oh!» esclamò compiaciuto, senza dare alcuna importanza al lamento di Jared, anzi, trovandolo d'ispirazione «Ora sì che i tuoi capelli imbarazzantemente lunghi tornano utili, Mister Jesus
«Non fare lo spiritoso e smetti di tirarli, idiota!»
«Mhm... no, mi piace tirarteli, sai, come quei bambini che tirano le trecce alle bambine per cui hanno una cotta.» gli soffiò ammiccando, respirandogli contro le labbra, così vicino che prima ancora che il respiro le penetrasse, le proprie stavano già premendovi contro in un altro bacio, più lungo e più languido del precedente.
«Non avrei mai dovuto dirtelo...» mormorò Jared prima di tornare a divorare e lasciarsi divorare dalla bocca di Misha, col volto arrossato, tanto per il caldo quanto per l'imbarazzo.
«Nop, non avresti dovuto.»
Ma così andava molto, molto meglio.
 


«Se ti dicessi che sei la mia bambina con le trecce, cioè... sai... quella a cui tirarle per avere la sua attenzione perchè non ho ancora avuto il coraggio di dirle che mi piace da morire... Se lo fossi, mi ricambieresti, Mishi?»
«Prima di tutto ti darei del pedofilo.»

«Eddai, rispondi alla domanda.»
...Sì, certo che sì.
..
   
 
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