Fandom: Supernatural Rps
Character: Jared Padalecky, Misha Collins
Pairing: Jared/Misha {mishalecki}
Rating: PG
Genre: Romance
Warning: Slash
Words: 1818
Note: La capacità di Jared nell'essere carogna è direttamente proporzionale alla sua umiltà, come diavolo si fa ad essere così stronzetti e, contemporaneamente, così buoni? Appurato che ancora una volta il mio amore per Jared è riuscito a toccare livelli imbarazzanti, non ho potuto fare a meno di ridere, ridere e ridere guardando il video sul comicon di quest'anno, soprattutto la parte in cui ancora una volta Jared mette in imbarazzo Misha *spruzza tanto amore per sti due insieme*. Al posto di Misha, alla fine delle domande mi sarei concentrata sull'uccidere Jared, ma visto che io sono io, invece dell'omicidio ho scritto una fic; non è nulla di impegnativo e ancora una volta il fatto che entrambi abbiano tanto di mogli e figli alle spalle è diventato assolutamente irrilevante.
Disclaimers: Gli attori appartengono unicamente a loro stessi, la fic è totalmente frutto della fantasia e non vuole di certo riportare i loro gusti sessuali.
«Ben already said that — when is Castiel come back? You misunderstood the question.»
«I feel uncomfortable right now, I don't know what to do!»
«It's a very easy question, just answer the question.»
Jared & Misha @ Comic con 2012
Jared Padalecki.
Dannato figlio di puttana.
Misha si spostò di un passo sulla destra, prontamente raggiunto dal corpo del
texano che gli sostava davanti, troneggiando di quattordici fottuti centimetri
su di lui e negandogli ogni via di fuga.
«Sei una gran rottura di palle, Jared.» borbottò l'uomo, guardandosi
nervosamente intorno, sfuggendo allo sguardo del più giovane e cercando invece
di focalizzare l'attenzione sulle cose più futili: il tizio in costume da
Deadpool che vide passare di sfuggita oltre la tenda dietro cui avevano trovato
rifugio loro, il muro bianco alle proprie spalle, il soffitto alto riempito di
luci al neon, il bicchiere di cartone di un caffè troppo annacquato abbandonato
in terra e qualsiasi altra stronzata i suoi occhi blu potessero trovare nel loro
vagare.
Jared si fece di un passo avanti, imponendogli la propria presenza.
«Questo fa parte delle cose già appurate, Misha. Ora rispondi alla domanda.»
insistette, riportando il focus al discorso iniziale.
L'attore boccheggiò alla ricerca di ossigeno, annaspando in un imbarazzo che era
ben visibile nel modo in cui le mani non riuscivano a stare ferme, torturando
continuamente il collo, affondando le dita tra i capelli, tirandoli, chiudendo
ed allargando il pugno.
«E' una domanda semplice, Mishi, sì o no.»
Figlio di...
Misha deglutì, tirandosi indietro di un passo, scuotendo il capo con un sorriso
storto a piegargli le labbra e l'irritazione a pesargli sulle spalle.
«Era divertente sul palco, Jared, adesso inizi ad essere pesante.» borbottò,
aggiungendo un secondo passo al precedente, sollevando le mani in segno di resa,
come a mettere un muro invisibile tra loro, dietro cui potersi riparare e
nascondere ogni prorpio pensiero, compresi quelli che riguardavano l'altro
attore. Di solito trovava più facile nascondere ogni cosa sotto palate di
sarcasmo, ma iniziava a diventare un problema quando Jared superava quella
sottile linea tra l'osare e l'osare troppo. E quel bastardo la superava
tutte le dannate volte.
Osava troppo. Senza mai porsi alcun problema. Con quella sua adorabile aria da
bravo ragazzo che si sostituiva, ogni volta che gli faceva comodo, alle
espressioni da birbante. Con le sue battute, i suoi scherzi, i suoi sorrisi, le
sue risate contagiose. Con il suo modo di mettersi in mostra e catalizzare
l'attenzione di tutti. Sempre. Solo perchè era lui.
«Ero serio 'sta volta, Misha.» la voce del più giovane uscì lamentosa, ma non
servì a convincere l'uomo del contrario.
«No, non lo eri.» lo corresse, infatti.
«Lo saprò se sono serio o no, ti pare?»
«Non questa volta, fidati.»
Jared chinò il capo, osservando gli stivali ai propri piedi e poi, lentamente,
spingendo gli occhi chiari più avanti, verso le scarpe di Misha, sollevando lo
sguardo sulle gambe -nonostante fosse più basso di lui, erano lunghe, ma non se
ne stupì più di tanto, non era Misha ad essere basso, era lui ad essere troppo
alto-, passando ai fianchi carezzati dalla giacca scura, all'addome coperto
dalla maglietta con lo scollo a V e tornando al suo volto. Prese fiato,
rimanendo per qualche istante soltanto a guardare l'espressione corrucciata del
più grande, il modo in cui le labbra si arricciavano ed i denti affondavano in
parte nel labbro inferiore, mentre gli occhi si assottigliavano in due lame
zaffirine. Alle volte pensava sarebbe stato perfetto nei panni di un serial
killer, o di un mafioso, altro che Angelo del Signore.
«...Sarebbe...» riprese Jared «così male?»
«Eh?»
«Insomma,» sentiva la gola secca ed un gran bisogno di rimangiarsi la domanda
iniziale, la very-easy-question, per tornarsene invece da Jensen e
sfogarsi con lui, aspettando di sentirsi dire quanto fosse idiota, che doveva
smettere di farsi certe pare e che "C'mon, buddy, lo sai che, se Misha
potesse, ci ucciderebbe entrambi, ma non significa che non abbia una cotta per
te". Jensen Ackles e le sue risposte veloci e mirate: una garanzia. «E'
perchè ti prendo sempre in giro e non posso fare a meno di tirarti qualche
scherzo innocente?»
«Innocente?»
«O, non so, prenderti a calci, tirarti giù i pantaloni sul set...»
Ogni volta che lo raccontava ad alta voce o lo sentiva da Misha, si rendeva
conto del livello della propria imbecillità e come se non bastasse, sapeva di
poter fare meglio la prossima volta. O peggio.
«Quindi... mi odi?»
Misha scosse il capo, infastidito.
«Ma piantala, tutti amano Jared Padalecki!»
Le labbra di Jared si piegarono in un sorriso, molto più contenuto rispetto ai
soliti, modesto, come tutte le volte in cui qualcuno gli faceva qualche
complimento e lui non sapeva fino a che punto fosse vero o fino a che punto lo
meritasse.
«Sì,» mormorò «...ma... e Misha?»
Il più grande portò frustrato una mano davanti al volto, passando con le unghie
sull'accenno di barba, premendo i polpastrelli contro la mascella.
«You know I love you.» buttò lì una risposta che non sembrava molto
sentita -una risposta che non significava niente e che giusto le fangirls
avrebbero potuto fraintendere-, cercando di scrollarsi di dosso il disagio della
situazione con una scrollata di spalle. Non era una domanda alla quale poteva
rispondere, era come quel maledetto "Castiel tornerà/quando tornerà?": si
presupponeva che nessuno glielo chiedesse o che lui aggirasse la domanda, così
che alla fine tutti se ne potessero andare a casa soddisfatti.
Jared annuì, abbassando gli occhi per un istante, un tempo così breve che Misha
inizialmente credette di aver sognato di aver visto un barlume di delusione
attraversare i suoi occhi e l'espressione abbattuta di un cucciolo quando si
rende conto, per la prima volta, che il padrone l'ha davvero abbandonato in
autostrada e non tornerà indietro a prenderlo.
«Già.» mormorò, tornando subito dopo a sorridere, mentre l'altro cercava di
interpretare quel che aveva appena visto «E' meglio che torni dagli altri o
Jensen si sentirà perduto senza di me.» scherzò, iniziando ad avviarsi per
tornare al padiglione principale del Comicon, dove i Supernatural-guys
avevano appuntamento per rispondere singolarmente a qualche domanda e poi
firmare autografi. La mano di Misha, però, scattò ad afferrargli il polso, senza
preoccuparsi troppo di fargli male o meno, era grande e vacinato Jared, tra un
po' avrebbe perfino compiuto trent'anni, quindi fanculo, andava bene così.
«Così però mi fai incazzare.» la voce si era abbassata, grattando le corde
vocali in un suono roco, tipicamente Castieliano «Perchè devi farmi
passare per quello stronzo, eh?»
Lo strattonò, obbligandolo a tornare voltato verso di sè, con il capo sollevato
per riuscire a guardarlo perfettamente negli occhi e le dita che si stringevano
ancora al suo polso.
«Non voglio farti passare da stronzo, Mishi. Non sei certo obbligato a...»
«Shut up!» ordinò secco «E' inutile che provi a nascondere la tua
puppy-face, ancora un po' e sembra che ti abbia ammazzato la mamma.»
Jared si strinse nelle spalle.
«Ma... non... è vero...» piagnucolò infantilmente e Misha non perse occasione di
farglielo notare.
«Stai piagnucolando. Grande e grosso come sei e stai piagnucolando.»
«Non è colpa mia, sei tu che mi stai spezzando il cuore; sono un ragazzo
sensibile, io.»
«Ma se sei texano!»
«Ehi, che è questo razzismo contro i texani?»
Misha scrollò le spalle, senza sprecarsi in altre risposte che fossero stupide,
fuoriluogo o meno e, dopo un po', la risata divertita di entrambi riempì l'aria,
fondendosi l'una con l'altra in un suono piacevole.
Quando la propria risata scemò, lasciandolo in debito di ossigeno, Jared prese
un respiro profondo, limitandosi a sorridere in direzione dell'altro, annuendo,
senza reale motivo se non quello di chiudere lì il discorso.
Aveva soltanto un'ultima domanda e poi avrebbe finto di non aver mai fatto
domande imbarazzanti e troppo personali, non essersi lanciato in nessuna
pseudo-dichiarazione e non aver appena ricevuto quello che sembrava un enorme
due di picche.
«Non mi odi, vero?» chise d'un fiato.
L'altro reclinò il capo di lato, per poi scuoterlo lentamente.
«Devo confessarti che alle volte ci provo, specie quando mi fai fare figure di
merda.»
«Oh... quindi sempre.»
«A che ti serve una laurea quando sei così intelligente, Padalecki!»
«Fanculo.»
Però sorrise, arrampicandosi, con le dita del braccio libero, sulla spalla di
Misha e stringendole appena in una morsa che, a differenza di quella dell'altro,
apparve molto più delicata e attenta. Era infantile e casinista, Jared, ma non
avrebbe mai fatto male ad una mosca.
«Beh, comunque va bene anche così, immagino.» affermò, in un certo modo
rincuorato, stuzzicando con la punta dell'indice il collo dell'uomo, in un
movimento distratto, involontario, per poi abbandonare la presa, lasciando
scivolare la mano in una carezza per far ricadere il braccio lungo il fianco, in
attesa che gli venisse liberato l'altro.
Non accadde.
Misha rinsaldò nuovamente la presa, tirando il braccio verso di sè ed
obbligandolo a piegarsi in sua direzione, così da abbassarsi all'altezza del
proprio volto, abbastanza perchè riuscisse senza troppa fatica ad arrivare alla
bocca di Jared con un bacio. Sentì contro le proprie labbra il suono soffocato
di un gemito di sorpresa, mentre gli occhi del texano si erano spalancati,
increduli, prima che le palpebre calassero a chiuderli e ricambiasse il bacio.
Sollevò anche l'altra mano, affondando le dita tra i capelli lunghi,
afferrandone qualche ciocca e tirandola per abbassargli maggiormente il volto
verso di sè, così da avere migliore accesso alla sua bocca, spingervici contro
con la propria, con la lingua che affondava nel suo antro, esplorandolo
avidamente, battendo contro i denti e battagliando con la sua lingua, fino a
rimanere senza ossigeno.
«Così, però, va molto meglio.» ansimò, allontanato di qualche millimetro
soltanto dal volto di Jared, che continuava a tenere abbassato su di sé.
«Auch!»
Misha sorrise, mettendo in mostra entrambe le arcate dei denti, infantile e
compiaciuto.
«Oh!» esclamò compiaciuto, senza dare alcuna importanza al lamento di Jared,
anzi, trovandolo d'ispirazione «Ora sì che i tuoi capelli
imbarazzantemente lunghi tornano utili, Mister Jesus.»
«Non fare lo spiritoso e smetti di tirarli, idiota!»
«Mhm... no, mi piace tirarteli, sai, come quei bambini che tirano le trecce alle
bambine per cui hanno una cotta.» gli soffiò ammiccando, respirandogli contro le
labbra, così vicino che prima ancora che il respiro le penetrasse, le proprie
stavano già premendovi contro in un altro bacio, più lungo e più languido del
precedente.
«Non avrei mai dovuto dirtelo...» mormorò Jared prima di tornare a divorare e
lasciarsi divorare dalla bocca di Misha, col volto arrossato, tanto per il caldo
quanto per l'imbarazzo.
«Nop, non avresti dovuto.»
Ma così andava molto, molto meglio.
«Se ti dicessi che sei la mia bambina con le trecce, cioè... sai... quella a cui tirarle per avere la sua attenzione perchè non ho ancora avuto il coraggio di dirle che mi piace da morire... Se lo fossi, mi ricambieresti, Mishi?»
«Prima di tutto ti darei del pedofilo.»
«Eddai, rispondi alla domanda.»
...Sì, certo che sì...