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Autore: SilverKiria    22/07/2012    4 recensioni
Questa storia racconta un episodio di vita di Albus Severus Potter, come posso dire... leggendario!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Non poteva credere alle sue orecchie.
La voce che lo chiamava aveva un che di familiare, ma quando la riconobbe gli prese un colpo.
Era suo Zio George.
-      Zio? –
-      Albus… Potter…-
La voce proveniva da circa dieci metri più avanti, e mentre Albus percorreva il tragitto gli batté così forte il cuore quasi come volesse scappare.
Arrivato al punto dal quale proveniva il suono, si fermò.
Sfoderò la bacchetta e disse: - Lumos Maximo –
I dintorni vennero illuminati da una forte luce proveniente dalla punta della sua bacchetta.
Si guardò febbrilmente intorno, ma la voce era cessata.
Stava per andarsene, quando qualcosa catturò la sua attenzione.
Una piccola pietra, non più grande di un palmo, nera come la notte, brillava di una leggera luce argentea.
Albus si guardò intorno, pronto ad un eventuale attacco.
Si chinò, prese la pietra e se la rigirò tra le mani.
Non si accorse subito di quel che stava succedendo, ma quando lo fece, trattenne un urlo.
Figure vacque che emanavano un azzurro tenue lo circondavano.
Albus voleva correre, ma non lo fece.
Chiuse gli occhi, pregando che non gli facessero nulla.
Quello che udì però lo fece calmare.
-      Albus, siamo noi. Non ti vogliamo fare del male, apri gli occhi -.
Sapeva che poteva essere una trappola, ma pur non capendo il perché, si fidava di quelle voci.
Quando riaprì gli occhi, era circondato da figure ben distinte, di un tenue azzurro chiaro, che lo guardavano sorridendo.
E, nonostante la paura, li riconobbe tutti.
Lì, davanti  a lui, stavano Nonna Lily, Nonno James, Albus Silente, Zio Sirius ( così lo ricorda sempre papà ), Severus Piton, Albus Silente, Remus Lupin, Ninfadora Tonks e Zio Fred.
Non ci poteva credere. Il cuore riprese a battere all’impazzata e la paura lo sovrastò.
-      Stai tranquillo Albus, non ti faremo del male. –
Era stata Nonna Lily a parlare.
-      V…voi siete vivi?-
-      No, purtroppo non più. – gli rispose Zio Fred, con un sorriso malinconico.
-      Ma…come…?-
-      Quella che tieni in mano è la Pietra della Risurrezione – spiegò Remus – permette ai morti di tornare sulla Terra, fino a quando terrai la Pietra. Nel momento stesso in cui la lascerai, noi scompariremo.-
-      Ma… io non… perché mi avete chiamato? –
-      Perché è da tanto tempo che aspettiamo che qualcuno dei nostri capiti qui, ma nessuno viene mai e, ovviamente, ne capisco le motivazioni. – disse Sirius.
-      E…perché lo volete? –
-      Perché vogliamo sapere cos’è successo nella nostra assenza. – rispose Ninfadora.
-      Beh, chiedetemi pure.-
-      Cos’è successo dopo la battaglia? – chiese Nonno James, stavolta un po’ preoccupato.
Albus raccontò tutto ciò papà e mamma gli avevano riferito centinaia di volte, per poi passare al racconto del presente. Quando finì tutti sembravano rincuorati.
-      E… Teddy come sta? – chiese Ninfadora.
Albus la rassicurò dicendole che era a casa loro cinque giorni su sette e che si era fatto pure la fidanzata.
-      Bene, grazie Albus. Sei stato molto in gamba. E’ meglio se vai, si è fatto davvero tardi – gli disse Silente.
Albus effettivamente notò che ormai era notte inoltrata.
-      Ehm…un’ultima cosa. Signor Piton? –
Piton parve alquanto stupito che si fosse rivolto a lui.
-      Credo che mio padre vorrebbe ringraziarlo e dirgli che il mio nome è Albus Severus Potter.-
Piton si congelò per un secondo, poi sorrise, un sorriso sereno, che nemmeno suo padre aveva avuto l’occasione di vedere.
-      Ringrazialo per il gesto. – disse.
-      Anche da parte mia. – aggiunse Silente.
-      Saluta tutti, di che ci mancano. –
-      Non serve! Porterò a casa la Pietra, così potrete vedere tutti! –
Le figure si scambiarono degli sguardi, poi annuirono all’unisono.
Fu Silente a parlare.
-      Albus, crediamo sia meglio che tu lanci via quella Pietra. Non venirla a cercare, non dire a nessuno dove l’hai trovata esattamente –
Albus era confuso.
-      Cosa? Perché? Non volete vedere mamma, papà, zio Ron…non volete vedere nessuno?! –
-      Vedi, Albus, questa Pietra è pericolosa. Tu, non avendo conosciuto nessuno di noi nella realtà, non ti sei affezionato troppo, se non a ciò che hai sentito di noi. Ma se qualcuno che davvero ci ama e a cui manchiamo ogni giorno ci vedesse, sentirebbe la necessità di riunirsi a noi. Per questo, vogliamo che tu la lanci subito dopo aver chiuso la comunicazione, non cercarla mai più. –
Albus era esterrefatto.
-      Ma… papà vorrebbe vedervi.-
-      Tesoro, Harry ci tiene nel cuore ogni giorno. Non ha bisogno di vederci per sapere che noi vegliamo su di lui. – concluse Nonna Lily, con delle lacrime argentate che le bagnavano le guance.
-      Albus. Ti prego. Devi farlo, per noi.- aggiunse Nonno James.
Albus, con gli occhi umidi, annuì.
Stava per mollare la Pietra, quando si ricordò di una cosa.
-      Zio Fred! –
Fred lo guardò.
-      Zio George ha completato la Pozione Puzzette-mania. Dice sempre che ne saresti stato orgoglioso. –
Fred, con gli occhi umidi, gli sorrise.
Albus li guardò per l’ultima volta, tentando di imprimersi per bene le loro facce.
Poi, col cuore infranto, lasciò la Pietra.
E, come erano comparsi, scomparvero nell’aria.
Si mise un guanto, tirato fuori dal cappotto, e prese la Pietra.
Non avendo il contatto con la pelle, non accadde nulla; anche se lui ci sperava ancora.
La guardò per un secondo e, con gli occhi chiusi per assicurarsi di non vedere dove fosse finita, la lanciò con tutta la forza che aveva.
Un pop lontano annunciò l’arrivo della Pietra, chissà dove sul manto boscoso.
Si girò, arrivò al faggio, prese la sua roba e corse a perdifiato verso il castello.
Era arrivato giusto dieci minuti prima del coprifuoco, ma quando fu sotto le coperte, non riuscì a dormire.
La settimana passò velocemente e in men che non si dica erano già seduti sui sedili dell’Hogwarts Express.
Il viaggio trascorse senza grandi avvenimenti, ma anche se ci fossero stati Albus probabilmente non ci avrebbe fatto caso.
Fissava il finestrino pensieroso.
Arrivati in stazione, gli studenti scesero rumorosamente e corsero verso i genitori che gli aspettavano felici.
Lui, Lily, James, Teddy, Rose, Hugo e Thomas trovarono il gruppo Potter-Weasley-Dursley e corsero verso di loro.
Albus abbracciò tutti, con finto entusiasmo, aspettando di vederlo.
Ed eccolo, che abbracciava Lily.
Harry Potter lo aspettava, con le braccia aperte.
Albus vi si fiondò e affoaffondò nel suo cappotto.
Poi, senza accorgersi, iniziò a piangere. Prima sommossamente, poi energicamente.
Harry non capiva cosa stesse succedendo, così lo portò senza che nessuno lo vedesse, dietro la colonna.
Incrociò lo sguardo della moglie, che capì.
Con difficoltà, riuscì a staccarsi il figlio.
-      Al, Al! Che succede? –
Albus non riusciva a smettere.
-      Al! Stai calmo! Ci sono io qui.-
Albus riuscì a calmarsi, ed iniziò così a raccontare, come un tornado, ciò che gli era capitato.
Harry ascoltava, attento. Dopo un po’ gli si inumidirono gli occhi.
-      Io… io volevo portarti la Pietra! Volevo! Ma…loro non volevano e…-
-      Al, sei stato fantastico. Grazie, grazie mille. Non avresti potuto rendermi più felice. –
-      Ma… tu non li potrai vedere! –
-      Lo so, ma non importa. Io li porto sempre con me, nel cuore. Stanotte, quando tutti saranno andati a letto, ti racconterò una storia. –
-      E di cosa parla? –
-      Di tre fratelli che incontrarono la più antica Amica dell’uomo, sebbene questo non la consideri spesso tale, rimane la più fidata, se accettata. –
Albus lo guardava sospettoso e Harry come risposta, gli diede una pacca sulla spalla.
-      Tranquillo, va tutto bene. -
 

 

  
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