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Autore: LedyHoran    22/07/2012    4 recensioni
« Le mani di lui intrecciate a quelle di lei era una di quelle piacevoli sensazioni di cui Lola aveva sempre avuto bisogno. In quel momento, ripensare alla sua vita senza di lui, quando lei non lo conosceva, era impossibile. Lo amava più di se stessa, e finalmente glielo poteva dimostrare. Quand'era l'ultima volta che era stata così felice? Forse non lo era mai stata. E ora grazie a lui, poteva vivere. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il caldo era quasi asfissiante, Lola non riusciva quasi neanche a respirare. A Roma ormai il caldo superava i 35 gradi e in assenza di elettricità, non si potevano accendere nè condizionatori nè un semplice ventilatore. Lola, era una ragazza normale, aveva quasi 16 anni, frequentava un istituto alberghiero nella sua città; non era magrissima, ma si sentiva bella, e per questo appariva perfetta agli occhi di tutti anche se non lo era; raggiante, sempre sorridente, solare, dolce, altruista, estroversa.. insomma, una ragazza con una miriade di pregi tantochè non si notavano i suoi difetti; testarda, orgogliosa e ironicamente capricciosa. Gli occhi di un nocciola chiarissimo e intenso, le labbra rosa e carnose, il naso a patatina era grazioso; il viso era incorniciato da lunghi capelli mossi e biondi con qualche ciocca colorata di rosa con i gessetti. Squillò il cellulare, ma Lola non aveva voglia di alzarsi, aveva la sensazione che sarebbe svenuta per il caldo eccessivo. Però dopo tre chiamate insistenti, si fece forza e si diresse verso il cellulare, vide che era Cristina, quindi rispose."Pronto?" "Pronto Lola!" la sua voce era particolarmente allegra, quasi come se avesse saputo che i suoi cantanti preferiti, di cui Lola non ricordava mai il nome, stavano andando a casa sua. "Hey Nina, cosa succede?" "Lola, Lola!! Non puoi immagginare cosa è successo!" "Ebbene no, quindi perfavore spiegami" disse Lola prendendo un po in giro l'amica. "C'è un urgente bisogno di fare una riunione, va bene a casa tua?" "Si okay. Ma.." "Okay perfetto avvisa Betty, ad Olly ci penso io e Luce già sa tutto anche perchè è lei che ci deve PARLARE, ora vado; alle 5 a casa tua! ciaoo!". Lola non aveva neanche avuto modo di finire di chiedere spiegazioni e inoltre non capiva perchè Nina aveva accentuato la parola 'PARLARE'. Formulò il numero di casa di Betta (Cristina la chiamava Betty, ma Lola, Olly e Luce la chiamavano Betta, visto che il suo nome intero, Elisabetta non le piaceva). "Sì, pronto?" Lola riconobbe subito la voce di
Vittoria, la mamma di Betta, che aveva un leggero accento pugliese. "Pronto Vittoria? Sono Lola. Come stai?" "Oh Lola. Tutto bene cara, e tu? Tutto apposto i tuoi genitori?" Lola si raggelò, non aveva più la mamma, coinvolta in un incidente stradale quando lei aveva appena 10 anni, e Anna, non era altro che la sua matrigna, e le dava la nausea quando qualcuno la sostituiva con la sua vera mamma. "Mh, tutto bene. Mi può passare Betta?' cercò di sembrare calma, ma Vittoria riconobbe una nota di amara tristezza nella sua voce. "Oh, certo." rispose con una voce quasi tremante. "Pronto Lola, lo sai che a quest'ora mi guardo Phineas e Ferb. Sto ancora aspettando il momento in cui Candace riuscirà a farli scoprire dai genitori." disse Betta con una punta di arroganza. Ci furono cinque secondi di silenzio assoluto poi le due amiche scoppiarono a ridere. "Hey Betta devi venire a casa mia alle cinque, c'è una riunione. Luce ci deve PARLARE." usò la stessa accentuazione di Nina, quando glielo aveva detto, poco prima. "Lucinda ci deve parlare? Pff, sarà una delle sue solite cavolate." a Betta non era mai stata troppo simpatica Luce. "Quindi.. non vieni?" chiese Lola intonando un piagniucolio per convincere l'amica. "Okay, okay, vengo. Ma prima devi aspettare che finisce Phineas e Ferb." "Ha ha ha. Si non ti preoccupare, allora a dopo!" "A dopo!" rispose Betta schioccando un bacio al microfono della cornetta. Lola fece lo stesso ma l'altra aveva già riattaccato.

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Pachita, il cucciolo di border collie di Lola, le girava intorno alle gambe facendogli solletico con la coda pelosa, così la ragazza la prese in braccio prima che, seppur controvoglia, le scalciasse un calcio addosso. Faceva sempre così quando le prudevano le gambe, era inevitabile e per evitare che la piccola Pachi non la volesse più vedere si affrettò appunto a tirarla su. Se la mise tra le braccia cullandola, la cagnolina chiuse gli occhi. Lola avrebbe giurato che stesse facendo le fusa, ma poi si accorse che era impossibile dato che le facevano solo i gatti. Sì sdraio sul letto con le lenzuola di raso profumate, (Soleil, il domestico della casa, le aveva appena cambiate) con ancora il cucciolo tra le braccia. Restarono accoccolate così fino a quando qualcuno bussò alla porta. Era impossibile che si trattasse di una delle sue amiche perchè erano appena le quattro di pomeriggio. Lasciò Pachi sul letto a dormire e andò ad aprire la porta in legno intagliato a mano, dal falegname più bravo d'Italia. Era Anna, la sua matrigna. "Lola raccimola le tue cose, partiamo per la sardegna." "COOOSA?!! IO NON CI VENGO IN SARDEGNA CON VOI, PIUTTOSTO RIMANGO DA SOLA A CASA CON TUA SORELLA!" la sorella di Anna, era una di quelle streghe senza poteri, che ti uccidono solo con lo sguardo, in confronto alla sorella, Anna era una fata buona scesa dal Paradiso. "Lola, prima di tutto abbassa il tono della voce o ti metto in punizione." "AH AH AH, NON FARMI RIDERE, HO 16 ANNI E TU (!) MI VUOI METTERE IN PUNIZIONE? CHE NON SEI NEANCHE MIA MADRE. MA VATTENE IN SARDEGNA CON TUO MARITO E NON MI SCASSARE LE PALLE A ME!" Anna restò pietrificata davanti alle parole della figliastra. "Tu, bestiaccia scendi dal letto! - disse avvicinandosi al letto e scacciando il cane dalle lenzuola di raso- E in quanto a te maleducata che non sei altro. Tu resterai qui in casa con Soleil mentre io e TUO PADRE (!) andiamo a goderci il mare della Sardegna!" "NON TOCCARE PIU' PACHITA - disse Lola puntando un dito contro la matrigna - E POI, ANDATE, ANDATE! FATEVI PUNGERE DALLE MEDUSE. IO INTANTO PREGHERO' PER L'ARRIVO IMPROVVISO DI UN BRANCO DI SQUALI BIANCHI AFFAMATI!" finì cosi Lola, sbattendo la porta in faccia ad un Anna parecchio adirata. Andò a cercare di convincere Pachi a uscire da sotto il letto, si era impaurita per Anna che l'aveva cacciata bruscamente dal letto e per il tono di voce di Lola. Non riuscì a convincerla, così si arrese, si buttò sul letto, strinse a sè il cuscino e iniziò a piangere come non mai. L'ultima volta che aveva pianto tanto era stato al funerale della sua bellissima madre.

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Alle cinque precise Olly, Betta, Luce e Nina suonarono al citofono e Lola corse ad aprire. Le ragazze, seppure erano già state nella sua villa di lusso (che aveva comprato Anna, perchè lei esigeva sempre il meglio) ogni volta rimanevano estasiate dalla sua imponenza e dalla sua bellezza ed eleganza. Salirono in camera di Lola, ben 60 metri quadri di camera. Lei non ne aveva mai necessitato, le sarebbe stato bene anche dormire sul divano in una cucina, ma con una matrigna così, era praticamente impossibile. Si sedettero sul tappetino di pizzo e finalmente Pachita uscì fuori per salutare. Non appena tutte le ebbero fatto le coccole, Lola la strinse a se e la baciò. "Hey baby cosa ti succede?" Olly si era accorta degli occhi gonfi di Lola. "Nulla, ho dormito troppo, probabilmente." mentì lei. "Mhh, se sei convinta." Olly fece spallucce. "Allora Lucinda che cosa ci dovevi dire di così importante, eh?" Lola rise sotto i baffi per il tono scocciato di Betta. "Okay ragazze, voi sapete che partecipo sempre ai concorsi sulle riviste di moda che promettono viaggi all'estero, crociere, buoni di TOT euro da spendere in vestiti, trucchi, interventi chirurgici eccetera. no?" "Siiii!! Dai dillo o lo dico io! - disse Nina, poi, accortasi delle faccie a punto interrogativo delle amiche continuò - No, io lo so.. perchè.. beh l'ho ricattata ha ha ha. le ho detto che se non mi avesse svelato il famigerato segreto le avrei rubato una delle sue riviste e lei ha ceduto. sapete come è fatta, no?" Betta sbuffò. "Bene - continuò Luce schiarendosi la voce per far trasparire lo sbuffo di Betta e il ricordo del'ricatto' da parte di Nina - il fatto è che ho vinto." tutte la guardavano emozionate, così emozionate che perfino Pachi iniziò a scodinzolare e ad abbaiare. "Ho vinto un viaggo per quattro a Londra!" Betta si alzò. "Beh buon viaggio, noi siamo cinque i biglietti sono quattro. rinuncio io, divertitevi." disse. Luce le prese la mano e disse "Non ho finito. - sorrise - ho comprato un quinto biglietto per me. quindi andremo tutte e cinque!" Betta restò sorpresa e abbracciò instintivamente Luce. Era scattato qualcosa, e forse con il viaggio sarebbe potuta anche scattare una bella amicizia duratura. "Quand'è la partenza?" chiese Olly. Luce fece un sorriso strabico, come quelli che si fanno quando hai combinato qualche marachella. "Dopodomani." "COOOSA?" le quattro ragazze formarono un coro, perfettamente all'unisono.

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All'areoporto londinese faceva caldo, il rumore devastante degli aerei in partenza e in arrivo davano l'impressione a Lola di avere i timpani ormai lacerati e Pachi, nascosta nello zaino, per il divieto di animali sull'aereo, piangeva. Erano tutte e cinque eccitate all'idea di visitare Londra, soprattutto Nina, perchè era la città in cui, si trovavano i suoi idoli proprio in quella settimana.  Chiamarono un taxi su cui caricarono i bagagli, e Olly, madrelingua inglese, lo indirizzò verso il loro albergo a quattro stelle in cui avrebbero dovuto alloggiare per tre settimane. Una volta arrivate ritirarono le chiavi della stanza, chiedendo di aggiungere un letto perchè non erano venute in quattro, come i biglietti della vincita, bensì in cinque. Scelsero ognuna il proprio letto e ci sistemarono sopra le valigie e i trolley. Finalmente Lola aprì lo zaino e Pachi uscì fuori. Sembrava uscita da un cartone animato: traballava e scivolava sul pavimento trovandosi schiacciata a terra sulla pancia con le quattro zampe aperte. Le ragazze risero poi la presero in braccio e la coccolarono tutte un pò per volta. Lola costruì, con dei manici di scope e delle coperte di cotone una cuccia per la sua cagnolina e ci sistemò dentro il peluche a forma di giraffa con cui Pachi dormiva tutte le notti. Poi le amiche si buttarono sui letti, ancora vestite, e si misero a dormire stanche per il viaggio, anche se erano le sette e mezza di sera. A Lola era venuto il ciclo il giorno prima di partire e lei, ne soffriva tanto. Aveva continui dolori di pancia e di testa, a volte aveva la nausea e raramente gli venivano anche forti attacchi d'asma. Le sue amiche la buttarono giù dal letto, la mattina seguente, alle sei. Le diedero appena il tempo di lavarsi e di mettere il guinzaglio a Pachita poi, praticamente, la costrinsero ad andare a fare shopping con loro. Passarono prima in una specie di botique dove cambiarono gli euro con le sterline e poi diedero inizio allo shopping sfrenato per la città. Girarono più di trenta negozi in un ora. Entrarono dentro abercrombie e Lola diede un occhiata qua e là, quando le iniziò a vorticare la testa. Un dolore forte alle sopracciglia le faceva venire voglia di buttarsi in una piscina ghiacciata. Disse alle amiche che andava a prendere una boccata d'aria e gli lasciò le buste delle sue compere. Portò solo Pachi con lei. Camminava a testa bassa facendosi guidare dalla cagnolina, come facevano i non vedenti. Ad un certo punto si imbatterono in una via completamente deserta e Lola si sentiva sempre peggio, e non riusciva a vedere qualche altra via dove poter andare per chiedere aiuto; si legò il guinzaglio alla cintura che le tratteneva i pantaloni larghi e si accasciò a terra sempre con meno forze. Aveva paura che nessuno l'avrebbe trovata e aiutata in quella vietta sperduta in una città così grande come Londra. Poi però sentì dei passi e alzò lo sguardo per vedere chi era il suo salvatore, o meglio, i suoi salvatori. Cinque ragazzi, uno biondo, uno riccio, uno con una maglia a righe e dei pantaloni rossi con delle bretelle, uno dall'aspetto dolcissimo, con occhi nocciola intensi, l'ultimo più scuro di carnagione. Erano cinque angeli, erano bellissimi. Lola era forse morta? Si trovava forse in Paradiso? Ma no, c'era ancora Pachi con lei, e la cagnolina era in perfetta salute e non poteva essere già morta. Guardò intensamente uno ad uno i volti preoccupati dei cinque ragazzi che si avvicinarono correndo e provarono a sorregerla. Non li conosceva, eppure aveva la vaga sensazione di averli già visti da qualche parte. Sì, li aveva già visti, ne era sicurissima. Fu il suo ultimo pensiero, poi svenne.




[to be continued...]


  
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