La pioggia martellava incessantemente i nostri tetti malconci e l'acqua entrava laddove le tegole erano spaccate.
Là fuori c'era un temporale bell'è buono. La pioggia incessante, i lampi accecanti, i tuoni tanto rumorosi da spaccarti i timpani.
Mostruoso diceva Akio. Ad ogni temporale si nascondeva sotto il letto a una piazza e mezzo dove dormivamo, con Pingo il nostro cagnolino, un Hachi.
Io invece adoravo i temporali, sovrastavano i miei pensieri, il suono della pioggia mi ipnotizzava.
Quello che si stava abbattendo su Parigi, non era un temporale: una tempesta. Ancora meglio.
La nonna diceva sempre che dopo la tempesta arriva la quiete, chi lo sa.
Mentre la nonna cucinava la cena,decisi di fare compagnia ad Akio e Pingo sotto il letto.
- Akio...dai, è solo un temporale, ora smette lo sai bene. E poi, sei si o no un eroe!? Ricorda, il tuo nome significa eroe luminoso.
Tentavo di calmarlo, con dolci parole.
Lo abbracciai con tanta dolcezza che avrei voluto anche staccarmi da lui, non volevo dargli troppo affetto per paura di deluderlo.
Dopo il caloroso abbraccio,durato fin troppo,mi staccai e mi accorsi che la casa era priva di rumori.
 I nonni non parlavano, nessun odorino dalla cucina, dalla tv nessun rumore.
Niente di niente e la cosa mi insospettì.
- Aki vado un attimo a controllare una cosa e arrivo.
Gli mormorai.
- Vabbene Miko. Ti voglio bene.
Lo baciai sulla fronte e uscì dalla camera, ignara che quello sarebbe stato l'ultimo bacio che gli avrei dato.