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Autore: _dirty_ice    23/07/2012    1 recensioni
«Lo sapevo. Nessuno era al corrente della mia presenza. Nessuno, nonostante io fossi sempre lì, insieme a tutti gli altri ragazzi. Ero solo un fantasma. Un nome scritto con l'inchiostro nero sul registro, una piccola scritta in mezzo a tante altre. A chi potrebbe interessare in fondo, di scoprire cosa c'è dietro a quel nome? E chi sarebbe capace di fermarsi un secondo in quella folla stretta fra i muri freddi del corridoio e accorgersi di quel piccolo essere che sono? Eppure Gerard l'aveva fatto. Non in quella stanza allungata, ma ci aveva comunque fatto caso. Ecco perchè per me era speciale.»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Rachel~ 
Stessa mattina di ieri, ma stavolta le nuvole erano più chiare e la pioggia era leggera.
La luce soffusa penetrava dalla finestra, e mi illuminava le pagine del libro insieme a quella del neon, che mi dava un certo fastidio.

Si stava svolgendo la lezione di francese, e io odio il francese, o almeno me lo faceva odiare quella professoressa. Dio, quanto era rompicoglioni. E poi non si poteva vedere, era talmente brutta che sembrava apparsa dalla copertina di un album degli Iron Maiden. Parlava, parlava, parlava con quell'accento e quella pronuncia insopportabile. Quindi spostai i libri e appoggiai il gomito che mi sorreggeva la testa, poi presi la matita un po' mangiucchiata e iniziai a disegnare, qualsiasi cosa mi passasse per la testa, come sempre.
Poi...suonò la campanella.
- Chi c'è ora?
Sbuffai annoiata.
- E' ricreazione, alza il culo!
Mi rispose Mark, gentile come pochi.
Rimasi lì al banco, presi la schiacciata dallo zaino e continuai a scarabocchiare, addentando costantemente qualche morso. Oggi Sophia non c'era, la mia unica amica nonchè compagna di banco. Strano da credere, ma lei è quasi l'opposto di me: odia la musica, adora la moda e fare shopping, è educata e le piace ballare. Però si ritrova con me perchè è troppo timida, e sembra che non le dispiaccia, anzi. Mi reputa sua migliore amica, quindi perfetto. E infondo condividiamo altre cose...
Interruppi i miei pensieri quando sentii una mano che mi si posò lieve sulla spalla. Chi cazzo era?! Mi voltai e...
- Hey!
Rividi il ragazzo di ieri...ah, ora ricordo il suo nome.
- Ciao, Gerard.
- Come fai a sapere il mio nome?
- Lascia stare...
Mi girai e ripresi la matita in mano. Oggi non riuscivo a mantenere lo sguardo su di lui, non so perchè...mi sentivo osservata, ed è una cosa che mi succede di raro, certo.
- Tu come ti chiami?
Rivolsi gli occhi verso di lui e scorsi un sorrisetto. Perchè mi stava parlando? Forse non aveva niente di meglio da fare, chissà.
- Rachel.
- Carino il tuo nome.
- Grazie, anche Gerard è...carino.

Abbassai il viso. Non ero del tutto sicura di non essere arrossita.
Una mano fine, la stessa di prima, mi alzò il mento, e incontrai il suo viso. Mi sorrise.
Ecco, ora stavo per scoppiare. Le mani che di solito sono ghiacciate ora rischiavano di struggersi sul pavimento. Sentivo le orecchie che mi bruciavano. Ero immobile, non sapevo cosa fare.

Gerard si staccò, e nonostante mi avesse tolto l'imbarazzo ne ero quasi dispiaciuta. Quasi.
- Ti va di vederci nell'aula di arte, dopo?
Wow, dovevo proprio avergli fatto una bella impressione. Ma ne ero felice. E poi questo Gerard sembrava interessante, non so per quale motivo...
- P-perfetto, okay.
Ci sorridemmo; e subito dopo risuonò la campanella.
- A dopo!
Scomparve dalla porta che dava al corridoio, dove intanto i ragazzi si trascinavano nelle rispettive classi.
- Chi è quello? Che voleva?
- Che cazzo te ne frega, Mark?
- Uuuuh, Rachel come sei misteriosaa!
Ignorai i suoi commenti stupidi, e levai (se non scaraventai, ma dettagli) i libri di Francese per sostituirli con quelli di Matematica. Spuntò dietro alla cattedra la professoressa col caschetto rosso e il naso dantesco, che pareva uno scheletro da quanto era gracile. Nonostante io adori Matematica, oggi non riuscivo a concentrarmi; perchè non riuscivo a smettere di pensare a "dopo"...

------ ∞------
 

Spalancai la porta di legno e mi ritrovai nella stanza che preferivo dell'edificio, dopo quella di chimica. Mi guardai un po' attorno e subito individuai i capelli corvini spettinati. Come se i miei fossero ordinati, insomma.
Mi avvicinai piano, non volevo fargli accorgere della mia presenza per sbirciare cosa stava facendo. Ero alle sue spalle, adesso. Stava disegnando una specie di supereroe dai capelli rosso fuoco con una maschera gialla. Era bravo, anche se ammetto che non amo i fumetti, preferisco paesaggi e nature morte.
- Eccoti!
Mi fece sobbalzare, non me l'aspettavo dato che non di era distaccato minimamente.
Gli feci capolino ad un lato e mi indirizzò gli occhi verdi, e sorrise divertito.
- Bene, che facciamo?
Lo chiesi con una voce da bambina. Una domanda un po' idiota, ma ero curiosa, mi aveva tenuto sulle spine a sua insaputa per ore.
- Cosa ti piacerebbe fare?
Diciamo la verità, anche la sua è una domanda idiota, no?
- Boh, se non lo sai tu...
Ad un certo punto entrò uno, che mi sembrava familiare...
- Frankie!
Gerard si buttò addosso a lui, abbracciandolo.
- Gee! ...Hey, ciao Rachel!
Lo salutai sventolando la mano, con un espressione stampata in viso parecchio felice quanto stupita.
- Come fai a conoscerla?
- Ehehehe, lascia perdere...
- Guarda che io me la prendo, eh!
- Zitto, Way!
E contemporaneamente si voltarono verso di me. Scoppiai a ridere, non mi trattenni!
Sciolsero l'abbraccio e si avvicinarono.
- Che stavate facendo?
Domandò Frank incuriosito scrutando l'ambiente.
- Mmh, per ora niente...
Rispose l'altro.
- Okay, allora perchè vi trovate in questo mortorio?
- Se è per questo ti ci trovi anche tu...e poi Frank, non rompere i coglioni.
Disse scherzoso Gee.
- Mmmmmmh, rompipalle.
Borbottò tra sé e sé il nano (disse colei alta un metro e un tappo), per poi riprendere la parola:
- Che ne dite se facciamo un giro? Usciamo da 'sta fottuta scuola, per oggi ci siamo stati abbastanza!
- Per me va bene.
Risposi io, Gerard confermò annuendo col capo. Quindi rimettè le sue cose alla bell'e meglio, se lo mise sulle spalle e tutti insieme ci avviammo da Starbucks.

 

------ ∞------
 

Ordinammo i caffè e ci mettemmo a parlare del più e del meno. Poi Frank spostò l'attenzione su di me:
- Allora Rachel, ti sei trasferita da qualche parte? Io sinceramente non ti ho mai vista...
mi chiese sorseggiando il caffè, e rimani un po' sorpresa.
- No, a dir la verità ho sempre abitato qui...
Lo sapevo. Nessuno era al corrente della mia presenza. Nessuno, nonostante io fossi sempre lì, insieme a tutti gli altri ragazzi. Ero un fantasma. Un nome scritto con l'inchiostro nero sul registro, una piccola scritta in mezzo a tante altre. Sapevano solo quello di me. A chi potrebbe interessare in fondo, di scoprire cosa c'è dietro a quel nome? E chi sarebbe capace di fermarsi un secondo in quella folla stretta fra i muri freddi del corridoio e accorgersi di quel piccolo essere che sono? Eppure Gerard l'aveva fatto. Non in quella stanza allungata, ma ci aveva comunque fatto caso. Ecco perchè per me era speciale.

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Eccomi qui :D *lanciano pomodori*
Okay, è da tanto che non aggiorno, ma vedrò di farmi viva il più presto possibile (?)
AnyWay...mi lasciate una recensione? *occhi dolci* 

Shiao, alla prossima C:
 

 
 

  
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