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Autore: SunBeat    23/07/2012    1 recensioni
La speranza è vana quando c'è di mezzo la salute.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ore 4.52 e sono ancora sveglia.
Ore 5.27 e sono ancora sveglia.
Ore 6.45 e sono ancora sveglia.
Continuo a rivoltarmi nel mio letto con le solite lacrime che mi rigano le gote, mentre la miscela di rabbia e tristezza si impossessa di me. Le immagini che appaiono nella mia testa di certo non mi aiutano, ma non riusco a farci niente, o almeno non finchè i sensi di colpa non smettono di assillarmi.
Finalmente riesco a chiudere gli occhi e mi ritrovo di nuovo li, a quella stupida festa da devasto totale a cui no volevo neanche partecipare. Eppure ero li, solo per Noah.
Noah, era bello, alto, moro e occhi scuri. Aveva un carattere tutto suo, dolce ma cazzuto. Era speciale, speciale come pochi.
<< Ciao Sid, sono stata con il tuo ragazzo! Solo per fare un dispetto a te >>
E adesso tutto si accelera, e il sogno va all'impazzata. Io che corro da Noah, io che gli tiro uno schiaffo, lui che si incazza ed io che mi incazzo.
<< Sei solo un bastardo Noah, non pensavo fossi così superficiale >>
<< Ma Sid, io non ho fatto niente! >>
<< Non ti credo, vai da lei vah >>
<< Ma ammazzati >>
Ripercorro la strada che avevo fatto nella realtà per poi arrivare a casa, buttarmi sul letto e piangere fino ad addormentarmi, con gli occhi ancora pieni di lacrime, che quasi le palpebre sembrano appiccicarsi tra le ciglia. Mi sveglia una telefonata...
<< Lei è la Signorina Sidney Johnson? >>
<< Si sono io, ma chi parla? >> rispondo con la voce roca da appena svegliata.
<< L'ospedale. Noah Silverstood ha avuto un incidente. E' grave, molto, dovrebbe venire qui, se vuole salutarlo. Nessun medico pensa che supererà la notte. >>
<< Arrivo subito >>
Riattacco il telefono, e corro, corro più veloce che posso, per arrivare in tempo, per arrivare prima.
Entro nella hall dell'ospedale e vedo sua madre in lacrime.
<< Vai Sid, è in quella stanza >> dice indicandomi una stanzetta alla sua destra.
Entro e lo vedo, piuttosto malconcio anche.
Aveva fasciature sulla gran parte del corpo, e quella rimanente piena di lividi e tagli ricuciti dai medici.
<< Oh Noah >> sussurrai al pelo, prima di vedere le mie lacrime scendermi sul viso.
Mi siedo accanto a lui gli prendo la mano e l'accarezzo forte sperando che lui riesca a sentire.
<>> ripeto, più a me stessa che a lui.
Entra un dottore e con la faccia piena di dolore riesce a malapena dirmi che non ce la farà, che è conciato troppo male.
E mi da un biglietto. Era la calligrafia di Noah.

Ciao Piccola,
sto venendo da te, ma non entrerò, non sopporterei mai di vederti con quello sguardo pieno d'odio verso di me, quindi ti lascerò questa lettera fuori dalla porta, per poi suonare e scappare.
Voglio che tu sappia che con Rachel non ci ho fatto nulla, è venuta da me, ci ha provato ma l'ho respinta perchè amo solo te.
Stiamo insieme da 1 anno, 11 mesi e 28 giorni, tra 2 giorni saranno 2 anni, non potrei mai farti una cosa del genere.
Io voglio stare con te, credemi. Sei tutta la mia vita. Amami perchè io amo te. Ciao Principessa.
Tuo....


<< Prima di firmare la sua lettera ha avuto l'incidente, è andato fuori strada perchè piangeva e la sua vista era appannata >> dice il poliziotto che è entrato nella stanza mentre io leggevo la lettera.
<< Quindi è solo colpa mia >>
<< Non è colpa di nessuno ragazza >>
<< Si invece, se non era per me o per Rachel a quest'ora non eravamo qui, ma a casa, come tutte le sere cazzo! Potrebbe lasciarci soli per favore? >>
<< Si certo >>
Mi avvicino al letto sul quale è adagiato Noah.
E' bello anche in quelle condizioni, fa tenerezza, e tutto questo mi mette tenerezza.
Mi appoggio sul suo petto, sento la sua cassa toracica alzarsi e abbassarsi faticosamente, mi sto per rassegnare all'idea che questa è l'ultima notte che passeremo, tutto per causa mia.
Voglio stare sveglia finchè lui non lascerà questo mondo, voglio esserci per lui fino alla fine, ma non ce la faccio. Mi addormento prima. Mi sveglio di soprassalto che ormai c'è il sole.
Mi giro verso Noah, è ancora qui e respira ancora, più velocemente di questa notte ormai finita.
<< Dottore! >> urlo. Il medico arriva immediatamente.
<< Si? >>
<< E' ancora vivo! >>
Si volta verso i macchinari. << Ma come è possibile? Non d oveva neppure passare la notte >>
<< Invece è così, significca che c'è ancora speranza? >>
<< Immagino di si >> Abbraccio Noah, e corro fuori da sua mamma.
<< Noah è ancora vivo e c'è ancora speranza che si salvi! >> dico abbracciando forte sua mamma.
<< Oh Sid è una notizia bellissima! >>

Mi risveglio dal sogno, che era già pomeriggio inoltrato.
Sono passate 4 settimane dall'incidente di Noah, ma 3 giorni fa, lui ha avuto un'emmoragia interna che gli ha causato la morte.
Ora lui non c'è più, ed è solo colpa mia.
  
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