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Autore: literatureonhowtolose    23/07/2012    3 recensioni
{ Phan - Kickthestickz }
Era l’ultimo dell’anno, e come farebbe ogni adolescente sano di mente, Phil Lester, un ragazzo dai capelli color ebano e gli occhi azzurri più del cielo, se ne stava seduto su un divano del piccolo hotel in mezzo ai monti in cui sua madre e lui stavano passando le vacanze invernali; stava leggendo uno dei suoi venticinque quintali di libri, tutti uguali e noiosissimi. Letti e riletti, oltre tutto.
Phil però non era l’unica persona a non sapere cosa significassero le parole “capodanno”, “festa”, “fuochi d’artificio”, “conto alla rovescia”, “lenticchie e cotechino” e così via. Infatti Dan Howell, pur essendo il ragazzo più bello, fortunato e popolare nei paraggi, non aveva trovato nulla di meglio da fare se non decidere di subirsi suo padre che cercava, senza successo, di insegnargli a giocare a basket in modo decente.

« Daniel. » si presentò il primo ragazzo, tendendo la mano verso l’altro.
« Philip. » ricambiò timidamente il secondo, stringendogliela.
The start of something new.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SEI~

 
Quella sera Dan si allenò seriamente per la prima volta nella sua vita. Era talmente giù di corda che non chiese nemmeno a suo padre di aiutarlo, prese il pallone e scese in cortile per allenarsi sui tiri liberi. Scoprì che era piuttosto bravo se si sforzava di prendere una palla in mano, doveva essere il gene. Ma nessuna di queste cose lo consolò. Suo padre si affacciò e lo vide, capendo che doveva essere successo qualcosa di davvero grave se si era spinto così oltre. Eppure non volle intromettersi, perciò lo lasciò giocare fino a quando fu troppo stanco perfino per camminare e sperò soltanto che sfogarsi sul basket lo avrebbe aiutato.
Il giorno seguente Dan andò a scuola ma non frequentò le lezioni. Si rifugiò nel suo “nascondiglio segreto”, la serra, che gli ricordava così tanto Phil e il suo modo di essere.
Ad un tratto sentì dei passi e quasi sperò fosse lui, per questo rimase leggermente deluso quando invece vide salire per le scale PJ e Zeke.
« Hey. » esordì il suo migliore amico. « Abbiamo fatto un’altra riunione. »
« Oh, splendido. » commentò Dan, che di riunioni varie ne aveva piene le palle.
« Abbiamo parlato del fatto che non ci stiamo comportando da amici. Intendo noi, non tu. Senti, a proposito del musical..»
Dan lo fermò al sentire quella parola.
« No, zitto, non ne voglio neanche parlare. »
« Volevamo dirti che ti verremo a vedere. Faremo il tifo per te. »
« Eh? »
« Sì, se ci tieni a fare quel musical dovremo incoraggiarti, non scoraggiarti. » affermò Zeke.
« Già. Vinci o perdi siamo una squadra. E‘ questo lo spirito, anche se fossi il peggior cantante del mondo, cosa che non sappiamo perché non ti abbiamo mai sentito cantare. » concluse PJ.
« E non mi sentirete, perché Phil non vuole parlarmi. E non so perché. » Dan era sull’orlo delle lacrime, fra circa un decimo di secondo si sarebbe messo a frignare come un bambino a cui è caduto il gelato per strada e PJ lo sapeva bene, sapeva com’era fatto. E il peggio è che era tutta colpa loro. Era tutta colpa sua.
« …noi sì. » ammise allora, sentendosi la persona più crudele e stupida dell’intera galassia.
Dan li guardò confuso, e PJ cominciò a raccontare la verità.
_____
 
« Philip. »
La voce di Chris riecheggiò nell’aula di chimica, completamente vuota se non per il ragazzo in piedi davanti alla gigantesca lavagna. Il resto del club di scienze entrò ad con calma e si piazzò davanti a lui, che guardò tutti curioso.
« Siamo stati egoisti. No, peggio. Cattivi. Pensavamo che Dan e la storia del musical fossero gli insormontabili ostacoli che ci impedivano di averti nella nostra squadra di chimica, e..»
« Ho sentito le sue ragioni, ora sono nel team, basta. » lo interruppe Phil, che al solo sentire il nome dell’altro entrava in confusione. Era meglio evitarlo, evitarlo del tutto, per sempre.
« No, non basta! Noi..sapevamo che PJ avrebbe potuto spingere con facilità Dan a dire cose che ti avrebbero ferito, faceva parte del nostro piano e..ce ne vergogniamo da morire. » spiegò Chris, guardando per terra.
« Nessuno l’ha obbligato a dire nulla, e comunque va bene così, ora dobbiamo prepararci perciò mettiamoci al lavoro. »
« No, non va bene così! La gara è..non importa. Quello che provi per lui è la cosa più importante. »
Phil lo ignorò completamente, girandosi nuovamente a ultimare di copiare i dati di un processo chimico sulla lavagna. Chris allora mormorò qualcosa del tipo “ci ho provato” e girò sui tacchi, con gli altri che lo seguirono in tutta fretta lasciando di nuovo solo il ragazzo dagli occhi azzurri.
_____
 
Quella sera Dan, dopo essere venuto a conoscenza della verità per mezzo dei suoi compagni di squadra, provò ad andare a casa di Phil per chiarire. Se vi state chiedendo come caspita potrà mai aver avuto l’indirizzo di casa sua, non dimenticatevi dei superpoteri del nostro eroe, che comprendevano anche qualcosa del tipo “navigatore universale”. O più semplicemente era un bravo stalker.
Purtroppo però la signora Lester fu costretta a dire che Phil stava disgraziatamente studiando e che perciò non poteva assolutamente parlargli, insomma, la scusa più campata in aria che avrebbero mai potuto pensare di usare, fra madre e figlio.
Ma visto che a volte il cervello correva in aiuto anche a Dan, egli pensò bene di usare il cellulare e chiamare il ragazzo, senza essersi allontanato dall’abitazione.
Quando sentì la suoneria di Phil provenire dalla finestra di sinistra al secondo piano gli venne un’Ideona.
Intanto Phil stava rileggendo per la trecentocinquesima volta lo stesso libro che aveva letto a capodanno, in ricordo dei bei vecchi tempi. Rispose al telefono con estrema esitazione, e subito Dan gli espose tutte le ragioni del mondo, cercando di spiegargli perché aveva fatto quel che aveva fatto.
« Quello che hai sentito l’altro giorno non è affatto vero! Ero stufo perché i miei amici mi stressavano e allora ho inventato qualcosa per farli smettere, mia madre è entrata in menopausa da un mese e non hai idea di quanto possa essere stressante avere una madre in menopausa da un mese, mi è morto il pesce rosso, ho scoperto che Babbo Natale non esiste e mi si è rotta la stufa, ma ciò che hai sentito non era la verità! » 
Phil ci mise un po’ a metabolizzare tutte quelle notizie, però alla fine le ingoiò e riuscì a rispondere.
« A me sembravi piuttosto convincente. »
« No, senti, io sono il ragazzo che hai conosciuto in vacanza, non quello che ha detto quelle cose assurde! »
« Dan, quel musical sta mandando in tilt tutta la scuola! L’hai detto anche tu che nessuno ti tratta più come prima. » 
Mentre teneva il telefono con una mano, col cervello pensava a cosa rispondere e con la bocca rispondeva, il nostro magico Dan, ragazzo più pigro di tutta la terra, riuscì perfino ad arrampicarsi su un albero, pensate. Cosa non si fa per amore, no?
Ebbene, mentre compiva quest’impresa spericolata - ovviamente senza che Phil avvertisse il minimo rumore - continuò col suo discorso, dicendo che la gente voleva che lui fosse per forza solo il playmaker, ma che ciò che voleva la gente o la squadra o suo padre o gli alieni o il suo defunto pesce rosso non era un suo problema, ma bensì il loro. E che dal momento che non era stato lui a deludere tutti ma erano stati tutti (sì, anche il pesce) a deludere lui, avrebbe fatto il provino.
« E tu? » gli chiese.
« Non lo so. » ammise Phil.
« Beh, devi dire di sì, perché ti ho portato una cosa. » 
« Che vuoi dire? »
« Voltati. »
Phil si girò e proprio dietro la porta finestra trasparente che separava la sua stanza dal balcone c’era Dan, in piedi, col telefono all’orecchio.
Al posto che incazzarsi come una bestia e scaraventarlo giù dal secondo piano accusandolo di stalking, tuttavia, andò ad aprire con un sorriso ebete stampato in faccia. Dan si mise a cantare la prima canzone che avessero mai cantato insieme, come se uno potesse pensare di ricordarsi una canzone sentita una volta nella vita a un karaoke da quattro soldi, ma la sua meravigliosa voce emozionò Phil proprio come se fossero improvvisamente tornati indietro a quella magica serata.
« E’ un provino a coppie. » disse Dan dopo aver finito la sua performance, facendo vedere a Phil il foglio che il ragazzo stesso gli aveva restituito prima di dirgli “addio”.
Phil afferrò lo spartito e si andò ad affacciare al balcone. Dan prese tutto questo come una risposta positiva al suo invito a esibirsi ancora e in quello spettacolare attimo tutto tornò al suo posto.

- Angolo acuto(?) -
Non so- questo capitolo è cortino rispetto agli altri, ma vabbè ;w; Ho deciso di aggiornare oggi perché sì(?), YO BD
Allora, non ho tanto da dire riguardo al capitolo quanto riguardo ai lettori. Quindi comincio. Mh.
Grazie mille per tutti quelli che leggono/preferiscono/ricordano/seguono, davvero. Sono contenta che la storia stia piacendo un minimo, anche perché è la mia prima "parodia" e non ero sicura di fare la cosa giusta :'D
Vorrei ringraziare soprattutto
CathLan, Iclemyer e pane perché sono le mie cocchine adorabili e mi recensiscono sempre, e soprattutto mi sopportano ogni giorno della loro vita, perciò grazie. Poi WarmilkInKentucky, che ultimamente è la mia compagna di sclerate sul fantastic foursome e ships varie, e che mi ha spinta a postare questa cosa e mi fa sapere le sue opinioni a ciò ogni volta che legge. Grazie tesoro. (:
Infine, vorrei dire un grazie speciale anche a
Tormenta, che nonostante non segua la storia da quando ho iniziato a postarla si è presa la briga di recensire ogni singolo capitolo. Ti sono grata per questo, davvero, significa molto. (:
Bene, direi che ho finito. E che perciò posso andare. Ci sentiamo al prossimo capitolo, dolcezze ♥
  
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