23/07/2012
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Correva.
Tra mille pensieri, dubbi e domande, lei correva.
Non si fermò a nessun ostacolo, non ascoltò le parole di amici, alleati o simili, i suoi due chiodi fissi glielo impedivano.
Perché da sempre due persone avevano occupato i suoi pensieri: Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha.
Solo il secondo aveva avuto accesso al suo cuore, da sempre.
Mentre il primo se l’era sudato, l’aveva conquistato, però non poteva riempire il vuoto lasciato dall’Uchiha, quello spazio che solo lui poteva colmare.
Arrivò finalmente sul campo di battaglia, dove la fatidica lotta era ormai cessata, in testa al gruppo continuo la sua corsa fino a giungere ai suoi chiodi fissi.
Naruto era sano ma affaticato, Sasuke era ferito ma vivo.
Entrambi stanchi ma vittoriosi, nessuno dei due aveva perso, nessuno dei due era morto.
Questo la rendeva felice oltre ogni modo, rimase una sola domanda, un solo dubbio al quale entrambi avrebbero potuto rispondere ma solo uno dare conferma.
Nessuno si avvicina a Sasuke, nemmeno lei, rimaneva un nukenin.
Sakura diede i primi soccorsi a Naruto, gli disse ciò che da sempre gli ripeteva, ovvero che era un idiota, uno sprovveduto, uno sciocco.
E lui, come ogni volta, le sorrise rassicurandola, affermando che andava tutto bene e che era comunque vivo.
“Sakura... non ho dimenticato questi momenti...” disse il biondo, ricordando le cure della compagna quando si feriva, soprattutto il momento in cui aveva risentito degli effetti del rasenshuriken.
“...credo che da oggi dovrò metterti il cuore in pace e farne a meno...” Sakura iniziò a preoccuparsi alle parole del compagno, non erano da lui certi discorsi, cosa voleva dire?
“Vai... lui ti aspetta” esclamò, un sorriso apparve sul suo volto, lui, l’uomo che aveva sempre amato, Sakura capì chi era quel lui.
Si fermò, poi ordinò di continuare le cure, i primi soccorsi li aveva dati.
Si alzò e guardò l’Uchiha che a sua volta ricambiava lo sguardo, gli occhi neri come la pece non erano più pervasi dall’odio, né dal rancore.
Si avvicino lentamente, alcuni gli dissero di fare attenzione ma lei non seguì i consigli, perché non ne sentiva più il bisogno, la persona temuta dal mondo degli shinobi non era più un vendicatore, era tornato il membro del team sette: Sasuke Uchiha.
“Sasuke... ”
“Sakura... io...”
Quello sguardo la penetrava, era lo stesso di un tempo, di tre anni fa, quando lui tradì Konoha e la saluto.
Sapeva quindi cosa stava per dire, gli stava per rivolgere la stessa parola con la quale aveva troncato il legame tra loro e lei capì che quella stessa parola, a distanza di tre anni, avrebbe rinsaldato il rapporto tra loro.
“Va bene così Sasuke... va bene così...”
Lui continuò a fissarla, osservarla, per poi dirla, quella parola.
“Grazie”