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Autore: Rosie Bongiovi    23/07/2012    3 recensioni
"Sì, amore. Quella cosa che causa più problemi di una guerra o del surriscaldamento globale. Quella cosa schifosa che, a volte, non è corrisposta e, altre volte, se lo è fa schifo comunque. In poche parole, alla sofferenza che causa non si può sfuggire in alcuna maniera". L'avevano detto anche i Bon Jovi che l'amore non è altro che una malattia sociale.. E nemmeno loro riusciranno a sfuggirgli. Dedicato a chi è innamorato, a chi lo è stato e a chi lo sarà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tengo un occhio sul mondo che scorre alla mia finestra

Prendendo il mio tempo

Sto qui disteso e fisso il soffitto

Aspettando il sonno

I'm only sleeping, Beatles

 

 

A causa di un incidente nello studio televisivo in cui avrebbe dovuto esserci l'intervista per la biografia, l'appuntamento è stato rimandato a metà gennaio, ovvero oggi. Ciò significa che non vedo né sento Jon da un mese e qualche giorno. Sono facilmente irritabile, ho minacciato di morte la mia coinquilina un giorno sì e un giorno sì ed un senso di nausea costante mi sta seguendo da non ricordo più quando. Inoltre credo di aver passato il capodanno peggiore di tutta la mia vita, da sola in camera mia a vedere un film di dieci anni fa, sottotitolato, dato che gli attori parlavano in tedesco.

Cout, c'era questo alla porta, per te!” esclama Beatrice, entrando in stanza senza nemmeno aver bussato.

Grazie” dico, prendendo il pacco che aveva tra le mani. Rimane in piedi di fronte al mio letto, con un sorriso che va da un orecchio all'altro. “Che c'è?” chiedo, inarcando le sopracciglia.

Beh, non lo apri?? Dev'essere importante!”.

: - Signore, dammi la forza per non nuocere gravemente alla sua salute, ti prego -.

Sì, lo aprirò quando tu uscirai e chiuderai quella bellissima porta alle tue spalle” rispondo. Ma è stata per caso cresciuta dalle scimmie assieme a Tarzan?

Mi farai morire di curiosità Cout, sei senza cuore” conclude, lasciando la stanza.

: - L'importante è ricordarsi che il mondo è bello perché è vario. E che uccidere qualcuno è peccato, tienilo a mente -.

Mi metto la scatola sulle gambe e, prima di togliere il nastro, prendo in mano il biglietto che c'è attaccato con lo scotch.

 

Sì, lo sappiamo perfettamente che odi questo genere di vestiti.

Sì, lo sappiamo benissimo che fa un freddo cane e che ti piacerebbe venire in studio con un maglione e dei pantaloni lunghi.

Però dobbiamo anche ammettere che sei una bella ragazza e, quindi, per attirare il pubblico maschile in modo da vendere più copie del tuo libro, c'è bisogno di mostrare il tuo bel corpicino.

Ah, l'idea l'ha avuta Richie, perciò prenditela con lui.

Courtney, sono Richie, non dare retta a quello che scrive Dave. L'idea l'ha avuta lui, non voglio essere tirato in mezzo!

Okay, Court, sono Tico. Lasciali perdere, l'idea è stata di tutti e due e io ho solo scelto il colore. Spero che ti piaccia.

Ti passiamo a prendere per le nove. A più tardi,

Richie (quello simpatico), David, Tico"

 

Scuoto la testa divertita. Quei tre sono da rinchiudere, sul serio. Appoggio il biglietto sul comodino e apro la scatola, estraendo un bellissimo tubino nero, lungo sino alle ginocchia, attillato sui fianchi e morbido sulle gambe. Noto che c'è anche un delicato collier di perle bianche, che mi lascia a bocca aperta.

: - Saranno anche da rinchiudere, ma hanno un fantastico gusto per i vestiti.. Femminili -. Mi alzo, vado in bagno, mi sciacquo il viso, lavo i denti e mi vesto. Guardando l'orologio mi rendo conto che mancano solo dieci minuti alle nove. Non sono mai puntuali, ma per certe cose sono degli orologi svizzeri. Non faccio in tempo a pettinarmi e a mettermi la matita agli occhi, che il campanello di casa suona. Indosso un paio di scarpe nere, chiuse davanti ma eleganti, con non so quanti centimetri di tacco, e corro verso l'entrata, prima che Beatrice apra e combini qualche casino.

"Court! Stai benissimo. Siamo stati bravi, ammettilo" dice David, sorridendomi. Vedo un'auto nera, parcheggiata di fronte al marciapiede, dal quale si sta sbracciando Richie per farsi vedere. Sorrido sia a lui che a Tico, per poi incrociare un'occhiata gelida di Jon, che distoglie immediatamente lo sguardo e torna a guardare di fronte a lui. Non voglio dargli molto peso, sono già stata male a sufficienza per colpa sua. "Andiamo?" chiede Dave.

"Certo, metto la giacca e possiamo andare" rispondo, indossando un cappotto nero piuttosto attillato, con due tasche nelle quali metto subito le mani, per evitare di congelare. E' pur sempre gennaio.. "Beatrice, io esco. Ci vediamo stasera" urlo alla mia coinquilina, per poi prendere la mia borsa e chiudere la porta a chiave, seguendo il biondo riccioluto nell'auto, che scopro essere di Tico.

"Buongiorno Courtney" mi dice il batterista, al volante. David, dopo avermi aperto la portiera, si siede sul sedile del passeggero. Io mi accomodo sul sedile posteriore: alla mia destra ho Richie e, a sua volta, Richie ha alla sua destra Jon.

"Salve Door" mi saluta il Bluesman, schioccandomi un bacio sulla guancia.
"Ciao ragazzi". Rivolgo a loro un sorriso tranquillo, mettendocela tutta per non guardare il cantante, a qualche centimetro da me. Non so se abbia paura, non so cosa lo spinga a starsene lì, seduto, con lo sguardo perso fuori dal finestrino, a guardare chissà cosa. Non riesco a capire per quale motivo le cose siano andate come sono andate. So solo che le cose non potranno mai cambiare, per nessuna ragione al mondo. E devo accettarlo.

"Dove si trova lo studio?" domando poi.

"Ad una mezz'oretta da qui. In realtà ci vorrebbero trenta minuti, ma Tico guida ad una lentezza esasperante" commenta Richie. L'uomo al volante sbuffa.

"C'è la neve sull'asfalto, non intendo eliminare tutti e cinque".

"Torres, così moriremo di fame, di sete e di sonno, se arriviamo allo studio tra una settimana" aggiunge il chitarrista, facendoci sorridere.

"Non sono mica tutto come te, che rischi di ammazzare tutti i passeggeri quando guidi!".

"Oh, ma sentilo! Courtney c'è venuta in macchina con me, eppure è qui in mezzo a noi!" replica il moro, rivolgendomi uno sguardo complice.

"Certo, e chi ci dice che non sia un fantasma?" insiste Tico, guardando Richie nello specchietto retrovisore.

"Quand'è venuta in macchina con te?" chiedo subito Jon. Ah, ma allora non sta dormendo e non ha la gola secca. E cos'è quella sorta di mini attacco di gelosia?

"Il mese scorso" risponde il chitarrista. Sento che, nell'aria, si è subito smorzato quel velo di ironia che stava contraddistinguendo le nostre conversazioni.

"Quando hai mandato Richie a prendermi" aggiungo io, con freddezza. Cala il silenzio, nessuno si azzarda a dire una parola. Tutti e cinque sappiamo perfettamente cosa è successo e l'imbarazzo, ovviamente, prende il sopravvento. David fa un colpo di tosse e accende la radio.

"Toh, un nostro pezzo!" esclama poi, cercando di smorzare quella tensione.

 

Non è divertente stendersi per dormire

E non ci sono segreti che io possa tenere

Vorrei che le stelle nel cielo annunciassero la tua visita

E le nuvole porterebbero la luna in un viaggio di sola andata

 

Ho guidato tutta la notte per le strade che non andavano da alcuna parte

Ma in qualche modo mi hanno portato qui, un'altra volta, nel luogo

Dove ho perduto il mio amore, dove ho perduto la mia anima

Vorrei solo bruciare questo posto che chiamiamo casa

Sarebbe stato tutto così semplice

Se tu mi avessi solamente fatto piangere

E mi avessi detto che mi stavi lasciando

Al suono di una ninna nanna

 

"Quando l'avevi scritta questa, Jon?" chiede il tastierista, grattandosi la nuca ed assumendo un'espressione pensierosa.

"Non ricordo" risponde il cantante, facendo spallucce.

"Non l'avevi scritta tre anni fa, circa?" aggiunge Tico, senza mai smettere di guardare la strada.

"Giusto, giusto! Aveva avuto un brutto due di picche, il nostro amico" lo punzecchia Dave.
"Tra l'altro ne avevano parlato anche i giornali, se non ricordo male. Non era quella la storia?". Tre anni? Giornali? Qualcosa non quadra..
"Ho detto che non mi ricordo" conclude Jon, facendo intendere di non voler assolutamente continuare a parlare di quel pezzo. Il silenzio torna ad essere sovrano ed ascoltiamo i cori con i quali si conclude la canzone.

Se quel pezzo fosse stato scritto veramente per me, quasi non ci voglio credere al fatto che abbia sofferto così tanto, sembra inverosimile. Eppure le coincidenze sono una tantino troppe..

"Siamo arrivati" annuncia il batterista, parcheggiando l'auto. "Visto Richie, ci abbiamo solo messo quarantacinque minuti anziché trenta" gli fa notare, ridacchiando.

"Solo perché hai preso l'avventata decisione di andare a 55 all'ora anziché a 50, non per altro" gli risponde, ridendo. Scendiamo tutti e 5 dalla Range Rover e ci dirigiamo verso lo studio televisivo. Ci accoglie una donna alta, dai capelli lunghi e biondi, fin troppo lisci. Indossa un abito da cocktail fucsia, abbastanza scollato e fin troppo corto per essere definito 'vestito' e non 'maglia'. Ai piedi porta un paio di scarpe pericolosamente alte, dorate.

"Ecco la Bon Jovi band e la nostra scrittrice!" esclama, con una vocina acuta. Mi dà una sgradevolissima sensazione, ma le stringo comunque la mano e cerco di ricambiare il sorriso. "Prego, raggiungete i vostri camerini là in fondo! Andiamo in onda tra dieci minuti!". La ringraziamo e ci avviamo verso il nostro camerino, nonostante non serva a nulla rimanere lì per dieci minuti scarsi, ma non voglio fare domande. Meno la sento parlare, meglio è per il mio sistema nervoso. Potrebbe essere la sorella di Beatrice.

Mi siedo di fronte ad uno specchio, davanti al quale ci sono una trentina di ombretti, una scatola piena di matite e mascara ed un bicchiere con rossetti e lucidalabbra. Ci sono così tanti trucchi da far invidia ad una profumeria. Tutto sommato non c'è bisogno di aggiustare la mia matita o il mio rossetto, perciò guardo un'ultima volta la mia immagina riflessa, per poi uscire.

"Signorina Door! Signorina Door!" esclama la giornalista.

: - Forse era meglio stare chiusa nel camerino -.

"Sì?".

"Venga pure se non deve finire di truccarsi o pettinarsi!" mi fa segno di avvicinarmi sul set, una sala circolare con cinque poltroncine ed una scrivania, sulla quale – mi sembra logico – si siede la donna. Mi invita ad accomodarmi sulla poltrona accanto alla quale c'è Jon. Nessuno dei due proferisce parola, io mi limito a incrociare le gambe e a far dondolare il piede destro. Finalmente arriva il resto della band e la tortura finisce.

Durante l'intervista la donna ci fa delle domande non scontate, di più. Passa a chiedere delle emozioni che provano i ragazzi sul palco, alla fama e se, quest'ultima, li ha cambiati in qualche modo. Poi si degna di darmi un po' di attenzione e mi chiede se è stata un'esperienza piacevole stare a contatto con il gruppo.

“Ho avuto modo di conoscere delle persone squisite, sul serio. Non ci si annoia mai con loro, è matematicamente impossibile e scientificamente provato. Credo d aver avuto a che fare con ragazzi su cui potrò contare per il resto dei miei giorni e dei quali mi potrò sempre fidare ciecamente”. Ed è vero, assolutamente e totalmente vero. Se escludiamo Jon.

“E' fantastico. Beh, credo che non ci sia altro da aggiungere. E ricordatevi di acquistare la biografia sui Bon Jovi, scritta da Courtney Door. Ora la pubblicità e poi i consigli sul come preparare la torta alla cannella” conclude la giornalista, rivolgendo un enorme sorriso alla telecamera.

“E stop!” dice la voce di un tecnico. Ci alziamo dopo aver ringraziato quella sottospecie di Barbie, con la quale si intrattiene a parlare Jon.

“Non ce la facevo più a sorridere a quella lì, non è normale che abbia una vocina così fastidiosa” commenta David, massaggiandosi le guance.

“No infatti. Beh, aspettiamo Jon in macchina?” propone Tico. Tutti e quattro ci voltiamo verso il cantante. La giornalista sta ridendo sguaiatamente, mentre il biondo le sta dicendo qualcosa all'orecchio. 
“Forse è meglio se andiamo. Penso che prenderà un taxi” risponde Dave.

“Perfetto allora. Forza, tutti a casa” conclude il batterista, uscendo dallo studio, seguito dal tastierista. Io rimango a guardare Jon, immobile, finché Richie non mi mette una mano attorno alle spalle.

“Vieni Courtney, andiamo via..” mi sussurra, accompagnandomi fuori.

 

Nota dell'autrice:

Eccoci qui al capitolo number 11. Spero che vi sia piaciuto, fatemelo sapere con una recensione se vi va ;)

Ringrazio tutte le persone che hanno avuto la pazienza di recensire, quelle che hanno aggiunto la storia tra le seguite e, alcuni, addirittura nelle preferite, ovvero:

BrianneSixx

chiaretta78

erika_rose

GiadiX_McKagan

rea_92

barbara83

Lemma

KeepSmiling

ErinThe

Vava_95 (<3).

HunterMarilyn

JonS

DodoBJ

Sun__

 

A prestissimo ;)

 

Rosie

  
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