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Autore: 1rebeccam    23/07/2012    16 recensioni
"Sarebbe tutto così semplice. Non ci vuole niente. Un secondo, un secondo soltanto per perdermi nei tuoi occhi e dirti che ti amo... Vorrei avere la forza di aprire la porta e stringerti tra le braccia, perché lo so che sei ancora qui. Ti sento, sento il tuo dolore e anche la tua rabbia."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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...Come ho fatto ad essere così stupido? Come ho fatto a non pensare che non si sarebbe fermata davanti a niente e soprattutto che avrebbe comunque voluto proteggermi…
E io sono stato un dannatissimo idiota a non capirlo…
Il telefono s’illumina ancora, Ryan lo sta chiamando, forse per assicurarsi che non faccia colpi di testa, ma lui lo lascia squillare.
Non può rispondere. Non vuole rispondere. Non vuole essere fermato.
L’unica cosa che vuole è salvare Kate, vuole assolutamente arrivare in quella casa e… portarsela via a qualunque costo… viva!...



 

La Resa Dei Conti


*
Nella Tana del Drago 

*
29° Capitolo 

 

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Ryan lancia il suo cellulare con forza contro il sedile.
-Non risponde… Castle non risponde… si faranno ammazzare tutti e due, maledizione!-
Nesbit lo guarda dallo specchietto retrovisore.
-Lo scrittore sarebbe davvero capace di entrare da solo? Voglio dire, è così stupido come la Beckett? Perché, se è vero quello che dite sul governatore, la vostra collega sta facendo una cosa proprio stupida!-
Esposito lo guarda torvo, tenendosi stretto al sedile.
-Jason, Beckett non è stupida. E’ stanca, arrabbiata, disperata. Il drago ha ucciso sua madre e adesso usa la vita del padre per farla uscire allo scoperto, chiunque cercherebbe di salvarlo e lei pensa di farlo senza mettere in pericolo nessuno di noi…-
Ryan si avvicina al sedile davanti, interrompendo il collega.
-E Castle… beh, si… è capacissimo di entrare senza aspettarci, sapendo che lei è in pericolo…-
Anche Stan si avvicina a Nesbit, appoggiando quasi la faccia a quella di Ryan, per interromperlo e finire la sua frase.
-E mancano ancora una ventina di minuti per arrivare, se ci va bene…-
Nesbit riporta lo sguardo sullo specchietto retrovisore e annuisce.
-Ha nascosto in casa sua una fuggitiva, rischiando la galera… ed è innamorato… mmhhh… si, credo anch’io che sia tanto stupido da entrare da solo…-
I tre lo guardano in silenzio leggermente stupiti.
-Che c’è? Anche un cieco si accorgerebbe che è cotto e stracotto di lei!-
Sorride sotto i baffetti, ingrana la quinta e aumenta la velocità, mentre chiama al cellulare i colleghi, che li seguono a ruota.
-Ragazzi, il luogo di destinazione è la residenza del governatore Jordan, non chiedetemi il perché, ma tre persone rischiano di essere uccise. Ad un chilometro di distanza ci faremo sentire, perciò sirene e lampeggianti e… a tutto gas.-
Chiude la chiamata e guarda Esposito.
-Se Jordan e i suoi avranno la meglio, cosa molto plausibile, forse sentire in lontananza che arriva la cavalleria, potrebbe spaventarli un po’!-
-Quello non ha paura di niente e di nessuno.-
Risponde Esposito, sempre più preoccupato.
-Credi? Io penso che dovrebbe avere paura di Beckett, per quello che ho capito di lei, prima di farsi ammazzare, gli farà vedere i sorci verdi… voi la conoscete meglio di me, dovreste avere più fiducia nella fuggitiva!-
 
Dal corridoio, alla destra delle scale, arrivano le voci distinte del governatore Jordan e del suo braccio destro. Man mano che Beckett si avvicina, silenziosa e lenta, riesce a sentire il loro discorso; la voce di Lucas, che esprime ancora le sue perplessità e quella del drago, che lo rassicura su come sarebbero andate le cose di lì a poco. La sua voce è calma, sicura, calda. Non tradisce nessuna emozione, nessuna paura, nessun dubbio; è sicuro di cosa sta per succedere, è sicuro che lei e Castle si presenteranno a lui, con il capo cosparso di cenere a immolarsi come sacrificio al grande dio…
Si addossa completamente alla parete che la divide da loro, appoggia la testa al muro e fa un paio di respiri profondi, tenendo le mani sull’impugnatura della pistola, con le braccia basse e tese, davanti a lei.
-Tranquillo Lucas, quei documenti finiranno in cenere tra poco e anche i nostri amici. Un colpo in fronte, un lavoro pulito e nessuno saprà niente, tranne noi.-
-Mi fa piacere che il signor governatore non abbia dubbi sull’esito della serata!-
Esclama Beckett, irrompendo nello studio. Jordan è in piedi accanto alla sua scrivania e guarda la donna davanti a lui, con un guizzo di sorpresa.
Pistola in pugno, sollevata quasi al livello degli occhi, labbra serrate e uno sguardo serio e concentrato. Lucas fa per prendere la sua pistola, ma lei lo ferma, puntando la sua arma contro di lui e tornando immediatamente dopo sul governatore.
-Io non lo farei Lucas, sono appena arrivata, vuole già mandarmi via? Metta via la pistola, perché prima che lei spari a me, io sparo in fronte al governatore.-
Jordan, con la sua solita tranquillità, solleva la mano verso Lucas, che poggia la sua pistola a terra. Prima di ucciderla devono assicurarsi che abbia i documenti con lei. Il governatore sorride e la guarda dritto negli occhi.
-Finalmente ci incontriamo Katherine, dopo tutti questi anni… è un piacere conoscere di persona un avversario così forte, intelligente e combattivo come sei stata tu, fino ad ora. Benvenuta nella mia casa.-
Si guarda intorno e sottolinea l’ultima frase allargando le braccia, evidenziando il fatto che, ormai, è entrata nella tana del drago.
-Sei un po’ in anticipo Katherine… e hai messo KO tutte le guardie… sei una continua sorpresa! E lo scrittore dove lo hai lasciato? No… non dirmelo Katherine! Lo hai mollato e sei venuta qui da sola! Come sei riuscita a convincerlo a restare a casa… al sicuro!? Oggi era così risoluto a chiudere la partita… mi ha piacevolmente stupito… è così innamorato!-
Lei continua a puntarlo senza perderlo di vista un istante.
-Dov’è mio padre?-
-Non importa se non vuoi rispondere. Spero che tu abbia portato i documenti con te, così mettiamo fine a questa storia… sai, Lucas è molto nervoso.-
-Dov’è   m-i-o   p-a-d-r-e?-
Ripete lei per la seconda volta, scandendo le sillabe e Jordan sorride ancora più compiaciuto.
-Se permetti a Lucas di avvicinarsi a quella porta e aprirla, lo vedrai.-
Beckett fa segno a Lucas, con la testa, di fare come ha detto Jordan e lui apre la porta della stanza accanto, mostrando Jim Beckett, imbavagliato e legato ad una sedia.
-Papà, stai bene?-
L’uomo risponde con un cenno affermativo della testa, gli occhi sgranati, mostrano la sua preoccupazione, soprattutto per la figlia. Lucas richiude la porta.
-Allora Katherine, dove sono i documenti?-
Lei si porta la mano sinistra alla schiena e da sotto il maglione, prende la busta con la documentazione che inchioda Jordan. Lui sorride, quando lei lancia il malloppo sulla scrivania, senza lasciare mai la mira su di lui. Il governatore apre la busta, prende i documenti, li controlla attentamente e il suo sorriso diventa improvvisamente una smorfia sprezzante.
-Dov’è il registro con la copertina di pelle nera?-
-Prima faccia uscire mio padre da qui e dopo glielo consegno.-
Il governatore la guarda serio, scuotendo la testa.
-Tu stai giocando con il fuoco Katherine, proprio come ha fatto lo scrittore oggi pomeriggio nell’impormi di fare lo scambio qui. Il patto prevedeva tutti i documenti.-
Adesso è lei che scuote la testa, sempre tenendo la pistola puntata sulla sua faccia.
-Il patto prevede quello che decido io. Prima libera mio padre, mi assicura che lo lascerà andare, poi avrà il resto dei documenti.-
Il governatore guarda Lucas, serra le mandibole e chiude i pugni. La rabbia si sta impossessando di lui. Quella ragazzina insignificante, quella mosca, non mostra nessuna paura e questo lo manda in bestia.
-Davvero credi, da sola, di potere impedire la morte di tuo padre? Davvero credi, che uscirai viva da questa casa?-
-Forse nessuno uscirà vivo da questa casa… lei è il governatore della città di New York, tutti credono in lei, la vittoria sarà sua, ma prima di farmi ammazzare, io la ucciderò e mi creda, il pensiero di poterle ficcare un proiettile in fronte prima di morire, mi tranquillizza parecchio.-
Il governatore sorride beffardo. Guarda la porta chiusa, dietro la quale Jim Beckett è tenuto prigioniero e il ghigno sulla sua faccia si spegne, lasciando il posto ad un’espressione seria, la sua voce diventa bassa e potente.
-Mi hai dato la caccia per 13 lunghi anni Katherine, sei diventata quello che sei perché IO ho fatto uccidere tua madre, hai sognato di scoprire la MIA identità per un terzo della tua vita, vorrei farti una domanda adesso Katherine: quando hai letto il mio nome su quei documenti, quando hai scoperto chi è il drago… ha prevalso di più il tuo senso di giustizia, oppure hai pensato solo alla vendetta? Sei davvero uno spirito superiore, come fai credere, oppure sei una comune mortale, piena di rabbia e di risentimento! Sono curioso Katherine… prima che mi spari, mi piacerebbe saperlo!-
Lei serra le mascelle, capisce che vuole perdere tempo e confonderla, ma non riesce comunque ad impedirsi di pensare a sua madre in quel vicolo, ricoperta di sangue, senza vita. Pensa che l’unica cosa che ha voluto negli ultimi 13 anni, è stato trovare quel verme e schiacciarlo sotto i suoi piedi; adesso vederselo davanti, mentre si prende gioco di lei, le fa ribollire il sangue.
Le ribolle il sangue perché lui ha ragione.
In tutti questi anni, si è solo illusa di volere giustizia per sua madre, perchè la verità, quella vera e inalienabile, è che ha sempre desiderato vederlo morto. La verità è, che se suo padre non fosse prigioniero nella stanza accanto, lo avrebbe già ucciso senza pensarci due volte. Lo ha capito mentre lo tiene sotto tiro, mentre lui, con la sua aria strafottente e da super uomo, controlla per l’ennesima volta la sua vita. Ma nelle ultime ore, è cambiato tutto. Stare tra le braccia di Rick e perdersi nei suoi occhi è l’unica cosa che vuole adesso. Proteggere il nome del suo capitano, come lui ha protetto la sua vita per anni, è l’unica cosa che vuole adesso. Si è resa conto che quel sentimento di vendetta, si è tramutato improvvisamente in giustizia, vera e semplice, come quella per cui è morta sua madre, proprio come le aveva detto Castle qualche giorno prima…
Credi davvero che l’unica cosa che avrebbe voluto tua madre è questa giustizia? Io non credo. Non se il prezzo da pagare è la vita che lei ti ha donato…
Dio… Quanto è vero! Sua madre l’avrebbe voluta serena e felice, forte, mentre realizzava i suoi sogni, l’avrebbe voluta viva! Ha avuto il rimorso di averla delusa per anni, ma l’unico modo di non deluderla davvero, è non buttare via la vita che lei le ha regalato. Fino alla settimana prima della morte di Montgomery, sapere l’identità del drago, l’avrebbe portata ad ucciderlo su due piedi, ma adesso… adesso no! Adesso vuole solo giustizia e… vivere! Per Johanna e per Rick…
Questi pensieri fulminei la distraggono per un attimo, Jordan se ne rende conto e fa segno a Lucas, che prontamente afferra la pistola da terra e la punta verso la porta chiusa alle sue spalle, sparando alla cieca. Lei si gira d’istinto, spiazzata dallo sparo e Jordan le va addosso, riuscendo a disarmarla e a metterle il braccio attorno alla gola.
-Pensavi davvero che avrei permesso che Lucas sparasse a te? Tu devi prima dirmi dove hai nascosto il registro.-
Lucas apre la porta della stanza contro cui ha sparato. Jim è ancora legato alla sedia, ma lo sparo lo ha preso in piena spalla, scaraventandolo giù, contro il muro. Beckett lo guarda terrorizzata, mentre il braccio di Jordan le stringe la gola.
-E’ ancora vivo.-
Esclama Lucas, dopo avergli tastato il collo e appurato che è solo svenuto. Jordan avvicina la faccia all’orecchio di Beckett.
-Che buon profumo che hai… nonostante la paura ti blocchi e ti faccia sudare, emani davvero un buonissimo profumo! Katherine, dimmi dove hai nascosto quel registro. ORA!-
Sente la presa attorno alla gola farsi sempre più stretta, con difficoltà guarda verso suo padre, è immobile, legato e sanguinante, ma è ancora vivo e lei… lei non riesce quasi a respirare.
-Katherine, non farmelo ripetere ancora, o Lucas gli spara un altro colpo e il prossimo sarà in fronte.-
Allenta di poco la presa, per darle la possibilità di parlare, ma quando lei resta in silenzio sotto al suo peso, fa cenno a Lucas, che solleva il braccio puntando la pistola contro Jim.
-Guardalo bene, tuo padre sta per morire… Devi guardarlo morire, Katherine!-
Sibila Jordan al suo orecchio, fa poi segno a Lucas, che carica l’arma. Lei vorrebbe urlare, ma non riesce a farlo, perché le braccia del governatore le stringono la gola, fino a farle mancare l’aria.
Improvvisamente sussulta. Lo sparo che rimbomba nelle sue orecchie, le fa chiudere gli occhi e fermare il cuore… 



Continua...



Angolo di Rebecca:

Ci siamo!
Beckett è nella tana del drago,anzi, volendo essere precisi,
in questo istante, si trova proprio stretta nella grinfie del drago... 
Lo sparo... gli occhi chiusi... il cuore fermo...

E scappo, prima di sentire le vostre urla,
il cap. è troppo corto, lo so...
ma credetemi, la sigla finale doveva cominciare proprio qui...

Però... non so se ve ne siete accorti, ma adesso anche Stan, finisce le frasi insieme a Ryan ed Esposito *-*

  
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