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Autore: one pelos    23/07/2012    1 recensioni
-No, oggi non posso. Devo passare la giornata con mia mamma. Sai, lei ci tiene. – enorme bugia, ovviamente. Finalmente mi liberai una buona volta dal suo respiro che mi giaceva addosso.
Lo lasciai lì, e mi incamminai a passo veloce verso casa.
Avevo fatto la cosa giusta?
Ma sì, dai. Domani avrò il compito di inglese, e non potevo soffermarmi a pensare uno sconosciuto: dovevo studiare… purtroppo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1.




-Helen Rose Blake, la sveglia è suonata dieci minuti fa. Farai tardi a scuola! – sentii una voce urlare di sotto.
Sì, esatto: quei due stupidi nomi erano i miei. Li ho sempre odiati.
-Cazzo! – spalancai gli occhi, appena vidi l’orario.
Mi alzai subito dal letto e borbottai a mia mamma qualcosa, per non avermi svegliata prima.
Andai in bagno e, svogliatamente, mi lavai. Sì, insomma, se avessi avuto degli amici, mi sarebbe piaciuto andare a scuola, ma sono sola. Sola come un opossum su un’autostrada.

Mi misi un po’ di matita agli occhi, poi presi il cellulare con gli auricolari e la cartella; salutai mia mamma e mi diressi verso quella sottospecie galera.
Camminai per non molto in quella stradina di Mullingar  ascoltando Skyscraper di Demi Lovato. Non sono una sua fan, ma la voce di quella ragazza mi fa sentire forte. E a prima mattina serve parecchia forza. Almeno a me.

Arrivai fuori al cancello della scuola decisamente in anticipo; sospirai, e mi feci forza per entrare.
-Mia mamma avrà sicuramente spostato in avanti di dieci minuti la mia sveglia. – sbuffai.
Mentre toglievo gli auricolari dalle orecchie, vidi in lontananza un gruppetto di ragazzi. Probabilmente erano nuovi arrivati. Strizzai gli occhi e cercai di contarli: erano cinque, ed erano tutti davvero carini.
Non avevo mai avuto una storia seria, eppure avevo 17 anni. Credevo che dopo aver finito le medie, la mia posizione sociale sarebbe cambiata, invece è successo il contrario: sono sempre più invisibile agli occhi delle persone.


Vedo che in lontananza uno di questi ragazzi parla con un suo amico, mi indica, prende un po’ di fiato, poi mi viene incontro, vicino alla panchina su cui ero seduta. Era biondo tinto, occhi azzurri come il mare dei Caraibi e un apparecchio ai denti che lo rendeva ancora più sexy.
Ormai era a pochi metri da me, ma io cercai di non notarlo, guardando dalla parte opposta.
-Ciao – sentii quasi un sussurro.
Mi girai di scatto e, con un sorriso sulle labbra, ricambiai il saluto.
-Piacere, io sono Niall. Tu sei…? – sulle sue guance si accesero delle fiamme rosse.
-Io sono Helen – risposi, sorridendogli.
-Cosa ci fai qui? – chiese lui. Lo guardai con una faccia un po’ scossa.
-Beh, frequento questa scuola, quindi... – risposi, mentre mi venne istintivo ridere.
Rise anche lui. –Ahah, intendo, cosa ci fai qui tutta sola? –
Si sedette sul bracciolo della panchina e mi guardò, interessato.
-Mi piace stare sola – mi stampai un sorriso sulla faccia. Lui alzò un sopracciglio.
-Sappi che se diventeremo amici, cambierai idea. – mi prese una mano e mi fece alzare.
-Vieni, ti porto a conoscere i miei compagni – disse, euforico.
Sì, era abbastanza euforico.
Presi la cartella che prima avevo poggiato a terra, e mi diressi verso il gruppetto di ragazzi.
-Ragazzi, lei è Helen. – mi presentò ai suoi compagni.
-Ciao, Helen. Io sono Liam. – mi rispose un biondo scuro, con una cresta che non faceva fare pensieri molto puri.
-Ehi, io sono Louis. – mi si scaraventò davanti un ragazzo con una maglia a righe e una vocina davvero stupenda. Gli sorrisi.
-Io sono Harry, ciao. – un riccio con degli stupendi occhi verdi mi strinse la mano.

Okay, io ricordavo cinque ragazzi. Loro ne sono quattro. Mi sono rincoglionita, forse?

Dopo qualche secondo, Niall mi sussurrò all’orecchio. Un sussurro che mi vece rabbrividire.
-Quello laggiù è Zayn. – mi disse, indicando un tipo che fumava una sigaretta, seduto su uno scalino dell’uscita di emergenza della scuola.
A quella visione mi si illuminarono quasi gli occhi, così abbassai lo sguardo, per non farlo notare a nessuno.
-Mmh, okay, magari dopo può presentarsi. – sussurrai a Niall, con la speranza che lui non venisse, altrimenti sarei svenuta ai suoi piedi.
Mi pentii di averlo detto: dopo un nano secondo, Zayn buttò a terra il mozzicone di sigaretta che, evidentemente, aveva finito e si incamminò verso il gruppo di ragazzi. Quindi anche verso di me.
Cazzo, cazzo.
Salutò tutti, poi venne vicino a me: mi guardò, poi si riferì agli amici.
-E lei è…? – disse, con una voce davvero wow.
Helen, non devi pensare queste cose, altrimenti ti picchio, okay?
-Zayn, lei è Helen. – disse Harry, un po’ seccato.
Zayn non mi salutò, non mi strinse la mano e non si presentò. Andò solamente vicino a due ragazze. O meglio, due galline. Senza offesa per le galline, ovviamente.
Quella fottuta campanella suonò, e tutti entrammo nell’edificio.  I nuovi arrivati frequentavano classi diverse: Niall sarebbe dovuto venire nella mia e questo mi diede un sollievo enorme. Almeno durante le ore di lezione avrei parlato con qualcuno. Così decisi che sarebbe stato il mio nuovo compagno di banco.  E lui acconsentì la mia decisione.
C’erano diversi motivi per cui odiavo il lunedì, e le due ore consecutive di matematica erano uno di quelli.
A scuola andavo piuttosto bene, ma non mi impegnavo più di tanto nello studio, anzi.
Durante le sei ore di lezione, io e Niall cazzeggiavamo in tutti i modi e la sua risata ci fece beccare più volte dalla prof.


Finirono le sei ore di inferno e fui costretta a salutare Niall. Mi ero davvero affezionata a quel ragazzo.
Lui rimase fuori l’ingresso ad aspettare i suoi amici mentre io, dopo avergli stampato un bacio sulla guancia, mi incamminai verso casa mia. Avevo così tanta fame che avrei mangiato un pullman, con tutte le persone all’interno. Ma il destino decise che avrei dovuto aspettare ancora, prima di andare a pranzare; o meglio, lo decise Zayn.
Mentre oltrepassavo l’angolo della strada, un braccio mi scaraventò al muro. Ero già pronta a dare calci nelle parti basse a chiunque mi avrebbe toccata, ma mi ritrovai davanti gli occhi di Zayn. Dovevo resistere alla profondità di quegli occhi profondi, e ci riuscii.
-Dove andavi di bello, Blake? – mi disse.
Blake.
Blake.
Sapeva il mio cognome, okay.
-Ho una gran fame, Zayn. Lasciami andare a casa. – dissi, cercando di mantenere le distanze.
-Se vuoi posso portarti io, a pranzo. –
Ehm, avevo capito bene? Zayn Malik mi aveva chiesto di andare a pranzo con lui?
Helen, non accettare. Mantieni le distanze.
E così feci.
-No, oggi non posso. Devo passare la giornata con mia mamma. Sai, lei ci tiene. – enorme bugia, ovviamente. Finalmente mi liberai una buona volta dal suo respiro che mi giaceva addosso.
Lo lasciai lì, e mi incamminai a passo veloce verso casa.
Avevo fatto la cosa giusta?
Ma sì, dai. Domani avrò il compito di inglese, e non potevo soffermarmi a pensare uno sconosciuto: dovevo studiare… purtroppo






 


cause I can't love you more than this.


Salve to all, gente. 
Io sono Stefy, e questa è la mia primissima
storia sui ragazzi.
Che dire, spero che piaccia a qualcuno.
Buona lettura.

ah, non vi anticiperò mai niente, bwahahah. (?)

  
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