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Autore: Etoile_Noir    07/02/2007    3 recensioni
Una ragazza tormentata da avvenimenti della suo vita, una ragazza che vive per la musica, un viaggio in america, nuove amicizie e un nuovo amore ad attenderla...Ma riuscirà Charlotte a ritrovare se stessa e a guarire le sue ferite?

Note: avevo già messo questa ff quest'estate questa storia nella sezione originale-generale ma dopo averla cancellata e ora risistemata mi rendo conto che è giusta per questa sezione.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due

Basta! Aveva deciso che doveva smettere di rimuginare e piangere per il passato e sprecare il suo tempo così.

Voleva partire, ebbene l’avrebbe fatto.

Rientrò in camera, gettò il suo zaino sgangherato e tutto scritto sul letto.
Cacciò le cose a cui teneva di più dentro e se lo caricò sulle spalle.
Andò verso lo studio e prese la sua carta e i suoi contanti dalla cassaforte.
Lo devo fare, è necessario, non sto rubando sono soldi miei pensava la ragazza
Attraversò il corridoio e si diresse in cucina e dopo aver preso un foglio di carta con una penna rossa scrisse:

Tornerò per gli inizi di Settembre.

Charlotte o come cavolo volete chiamarmi

P.S: inutile che voi cerchiate i miei amici perché Nessuno, ripeto NESSUNO, sa dove sono.


Prese la matita nera dal taschino e si appesantì il trucco, si mise una chewing-gum in bocca e si diresse verso l'uscita.
Aprì la porta e la richiuse.
Un capitolo si chiude ed un altro si apre avrebbe detto sua nonna.

Con il cellulare chiamò un taxi e poi si mise seduta sopra ai gradini ad aspettarlo.

Era passata solo mezz’ora e già era stanca di stare li a far niente.

Buttò la chewing-gum per terra ,sfilò una sigaretta dal pacchetto che teneva nello zaino e la accese.

Non era la prima volta che lo faceva ma la volta precendente non potè farlo perché suo padre, il Tiranno, gliel’aveva spenta e le aveva dato uno schiaffone. Sua madre fece altrettanto infatti non la degnò di uno sguardo per settimane: era successo 3 mesi prima.

"Charlotte non ti permettiamo e avere una figlia che fuma non sarebbe una buona cosa per la famiglia, guarda tuo fratello è bravo e si comporta bene" le diceva sua madre

Tanto la sua famiglia era caduta a pezzi; loro erano sempre occupati e suo fratello…era un motivo in più per partire.

Quel gesto era come una liberazione, il sapore amaro di tabacco che le giungeva alle vie respiratorie, ai bronchi ed infine ai polmoni ;a mano che la nicotina percorreva il suo corpo tutte le sue frustrazioni se ne andavano con il fumo che lei espirava.

Il taxi finalmente arrivò, attraversò di corsa il giardino e si catapultò dentro ad esso.

"Dove si va?!?"
"All’aeroporto"
"Certo che si!ma hai i soldi per pagare,ragazzina??"
"Si…"disse con aria scocciata Anche qui c’era qualcuno che voleva farle la predica e di questo si era rotta
"Ragazzina che ti prende…mi sembri…hai cambiato tono di voce"
"ah…ecco qui un altro strizza-cervelli… comunque dovrei venirlo dire a te…ad un misero autista del taxi e non chiamarmi ragazzina, non sono una ragazzina"
"Calma,calma…non lo farò più"
"Niente è che…"disse fissando il finestrino "insomma niente!!! scusi"
Il viaggio in aeroporto non fu lungo e dopo aver pagato il taxista con un passo spedito accesse alla struttura.

La differenza di temperatura la fece rabbrividire. L’aria condizionata era a palla e le venne un giramento di testa che si calmò al passare del tempo in quell’ambiente.
Senza pensarci andò a procurarsi il biglietto per il volo. Avrebbe fatto scalo a New York, per poi recarsi in una città più piccola negli stati del nord o del centro.
Mancava mezz’ora, era impaziente di arrivare là, di vedere posti che non conosceva, di capire veramente chi era, che cosa doveva fare; insomma di mettersi alla prova e di dimenticare o almeno attutire e ragionare su quello che era successo.
Anche in quel luogo regnava il silenzio, al massimo si potevano sentire dei passi o delle persone sbuffare La voce della hostess annunciava che dovevano fare il check-in.
Dopo aver fatto il necessario raggiunse la pista:la luce dell’alba ancora non era venuta perchè mancavano ancora molte ore.
Il cemento della pista era illuminato dalle luci blu che stavano tutt’ intorno e la facevano sembrare una cosa mistica, segnandola per tutta la sua lunghezza.

Le sembrava strano fare quel passo da sola prendere un aereo per chissadove, ma qualcosa dentro di lei le fece coraggio così passo dopo passo si recò al suo posto.

Il volo era decolatto già da un'ora e la persona che le era seduta accanto per un po’ non si fece notare ma quando una musica rockeggiante iniziò a punzecchiarla non riuscì a contenersi.
Levò arrogantemente la cuffia dall’orecchio del suo vicino e con tono secco disse "Vuoi abbassare questa cavolo di musica, mi da ai nervi!!!"
"ok…ma di poco"
"Sei americano?!?"disse la mora notando il suo accento tipico.
"si e allora?"
"ah...ok...allora tu toni a casa?!?"disse con aria malinconica
"Si sono di del Wyoming...tu perchè stai andando in america?"
Cambiando brutalmente discorso la ragazza disse"Che gruppo era quello che stavi sentendo?!?"
"I rolling stones"
"sono bravi...."
"Si verissimo...ma non cambiare discorso tu che ci vieni a fare in america ... l'italia è così bella!!!"disse lui con aria meravigliata
Il suo volto si fece torvo e disse"non sono problemi tuoi!! comunque io non so dove andare, non ho nessuno lì e l'italia non è così bella "
"già capito tutto...ti comporti,parli e vesti come mio fratello...qualcuno ti ha spezzato quella cosa che chiamavi cuore?!?"







                              

♥ † ♥

Note dell'autrice: (per i pochissimi che leggono XD)

-Questo capitolo è un po' meno lungo dell'altro ma spero ke mi perdoniate =)...e d'ora in poi aggiornerò il mercoledì e last but not least...grazie3000000 per aver commentato...mi rendete molto molto felice...per chi non l'avesse notato.

     
  
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