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Autore: Aimondev    24/07/2012    1 recensioni
Tre storie parallele: due preti a caccia di diavoli, un serial killer in contatto con un demonio e una famiglia timorata di Dio avranno una chiave comune. [cap 8]
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 7   (Matthew)
La lista dell'Angelo.

Testo in prima persona.

 

Dicono di agire in nome di Dio. Già.
Uccidono per lui, dicendo di compiere delle "distruzioni".  Sono solo dei folli.  
C'è chi dice che la possessione di un diavolo sia ciò che di peggio possa capitare in vita.... Perché non hanno mai visto a cosa può portare la possessione di un ANGELO.
E ora mi trovo qui, a due metri sotto terra, sepolto vivo, a parlare da solo in attesa forse della fine.  Non mi trovo in una bara, per fortuna la mia sorte non è stata così terrorizzante.  Mi trovo in uno spazio di circa due metri per due, e sono accasciato sulle scale che portano all'unica uscita:  una botola serrata.
E' stato mio padre a rinchiudermi vivo.  Diceva che LUI gli ha detto di diffidare di me, che non porterò a nulla di buono.  Dice che non gli ha voluto credere perché sono pur sempre suo figlio. Ma intanto mi trovo qui da una settimana, bevendo la poca acqua che mio fratello fa scorrere da un buco della botola.
Mi formicolano le mani,  non sento più le gambe, ma la cosa peggiore è questo sapore che ho sulle labbra: non sa di sangue, né di febbre né di morte, ma di tutto questo messo insieme.
Probabilmente morirò di stenti.

 Tutto incominciò un mese fa.  Le cose andavano bene,  o almeno relativamente bene.  Mio padre aveva la nomea dello "strano" del paese: bigotto, puritano, predicatore.
Mia madre era morta partorendo mio fratello che ora ha 10 anni ed è tanto strano quanto mio padre visto che sono molto simili.  Io invece mi sono sempre discostato un po' dalla religione, non la odiavo come la odio ora, ma non la amavo neppure.

 Accadde tutto quel giorno.

Stavo tornando a casa con mio fratello quando sentii un brusio alle mie spalle. Rosemary la bella della scuola stava sparlando di noi.  Stranamente considerai le sue parole del tutto naturali.  Non ero come mio padre e mio fratello ma facendo parte di quella famiglia, ottenevo un po' della loro impopolarità riflessa. Niente di cui non fossi abituato.

 "Rosemary, è un quarto d'ora che guardi i fratelli  Aposless"
"Quei due ragazzini hanno un non so che di inquietante"
"Inquietanti loro? Sono solo due ragazzi  tutta casa e chiesa. Dovresti vedere il padre allora"

 "E ora mi dà anche del tipo inquietante.  Guarda che mi tocca sopportare"   Dissi sottovoce. Ma la speranza di trasferirmi in una grande città un giorno, mi rincuorava. 
Come se non bastasse mio fratello Mark s'era messo a cantare una ridicola filastrocca da chiesa e non faceva che gettare benzina sul mio fuoco già abbastanza ardente

 "Ho tanta tanta tanta gioia in fondo al cuor"  cantilenò  e poi restò in silenzio.
"No Matt" mi disse  "Non hai capito.  Quando io dico -In fondo al cuor- tu devi dire  -dove?-  capito?"
"Mark, per favore. Non coinvolgermi in queste stro..."
"Ti prego ti prego ti prego"
"E va bene"

-O cazzo-  pensai.  C'era il grasso Jack Trevor a qualche metro da me,  il più stronzo della scuola.  L'insulso capo dei bulletti del paese.  Stava seduto sulla sella di un motorino probabilmente rubato a discutere con qualche altro stronzo suo pari.  Provavo pietà per quella povera moto costretta a sostenere il suo peso.

"Ho tanta tanta tanta gioia in fondo al cuor" 

 -Porca puttana! E ora mi tocca anche dargli corda-   Ci riflettei un attimo e decisi che non mi interessava cosa avrebbero detto di me,  tanto prima o poi avrei lasciato la città e tutto questo non sarebbe stato che un vacuo ricordo.

 "Dove?"  Risposi cautamente.
"IN FONDO AL CUOR"

Gridò il mio folle fratellino.  -Sta zitto maledetto-  urlai dentro di me, ma questo la mia bocca non lo disse.

La mia bocca quasi come agisse per conto proprio disse:
"Dove?"
"In fondo al cuor.  Ho tanta tanta tanta..."

Ecco. 
Jack Trevor e i suoi s'erano girati verso di noi e stavano chiaramente ridendo.

 "Guarda, guarda guarda  che brutti incontri si fanno per questa strada." 
Disse Jack avvicinandosi minacciosamente seguito dagli altri due.

 "I fratelli Aposless, che gran froci. 
Siete appena tornati dalla chiesa dopo esservi fatti le seghe a vicenda eh?  Guarda che finocchietto spaventato. Si caca addosso dalla paura."

Indicò mio fratello che stava arretrando e s'era nascosto dietro le mie spalle.  Gli altri due risero.
Poi tirò fuori un coltello e mi disse

"Dammi tutti i soldi che hai, o un occhio te lo stacco."

 Decisi che discutere con tre individui più grossi di me armati di coltello non sarebbe stato opportuno e senza dire altro tirai fuori dalla tasca 3 dollari, tutto quello che avevo.

 "Cosa?  Mi prendi per il culo?  E' tutto quello che hai?"  protestò strappandomi i soldi dalla mano

"Ho usato gli altri per il pranz..."

"NON DEVI RISPONDERE, FINOCCHIO DEL CAZZO!" s'avvicinò puntandomi il coltello ad una palpebra.

"Cosa mi impedisce ora da staccarti questo tuo fottuto occhio del cazzo, eh?"
Jack sembrava particolarmente fuori dai toni, probabilmente era ubriaco o peggio.

"Lascia stare, Jack dai. Andiamo via."
Disse uno dei suoi  intuendo la piega che avrebbe preso quella storia. Cercò di mettersi in mezzo.

"STAI ZITTO TU! QUESTO STRONZETTO DEVE PAGARE!"
"Ma ha pagato Jack. Domani gli chiederemo di più, dai
"  intervenne l'altro bullo.

 Mio fratello Mark si mise a piangere mentre il fottuto grassone davanti a me scorreva lentamente la sua lama sulla mia faccia.

"Eheh i fratelli Aposless, che gran froci del cazzo!"  Rise lui.

"Così devoti...Così credenti...   Credi in Dio eh, Matt?  Tu credi nel tuo dio fottuto, vero?"
"s-sì"
"E dov'è adesso il tuo dio fottuto eh?  DOVE CAZZO STA QUESTO DIO, DIMMELO!"
"n-non lo so..."
"Non è qui ad aiutarti quindi.  E dove sta? A farsi le seghe da qualche parte?  Perché non viene qui a salvarti?"

Il suo pugnale affondò più in profondità e mi tagliò all'altezza della guancia. 
Un rivolo di sangue mi solcò il volto.

"Te lo dico io perché.  Perché è un fottuto codardo come te e come tutti voi credenti che vi affidate a lui invece di risolvere le vostre questioni PERSONALMENTE.  Quello che veneri è un vigliacco Matt. Ricordatelo sempre"

Detto questo, mi diede le spalle e si allontanò con i suoi amici e con i miei tre dollari. Mark piangeva ancora e mi stringeva forte. La mia vista era appannata ma ero abbastanza lucido da provare un'incredibile rabbia. Probabilmente il taglio che mi aveva inferto aveva risvegliato in me una sorta di istinto animalesco sopprimendo il terrore che mi aveva paralizzato i sensi un attimo prima.

Non era la paura a governarmi ma l'irrequietezza, una cresciuta percezione delle cose. E fu in un lampo di follia che la mia bocca parlò da sola.

 "STRONZO!"    gridai.

 Jack si voltò con aria omicida.
Gli altri due bulli erano senza fiato.

  
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