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CAPITOLO
7 (Matthew)
La
lista
dell'Angelo.
Testo in
prima persona.
Dicono di agire in nome di Dio.
Già.
Uccidono per lui, dicendo di compiere delle "distruzioni". Sono solo dei folli.
C'è chi dice che la possessione di un diavolo sia
ciò che di
peggio possa capitare in vita.... Perché non hanno mai visto a cosa può portare
la possessione di
un ANGELO.
E' stato mio padre a rinchiudermi vivo.
Diceva che LUI gli ha detto di diffidare di
me, che non porterò a nulla di buono. Dice
che non gli ha voluto credere perché sono pur sempre suo
figlio. Ma intanto
mi trovo qui da una settimana, bevendo la poca acqua che mio fratello
fa
scorrere da un buco della botola.
Probabilmente morirò di stenti.
Mia madre era morta partorendo mio fratello che ora ha 10
anni ed è tanto strano quanto mio padre visto che sono molto simili. Io
invece mi sono sempre discostato un po'
dalla religione, non la odiavo come la odio ora, ma non la amavo
neppure.
Stavo tornando a casa con mio fratello quando sentii un brusio alle mie spalle. Rosemary la bella della scuola stava sparlando di noi. Stranamente considerai le sue parole del tutto naturali. Non ero come mio padre e mio fratello ma facendo parte di quella famiglia, ottenevo un po' della loro impopolarità riflessa. Niente di cui non fossi abituato.
"Quei due ragazzini hanno un non so che di
inquietante"
"Inquietanti loro? Sono solo due ragazzi tutta
casa e chiesa. Dovresti vedere il padre
allora"
Come se non bastasse mio fratello Mark s'era messo a cantare
una ridicola filastrocca da chiesa e non faceva che gettare benzina sul
mio
fuoco già abbastanza ardente
"No Matt" mi disse
"Non hai capito.
Quando io dico -In fondo al cuor- tu devi
dire -dove?- capito?"
"Mark, per favore. Non coinvolgermi in queste
stro..."
"Ti prego ti prego ti prego"
"E va bene"
-O cazzo-
pensai. C'era
il grasso Jack
Trevor a qualche metro da me, il
più
stronzo della scuola. L'insulso
capo dei
bulletti del paese. Stava
seduto sulla
sella di un motorino probabilmente rubato a discutere con qualche altro
stronzo
suo pari. Provavo
pietà per quella
povera moto costretta a sostenere il suo peso.
"Ho tanta tanta tanta gioia
in fondo al cuor"
"IN FONDO AL CUOR"
Gridò il mio folle fratellino. -Sta zitto maledetto- urlai dentro di me, ma questo la mia bocca non lo disse.
La mia bocca quasi come agisse per
conto proprio disse:
"Dove?"
"In fondo al cuor.
Ho tanta tanta tanta..."
Ecco.
Jack Trevor e i
suoi s'erano girati verso di noi e stavano chiaramente ridendo.
Disse Jack avvicinandosi minacciosamente seguito dagli altri
due.
Siete appena tornati dalla chiesa dopo esservi fatti le
seghe a vicenda eh? Guarda
che
finocchietto spaventato. Si caca addosso dalla paura."
Poi tirò fuori un coltello e mi disse
"Dammi tutti i soldi che
hai, o un occhio te lo
stacco."
"Ho usato gli altri per il pranz..."
"NON DEVI RISPONDERE, FINOCCHIO DEL CAZZO!" s'avvicinò puntandomi il coltello ad una palpebra.
"Cosa
mi impedisce ora da staccarti questo tuo fottuto
occhio del cazzo, eh?"
Jack sembrava particolarmente fuori dai toni, probabilmente
era ubriaco o peggio.
"Lascia
stare, Jack dai. Andiamo via."
Disse uno dei suoi
intuendo la piega che avrebbe preso quella storia. Cercò di mettersi in mezzo.
"STAI ZITTO TU! QUESTO
STRONZETTO DEVE PAGARE!"
"Ma ha pagato Jack. Domani gli chiederemo di più,
dai" intervenne
l'altro
bullo.
"Eheh i fratelli Aposless, che gran froci del cazzo!" Rise lui.
"Così
devoti...Così credenti...
Credi in Dio eh, Matt?
Tu credi nel tuo dio fottuto, vero?"
"s-sì"
"E dov'è adesso il tuo dio fottuto eh?
DOVE CAZZO STA QUESTO DIO, DIMMELO!"
"n-non lo so..."
"Non è qui ad aiutarti quindi.
E dove sta? A farsi le seghe da qualche
parte? Perché
non viene qui a
salvarti?"
Il suo pugnale affondò
più in profondità e mi tagliò
all'altezza della guancia.
Un rivolo di sangue mi solcò il volto.
"Te lo dico io
perché. Perché
è un fottuto codardo come te e come
tutti voi credenti che vi affidate a lui invece di risolvere le vostre
questioni PERSONALMENTE. Quello
che
veneri è un vigliacco Matt. Ricordatelo sempre"
Detto questo, mi diede le spalle e si allontanò con i suoi amici e con i miei tre dollari. Mark piangeva ancora e mi stringeva forte. La mia vista era appannata ma ero abbastanza lucido da provare un'incredibile rabbia. Probabilmente il taglio che mi aveva inferto aveva risvegliato in me una sorta di istinto animalesco sopprimendo il terrore che mi aveva paralizzato i sensi un attimo prima.
Non era la paura a governarmi ma l'irrequietezza, una cresciuta percezione delle cose. E fu in un lampo di follia che la mia bocca parlò da sola.
Gli altri due bulli erano senza fiato.