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Autore: Aya88    24/07/2012    6 recensioni
Allungò una mano scostandole alcune ciocche castane dalla fronte. Anche se non poterle comunicare la conclusione a cui era giunto gli procurava un pizzico di delusione, sapere che stesse bene era mille volte più importante; del resto avrebbero parlato l’indomani, in quel momento gli era sufficiente avere vicino e al sicuro il suo futuro inaspettato, quello che era ormai una certezza e quello che doveva ancora arrivare.
Paring NejiTenTen
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Dedicata a wari per l'assistenza, per avere
risposto ad ogni domanda random su Neji,
insomma per avermi sopportato mentre scrivevo^^




Quando, poche ore prima, Rock Lee era piombato a casa sua senza preavviso, un presentimento ben poco piacevole l’aveva subito messo in all'erta, suggerendogli di rifiutare quello che all’apparenza sarebbe potuto sembrare un innocuo invito. In teoria, bere per festeggiare l’arrivo di una nuova vita non era affatto una pessima idea, ma il suo istinto di sopravvivenza era stato più sveglio del cosiddetto senso comune e della rassegnata accondiscendenza di Tenten, che di fronte all’esuberanza dell’ex-compagno di team si era limitata a porre come condizione il ritorno ad un orario decente. Se solo avesse scelto di dargli ascolto e di non chiudere un occhio sui suoi accompagnatori, in quel momento non si sarebbe ritrovato lungo le vie del villaggio costretto a fare i conti con un indesiderato mal di testa e con le più svariate ipotesi su come chiamare suo figlio.
Neji si massaggiò le tempie pulsanti con un gesto lento ma deciso, mentre i suggerimenti che gli erano stati offerti riecheggiavano confusamente nelle sue orecchie. Sentiva ancora Naruto e Lee, supportati da un Kiba del tutto ubriaco, proporgli nomi benauguranti, simbolo di forza o di un avvenire luminoso, una situazione che avrebbe anche potuto apprezzare se non fosse stata contraddistinta da un tono di voce ben lontano dalla conversazione privata, oltre che dallo scontrarsi frequente dei bicchieri di sakè. Non aveva mai desiderato così tanto essere altrove come in quell’intenso quarto d’ora. Se era riuscito a sottrarsi al baccano e all’imbarazzo, doveva ringraziare solo Tenten che l’aspettava, una motivazione che gli aveva evitato qualsiasi obiezione.
Svanita la voglia di fuga dei primi minuti rallentò il passo, cercando di godersi la quiete e l’aria fresca della sera; aveva indubbiamente bisogno di rilassarsi dopo essere stato assillato con qualcosa a cui non aveva affatto pensato. Non era trascorsa nemmeno una settimana da quando aveva saputo che sarebbe diventato padre e il sesso del bambino così come il nome da dargli erano rimasti mille anni luce lontani dalla sua mente. Quell’arco di tempo l’aveva impiegato piuttosto ad assimilare la notizia e a realizzare cosa essa comportasse.
D’istinto sfiorò il simbolo del villaggio inciso al centro del coprifronte, in corrispondenza di un altro ben più profondo e indelebile, un marchio che per lunghi anni aveva rappresentato la gabbia che imprigionava il suo futuro. Da quando Naruto aveva contribuito ad aprirgli gli occhi, la vita gli aveva dimostrato giorno dopo giorno che non esiste niente di già deciso e immutabile e la nascita di un figlio, per quanto implicasse certamente altre responsabilità, era per lui soprattutto un nuovo frammento di qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Si fermò un attimo sollevando lo sguardo verso il cielo stellato, mentre riportava il braccio lungo il fianco. Forse, pur non avendone l’intenzione, aveva trovato il nome adatto. L’unica cosa da fare a quel punto era confrontarsi con Tenten. Spinto da tale constatazione si affrettò a tornare a casa, percorrendo gli ultimi metri che lo separavano dalla sua meta con l’animo pervaso da una serena soddisfazione.
Quando girò le chiavi nella serratura ed entrò nell’appartamento, trovò però le luci già tutte spente e fu solo il silenzio più totale a venirgli incontro. Benché l’orario tardo fosse la spiegazione più ovvia di quello stato di cose, non poté fare a meno di provare una lieve preoccupazione; da quando infatti Tenten era incinta, con sua totale sorpresa aveva scoperto di essere facilmente soggetto ad attacchi di apprensione. Consapevole di ciò, non volle rischiare di svegliare sua moglie a causa di un allarme ingiustificato; si richiuse la porta alle spalle e, lasciate le scarpe all’ingresso, avanzò a passo cauto lungo il corridoio, evitando il più possibile di far scricchiolare il tatami sotto i suoi piedi. Raggiunta infine la camera da letto, la trovò placidamente addormentata, con i capelli sciolti che ricadevano morbidi sul cuscino e un’espressione serena dipinta sul volto. Quella visione lo rassicurò; entrò e le si avvicinò con calma, poi si sedette al suo fianco, sul bordo del materasso che separava il suo corpo dal vuoto. Allungò una mano scostandole alcune ciocche castane dalla fronte. Anche se non poterle comunicare la conclusione a cui era giunto gli procurava un pizzico di delusione, sapere che stesse bene era mille volte più importante; del resto avrebbero parlato l’indomani, in quel momento gli era sufficiente avere vicino e al sicuro il suo futuro inaspettato, quello che era ormai una certezza e quello che doveva ancora arrivare. Senza preavviso, ricordi non troppo lontani gli attraversarono la mente: dai momenti tesi e difficili della quarta guerra ninja alla confessione di Tenten, per arrivare al giorno del loro matrimonio e all’istante in cui gli era stato annunciato che avrebbero avuto un bambino. Quattro anni per tutto quello erano pochi e allo stesso tempo sembravano un’eternità, una piacevole eternità.
Stava quasi per alzarsi, quando la donna riaprì lentamente gli occhi spingendolo a trattenersi.
“Ehi, allora mi avete dato ascolto.” Esordì quella con la voce impastata dal sonno.
“Diciamo che ho anche salvaguardato la mia sanità mentale, però almeno la serata a qualcosa di utile è servita.” Le rispose pacato.
Incuriosita, Tenten inarcò un sopracciglio.
“Forse ho trovato come chiamare il bambino, pensavo a Miku.” Continuò l’altro dopo un attimo di silenzio, ricevendo come reazione un sorriso abbozzato.
“Miku, il futuro che deve ancora venire… mi piace come nome.” Commentò l’ex-compagna di team, poi protese un braccio per incontrare e stringere la sua mano, un gesto che Neji non tardò ad assecondare. “Questo però vuol dire che dovrà essere una femmina.” Gli fece notare con tono pratico.
Colto di sorpresa da qualcosa che aveva tralasciato, lo Hyuga arrossì lievemente in chiaro imbarazzo, limitandosi ad assentire con un ‘già’ mormorato.
“Ma anche questa idea non mi dispiace.” Lo soccorse Tenten sorniona. “Non mi è difficile immaginarti nelle vesti di papà geloso.” Spiegò, scoppiando poi in una sommessa risata quando il rossore sul viso di lui aumentò.
Decisa a sottrarlo definitivamente al disagio, si sollevò a sedere sul letto, fece scivolare una mano dietro al suo collo e lo baciò, mentre ad unirli non era solo la vicinanza fisica, ma anche la salda convinzione di non poter desiderare un futuro diverso da quello che la vita aveva creato per loro.


Note dell'autrice

Questa fanfiction nasce per la sfida indetta da slice sull'Urdcafè. Dovevamo trattare di Neji, Tenten e del nome di un figlio, ed ecco cosa è uscito fuori. Per colpa di slice sono insomma finira a scrivere NejiTenten, un paring che non avevo mai trattato e che non è esattamente nelle mie corde, ma spero che il risultato sia  accettabile lo stesso.
Per il significato del nome Miku mi sono appoggiata ad un sito che riportava questo:

MIKU
Scrittura Kanji: 未 来
未 MI significa "non ancora" mentre 来 RAI significa "prossimo", "venire", "causa", "diventare". Questa scrittura 未 来 significa "futuro", letto però in modo diverso (Mirai). Sicuramente possiamo interpretare il significato come "il futuro che deve ancora arrivare".

Spero sia attendibile, o la fic parte da qualcosa non propriamente esatto.

  
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