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Autore: Teal Eyes    24/07/2012    2 recensioni
"Una giornata come tante, insomma. Quella volta però sarebbe stata diversa: avremmo avuto il giorno successivo libero, un giorno in Italia, da soli, come semplici turisti."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Danielle mi svegliò dolcemente con un bacio sulla guancia, poi la sensazione di uno schiaffo. Stavo solo sognando. Aprì gli occhi ancora un po’ socchiusi e lei camminava avanti e indietro per la camera blaterando qualcosa d’impossibile per la mia momentanea condizione. Già, è vero, avevo dimenticato che la sera precedente avevamo avuto il nostro primo litigio. Non volevo sentirla, avrei voluto invece riposare fra le coperte e i cuscini dell’hotel, così mi buttai la coperta fin sopra alla testa poi sentì sbattere la porta violentemente. Riabbassai la coperta e fissai il soffitto. Nella stanza era calato il silenzio, potevo sentire solo il mio respiro. Chiusi gli occhi cercando di immaginare qualcosa di positivo, ma mi venne solo in mente una coppa di gelato al cioccolato. Mi buttai giù dal letto e assaporai la moquette. Mi vestì, feci un salto al buffet, presi una fetta biscottata e me ne andai dal retro. Davanti c’era la stampa ed ero a pezzi per affrontarla. Erano le 11 del mattino e pensai ad Harry, che a Venezia si stava di certo divertendo a girare su e giù per la città. Ed io cosa avrei fatto? Sarei rimasto a Milano? In fondo era una bellissima città, c’erano così tante cose da vedere. Bene, era deciso. Prima tappa: il Duomo. Sbalorditivo! Non avevo mai visto niente del genere! Incredibile, senza parole! Le punte s’innalzavano al cielo in cerca di libertà. Io mi confondevo fra la folla la quale mi guardava stranamente perché ero sempre a bocca aperta. Era più forte di me, stavo guardando una meraviglia! Poi sentì una voce alle mie spalle.
-Bello, eh?
Mi girai. Una ragazza dall’aspetto un po’ strano mi stava fissando con le mani dietro alla schiena e i suoi occhi rotondi puntavano i miei.
-Emh… sì! È meraviglioso…
-Guarda lui, non guardare me. Ammira il marmo bianco e la precisione dello stile gotico della facciata, ci vollero 500 anni per costruire questo capolavoro.
-Wow, abiti qui?
-Sì, so molte cose di Milano e il Duomo è il mio monumento preferito. Pensa che l’ha voluto costruire…
-Ehi ok, ho capito. – le sorrisi e lei ricambiò – Sai starò solo ancora oggi in Italia e poi tornerò a casa, in Inghilterra. Ti dispiacerebbe farmi fare un giro per monumenti?
-Ma certo! Da dove incominciamo?!
Mi portò a vedere molte chiese, parchi, edifici storici, ville e palazzi, monumenti imponenti all’aperto e le abbazie. Tutto semplicemente stupendo. In poche ore eravamo diventati davvero amici, un legame molto forte e questo era strano da parte mia essendo un tipo piuttosto riservato. Mentre facevo questi pensieri e contemporaneamente ascoltavo i suoi discorsi intelligenti su Milano, squillò il mio cellulare: era Louis.
-Presto Liam, torna all’hotel ho bisogno del tuo aiuto e Danielle sta raccontando frottole sul tuo conto alla stampa, ma che avete fatto voi due?!
-Ehi, Louis ora non potrei, ma… aspetta, cosa sta facendo Danielle? Ok, non muoverti, arrivo subito.
-Sbrigati, la situazione potrebbe peggiorare!
Chiusi il cellulare in faccia al povero Louis e presi le mani di quella dolce ragazza. Con tutta tranquillità le dissi di dover andare, ma che mi sarei rifatto vivo di certo. Strappai un foglio con scritto “Oggi sposi” da un palo, lo girai e scrissi il mio numero poi glielo diedi.
-Chiamami e ricorda, non ti scorderò mai.
Sentì la sua voce tra la folla chiamarmi: “Liam, Liam”. Eh sì, allora si era accorta di chi fossi, ma a quanto pare non le importava più di tanto e nemmeno a me. Avevo trovato un’amica e non volevo di certo perderla, per questo le diedi il mio numero, cosicché potesse chiamarmi. Il mio nome era sempre più lontano e la massa di gente davanti alla Basilica le impediva di raggiungermi. Quanto vorrei che ce l’avesse fatta e fosse venuta con me all’hotel, ma non fu così. Mi girai solo una volta per vederla. Mi sbagliavo, era ferma fra mille persone che le passavano accanto senza degnarla di uno sguardo poi capì perché mi chiamava. Lessi le sue labbra. Voleva dirmi “Ciao”.

   
 
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