Vivo a Milano da una vita ormai, trasferita per problemi lavorativi, ciò che un’adolescente non può sopportare è abbandonare tutti i suoi amici per l’egoismo di un familiare! Ma che possiamo farci? Si va avanti, col peso della mancanza della propria città, perché per quanto possiamo parlare male di essa, è sempre e comunque il luogo in cui siamo nati..
Fortunatamente a mi...gliorare tutto questo c’era la mia migliore amica Jennifer, già il nome è fantastico, vivevamo nello stesso palazzo, la cosiddetta ‘‘migliore amica della porta accanto’’, fu l’unica che mi fece sentire subito a mio agio, ha un carattere d’oro: c’è sempre quando ho bisogno di lei, da quando la conosco non c’è stata una sola volta che mi ha abbandonata, è sempre solare. L’unico difetto o pregio, forse, è che non nasconde ciò che prova, non come me almeno! E’ bellissima, occhi verdi, capelli neri, media statura, magra… siamo identiche! L’unica cosa che ci differenzia sono i miei banalissimi occhi marroni. Ah, il mio nome è Sara, e non c’è niente di speciale in me.
Quest’anno i miei genitori mi avevano promesso che avrei potuto passare le vacanze con Jen dai miei zii a Londra. FINALMENTE.
Eravamo a maggio ormai, mancava poco. Verso il 20 del mese, io e Jen andammo a fare shopping, spendemmo davvero tanto, comprammo di tutto! Dai top alle felpe, dagli shorts ai pantaloni super-stretti, dalle infradito all’intero negozio di foot locker. Ci sentivamo soddisfatte delle nostre spese. Tornate a casa Jen portò tutte le sue cose da me per eccitarci ancora di più mentre sistemavamo i vestiti in valigia. Veramente non vedevamo l’ora di partire, di evadere da lì, dopo un anno così pesante, tra la scuola e i problemi sentimentali, bleah…
Ad un tratto, mentre canticchiavo felice, Jen urla, facendomi sobbalzare!
Jen: “Ma ci pensi?” - “A cosa?” – “A tutto quello che potremmo fare una volta arrivate lì.” Jen era una sognatrice mentre io… io ero quella con i piedi per terra che la riportava alla realtà! Ci completavamo a vicenda.
Jennifer era ancora nel mondo dei sogni: “…non dimenticare la piastra, le asciugamani bla…bla…bla” ormai era partita già con la testa, e chi la sentiva più.
“JEN TI PREGO BASTA, MI STAI METTENDO L’ANSIA!” dissi ridendo, ma sul serio mi stava stressando. Appena finito. Mancavano le ultime sciocchezze, Jen andò a cenare, mi misi sul letto a fissare quella valigia stracolma di vestiti per ben 10 minuti, decisi di scrivere una lettera per i mie genitori per quando me ne sarei andata per tre mesi interi. Cenai anche io, adoro quando tutta la famiglia si siede a tavola, aspettando che il cibo sia servito, ma quella sera era diversa, mi sentivo diversa, guardai ogni membro della mia famiglia, uno ad uno sorridendo per ogni loro buffo gesto, per ogni boccone che inghiottivano. La serata passò tranquilla, tra un tweet e un link, tra una nota e l’altra scritta. Tra le note di torn cantata dai one direction. Non credo esiste modo migliore di passare una serata!
-Continua…