Capitolo 1
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Ed
ecco che il solito, noioso, giorno di scuola stava per
avere inizio.
La
solita routine di tutte le mattine.
Fase
uno: si alza dal letto e va in bagno, fase due: la madre
la rimpovera perchè passa troppo tempo in bagno o
perchè usa troppa acqua, fase
tre: entrare a scuola in ritardo.
Pan
si alzò dal letto controvoglia e si diresse in bagno per
lavarsi. Guardava la sua immagine stanca riflessa nello specchio. Aveva
due
profonde occhiaie che indicavano la buona dormita che non
si era fatta e
gli occhi rossi, non stava un granchè bene.
Aveva
il viso di una bambina senza un filo di trucco o un
minimo accessorio, il suo viso non si addiceva per niente ai suoi
quattordici
anni.
Lei
era una ragazza particolare; preferiva una buona giocata
alla playstation o allenarsi piuttosto che spettegolare con le amiche o
andare
a fare shopping in centro.
Lei
si piaceva così.
Uno
dei suoi pochi, ma grandi amici era il buffo zio Goten, la
causa per cui aveva quelle profonde occhiaie. La notte prima avevano
passato
tutto il tempo davanti al televisore con il joystick in mano e Pan
aveva
aggiunto alla sua collezione un altro bel po’ di vittorie.
Goten, l’aveva
obbligata a rimanere a casa sua finchè non avrebbe vinto una
partita.
Così,
si ritrovarono alle tre e mezza del mattino ancora
appiccicati alla tv con i formicolio alle gambe.
L’
orgoglio sayan di Pan gli impediva di far vincere lo zio
ma, data la stanchezza decise di farlo vincere e volare velocemente a
casa. Se
la madre l’avesse sorpresa arrivare a casa a quell’
ora della notte non
l’avrebbe passata liscia.
Una
voce la distolse dai suoi pensieri.
“Pan!
Quanto ci impieghi a lavarti? Il bagno serve anche a tuo
padre. Muoviti che ho preparato la colazione”
“Mamma,
non iniziare! Sono appena entrata in bagno!”
“Ma
se è più di mezz’ora che sei
lì dentro! Sbrigati, che
manca un quarto d’ora”
“Si,
un quarto d’ ora è più che sufficiente.
Non capisco
perchè mi obbliga a
svegliarmi un’ora
prima se poi ci impiego dieci minuti.” Bisbigliò
fra sè e sè.
Ecco
la fase uno.
Entrò
in doccia liberando un contagioso sbadiglio. Non le
piaceva andare a scuola. Non si sentiva per niente a proprio agio. Non
aveva
molti amici e quei pochi che aveva erano tutti i compagni della squadra
di
basket, naturalmente neanche una ragazza.
Spesso
è la ‘’vittima’’
delle ragazze oche (come le definisce
lei) che si credono chissà chi, solamente perchè
riescono ad attirare
l’attenzione dei ragazzi. Ma Pan è sicura che se,
un giorno o l’altro, buttasse
un bicchiere d’acqua sul viso di quelle ragazze la loro
bellezza si
scioglierebbe insieme a quei chili di cipria e mascara che hanno sul
volto.
Uscì
dalla doccia e si rivestì velocemente. Aveva le punte dei
capelli che le bagnavano la maglietta.
Si
guardò velocemente allo specchio e si arruffò
leggermente i
capelli corvini a caschetto.
“Pronta!”
esclamò entusiasta. Andò a fare colazione.
“Ciao
mamma, ciao papà”
“Ciao
Pan, che brutta cera che hai, dormito poco?”
domandò
Gohan facendo l’occhiolino alla figlia. Lui in
realtà, sapeva benissimo che
aveva passato gran parte della notte a casa di suo fratello Goten,
percepiva
perfettamente l’aura della figlia in quel punto,
però per non scatenare le ire
della moglie fece finta di niente.
Pan,
lanciò un’occhiata preoccupata ed allarmata al
padre che,
con un cenno, le fece capire di non aver intenzione di rivelare niente
alla
mamma.
“Che
avete da complottare, voi due?”
“Dai
Videl, calmati. Oggi sei parecchio nervosa”
Pan,
vedendo he la madre stava per fare una sfuriata, si
precipitò verso la porta di ingresso.
“Io
vado, ciao!”
Aspettò
il pulman alla fermata. Che idea stupida, quella della
madre. Poteva in pochi secondi arrivare a scuola volando ma, no! Lei
non voleva
che qualcuno la vedesse sospesa in aria, così la obbligava a
prendere quello
stupido autobus pieno di oche.
Aspettò
più di dieci minuti ma il pulman ancora non era
arrivato. Diede un’occhiata al campanile e vide che erano le
otto e dieci.
“Oh,
mamma!” esclamò all’ improvviso, e si
precipitò in
direzine della scuola, volando.
Ecco
la fase tre.
“Ma
perchè va sempre a finire così?
Perchè, tutte le mattine!
Sta volta la prof mi mette un due, merda! Merda! MERDA!”
imprecava da sola ma, in
pohi secondi arrivò a scuola.
Per
sua fortuna la prof era assente ed avevano un’ora buca.
Tirò
un sospiro di sollievo.
Si
sedette al proprio banco e mentre le altre compagne erano
raggtuppate a parlare, lei tirò fuori dalla cartella il suo
joystick ed attirò
tutti i ragazzi.
“Pan,
ma come fai?”
“Non
sono mai riuscito a passare questo livello!”
“Wow!
Se avessi più tette ti sposerei”
“Ma
come ti permetti?” Li tirò un pugno in testa che
causò al
povero ragazzo un bernoccolone.
“Ahia,
m-ma io stavo scherzando! Porca miseria, ma quanta
forza hai in quel braccino sottile!”
“E
questo non è neanche un minimo della mia forza!”
esclamò
orgogliosa.
Se
non fosse stata la nipote del famoso compione del mondo,
Mr. Satan, probabilmente i compagni l’avrebbero torturata
come faceva Bra.
Si
chiede spesso del perchè Bra la tratta così male,
infondo
da bambine andavano abbastanza d’accordo poi avevano tante
cose in comune; per
esempio, essere sayan.
Eppure
la ragazza dai capelli turchini, per qualche strana
ragione la odiava.
Peccato
però, era l’unica persona più o meno
del suo stesso
livello con cui avrebbe potuto allenarsi.
Con
Goten è praticamente impossibile perchè è molto
più forte di lei anche allo stadio
normale, con il nonno Goku non ha neanche la decima parte della sua
forza e si
sente troppo inferiore e nonna Chichi anche se è brava nella
arti marziali
decisamente non è al livello di un sayan.
Per
non parlare del nonno Satan. Spesso andava nella sua
palestra per sfogarsi un po’ ma, appena incrementava
minimamene la sua aurea
distruggeva tutto. Per fortuna c’era majin buu. Era molto
più forte di lei,
però era l’unico che riusciva a dosare bene la
forza.
“Ciao Pannocchia,
come
stai?” esclamò ironicamente Bra, nell’
intervallo, avvicinandosi a Pan che
stava divorando la sua merenda alla marmellata poi continuò
“Hai il mento
sporco di marmellata, la mamma non ti ha insegnato a pulirti la
faccia?”
Pan
non le diede retta e guardò fuori dalla finestra.
Bra
lasciò perdere. Quel giorno non aveva voglia di attaccare
brighe, stranamente.
Considerava
Pan un maschiaccio sfigato e quest’ ultima
considerava Bra un’oca straricca senza cervello.
Eppure
i loro familiari, escluso Vegeta (il padre di Bra)
andavano così d’accordo.
Suo
fratello Trunks e Goten sono migliori amici da quando erano
dei bambini, sua madre e la nonna di Pan erano molto affiatate e Videl,
anche
se molto più giovane, si trovava bene con loro due.
Spesso
si riunivano tutti gli amici alla Capsule Corporation
per festeggiare e passare un po’ di tempo insieme ma le due
ragazze non si
guardavano neanche in faccia.
Bra
passava tutto il tempo o in camera sua oppure in un
angolo, con il padre,
Pan
invece stava tutto il tempo con Goten e Trunks e quasi
sempre gli insegnava i trucchi per danneggiare di più
l’avversario (alla
playstation, ovviamente).
Lei
e Trunks erano abbastanza uniti, anche perchè giocavano
nella stessa squadra di basket. Il
ragazzo è sempre stato il suo sogno proibito.
Ma,
naturalmente nessuno la sapeva, apparte Goten.
Pan,
invidiava molto Bra. I Brief possiedono una famosissima
industria a livello mondiale ed erano ricchi sfondati, i ragazzi erano
i più
popolari della scuola e belli da mozzare il fiato, due genitori in
forma e
moderni, ed intelligenti.
Ma, non è tutto oro quello che brilla.
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Ciao a tutti ^^
Vi ringrazio di cuore per aver letto questo primo capitolo della mia storia!
All' inizio non è molto avvincente, però ho il butto vizo di divagaze in discorsi inutili prima di arrivare al sodo di una storia!
Spero che vi sia piaciuta!
Lascatemi un commentino se vi và, così mi aiuterete a migliorare :)
Al prossimo capitoloo! Un bacione, kioppertoi <3