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Autore: Sarasvathi    24/07/2012    2 recensioni
Come dice il titolo l'amore è acqua e muta facilmente...non è possibile dire di amare una persona davvero se prima non si capisce chi si è veramente e chi ti sta davanti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venne afferrato per un braccio e prima che potesse dire qualcosa chi l’aveva afferrato gli aveva tappato la bocca con una mano.
Riconobbe quell’odore; l’aveva sempre cercato e quando l’aveva trovato aveva capito che sarebbe stato lui. Solo lui. Per sempre.
Sentì il cuore accelerare e sperò che chi gli teneva stretto il polso sinistro non sentisse che il suo battito aumentava ancora e ancora.
Il sangue gli fluì per tutto il corpo, raggiungendo punti che in quel momento non era opportuno fossero raggiunti. Pulsava tutto, il tempo poteva ora assumere il suo battito cardiaco e inglobare tutto il terreno terrestre.
Non sapeva se girandosi avrebbe davvero trovato la persona a cui quell’odore apparteneva: forse si era solo immaginato di sentire proprio quell’odore, ma sembrava troppo forte, come altrettanto forte fu la sensazione di quella pelle posata sulla propria: calda, morbida, che l’avvolgeva tutto insieme. I peli delle braccia con un sussulto si alzarono; quel brivido si prolungò fino alla punta dei capelli, fino all’unghia dell’alluce. Poi si fermò a riflettere: forse la persona a cui apparteneva l’odore che sentiva si era avvicinata così tanto a un’altra persona che ora quella ne aveva catturato l’odore.
Era passato così poco tempo da quando queste sensazioni l’avevano abbandonato, ma eccole fiorire insieme alla possibilità che lui l’avesse già sostituito con qualcun altro.
Aprì gli occhi e attraverso essi inspirò tutti i suoi ricordi e respirò queste sensazioni vecchie e nuove.
Capì cosa doveva fare.
Rilassò i muscoli che solo ora si accorse che erano estremamente tesi e capì che anche quelli di chi lo teneva stretto lo erano.
Istintivamente avvicinò le labbra alla mano che le sigillava, ma subito le ritirò dentro, mordendosi il labbro inferiore.
Respirò a fondo e si girò.
 
“Che ti succede Himchan? È da un po’ che ti comporti così con me. Mi dai fastidio!”
“…”
“Prima mi trascini via e adesso non hai niente da dire? Mi stai facendo impazzire”
Himchan doveva agire e pensare in fretta o Zelo sarebbe ritornato da Bang. Forse per lui non c’era speranza: l’aveva letto negli occhi di Bang che era Zelo. Era Zelo quello che amava, ma non voleva lasciarglielo.
Doveva lottare fino alla fine, con le unghie e coi denti se necessario.
Doveva averlo lui, perché solo lui poteva davvero capire l’amore, Zelo era troppo piccolo.
Doveva essere lui a toccarlo, perché solo lui poteva sapere come farlo, Zelo era troppo inesperto.
Doveva essere lui quello da amare, perché solo lui era una certezza, Zelo non l’avrebbe mai accettato.
“Tu mi piaci Jun Hong” pronunciò queste parole con sentimento, come se le avesse dette a Bang o come Bang le avrebbe dette a Zelo.
 
“Juppie” ripeté Bang.
“Non…non ti do il permesso di chiamarmi così, non più”
“…”
Jongup strisciò lungo il muro fino a raggiungere un angolo e si appoggiò a terra.
Non capiva perché ora che aveva scoperto tutto si sentiva più sollevato.
Mentre avanzava gli venne in mente tutto quello che era successo; quanto era stato difficile ottenere anche la più piccola attenzione da parte di Bang e quanto con facilità aveva buttato giù i mattoni che con fatica stava mettendo uno sopra l’altro. Ma tutto ciò che provò fu gratitudine verso lo hyung.
Bang lo seguì passo dopo passo e si sedette accanto al ragazzo.
“Scusami Jongup e grazie”
Jongup tirò su col naso, si pulì il viso con la manica e mostrò allo hyung un sorriso debole “È tutto a posto ora…non posso competere con Jun, lo so benissimo. Perciò mi metto da parte. È finita. Mi piaci davvero molto, ma l’amore è fatto così: non sempre si ha chi si vuole e bisogna assaporare ogni secondo finché si può” e arrendersi quando si sta perdendo, senza diventare ridicoli, guardando avanti pensò, poi inspirò a fondo e soffiò un bacio sulla guancia di Bang “Il bacio che mette fine a tutto, il bacio con cui tutto è iniziato”
In risposta Bang gli sorrise.
Fu il più bel sorriso che Bang gli avesse mai rivolto.
Un sorriso colmo di gratitudine e amore.
Per la prima volta Jongup sentì che Bang gli voleva bene; non come amante, ma come persona, come un fratello.
Sì, erano una famiglia e per Bang Jongup non poteva essere altro se non un suo fratello.
 
Daehyun tremò e continuò a tremare per tutto il tempo che le sue mani cingevano una il polso, l’altra la bocca del suo ragazzo. Non si erano lasciati, almeno lui sperava così non fosse: avevano solo litigato, non potevano porre fine a tutto ciò per un litigio.
Sentì il respiro di Youngjae cambiare diverse volte e il proprio seguirne il ritmo.
Era da poco che non toccava quel corpo, ma appena le sue mani lo sfiorarono capì quanto quel litigio fosse stato inutile e quanto le sue parole fossero state amare e solo frutto del momento.
Come aveva potuto dire che Youngjae non l’aveva mai amato? Si sentì uno stupido e mentre pensava ai giorni passati, Youngjae si era voltato verso di lui con un’espressione che mai gli aveva visto: desiderio.
Di solito era lui a bruciare di desiderio e Youngjae era sempre così calmo.
Sembrava che i loro ruoli si fossero invertiti, che Youngjae fosse dentro il corpo di Daehyun e viceversa.
Mollò la presa: Youngjae non sarebbe entrato nella stanza dove Bang e Jongup sembravano ora più tranquilli: leggeva in quegli occhi tante emozioni, tutte rivolte a lui.
Ne venne travolto e senza pensarci due volte portò le mani a cingere il viso di Youngjae.
Sentì il battito del cuore crescere e il sangue fluire veloce, tanto che i pantaloni sembravano ora essere troppo stretti.
Restò fermo così, a fissare il compagno senza dire nulla, lasciando che i battiti dei loro cuori e respiri, che avevano trovato l’armonia, decidessero il momento opportuno perché i loro visi si potessero avvicinare.
Il tempo era scandito dai loro pensieri confusi, che si lanciavano in un suicidio vuoto.
Ripensò agli ultimi mesi, ma tutti i ricordi si accavallavano in un’orgia di frammenti pieni di primi piani di Youngjae.
Sorrise dentro di sé, e forse il compagno se ne accorse perché anche i suoi occhi sorrisero: forse anche nella sua testa stava succedendo la medesima cosa.
 
Bang aiutò Jongup ad alzarsi e per la prima volta Yongguk provò un po’ d’imbarazzo stringendo la mano del compagno, forse perché solo ora si accorgeva di quello che quei due avevano fatto, come se all’improvviso tutti quei mesi in cui aveva esplorato quel piccolo e muscoloso corpo gli fossero piombati addosso.
Mille centimetri di pelle di Jongup si materializzarono davanti ai suoi occhi e sentì un po’ il respiro affannarsi.
Poi quelle immagini evaporarono all’improvviso, così come si erano materializzate.
Lasciò la mano di Jongup e uscì dalla stanza, in cerca di Zelo e Himchan.
Jongup rimase dov’era, lui se n’era andato. Per sempre. Rimaneva un unico problema da risolvere: il litigio tra Daehyun e Youngjae; Himchan gli aveva garantito che quei due non sarebbero rimasti a lungo in silenzio. Si fidò e non ci pensò.
Uscì anche lui dalla stanza e dall’edificio. Passò dal retro, così che nessuno lo potesse vedere e sentì la primavera rinascere, dopo un lungo inverno che aveva cominciato a ghiacciare i suoi sentimenti.
 
“Come?” domandò Zelo, sicuro di aver capito male.
Himchan non lo guardò in faccia, ma ripeté “Mi piaci”
“Ma cosa stai dicendo? Non puoi anche tu essere…”
“Gay?”
Zelo non rispose. Himchan si girò per guardarlo, sicuro che il disgusto nella faccia del maknae sarebbe stata irripetibile.
Invece Zelo sembrava perplesso.
Himchan ne fu contento, meglio la perplessità del crudo disgusto; non si aspettava una risposta, aveva pensato che Zelo se ne sarebbe andato via, urlandogli mille bestemmie a cui lui avrebbe certamente risposto.
Ma Jun guardò negli occhi Himchan “Da…davvero? Da quanto ti piaccio?”
Non si era preparato a tutto ciò.
Ogni volta che cercava di fare qualcosa otteneva risultati inaspettati. Zelo si era inoltre dimostrato in diverse occasioni un ragazzo molto maturo.
Pensava di essere un bravo giocatore e riuscire a utilizzare bene le sue pedine, ma in realtà era un piccolo soldatino che veniva mangiato per primo, senza avere la possibilità di parlare, di salvare o proteggere il re.
Cosa poteva fare? Andare avanti con una bugia? Avrebbe fatto di più per avere Yongguk.
“Da un po’ di tempo, non molto. Ma ho capito che provo qualcosa di più dell’amicizia per te…scusa se te l’ho detto così all’improvviso”
Zelo scosse la testa, poi la abbassò e chiese a Himchan di lasciarlo da solo.
Himchan non si fece pregare due volte e uscì dal retro dell’edificio.
Zelo era solo con i suoi pensieri.
Era la prima volta che qualcuno gli diceva ‘Mi piaci’, ed era uscito dalla bocca di un ragazzo.
Ogni volta che la sua mente fantasticava su queste cose si immaginava di trovarsi una bella ragazza, di un anno più piccola, con gli occhi grandi e le guance appena arrossate. Immaginava che lui le si dichiarava. Invece era stato qualcuno a dichiararsi a lui.
Si sentiva strano, né felice né schifato.
Si sentiva…amato.
Solo una volta, circa due anni prima si era preso una cotta per una ragazza poco più grande di lui: la sua vicina di casa, e ogni volta che la vedeva la salutava con tutto il cuore; quando lei usciva fuori lui si affrettava a trovare qualche attività da fare all’aperto.
Aveva poi cominciato a toccarsi pensando a lei, che riempiva tutte le sue giornate.
Un giorno lei aveva portato un bel ragazzo a casa, in assenza dei genitori. Il piccolo Jun aveva sentito rumori inequivocabili e si era sentito offeso e tradito, tradito da qualcuno che non aveva ma riteneva essere di sua proprietà.
Probabilmente aveva visto in quel ragazzo qualcosa che non sarebbe mai potuto diventare: alto, bello e con un fisico da far paura.
Da quel giorno aveva smesso di pensare a quella ragazza: quando la incontrava le rivolgeva un saluto smorzato; cercava di non essere mai fuori se lei lo era e quando si toccava preferiva ora pensare a qualche attrice o modella.
Ora invece, ora cosa farò? Ora che lui mi ha detto che mi ama…ora comincerò a pensare a lui? Anche se non mi piace?...
 
Non l’aveva baciato. Chiunque poteva vederli lì, inoltre si accorse che non voleva fermarsi a un bacio, né a una carezza; vide negli occhi di Youngjae lo specchio di ciò che voleva.
Di ciò che tutt’e due volevano.
Gli lasciò il viso e intrecciò la propria mano alla sua; lo trascinò in bagno.
Tutta l’eccitazione del momento lo riportò alla prima volta che l’avevano fatto.
Erano rimasti più a lungo nella sala prove, avevano cantato fino a quando le loro corde vocali avevano implorato di smetterla.
Nessuno dei due aveva parlato; si erano guardati per alcuni minuti, ciascuno perso nei propri pensieri riflessi negli occhi dell’altro. Youngjae aveva poi distolto lo sguardo all’improvviso e Daehyun gli aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava.
Non parlava molto, taceva ogni volta che rimaneva solo con Youngjae, non perché gli stesse antipatico, ma perché voleva raggiungerlo e parlandogli avrebbe solo sprecato voce che poteva servire per cantare.
Poche volte Youngjae era riuscito a farlo parlare; quel giorno Daehyun gli aveva rivolto quella domanda in modo così spontaneo, mostrando un mezzo sorriso, quasi amichevole.
Gli aveva chiesto scusa, superficialmente senza alcun motivo, mentre nella mente si era immaginato di essere preso da quel sorriso e baciato dalle labbra che l’avevano svelato.
Daehyun gli si era poi avvicinato, forse troppo vicino, e gli aveva chiesto se voleva qualcosa da bere visto che lui aveva sete.
Youngjae non aveva risposto, ma l’aveva guardato con occhi da cucciolo innamorato, sbattendoli più velocemente del normale.
Non sapeva come né perché Daehyun gli avesse avvicinato il viso fino a che i loro nasi si erano incontrati e si erano guardati da vicino; gli occhi di Daehyun si erano untiti in un unico grande occhio da ciclope e dopo aver riferito ciò che aveva visto si erano entrambi messi a ridere come bambini.
Daehyun aveva smesso di ridere e aveva allontanato il suo viso da quello di Youngjae, scusandosi, poi si era diretto verso la porta. Youngjae gli aveva afferrato la mano per poi lasciargliela subito.
Daehyun si era fermato e quando si era girato era riuscito a leggere per la prima volta dentro gli occhi del ragazzo che gli stava davanti.
Non ci fu esitazione, ma una grande certezza che tramutò in dolcezza appena si sfiorarono le labbra; dopo qualche bacio esitante, l’eccitazione aveva preso il sopravvento e i baci erano diventati decisamente poco casti, Daehyun che qualche volta mordeva il labbro a Youngjae e Youngjae che giocava con la propria lingua incastrandola e facendola scivolare nella bocca di Daehyun.
Portarono quel gioco al limite, poi passarono all’esplorazione dei rispettivi corpi; era la prima volta che toccavano così il corpo di un altro ragazzo, la prima volta che toccavano così un corpo estraneo.
Non avevano parlato e che Daehyun fosse l’attivo non l’avevano deciso a morra cinese: semplicemente Youngjae era risultato il passivo e voleva davvero sentire dentro di se Daehyun.
Gli fece un male terribile, non tanto per le dimensioni del compagno, quanto per la brutalità dell’atto: non l’aveva preparato bene alla penetrazione.
Youngjae si ricordò il dolore che aveva provato quando Daehyun era entrato tutto dentro e l’urlo che aveva cercato di domare inutilmente.
Daehyun si era subito spaventato ed era uscito più veloce di quanto fosse entrato.
E Youngjae aveva sentito ancora più dolore.
Era tutto un pasticcio, pensò Youngjae, quasi ridendo.
Col tempo Daehyun aveva cominciato a capire meglio il suo corpo e quello dell’amato.
Ora avevano cominciato a giocare con le labbra, le risate e qualche parolina eccitante per l’uno e per l’altro.
Daehyun credette che fare la pace attraverso la loro unione ‘normale’, non poteva essere abbastanza.
Così decise che questa volta sarebbe stato lui a donarsi completamente al compagno: voleva dimostrargli quanto aveva sbagliato e che lo amava davvero.
 
Yongguk trovò Jun seduto su una sedia: sembrava un bambino a cui avevano detto che Babbo Natale non esiste e Himchan non era con lui.
Non sapeva cosa fosse successo mentre lui era rimasto con Jongup dentro quella stanza e non l’avrebbe chiesto per paura di scoprire qualcosa che non voleva sapere.
“Hey, macchia rosa” aveva urlato ingrandendo un sorriso “Che ci fai tutto solo?”
Lui non aveva alzato lo sguardo, ma aveva sbuffato “Niente”
Quel ‘niente’ non aveva convinto Bang che si era avvicinato al giovane, appoggiandogli una mano sulla spalla. “Dai, dimmi che è successo”
Diventava estremamente zuccheroso quando parlava con Zelo, e questo gli dava parecchio fastidio: lo faceva sentire fragile e patetico. Probabilmente lo era davvero.
“Sai, stavo pensando a Youngjae e Daehyun…mi dispiace molto che abbiano litigato, anche per colpa della mia scenata…vorrei…devo chiedere loro scusa: chi sono io per giudicare loro?”
A Bang sembrò di sentire parlare un adulto, così diede un buffetto alla spalla dell’amico e rise “Cosa sono questi discorsi? Non è colpa tua se hanno litigato, almeno non principalmente.”
“Speriamo”
“Comunque da quando in qua ti fermi a pensare ai sentimenti degli altri ‘senza giudicare’?”
hyung” si girò verso il più grande, gli occhi grandi scuri in contrasto con i capelli rosa “Com’è amare un ragazzo?”
Bang non rispose, ma si ricordò della prima volta che Jongup gli aveva chiesto se l’avesse mai fatto con un ragazzo. Allora Zelo si grattò la testa mostrando un sorriso imbarazzato e la sua fedele fossetta “Scusa, non dovrei chiederti certe cose…dovrei chiederlo a Youngjae e Daehyun…forse…se mi perdoneranno per la scenata che ho fatto…Himchan…Himchan l’hai visto?” aggiunse poi facendo guizzare una luce negli occhi.
“Non era con te?”
“Sì, ma poi se n’è andato e non ho visto in che direzione”
“Devi per forza trovare Himchan? Non ti va di stare qui con me?”
“Sì…ma…va bene, hyung. Sai fino a pochi giorni fa ero davvero arrabbiato con te perché avevi fatto stare male prima Himchan e poi Jongup…a proposito, perché tu e lui avevate litigato?”
Bang non voleva rispondere all’ultima domanda, non a Zelo, ma non riusciva a dirgli una bugia “Io…e Jongup abbiamo litigato perché…” ma venne interrotto da un canto: Daehyun e Youngjae li stavano raggiungendo cantando la loro ultima canzone.
Era bello vederli così…abbracciati l’uno all’altro.
Era passata poco più di mezz’ora da quando aveva chiarito con Jongup definitivamente e sembrava che anche quei due avessero fatto lo stesso.
 
Daehyun si staccò dalle labbra di Youngjae “Scusa…non avrei dovuto dirti certe co…”
Ma le labbra dell’altro gli erano ripiombate addosso.
Lo staccò di nuovo, prendendolo per le spalle “Ascoltami. Ho bisogno che tu mi perdoni sul serio e…vorrei…” il suo viso cominciò a riscaldarsi, non riusciva a dirgli ciò che pensava, era troppo imbarazzante, così gli tolse la maglia, gli sbottonò i pantaloni e posò le sue labbra sulla pelle sopra i boxer, poi lentamente gli sfilò i pantaloni e l’ultimo indumento rimasto.
Poche volte aveva svolto quel tipo di ‘servizio’ al compagno, ogni volta finiva per morderlo troppo  forte o comunque gli faceva male.
Questa volta voleva fare una cosa fatta per bene, voleva sentire il suo ragazzo gemere per quell’atto; glielo prese tutto in una volta, facendolo trasalire. Continuò a lungo a succhiare e leccare, finché Youngjae non gli prese il viso, facendolo alzare.
“Non…non c’era bisogno che tu facessi…quello che hai fatto”
Daehyun non disse niente e tirò fuori dalla tasca dei jeans un preservativo che teneva sempre dietro, lo aprì e scese di nuovo giù, poi lo infilò con la bocca al membro di Youngjae e si alzò “Scopami”
Sussurrò dentro l’orecchio del compagno, poi gli morse il lobo.
Youngjae non capiva bene il perché di quella situazione, ma non se lo fece ripetere due volte.
Decise di preparare Daehyun, di non fare come lui aveva fatto con lui la prima volta. Certo, quando entrò dentro Daehyun, lui gli si strinse forte, lasciandogli segni profondi sulla schiena, ma non se ne curò. Fecero l’amore come se fosse la prima volta che lo facevano, ottusamente, come se dovessero imparare a conoscere il corpo dell’altro.
Daehyun era estremamente stretto e l’attrito iniziale ci mise un po’ a smussare, come il dolore che Daehyun provava.
Non aveva pensato che si sarebbe sentito così strano e pieno. Certo la sensazione iniziale di qualcosa dentro il suo corpo l’aveva tramortito e urtato non solo fisicamente ma anche (e forse di più) mentalmente; piano piano si era abituato a quella sensazione e i suoi muscoli si erano rilassati parecchio, permettendo a Youngjae una maggiore libertà.
Vennero insieme in un lungo gemito, le menti fumanti dei loro respiri, poi si coccolarono un po’; infine uscirono mano nella mano alla ricerca dei compagni.
Avanzarono cantando e guardandosi negli occhi, quando giunsero da Bang e Zelo.
 
Quando Himchan uscì, trovò Jongup che stava coccolando un gattino randagio, con l’aria assente, ripetendo le carezze meccanicamente, senza accorgersi che al gatto non piacevano molto quelle attenzioni; infatti quello tirò fuori gli artigli e graffiò il ragazzo.
“Neanche tu mi vuoi?” sussurrò Jongup verso il gatto “Infondo sono solo un sostituto, io”
“Ah, ma vai a fare il depresso da un’altra parte!” gli urlò contro Himchan.
Jongup si girò “Ah, sei tu”
“Chi volevi che fosse?”
“In realtà volevo starmene da solo. Non volevo che ci fosse nessuno”
Himchan si appoggiò al muro “Ma come siamo gentili, come sempre…aspetta, fammi indovinare, sei di pessimo umore anche stavolta” e prima che Moon potesse ribattere aggiunse “Come mai sono l’unico che ti trova sempre di cattivo umore?”
“Non lo so. Ma voglio chiederti un favore”
“Dimmi”
Jongup andò davanti al più grande “Lascia in pace Yongguk”
“Come, scusa?”
“Hai capito benissimo. Lascia stare. È tempo perso il tuo. Sai, qual giorno, quando ti ho trovato nel letto di Bang, anche se so che non avete fatto niente…beh, credo tu volessi che qualcosa succedesse, per questo sei stato sulla difensiva”
Himchan aggrottò le sopracciglia “E tu che ne sai? Mi conosci così bene da capire quello che voglio e non voglio?”
“Ti nascondi inutilmente dietro tante personae*, ma molte volte fallisci quando fai cambio costume e in quel preciso momento sei tutto nudo e chiunque, se ti osservasse con attenzione potrebbe vedere ciò che sei realmente”
Himchan diede uno spintone a Jongup “Stai zitto, idiota. Utilizzi paroloni che hai imparato chissà dove e ti credi capace di capire il mondo, di leggere dentro gli altri. Ma cosa mi dici di te? Tu che ti sei arreso subito, senza lottare, dopo che gli hai offerto il tuo corpo e il tuo cuore hai deciso all’improvviso di lasciare stare solo perché…solo perché gli piace quel moccioso!”
“Allora” sorrise Jongup “Anche tu l’hai capito”
“Anche un cieco lo capirebbe, ma ovviamente i diretti interessati non capiscono mai niente”
Jongup si mise a ridere
“Cos’hai da ridere?”
“Niente, io rientro. Dici che Daehyun e Youngjae avranno parlato?”
“Perché quei due avevano forse litigato?”
“Già, avevano solo deciso di dare fiato alla tromba”
“Perché non si può amare una persona solo con baci e carezze”
“Ma anche abbaiandole contro per poi scodinzolargli dietro subito”
Jongup non aggiunse altro, ma capì quanto lui e Himchan, nelle grandi diversità che li dividevano erano simili. Forse avevano avuto genitori che avevano insegnato loro valori simili, chissà. Sospirò e rientrò dentro.
“Jongup”
Jongup si voltò indietro e incontrò gli occhi di fiamma di Himchan.
“Jongup, io…scusa, ma io non ce la faccio…IO NON MI ARRENDO. HO INTENZIONE DI LOTTARE FINO ALLA FINE!”
Esatto, in queste grandi diversità siamo così simili: siamo così forti e soli.
 
*per personae intendo πρόσωπα‘maschere’, il termine usato dai greci in teatro e dai romani, dato che quello che ho utilizzato il nominativo plurale (ma non sono sicura che anche i romani utilizzassero questo termine per le maschere nel teatro)
 
Forse il capitolo è stato un po’ lento perché mi sono soffermata molto sulle sensazioni e le emozioni dei vari personaggi, perché a volte mi è sembrato di tralasciare molto le emozioni profonde dei personaggi, mostrando solo la superficie; per la parte ‘pace tra Youngjae e Daehyun’ ho preso spunto da un episodio della seconda serie (se non erro) di Queer As Folk (USA) dove per dimostrare il proprio amore, l’attivo diventa per la prima volta il passivo; io ho interpretato questo come un grande gesto d’amore e se non lo è allora chiedo scusa; e per tutti quelli che adorano lo yaoi, consiglio vivamente la visione di questa serie tv (tutta su youtube in italiano tra l’altro)
Spero l’ultima parte del capitolo sia decente, perché l’ho scritta tutta d’un fiato oggi e non ho avuto tempo di rileggerla più di una volta…visto che per oggi ho avuto l’accesso a internet (oh, amore mio dove sei stato tutto questo tempo?), una delle prime cose che ho fatto è stata vedere se i B.A.P. avevano rilasciato qualche MV e con mia grande sorpresa ho trovato ‘No Mercy’ e…cavolo! A parte il testo che ho trovato divertente (e che mi ha ricordato ‘knock out’ di G.Dragon e T.O.P) il video è qualcosa di…(forse non dovrei utilizzare questo termine):SCOPABILE. Insomma…mi chiedo come quei sei ragazzi riescano a spedire feromoni in quantità sempre maggiore a ogni nuovo video...
Ok, mi va di parlare del video quindi ringrazio ora RyuzakiUchiha (Ah, adoro il nome del tuo account) e Ele_vislove (Come sempre non so quanto ringraziarti: mi hai recensito ogni capitolo e non so davvero come ringraziarti per il supporto!).
Bene, ora parlo del video.
Allora, innanzi tutto credo sia un video incredibilmente tamarro, ma penso di averlo visto tante (troppe) volte oggi. Beh, sì ovviamente perché c’erano loro e beh…*fangirl mode: on* Yongguk è un cucciolo dal sorriso e sguardo maledettamente seducenti; Himchan, giuro che in certe parti mi ricordava t.o.p e in alcune foto che ho visto oggi GD, e comunque ha qual musino da coniglietto che adoro e super sexy, non come Yongguk che invia feromoni sexy-gangster, no Himchan manda feromoni sexy-eleganti; Jongup…beh io non ho niente da dire, diventa sempre più bello e come sempre quando balla assume un fascino da far invidia a chiunque; Zelo è diventato carinissimo: i capelli rosa mi piacevano davvero molto; questi li adoro, beh…è sulla buona strada; Daehyun è sempre tenerissimo e questo colore di capelli gli dona molto più dell’altro anche se la pettinatura che ha nel video non mi entusiasma; Youngjae, beh…da ‘warrior’ a ‘no mercy’ è dimagrito tantissimo e anche per i suoi capelli, la stessa cosa che ho detto di Zelo.
Devo dire che tra tutti i gruppi k-pop che ho ascoltato loro sono i miei preferiti, forse per il genere che fanno, essendo io una fissata con la musica e che ha bisogno che una canzone rispetti certi canoni (che io richiedo)…ok la smetto.
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a qui e che hanno letto questo capitolo. Spero che anche questo capitolo sia piaciuto. 
  
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