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Autore: Eternal_Blizzard    25/07/2012    0 recensioni
I capelli, nonostante fossero mossi, gli coprivano quasi interamente gli occhi. Giocare a calcio in quelle condizioni era impossibile, ma nemmeno voleva chiamare quel parrucchiere "per ricconi" che piaceva tanto alla madre.
Per fortuna ce n'è uno per gente comune lungo la strada. Certo, non ci si può aspettare di incontrare l'attaccante numero uno della Raimon, però.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno faceva davvero troppo caldo per allenarsi, ma la squadra della Raimon di certo non poteva permettersi di riposare, specie dopo aver vinto la finale dell’Holy Road e aver salvato il calcio sotto il controllo del Fifth Sector. Non perché avesse ancora bisogno di affrontare chissà quale potente nemico, ma il numero degli ammiratori – come se non fosse già fin troppo elevato – era aumentato ancora e quelli arrivavano da ogni parte di Tokyo, se non del Giappone stesso, solo per guardarli giocare. «Che emozione! Non solo abbiamo vinto l’Holy Road, ma siamo anche diventati famosissimi!» esultò Shinsuke, affiancandosi a Tenma mentre osservava tutte le persone che li fissavano dal ponte sul fiume. L’altro annuì con gli occhi che brillavano, salutando la folla con un ampio gesto del braccio. A dare spettacolo insieme a loro si unì Kariya, più che altro facendo qualche sgambetto a Kirino e facendo fare la figura degli stupidi ai due compagni di classe con scherzi sciocchi come il picchiettare con la mano su una spalla per farli girare quando in realtà si è dietro la spalla opposta. Scherzi sciocchi nei quali però cadevano.
«Finitela!» li rimproverò l’ex capitano della squadra, con tono duro. «Siamo venuti qui per allenarci, non per dare spettacolo. Se non riuscite a concentrarvi, non verremo più ad allenarci qui al fiume» decretò serio, portandosi una mano sul fianco. Shinsuke e Tenma si scusarono sinceramente dispiaciuti, mentre Kariya sbuffava seccato, facendosi poi rimettere in riga da Kirino, che iniziò a rimproverarlo.
«Ti atteggi ancora a capitano?» schernì Kariya, mentre il ragazzo coi capelli rosa lo ammoniva, dandogli uno schiaffo sulla spalla. Prima che Shindo potesse replicare, dandogli ragione, Tenma si grattò la testa.
«No, fa bene..! Anche se la fascia ce l’ho io, alla fine è lui che coordina e…» fu interrotto dalla voce di Shindo, che sospirò indicando il pallone.
«Coordino perché sono il regista» spiegò chiudendo gli occhi e poi riaprendoli. «Forza, passatemi la palla e riprendiamo gli allenamenti» ordinò. Il ragazzo con le spirali in testa annuì, vagamente imbarazzato, mentre calciava il pallone ai suoi piedi verso il ragazzo, che iniziò a correre incontro all’oggetto per calciarlo e passarlo indietro. Il pallone cadde ai suoi piedi, ma il tempismo con cui ci arrivò fu mal calcolato dal ragazzo, che vi mise un piede sopra e quasi cascò. Con fare vago, passò la palla a Kurumada, mentre Hamano entrava in scivolata per rubargliela, fallendo. Il numero nove corse verso il ragazzo con il pallone tra i piedi, ma non si accorse che il ragazzo con gli occhialetti sulla fronte era ancora al suolo, inciampandoci e finendo faccia a terra. Fece per rialzarsi con nonchalance, ma appena si mise a quattro zampe alzò lo sguardo e notò che diversi membri della squadra gli erano intorno.
«Tutto bene..?» domandò Aoyama, inclinando il capo, perplesso dall’accaduto. Shindo si girò verso Hamano, preoccupato più di lui.
«Ti sono passato sopra? Scusami, ti ho fatto male..?» chiese, ma l’altro agitò la mano ridacchiando e grattandosi la testa, rispondendogli di non preoccuparsi perché tanto non gli aveva fatto nulla. Sollevato, il ragazzo si alzò ed aiutò anche il compagno calpestato, mentre Kurama si avvicinava, perplesso.
«Shindo, che ti succede? È già il secondo… “sbaglio” che fai, negli ultimi minuti» inarcò un sopracciglio.
«Non è che è colpa dei capelli?» l’indicò Hayami. «Mi pare ti siano cresciuti abbastanza, nell’ultimo periodo…» azzardò, quando l’altro si scostò una ciocca dall’occhio con un soffio.
«In effetti li ho tagliati non so quanto tempo fa, l’ultima volta…» confermò, prendendosi un ciuffetto con due dita e rimirandolo, contrariato. Effettivamente aveva la frangia che, nonostante fosse mossa, gli copriva circa metà degli occhi, mentre il resto dei capelli era arrivato un paio di centimetri sotto le spalle. Da sotto la massa di capelli, vide una mano passargli un elastico e seguendo con lo sguardo il braccio attaccato ad essa, vide Kirino, divertito.
«Legateli con questo, se ti danno fastidio, e vatteli a tagliare, che fai concorrenza alla Otonashi» ammiccò nella sua direzione. L’altro accettò l’elastico, ringraziandolo e sistemandosi anche la frangia un po’ indietro, un po’ sui lati.
«Comunque, non le faccio concorrenza» sospirò, per poi annuire, pronto. «Forza, continuiamo!» incitò, mentre dalla panchina Akane faceva foto come un ossesso, entusiasta di come “Shin-sama” fosse assolutamente sublime anche col codino.

Takeru – Parrucchiere per uomini. Così diceva l’insegna che Shindo fissava interdetto. Poteva entrare così, come se nulla fosse, e chiedere di farsi tagliare i capelli? Di solito la madre ne faceva venire uno apposta in casa loro, ma a lui non andava di chiamare ancora quel tipo. Per un taglio normale, si accontentava tranquillamente di un parrucchiere qualunque e quello era anche nel tragitto casa-scuola, quindi… Guardingo, entrò ed andò alla reception, chiedendo se fosse possibile usufruire del servizio quello stesso giorno. Ricevendo una risposta affermativa, seguì l’uomo che lo fece accomodare nella sala d’aspetto mentre si scioglieva i capelli e si guardava intorno. Non era male, come posto. Si sedette su una poltrona afferrando una rivista, che sfogliò decisamente poco interessato. «Mamma, perché alcuni ragazzi portano i capelli lunghi?» sentì chiedere da una voce piuttosto infantile. Guardò nella direzione dalla quale proveniva e notò che infatti apparteneva ad un bambino che tirava con insistenza la manica della maglia della madre, che stava pagando per il taglio estremamente corto che avevano fatto al ragazzino.
«Perché gli piacciono di più? E poi alcuni uomini sono più attraenti con i capelli lunghi» gli disse, ma non parve convincerlo molto, mentre si toccava i capelli appena fatti.
«Secondo me sembrano delle donne! Prima accanto al mio posto c’era uno con la faccia truce e i capelli blu tutti lunghi!» affermò, avvicinando le braccia al collo e buttandole giù per mimare i capelli che ricadevano sulla schiena. Sentendo parlare di lunghi capelli blu e faccia truce, a Shindo venne in mente Tsurugi – che tra l’altro non si era presentato all’allenamento, quel giorno – anche se il ragazzo non li aveva troppo lunghi, in fin dei conti. Gli venne naturale immaginarlo con lunghi e fluenti capelli che gli ricadevano fino alle caviglie e per poco non si strozzò da solo, coprendosi la bocca con la rivista mentre si lasciava uscire un sommesso “pf” che attirò l’attenzione del bambino. Questo, l’indicò, tirando la gonna della genitrice.
«Mamma, mamma! Guarda quello, per esempio! Ha i capelli come zia!» urlò, facendolo trasalire. “Come zia”?! La donna si accorse del turbamento del ragazzo indicato dal figlio e gli fece subito abbassare il braccio, imbarazzatissima.
«Scusalo! Ti prego di perdonarlo! Non sa quello che dice..!» fece un piccolo inchino, coprendo le proteste del piccolo. Il ragazzo scosse la testa ed una mano di fronte al viso, basito, ma le sorrise.
«Si figuri, sono qui apposta…» disse, mentre trascinando via il bimbo, la donna si dileguava, rimproverandolo. Il calciatore si grattò il naso, posando la rivista e, quando fu avvertito del fatto che fosse il suo turno, gli furono lavati i capelli e poi si sedette su una poltroncina, guardandosi, con fare vago, intorno. Girandosi anche con l’intera sedia, mentre aspettava che il parrucchiere arrivasse, urtò involontariamente con il piede la sedia accanto alla sua. «Mi scusi!» disse rapido, per poi sbiancare. «T-Tsurugi?!»
Il ragazzo sull’altra sedia si era voltato appena aveva sentito il colpo, ma sentendosi chiamare aveva accelerato il gesto. «Ah? E tu che ci fai qui?» domandò inarcando un sopracciglio. Rigirò la sedia in modo da non guardarlo in faccia, ma di essergli di profilo. L’altro rimase un paio di secondi in silenzio.
«Mi taglio i capelli, non è ovvio? Tu sei qui per un motivo diverso, forse?» chiese, voltando lo sguardo anche lui. In risposta ottenne un misto tra uno sbuffo e un sospiro, che lo fece rigirare.
«Intendevo in questo posto. Io e mio fratello lo frequentiamo fin da bambini, dato che Takeru è un amico di famiglia. Tu perché adesso hai deciso di venirci?» interrogò muovendo solo gli occhi per guardarlo, di sbieco. Shindo storse le labbra.
«Scusami se ti do fastidio, eh» si lamentò, tornando con il viso rivolto verso lo specchio di fronte a sé. Era evidentemente scocciato, ma sentendo la risposta che venne dall’altro sgranò gli occhi.
«Non ho mai detto questo» si limitò a dire. E sinceramente Shindo tutto si sarebbe aspettato tranne che quello. D’accordo, da quando non era più un SEED Tsurugi era migliorato, ma continuava ad avere qualche sprazzo di acidità e di risposte brusche. Perciò in quel momento pensava di poter ottenere più una risposta come un semplice “sarà meglio” o simili, non certo… quello. Scosse piano la testa, scacciando il pensiero; tendeva ancora a farsi troppi problemi. Lanciò un’altra occhiata al ragazzo di fianco a sé ed alzò un angolo della bocca, divertito.
«Sai, sarà che ti ho sempre visto con i capelli tirati su, ma… vederti “al naturale”, con tutti i capelli abbassati mi fa parecchio strano» ammise. Tsurugi infatti aveva i capelli asciutti ed evidentemente già tagliati, ma a giudicare dalla sua scocciatura stava aspettando che andassero ad acconciarglieli come al solito.
«Parli tu?» ghignò, stavolta girandosi con tutta la sedia e sporgendosi verso di lui. Gli prese alcune delle ciocche bagnate appartenenti alla frangia e gliele spostò dai lati del viso a di fronte agli occhi. «Figurati quanto sei strano tu, con la frangia che ti arriva a sotto il naso e i capelli dietro che fanno concorrenza a Kirino, per lunghezza» sogghignò, indicandolo. L’ex capitano aggrottò le sopracciglia piccato e si voltò.
«Beh, sono qui per questo» sbuffò, togliendosi la frangia da davanti al viso. «Anzi, a dire il vero sto pensando di farmi proprio un taglio corto, come Kurama o Kurumada» si fece sfuggire, irrequieto. L’altro inarcò nuovamente il sopracciglio, piuttosto perplesso, ma non disse nulla. Shindo, comunque, notò il dubbio del compagno e sentì di dover giustificare la sua dichiarazione. «Insomma, prima un bimbo mi ha detto che ho i capelli come sua zia. Magari devo veramente cambiare look» spiegò. In quel momento capì che probabilmente il bambino era stato servito proprio dove si trovava lui in quel momento e il ragazzo blu con la faccia truce… era proprio il suo kohai.
«Ti fai troppi problemi. E poi, così sì che saresti strano» commentò, ripuntando la testa verso lo specchio. «E poi, a me piaci così» si lasciò sfuggire in un sussurro scocciato, inconsciamente.
«Che hai detto? Non ho sentito» lo guardò Shindo, inarcando un sopracciglio a sua volta. L’altro scosse la testa, facendo spallucce.
«Niente, che alla squadra piaci di più così. Se ti tagliassi i capelli corti, sarebbe come se Tenma si togliesse le spirali o se Kirino si facesse la boccia, capitano» spiegò senza enfasi, mentre il ragazzo accanto soffocava una risata.
«Addirittura a quei livelli?» sorrise, divertito dal paragone. «E sia, li lascio come prima» concesse, ma poi si corresse, mentre arrivava dietro di lui un uomo che iniziò a smuovergli i capelli. Gli chiese che cosa voleva che facesse e Shindo glielo spiegò con molta tranquillità, parlando di un taglio non estremo come la boccia, ma giù di lì, mentre nel frattempo un secondo uomo si affiancava a Tsurugi, chiedendogli se volesse il solito taglio. Passarono in silenzio qualche minuto buono, ma poi Shindo lo ruppe. «Comunque, non sono il capitano, Tsurugi» gli disse.
«Per me sì. E sicuramente anche per la maggior parte dei membri della squadra. Tenma, per quanto bravo, non ha le tue capacità. Non dirmi che non hai notato che tu impartisci ancora gli ordini e tutti ti seguono senza ribattere, cosa che con Tenma non fanno» sospirò. Interdetto, l’altro non poté controbattere. Da un lato era anche contento di sentirselo dire, del resto ci teneva alla carica che Sangoku gli aveva affidato quand’era appena al primo anno. Ritornò il silenzio, così da permettere ai due ragazzi di sentire semplicemente il rumore delle forbici che tagliavano i capelli di Shindo e quelli che, delicatamente, cadevano in terra; il tutto misto a qualche commento sportivo di qualcuno nel locale. Non ci volle molto perché Tsurugi si alzasse.
«Hai già finito?» domandò, voltandosi appena per non interferire con il taglio. Il più giovane si limitò ad annuire. Dopotutto era lì da parecchio prima di lui. «Mh. Allora ci vediamo domani a scuola. E all’allenamento, se non lo salti» ammonì, grave. Con uno sbuffo, l’altro si dileguò, salutando solo con un cenno della mano piuttosto rapido. Appena sparito, Shindo si osservò le punte dei piedi. “A me piaci così”, aveva detto, prima..?

Soddisfatto, pagò ed uscì dal negozio, ravvivandosi un minimo i capelli appena tagliati. «Oh. E così li hai lasciati lunghi, eh?» constatò divertito Tsurugi, la cui voce fece sobbalzare il ragazzo, che si voltò. Notò che il ragazzo era appoggiato al muro del negozio con le mani in tasca ed osservava con un sorriso beffardo i suoi capelli mossi, ancora lunghi, ma tornati sopra le spalle e, più importante, la frangia tornata sopra agli occhi. «Meglio, almeno domani gli altri non si spaventeranno» dichiarò staccandosi dal muro. Shindo inarcò un sopracciglio.
«Ma tu non te n’eri andato? Non dirmi che mi hai aspettato» schernì, portandosi la mano sinistra sul fianco.
«Figurarsi. Ero solo curioso di vedere se mi davi retta o meno» ghignò l’altro. «E ovviamente l’hai fatto».
«Sì, come se l’avessi fatto per te» roteò gli occhi il ragazzo con il caschetto mosso. «Scendi dal piedistallo, ok?» gli sorrise sprezzante, ottenendo in cambio un’espressione contrariata del kohai. Quello, con uno schiocco di lingua, fece per andarsene, ma si fermò a qualche metro di distanza, di spalle.
«Comunque hai fatto bene, così stai meglio» mormorò, senza voltarsi. «Ci si vede, capitano» concluse, riavviandosi. L’altro rimase con gli occhi spalancati, talmente stupito da non riuscire a ricambiare il saluto. Quando ormai l’altro era sparito dalla sua vista espirò soddisfatto dal naso, abbozzando un sorriso.
Probabilmente non avrebbe più pensato di cambiare pettinatura per un bel pezzo. Specie per detta di uno stupido bambino, quando aveva un kohai che dava giudizi decisamente migliori.


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Eccomi qua dopo tanto che non scrivevo/pubblicavo. Nessuno sentirà la mia mancanza, ma vabbè. Ecco l'ennesima fic nonsense! E'... non lo so, un robo. Sia chiaro, io... odio lo yaoi. Ma ho sentimenti contrastanti sulla KyouTaku. Anche se non li voglio vedere baciare o fare peggio, quindi alla fine non li shipperò mai ufficialmente. A parte ciò- che dire? Aveva un senso questa fic. O meglio, più che un senso aveva un perché volessi scriverla, ma sinceramnte.... l'ho dimenticato ><
Non voglio ammorbare, al solito, quindi dico solo che... non lo so, prima dovevano esserci più scene con Shindo e Tsurugi insieme e il discorso dal parrucchiere doveva essere più corposo, ma è venuto così... e non volevo farli parlare troppo di stupidaggini - più di quanto no facciano già - perché altrimenti sarebbe venuta ancor più pallosa :°D
Vabbè, ho concluso xD Credo. E' mezzanotte e mezza e mi fanno male i polsi e le relative vene (?), quindi mi accontento. Spero vogliate recensire ><
Ps. Dico dico, ma alla fine ce n'è sempre uno. E' senza nè capo nè coda, l'avrete capito, e l'introduzione fa pena. Chiedo venia. E CI SCOMMETTO CHE I PG SONO OOC. Che odio. ...e peraltro non c'è il tag "one-shot". WTF. *mette no pairing a caso
  
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