Una piccola storia scritta…eh…vediamo… quattro anni fa, alla mia “tenera” età di tredici anni. Comunque, ho cercato un po’ di correggerla, ma naturalmente non ho potuta riscriverla tutta per rispetto a me stessa ;) . Forse ne aggiungerò altre, sempre qui, di storie vecchie. Grazie in anticipò a chi leggerà!

Le sue iridi grigie mi accarezzano il volto. Sento un brivido freddo mentre mi rende tra le sue braccia per portarmi lontano. Tengo le mani strette al grembo, sperando che quella creatura dentro di me non sia morta. Lui mi porta al sicuro, in un vecchio capannone. Mi adagia su uno straccio in quella stanza sporca. Mi sussurra qualcosa, poi scappa. Cerco di alzarmi: quei maledetti Mangiamorte mi hanno picchiata. A terra c’è un pezzo di specchio. Con fatica mi avvicino per rifllettermi. Un livido circonda l’occhio sinistro. Altri più piccoli risaltano sulle guance. Osservo le mani graffiate con sangue ancora fresco. Ho una caviglia slogata e le gambe doloranti. Sento un grido. Mi trascino fuori e vedo lui accasciato a terra. Mi avvicino per aiutarlo, ma i cinque Mangiamorte mi fermano e ricominciano a picchiarmi. Tengo le braccia introno al ventre per impedire di toccare mio figlio. Ma uno di loro con rabbia me le blocca e i coli arrivano anche lì. Piano mentre il dolore mi acceca. Sento in bocca il gusto del sangue, mentre quei bastardi continuano a torturarmi. Finalmente si allontanano mentre comincia a piovere. Mi trascino verso di lui. Piano forte, consapevole che dentro di me mio figlio è morto. Un innocente ha pagato per gli errori di una bestia. Abbraccio il suo corpo, mentre i capelli biondo bagnati si sporcano di fango. Se solo cinque anni fa mi avessero detto che mi sarei innamorata di un Mangiamorte, che avrei aspettato un figlio da lui e sempre con lui sarei morta, non c’avrei creduto. Perché ormai lo so che la vita mi sta abbandonando. Ripenso a Ron torturato fino alla follia. A Harry, ucciso per mano di Voldemort. Ripenso all’ordine della fenice totalmente distrutto. Ripenso ai miei genitori uccisi. E penso a me e a una vita che non avrò. Mi rivedo a quindici anni, libri in mano, ritenendo lo studio della sera la cosa più importante. Sorride ricordando quanta infantilità c’era dietro quell’aria matura. E mentre le mie lacrime si sporcano di sangue mischiato al suo, inizio a cantare la nostra canzone: -Come What May…I Will Love You.- apro gli occhi. Mi trovo nella mia camera da letto. È stato solo un sogno. Accarezzo il ventre e con gli occhi cerco Draco. Eccolo arrivare di corsa -ARRIVANO I MANGIAMORTE! SONO IN TROPPI, NON CE LA FAREMO!- chiudo gli occhi, stringo la sua mano e mentre l’ultima lacrima cade nel sangue, traggo l’ultimo respiro.