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Autore: evenstar    08/02/2007    8 recensioni
Continuazione di Sweet November (ma che può anche essere letta come semplice one shot) sulle prime avventure magiche e non di Isy, la bimba di Tonks e Remus.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come anticipato sul blog oggi, anche se toccava al prossimo capitolo de "L'album dei ricordi", ho preferito fare una pausa e postare invece questa shottina.

Vi ricordate Sweet November?

Questa storia ne è la continuazione, anche se credo che si capisca perfettamente anche senza aver letto l'altra in cui, per farla breve, veniva alla luce Isabel, primogenita di Tonks e Remus.

Questa storia l'ho già postata altrove ma, dato che non ho ottenuto granchè successo, ho pensato di metterla anche qui per vedere se è la storia che non vale (... anche se personalmente l'adoro) o lo scarso entusiasmo è dovuto ad altro visto che coinvolgeva anche Sweet November.

Detto questo la pianto e vi lascio alla storia e mi raccomando... ditemi come la trovate, per favore!

 

 

Isabel

 

Erano passati già 11 mesi dalla nascita della piccola Isabel, ormai Dora e Remus avevano imparato a gestire la nuova arrivata egregiamente e, dopo le prime settimane in cui entrambi erano stati sfiancati dai risvegli notturni e dai ritmi personali della piccola, adesso erano abituati a fare i genitori.

Remus adorava la figlia, passava tutto il tempo disponibile con lei, tenendola quasi costantemente in braccio, come se il solo contatto con quel corpicino gli trasmettesse tranquillità e gioia.

Dora da  parte sua avrebbe quasi potuto essere gelosa delle attenzioni del marito per la figlia se lei stessa non avesse provato una vera e propria adorazione per la bimba. Passava ore a giocare con lei, cambiando continuamente colore dei capelli davanti ai suoi occhietti curiosi, costantemente azzurri quando era in braccio alla mamma, cercando di stimolarla a farle cambiare colore anche alla piccola che invece continuava imperterrita a sfoggiare dei capelli castano chiari, molto simili a quelli del papà. Isabel rideva felice, allungando le braccia verso le testa della mamma e aprendo e chiudendo  le manine, cercando di afferrare quella massa colorata che le appariva davanti ma non accennava a mostrare altro segno di magia se non il cambiamento continuo del colore delle iridi tutte le volte che si trovava in braccio a un genitore diverso.

Tonks era preoccupata per questa sua mancanza di manifestazioni magiche, in particolare negli ultimi mesi, mano a mano che si avvicinava il primo compleanno della piccola, Remus invece cercava di tranquillizzarla, dicendole che era ancora presto e che la vera cosa strana fosse che avesse manifestato così in fretta le sue doti di Metamorphomagus, nel frattempo si godeva sua figlia, del tutto impassibile al fatto che non facesse magie.

- Dora ti prego, smettila per 5 minuti, mi stai facendo venire il mal di testa, così la confondi solo, - disse Remus in direzione della moglie seduta sul divano di fianco a lui, fissando stancamente i capelli della giovane che stavano cambiando colore così rapidamente da sembrare un arcobaleno animato.

- No che non la confondo, le piace, - sbottò lei giustificandosi, ma smettendo di variare colore e fermandosi su un blu scuro, tenendo in braccio la bimba che adesso la fissava con una curiosa espressione perplessa. – Vero piccola, che non ti confondo? – chiese alzandola sopra la testa e dandole un bacio sulla guancia rosea.

Per tutta risposta Isy allungò la mano prendendole una ciocca di capelli e tirando, scoppiando poi in un pianto disperato. Remus fissò le due ragazze che aveva di fianco, Isy in lacrime che urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni, Dora che la fissava tristemente, reggendola ancora sopra la testa e fissandola, senza sapere cosa fare, presa alla sprovvista.

- Dicevi, amore?

- Ma… non vale! Ha iniziato a piangere quando ho smesso…le piaceva, - balbettò lei, cercando infine di calmare la bimba cullandola.

- Ha iniziato quando tu hai smesso perché prima l’avevi ipnotizzata con tutti quei colori, - le rispose lui, non riuscendo a trattenersi dal ridere, gustandosi l’espressione imbronciata della moglie e il faccino arrossato e urlante della figlia. – Vieni dal papà, piccola, - disse infine prendendo Isy dalle braccia di Dora, che la lasciò andare. – Su, calmati, cucciola, - riprese alzandosi e iniziando a camminare avanti e indietro per cercare di tranquillizzare la figlia, appoggiando le labbra sulla testolina. – Non piangere, mamma promette che non farà più così, vero mamma? – chiese fissando Tonks che adesso era scossa dai sensi di colpa per aver fatto piangere la figlia.

Isy, stretta nel tranquillo abbraccio paterno, in qualche minuto si calmò, addormentandosi in braccio al papà, stremata da quella turbolenta manifestazione dei suoi sentimenti. Remus sorrise, tornando a sedersi vicino a Dora che adesso lo guardava con aria truce, le sopracciglia aggrottate e gli occhi diventati più scuri, segno inequivocabile di una tempesta in arrivo.

- Perché fa così? Secondo me quella bambina mi odia, - sbottò amara, pentendosi subito di quello che aveva detto rendendosi conto che non era assolutamente vero.

Remus la guardò accigliato un momento, ma poi tornò sereno. – Lo sai che non è vero.

- Sì che lo so, è che…- cominciò lei, fermandosi a riflette se andare avanti o meno in quella confessione dei suoi sentimenti, poi decise di proseguire. – E’ solo che vi osservo e… Merlino, Remus, - sbottò infine, abbandonando il tono serio e virando verso l’ironico. – Qualche volta sono gelosa di Isy, state così bene insieme voi due.

Remus la fissò con sguardo incerto, si alzò per andare a posare Isy nella culla dopo averle fatto una carezza, poi tornò dalla moglie che lo stava seguendo con lo sguardo, curiosa di sapere che cosa avesse in mente. Lupin l’abbracciò, facendole appoggiare la schiena contro il suo torace e le diede un bacio tra i capelli. – Mi dispiace se ti sembra che ti stia trascurando Dora. Ti amo, lo sai questo vero? Più di quanto abbia mai amato in tutta la mia vita e non meno di quanto ami Isabel.

Tonks si girò verso di lui, appoggiandosi con le mani sul suo petto in modo da poterlo guardare in volto. Fece un timido sorriso. – Certo che lo so, tesoro. E’ solo che, vedendoti coccolare lei, mi viene voglia di farmi coccolare a mia volta.

- Facciamo così allora, - disse lui avvicinando il volto a quello della moglie. - Quando hai voglia di un po’ di coccole aggiuntive me lo dici e io provvederò subito, - le disse rimanendo vicino a lei.

- Rem?

- Dimmi, amore.

- Ho voglia di coccole, - rise lei abbracciandolo e nascondendo il volto nel incavo tra il collo e la spalla del marito.

Lupin le cinse la schiena, accarezzandola lentamente e tenendola stretta a sé. In pochi minuti si addormentarono entrambi, abbracciati.

Fu Isy a svegliarli, cominciano a piangere reclamando a gran voce la sua cena. Dora si stiracchiò con un sorriso sulle labbra e si alzò, diretta in cucina mentre Remus andava a prendere in braccio la figlia.

- Ehm, tesoro, - iniziò lui timidamente.

Tonks si girò per guardarlo, conosceva quel tono di voce, era quello che riservava quando voleva impedirle di fare qualche guaio.

- Che ne dici se ci scambiamo? Tu dai da mangiare a tua figlia e io penso alla nostra cena?

Dora lo fissò pensierosa, poi annuì sfoderando un sorriso e dirigendosi verso di lui con le braccia tese verso Isy che quando la vide arrivare smise di piangere e tese anche lei le braccine verso la mamma, emettendo dei gridolini.

- Ah, piccola traditrice, basta che ti si offra da mangiare e vuoi subito la mamma, - rise Lupin passando la figlia a Dora. – Meno male che ti odiava…

Tonks non rispose ma rise puntando la bacchetta sul biberon di Isy, scaldando il latte con un solo tocco mentre Remus iniziava a cucinare. Isy cominciò a ciucciare allegramente il suo latte, giocando con i bottoni della camicia di Dora, gli occhietti che saettavano da tutte le parti; ben presto si stufò e mosse la testa, sputacchiando il latte sui vestiti della mamma, ridendo felice e allontanandosi il biberon dalla bocca, muovendo le manine forsennatamente.

- Dai, Isy, prendine ancora un po’, altrimenti tra dieci minuti siamo da capo, - la riprese Dora.

La piccola ignorò il tono materno continuando a respingere il biberon che questa le avvicinava alle labbra.

- Lascia stare, Dora, le diamo un po’ di minestrina.

- Cosa?

- La minestrina,- ripetè Remus, indicando la pentola che iniziava a bollire borbottando, non capendo come mai Tonks fosse così sorpresa, non era certo la prima volta che davano alimenti diversi dal latte alla piccola.

- Hai fatto la minestrina? – chiese schifata al marito.

- Beh? Domani mattina se vuoi ti faccio compilare un menù con le tue preferenze, - le rispose ironico.

- Eh, non sarebbe una brutta idea, sai?

- Sì, d’accordo, amore, - rispose lui paziente. – Dai, venite a mangiare.

Dora mise Isy sul seggiolone tra la sua sedia e quella di Remus, poi si sedettero anche loro.

- Aspetta, cucciola, è ancora troppo calda, - disse Remus alla figlia che stava allegramente allungando le mani con il chiaro intento di ficcarle nella minestra della madre.

Tonks fece una smorfia di dolore dopo aver messo in bocca una cucchiaiata bollente ed essersi ustionata la lingua; cominciò a sventolarsi la mano davanti alla bocca e a bere.

- Ecco vedi, Isy: papà ha sempre ragione, - disse Lupin guadagnandosi un’occhiataccia.

- Pa… - rise felice la bimba, indicando Remus.

Tonks si bloccò con la mano a mezz’aria, fissando negli occhi il marito, poi si girarono entrambi verso Isy, agitatissimi.

- Ha parlato, ha detto “ Pa “, - disse infine Dora.

- Magari era uno dei suoi soliti “ ba “, - rispose molto pragmaticamente Remus, che veniva però tradito nella sua impassibilità dagli occhi lucidi.

- Pa, pa, - rise Isy, fissando i genitori, contenta di tutta quell’attenzione inaspettata.

- Ma che “ ba “, sta dicendo “ pa ”. Merlino Rem, nostra figlia ha detto la sua prima parola, ha detto papà! – disse Tonks schizzando in piedi e prendendo il braccio Isy. – Ehi piccola, lo sai dire “ mamma” ? “ M-a-m-m-a” , - sillabò.

- Dai lasciala in pace, una parola è già tanto, non puoi pretendere che sappia già fare un discorso, - disse Lupin, avvicinandosi alla figlia. – Isy, fai sentire alla mamma che brava che sei. Di “ pa-pà “.

- Pa-pa, - balbettò perplessa la bimba.

- Brava, cucciola! – riprese Lupin prendendola dalle braccia della mamma e sollevandola sopra la testa.

- Ma che…- sbottò Tonks. – Vorrei vedere cosa faresti se invece che “ pa “ avesse detto “ ma “.

- Mi pare ovvio che cercherei di farle dire “ papà ” tutta la notte, - rise lui.

- Dai piccola, fai vedere a papà…

- Pa-pa-pa-pa, - continuava nel frattempo Isy, che ormai sembrava averci preso gusto.

- … Sì amore, dicevo fai vedere a papà che sei brava e sai dire anche “ mamma “.

- Pa-pa-pa-pa-pa-pa.

- Bah, fai come vuoi, - si arrese alla fine allontanandosi per prenderle un succo di frutta.

Sentì Lupin che mormorava qualcosa alla figlia, ma non riuscì a capire cosa.

- “ Ma “, - sentì dire da una vocetta balbettante, che non somigliava per niente a quella del marito.

Si girò di scatto. – Ha detto qualcosa? – chiese.

- Nulla che non fossero i soliti “ ba “ e “ pa “, - rispose Lupin sorridendo.

- Oh.

- Ma.

Di nuovo fisso i due che la fissavano, ridendo.

- Rem?

Lui scosse la testa. – “ Ba “, era decisamente un “ ba “.

- Ma-ma.

- Eh no! – disse Tonks correndo dalla figlia che rideva felice mentre allungava le braccia verso di lei continuando i suoi “ Ma “. – Rem! – sbottò prendendola in braccio.

Lui scoppiò a ridere. – Scusami, scusami, amore. Ma era troppo divertente.

 

- Allora, adesso che tua figlia parla sei più tranquilla o sei sempre preoccupata che non faccia grandi magie? – chiese Remus dopo che si furono accoccolai sul divano, davanti al camino, mentre Isy era crollata addormentata, stremata da tutti gli eventi della serata, impiegata a parlottare e a ridacchiare con i genitori, passando continuamente dalle braccia dell’uno e a quelle dell’altra.

- Non sono preoccupata… solo che sarei più tranquilla se fossi certa che è una strega.

- Dosa, sappiamo che è una Metamorfomagus, come fa a non essere una strega?

- Ah non lo so, - rispose semplicemente lei. - Ma hai visto che figlia intelligente che abbiamo? Ha 11 mesi e già parla.

- Beh insomma, parla… non esageriamo.

- “ Pa “ e “ ma “ sono parole. Non la sminuire, cucciola.

- Io non… - cominciò a dire, ma fu interrotto da Tonks che gli chiuse le labbra con un bacio.

- Non la sto sminuendo, - riprese lui allentandosi da lei e guardandola con aria innocente.

- Mmh come vuoi, - mormorò lei, accoccolandosi meglio contro di lui.

- Vieni, - mormorò lui, alzandosi e tirandola in piedi. – Andiamo a letto.

Tonks si alzò, sbadigliando e bofonchiando qualcosa ma seguì Remus, che intanto aveva preso Isy in braccio, ancora profondamente addormentata, e lo seguì su per le scale fino alla cameretta della bimba. Lo vide posarla nel lettino e gli si avvicinò, rimanendo qualche attimo in contemplazione di quel fagottino rosa addormentato; si chinarono entrambi per dare un bacio alla figlia e poi si allontanarono da lei, diretti nella loro camera che era appena di fianco, lasciando entrambe le porte aperte.

Si misero a letto e Dora si avvicinò a Remus, abbracciandolo e stringendoglisi contro, lui le passò un braccio attorno alla vita.

- Sono felice, - mormorò Tonks, la mente già annebbiata dal sonno.

- Per cosa, amore?

- Per tutto, sono felice.

- Anche io, - rispose Remus dandole un bacio sulla fronte. – Dora?

- Dimmi, - biascicò lei, la voce impastata.

- Ti sei mai pentita in questi mesi di avermi fatto entrare, quella notte che mi presentai a casa tua, dopo aver trovato la lettera di Sirius?

Lei si tirò su leggermente, quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. Lui la stava guardando di rimando, gli occhi castano chiaro che erano appena visibili grazie alla debole luce che penetrava nell’appartamento dalla strada sottostante, fissi nei suoi, in attesa di una risposta. Dora si scoprì a contemplare quegli occhi che non avevano nulla di particolare ma che lei aveva sempre amato, dal primo momento in cui li aveva visti, calmi e sereni, nonostante le numerose cicatrici che li scontornavano, pericolosamente vicine.

- Mai, neanche per un momento, - disse seriamente, poi aggiunse sorridendo maliziosa. – Neanche la sera che è nata Isabel, nonostante abbia passato la notte a trattarti male e a insultarti.

Lupin sorrise.

- E tu? – chiese a sua vola la ragazza.

- Io?

- Ti sei mai pentito di essere venuto da me, quella notte? – chiese trattenendo il fiato, la sua era una domanda più difficile.

Remus infatti rimase in silenzio per un tempo che a lei parve eterno, riflettendo sulla domanda. Non aveva mai avuto dubbi sul fatto che sarebbe stato l’uomo più felice del mondo con lei, ma non avrebbe neanche mai neanche immaginato di poter provare tutta la gioia che sentiva, era semplicemente troppa perché fosse reale, perché potesse crederci. Aveva ancora paura di poter fare del male alle sue due ragazze ma, rispetto a quando accadeva solo un anno prima, aveva imparato a convivere con quella paura, relegandola in un angolo buio della sua mente e non permettendole di interferire con la sua vita. Aveva scelto di vivere ed era stata una scelta coraggiosa da parte sua, ma anche giusta.

- No, è stata la seconda cosa migliore che ho fatto nella mia vita.

- E la prima?

- Sta dormendo tranquilla nella camera a fianco, - rispose lui, con aria adorante.

- Uffa, sempre lei per prima, - sbuffò Tonks, ma senza riuscire a trattenere un sorriso.

- Buona notte, tesoro.

- ‘Notte, - rispose lei dandogli un ultimo bacio a fior di labbra, prima di tornare a stendersi al suo fianco, una mano appoggiata sul torace dell’uomo, percependo vagamente il battito del cuore e il ritmo del respiro.

 

Lupin si svegliò la mattina dopo all’alba; la stanza era debolmente illuminata dai primi timidi raggi di sole autunnale. Socchiuse gli occhi, percependo dall’altra parte del letto la massa di Tonks che continuava a dormire profondamente girata sul fianco rivolta verso di lui, vide un movimento indistinto davanti a sé ma non riuscì ad identificarlo. Chiuse gli occhi, strizzandoli per schiarirsi la vista e cercare di svegliarsi del tutto, si passò la mano sul volto e, infine, si decise a riaprirli. Tra di loro, nel lettone, c’era Isabel che lo guardava sorridendo, più sveglia che mai. Quando lo vide muoversi si mise gattoni e cercò di raggiungerlo, lanciando urletti nei quali Remus fu sicuro di percepire anche un “ papà”.

Lupin si mise a sua volta su un fianco e le prese le manine, tirandola in piedi e facendola appoggiare contro di sé, in modo che non cadesse indietro. – Che cosa ci fai qui, cucciola? Ti ha portato la mamma questa notte? – chiese perplesso. Era pericoloso portare la bimba nel lettone, c’era il rischio che, muovendosi di notte, la si schiacciasse; in genere quando lo facevano perché non riusciva a dormire o stava male, o semplicemente perché avevano voglia di coccolarla, le mettevano un paio di cuscini ai lati, per stare tranquilli.

- “ Ma ”…- disse Isy, indicando la figura che cominciava a muoversi, svegliata dal suono della voce di Remus.

- Rem… Isy? Che succede? – chiese Tonks scattando a sedere, improvvisamente preoccupata. – Non sta bene?

- Sta benissimo.

- Allora come mai l’hai portata qui?

- Io? Credevo che l’avessi fatto tu.

- No, - rispose Tonks, ormai completamente sveglia, tirandosi a sedere.

La bimba si staccò dal papà, finendo a quattro zampe sul letto e raggiunse gattonando la mamma, che la prese il braccio, fissando il marito. – Che cosa è successo questa notte?

- Non ne ho…- cominciò a dire Remus, bloccandosi improvvisamente illuminato da una rivelazione. – E’ venuta da sola.

- Come può essere? Non sa neanche stare in piedi, figuriamoci se riesce a scavalcare le sbarre della culla, passare in corridoio e arrampicarsi sul nostro letto.

- Non senza usare la magia almeno, - sorrise orgoglioso Lupin.

- La ma… per la barba di Merlino, - urlò Tonks, allontanando Isy per guardarla in volto, mentre lei sorrideva e sputacchiava bava, tutta felice. – Amore, hai fatto una magia! – continuò strizzandola in un abbraccio.

- Beh, non male come inizio, direi. Non è stata una cosa da poco! – rise Lupin accarezzando la testolina della figlia, unica parte raggiungibile che non fosse sommersa dall’abbraccio di Dora. – Tesoro così però la soffochi.

- Oh, sì, certo. Scusami, cucciola, - disse Tonks allontanando la piccola e facendola sedere in mezzo a loro sul lettone. – Ma guardala, la mia streghetta, - riprese tutta orgogliosa, con le lacrime agli occhi per l’eccitazione, mentre la piccola tentava rimettersi in piedi facendo leva sulle braccia e ricrollando pochi istanti dopo sul letto. Remus si aspettava di sentirla cominciare a piangere ma Isy non emise neanche un sussurro, riprovando nella sua impresa.

- Ehi, cucciola, non ti basta quello che hai fatto negli ultimi due giorni? - le chiese tirandola in piedi e rimanendo a fissarla mentre lei sorrideva contenta, cambiando colore degli occhi assumendo un ambrato chiaro, quando incontrò quelli del padre.

- Pà, - rispose lei.

- Sì, sono il tuo papà, - le rispose prendendola in braccio e facendola sedere sulla sua pancia, mentre Dora si avvicinava a loro, accoccolandosi al fianco del marito, contemplando la sua famiglia.

 

 

  
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