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Autore: nathaniel    08/02/2007    13 recensioni
-Pensa ad un ponte, alla forza nascosta nei mattoni, nelle travi, alla struttura così imponente, così maestosa, che resiste all'acqua dirompente, ed in mezzo al ponte, tra i pilastri incrollabili, l'arco, così fragile, fatto solo d'aria. Chi non sa come guardare vedrà nella sua forma senza spigoli solo un vuoto, un'interruzione, eppure... eppure solo l'arco sostiene il ponte.
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House, Lisa Cuddy, Robert Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo richiede una nota introduttiva. Prima di tutto, avverto il lettore che sono trattate tematiche forti, anche se sottotono. Sono solo accennate, e spero con delicatezza sufficiente, ma tengo comunque a chiedere a tutti di rispettare il rating R della storia. In secondo luogo, premetto che questo è un capitolo di spiegazioni, è vero, ma anche molto congetturale, descrittivo, privo di dialoghi. E’ volutamente lento e minuzioso, così l‘ho progettato ed immaginato, e per renderlo così ho lavorato molto. Chi non apprezza questo tipo di narrazione e non desidera imbarcarsi in una lettura che temo possa risultare noiosa, mi può scrivere e sarò lieto di inviare un riassunto dei fatti in modo da non dover obbligare nessuno ad affrontare la lettura. Lo stesso discorso vale per chi non appartiene alla fascia d’età consentita dal rating. Dal prossimo capitolo comunque riprenderò lo stile abituale. Infine, per le parti "poetiche" ripeto i credit di ispirazione ad alcuni dei miei autori preferiti: Italo Calvino, Eschilo, Stefano Benni, Primo Levi, Emily Dickinson, Elsa Morante.
Per concludere, spero che vi piaccia. Lo immagino da quando ho iniziato questa storia, e spero di aver saputo trasmettere ciò che lo accompagna nella mia mente. E’ l’inizio delle spiegazioni, ma la fine è ancora lontana. Grazie e tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo: le vostre parole, quando sono positive e quando no, sono sincere, come quelle degli specchi o degli amici, e non posso che esservi grato di cuore. Chi dice che per affezionarsi a qualcuno lo si deve conoscere a fondo dovrebbe conoscere voi.



Ti Amo. Non ti amo ma ti Amo, con questa A un poco più grande, sono solo pochi millimetri ma, mio Dio, tu sai che in poco spazio è racchiuso più valore che in chilometri e chilometri d'oro puro. Ti Amo, non sai come e nemmeno quanto mentre io non so perchè, ma non capire non lo renderà meno reale, e le mie notti scorrono lunghe e tediose, fiumi di nulla ed interi mari di vita immaginaria, io mi sveglio ogni mattina ma solo di notte vivo davvero, mentre tu sei lì con me, o meglio, immagino che tu ci sia, lo spero, lo vorrei.
Te lo ricordi, quel gioco che si faceva da bambini? Facciamo che. Facciamo che io sono un poliziotto e tu un ladro, facciamo che io sono Sherlock Holmes e tu Watson, facciamo che ciò che sogno sia vero, che ne dici, vuoi giocare insieme a me? Troppo tempo è passato, troppo tempo a fare che.Sai com'è, a volte mi dimentico di respirare, a volte le mie notti non passano mai, io non sono come te e non ho la certezza che prima o poi verrà il giorno, ed a volte l'angoscia mi assale, e mi sembra che il vuoto si apra e lasci spazio ad altro vuoto, e questo ad altro ancora, e dove finisce altro vuoto faccia da argine a vuoto ancora. Così io immagino l'infinito.

Tutto era cominciato in un solo momento, su due fronti, come una guerra, una guerra che Robert sapeva di non potere combattere. Vedere padre Julian lì, al PPHT, nel suo ospedale, nella sua nuova vita, aveva riaperto le vecchie ferite come una lama su di una vecchia cicatrice, ed ora avevano ricominciato a sanguinare. In un solo momento la consapevolezza della verità l’aveva travolto come un tradimento, come se nel nuovo giorno il sole fosse sorto con la sola speranza di distruggerlo. In un solo attimo aveva capito che il passato l’aveva raggiunto, un’altra volta, di nuovo, e nello stesso istante aveva capito di essere innamorato di Allison Cameron e di averla perduta per sempre. Lui stesso era perduto, se cambiare continente non l’aveva salvato nulla altro avrebbe potuto farlo.

Robert non credeva che avrebbe mai potuto amare. Il suo cuore si era rattrappito, le troppe delusioni l’avevano reso atrofico e prosciugato. Tuttavia, a lui non era concesso di amare fuori dai sogni, non più di quanto fosse concesso ad un fantasma. La sua vita, ora lo sapeva, era solo una finzione. Il giovane medico in carriera non era altro che lo spettro dell’esistenza che aveva desiderato, e che non aveva avuto. Aveva solo finto che fosse passato, solo finto di avere superato e dimenticato, ma ora la memoria era tornata, e con essa l’angoscia, la sensazione terribile di non avere alcuna possibilità, di non avere alcuna soluzione. Ogni paura terminava solo quando iniziava a temere qualcos’altro, ogni dolore aveva fine solo quando le lacrime scorrevano per uno più recente. Quella era l’unica esistenza che conoscesse.


Dio è su di me, e stride ad ogni soffio come un uccello, come se fosse insensibile al dolore di quest’umile ospite del cielo. Le mie membra sono fiacche e livide dalle lotte, le ginocchia sulla polvere secondo la mia triste sorte. Mi consolo pensando che il fine è necessario e che né buttandomi a terra a pregare né piangendo potrò mai dare valore a quanto resta del mio spirito poiché in te non arde il fuoco della pietà, ed ora dimmi, dimmi cosa c’è di nuovo e perché ogni altare sui miei passi appare come carico di quelli che, se fosse giusto, il mio animo dovrebbe poter vedere come fossero tuoi doni, e per piacere argina l’ansia della mia anima che ora smania per il triste inganno di un’angoscia che non dà pace. Non ricordi quando partimmo, io e te, come grandi Re, a capo di una flotta i cui soldati stavano fieri in lucide divise di quanto restava della mia gioventù, la lancia e il braccio pronti alla battaglia, a seguito di un presagio che mi apparve senza scampo.
Nel frattempo, Amo te, cui non potrei mai rivolgere questa specie di pensieri che solo ad altro posso riservare. Essi sono la mia notte, il mondo in cui vivo, e tu come la luce che si vede attraverso una finestra sempre chiusa.

Possibile che Dio non avesse pietà di lui? Possibile che credesse di non averlo punito abbastanza? In fondo, lui non aveva mai mancato nei suoi confronti. Lui era stato fedele, sempre. Ma aveva peccato, lo sapeva, e forse non sarebbe stato perdonato mai. Tuttavia, non era pronto per quella nuova battaglia, le sue membra erano troppo stanche, non aveva la forza, la volontà. Forse il destino credeva di avergli fatto un regalo perché rivedendo padre Julian avrebbe avuto un’altra possibilità per vincere la sua lotta con la vita, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato riportarlo alle notti di insonne, folle frenesia che avevano occupato anni interi.

Ricordava bene quando era partito per gli Stati Uniti, lui e la convinzione di avere pagato il prezzo di ogni azione sbagliata, pieno di speranze, di sogni. Poi tutto era finito, ed era caduto, e non c’erano più speranze, né sogni.


Vi guardo, vi guardo ogni giorno camminare per le strade, uomini e donne, vecchi ed anche bambini, e mi chiedo perché mai io abbia viaggiato tanto a lungo, cosa mi abbia insegnato la strada che scorreva sotto i piedi. Io parlo, parlo di mille città, non ho mai pronunciato quel nome, Il Nome, ma la verità è che è di lei, solo di lei che sempre narro instancabile, e più mi allontano più capisco la mia casa e quel vicolo dove giocavo da bambino.
E’ della mia vita, sempre della mia vita che racconto quando vi parlo delle storie altrui, e più passa il tempo più mi rendo conto che il mio sguardo è sempre rivolto indietro, e che il mio viaggio si compie solo nel passato, ed ogni giorno mi rendo conto di quanto io abbia perduto e sbagliato nella vita considerando tutto ciò che non ho avuto, e non avrò mai.
Vi osservo, vi osservo e so che gli errori mi perseguitano ancora, quella volta nel passato tanto tempo fa sbagliai strada, ed ora incontro un estraneo per la strada e penso quant’è felice e che forse proprio lui ha avuto il futuro che io avrei ottenuto se quella volta nel tempo, tanto tempo prima, a quel crocevia avessi scelto quella strada e non quell’altra, ed ora voi, tutti voi correte avanti e da quella sorte vera o supposta io sono tagliato fuori. Tutto ciò per voi è illusorio e transitorio, ma per me ogni cosa è per sempre.
Nessuno aveva mai capito che in ogni suo atteggiamento, in ogni sua parola Robert raccontava della propria vita, del proprio passato da cui non aveva saputo allontanarsi. Per loro, ogni dolore era transitorio, loro sapevano superare, ma non lui. Lui non aveva mai dimenticato davvero.

Quando avevano curato una paziente affetta da una malattia psichiatrica ed evidentemente afflitta da problemi di alcolismo, con un figlio che si prendeva cura di lei e cercava tramite la cura spasmodica dei dettagli di riprendere il controllo di entrambe quelle vite spezzate, Robert aveva creduto d guardare in uno specchio sé stesso, più giovane, più fiducioso, laggiù, in quel tempo che non era mai trascorso fino in fondo. Quel ragazzo, tuttavia, aveva accettato l’aiuto che gli veniva offerto, aveva fatto la scelta giusta; lui invece non aveva fatto altro che sbagliare strada.


Da bambino amavo disperatamente ed intensamente il cielo. Non facevo che raccontare a me stesso che le cose belle succedono sempre in alto, che gli alberi crescono soltanto in su, e che la cosa più preziosa che possediamo è la mente perché solo lei, in noi, è capace di volare.
La disillusione arrivò presto, e da allora amai ancora il firmamento ma con la consapevolezza che esso non era per me, quando scoprii che le fiabe sono l’incanto della vita ma che io non vivevo in un libro per bambini, e che non sarei mai arrivato tanto in alto. La libertà non era per me.
Amavo molto i colori, ora no, anche se sono sempre meravigliato davanti ad un quadro, quando osservo la maestria di un pittore e penso che per quanto sia abile i colori del mondo sono sempre di più.
Canto come allora, ma solo una cosa mi resta, il mio amore perduto, la canzone che il mio animo intona per una sirena scomparsa nell’oblio dei compleanni a due cifre. Oggi anche le stelle si nascondono, ed io non posso dimenticare la mia favola sbagliata.
C’era una volta un bambino che desiderava volare, non con un aereo oppure con un aliante, ma con le ali. Voleva volare per poter scappare via, e credeva con tutto sé stesso che questo sarebbe stato possibile un giorno.

Poi quel bambino era cresciuto, ed aveva smesso di credere a favole e sogni, il cielo si era allontanato, la vita l’aveva inchiodato a terra. Se il cielo fosse scomparso, tutto sarebbe stato più facile, il problema era che si trovava alla portata di tutte le mani, tranne che delle sue.


E mi discende nell’animo, ben conosciuto, il dolore antico di un uomo che non ha terra, l’ansia dell’esodo ancora una volta rinnovato, poiché questa è la mia vita, e la serenità è inconsistente, più ancora di un’ombra, più ancora dell’idea di un ombra, più del sogno dell’idea di un’ombra sfuggita dalle mani. Ed ora, ora questo era ancora più vero, perché la parvenza di speranza che lo aveva raggiunto si era dissolta. Era bastato vedere padre Julian per pochi giorni per ripensare a quella notte ed a tutte le altre che erano venute dopo.

Sua madre era stata una donna bellissima, dolce e piena di fascino, ma ormai amava il liquido ambrato della bottiglia molto più di quanto amasse il figlio che disperatamente tentava ogni giorno di tenerla in vita, sia nel corpo che nell’anima.

“Robert” aveva detto quella sera “non posso continuare così. Non posso vederti buttare la tua vita per me.”

Lui non aveva risposto. Non poteva mentire e nemmeno dirle la verità.

“Ti amo, Robert. Voglio comportarmi da madre, ancora una volta, per l’ultima volta.”

I fumi dell’alcool spesso obnubilavano le sue parole, e Robert non aveva dato loro alcun peso. La mattina dopo, nel suo letto, lei non era più tra i vivi.


Vidi il lume salire la scala, poi brillare, infine si spense. Una volta sola, ma da allora nella ricerca di quella notte consumai la mia intera esistenza. Non fui Mai ricompensato. Mai più una luna così E tutto per dare a lui una seconda possibilità di essere felice. La colpa era sua, solo sua. Se sua madre avesse creduto che lui fosse felice, non sarebbe mai arrivata ad un gesto così drastico, ma lui non aveva saputo farglielo capire, ed ora tutto era finito.

Poco dopo, era entrato in seminario, e per qualche tempo aveva pensato di poter ritrovare la serenità. La quiete del chiostro gli era entrata nelle ossa e nell’animo. La speranza era rimasta fino a che padre Julian, il suo contrappasso, la sua nemesi, non aveva scoperto perché lui avesse deciso di entrare in seminario. Allora, il buio era tornato.


Sono pronto. Non ho avuto ancora il tempo di dirlo a quella foto che mi guarda una notte dopo l‘altra, e non ho avuto ancora il coraggio di raccontarlo ai miei fantasmi, ma sono pronto, e per quanto ti ami, ora so che ti devo proteggere, non dal male del mondo, ma dalla sola minaccia che ti possa danneggiare. Da me, solo da me devi essere protetta, ed è per questo che sono pronto, pronto alla fine. I miei cari spiriti erranti mi accoglieranno, i fuochi fatui delle mie notti interminabili sono in attesa di poter prendere anche me sotto le loro lunghe ali nebbiose. Camminerò insieme a loro lungo il sentiero senza fine. Sono pronto ormai. E non se n’era più andato. Si era nascosto, per poi ricomparire. Quando Robert lo aveva capito, per prima cosa aveva deciso di abbandonare, per sempre, il suo amore. Non avrebbe mai potuto trascinare Allison con sé nel baratro. Allo stesso tempo aveva ricominciato a punire se stesso, con la fame, con la forza, e nonostante questo non era riuscito a lavare via il suo peccato. Proprio come allora. La foto di Allison, quel sorriso rubato, non lo osservava più dal comodino, e solo la memoria gli faceva compagnia ormai. Anche i suoi pensieri erano rimasti soli.


Arriva il momento in cui una sola è la strada possibile: chiudere la porta e andare via. Non sempre è la morte che chiude forzatamente i nostri occhi sul mondo, a volte accade che siamo noi a chiudere forzatamente gli occhi sulla morte, e ciò avviene quando Lei, l’oscura Signora e Padrona, è ormai l’unica a condurre i fili del gioco, quando lei è l’unica dea alla quale affidare noi stessi. Quando ormai la vita è fuggita dall’interno, l’unica scelta possibile è lasciare che anche l’apparenza scappi via. Era arrivato il momento in cui non aveva avuto più la forza di andare avanti. L’unica cosa che desiderasse davvero era il suo cielo di bambino. Era andato a cercarlo sul tetto, e non avendolo trovato, sfinito, aveva chiuso gli occhi.



Nella mente di Robert tutti questi pensieri vorticavano senza tregua quando House entrò nella stanza e si sedette dinnanzi a lui fissandolo. Avrebbe parlato, che lo volesse o no.

  
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