Mi svegliai sul letto di un ospedale, piuttosto vecchiotto e malandato, la prima cosa che vidi aprendo gli occhi fu il neon penzolante verso destra, abbassai lo sguardo e vidi l'armadio ingiallito, con una sfondatura nell'anta con la serratura rotta. Il letto era scomodo e la flebo mi faceva male al braccio sinitro. La mano destra era stretta da quella di mia madre, ogni tanto una lacrima bagnava la mia, secca e ruvida. Ero vestita con una vestaglia che mi copriva solo il davanti, simile a quelle dei film.
Mi spiegò l'accaduto, disse che papà mi aveva portato in quell'ospedale dopo che mi trovò a terra svenuta, ma non sapeva il motivo, IO SI.
In quel letto cigolante c'era Vanessa e mio padre, che facevano sesso, e tradivano ogni loro principio morale. Lui tradiva mia madre, e Vanessa aveva tradito la nostra amicizia.
Già dal giorno successivo uscì dall'ospedale, non feci parola con mia madre dei molteplici tradimenti, mio padre era a casa, pronto ad accogliermi; stava fumando un sigaro e appena mi vide lo appoggiò sul tavolino per correre da me e abbracciarmi, con uno sguardò lo fulminai e tornò a sedersi, come un cane a cuccia.
Mamma mi prese da parte per chiedermi spiegazioni sulla reazione che avevo avuto con papà, e allora scoppiai e le dissi tutto.
Si alzò in silenzio, senza dire mezza parola, si diresse verso la stanza da letto, fece le valigie per mio padre e anche lui senza dire una parola uscì per non ritornare mai più.