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Autore: alex96ander    25/07/2012    2 recensioni
Questo è un mondo parallelo a PKNA e Pk2.
Un mondo in cui Paperino non è mai diventato Paperinik.
Un mondo sporco, corrotto e buio. Non vi basta?
Un mondo conquistato dagli Evroniani.
Una Paperopoli invasa dal terrore e con un esercito di evronz guidati nientemeno che da... Everett Ducklair!?
Come si è arrivati a tutto questo? Lo scoprirete seguendo le avventure di un piccolo, povero papero che lotta per la sopravvivenza!
Sempre qui, su 00Channel!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Incrociatore Kug Y.

 

L’ombra scura di Gorthan si muoveva lentamente per il lungo e ampio corridoio.

Era giusto quello che stava per fare? Perché voleva farlo? Ne avrebbe tratto vantaggio?

 

In ogni caso, continuava a procedere nella direzione già presa, il camice che ondeggiava per lo spostamento d’aria, nonostante la palese assenza di vento.

 

Aveva bisogno di parlare con qualcuno. Qualcuno che potesse comprenderlo.

E forse una persona c’era su quell’incrociatore.

 

 

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Paperopoli.

 

 

-Brutta giornata oggi, Karbhon.-

-Hai ragione, Skarson. Poche prede da queste parti.-

-Guh…-

 

Erano tre evroniani, i primi due in perfetta forma e piuttosto loquaci, il terzo invece con evidenti problemi di linea, e che conosceva solo il verso “guh”.

 

-Ehi, guardate là!-

 

C’era l’ombra di un uomo in fondo al vicolo.

 

I tre impugnarono l’evrongun, pronti  per il lauto pranzo.

 

-Slurp! Già pregusto la cena…-

-Guh!-

-Vedi di non assorbirlo tutto, Bombon! Che non hai bisogno di mangiare per diventare grande!-

-Ihr! Ihr!-

 

-Cosa ne dite, ragazzi? Meglio “spavento improvviso” o “terrore supremo”?-

-Guh, guh!-

-Sei tu lo chef, Karbhon. Io non sono tanto bravo.-

-Come vuoi, Skarson. Dunque…-

 

-Che ne dite di assaggiare un bel pugno?-

 

-Eh? Ma che dici, Karbhon??-

 

-Non sono stato io!-

 

I tre evroniani si guardavano in giro. Non c’era nessuno, oltre a loro e alla preda, qualche decina di metri più in là.

 

-Chi sei?? Fatti avanti!-

-Guh?-

 

-Quelli parcheggiati dietro l’angolo erano i vostri dischetti, vero? Allora mi duole informarvi che un losco figuro li ha appena fatti sparire. Ma non preoccupatevi, ragazzi, quello è l’ultimo dei vostri problemi!-

 

L’individuo uscì dall’ombra, rivelando di essere un papero con una strana veste e un ampio mantello scuro.

 

-Guh!!!-

-E… ehi! Io l’ho già visto! E’… è…-

 

-Paperinik. Mi fa piacere che vi ricordiate di me. Siete amici di Krapon, giusto?-

 

-Che fate lì impalati? Sparategli!-

 

Colui che aveva fatto quell’esclamazione aveva già puntato l’evrongun.

 

-Sì, siete proprio amici di Krapon. Avete il suo stesso senso dell’umorismo…-

 

Il raggio andò ad abbattersi sulla tuta, rimbalzando poi contro una grondaia.

 

-E tra amici, di solito, si condivide…-

 

Materializzò dal nulla l’Extransformer e lo colpì col raggio paralizzante.

 

-Meno uno!-

 

Skarson quindi cominciò a sparare a raffica, ma senza risultato, visto che il terrestre usufruiva della configurazione “scudo attivo”.

 

-Guarda che la proposta di prima è ancora valida, amico!- e gli tirò un bel pugno di crasher sul becco, facendolo crollare a terra per il dolore, mentre sputava il liquido giallo ocra che gli evroniani chiamavano emoevron.

 

-Allora? Com’era, buono?-

 

Uhm… la strada è deserta. Ma… non erano in tre?”

 

-GUH!-

 

-Ah, eccoti qui! Anche tu vuoi assaggiare le mie armi? A quanto vedo sei una buona forchett…-

 

K-SOCK!

 

Il pugno del gigantesco guerriero andò a stendere Pk nonostante fosse stato parato dallo scudo.

 

-Ahi… non volevo offenderti, eh…-

 

-GUH!-

 

-Scusa se te lo dico, ma sei piuttosto monotono…-

 

L’evroniano lo guardava curioso mentre estraeva qualcosa da sotto il mantello.

 

-Eh, già, sei veramente pesante!-

 

Gli aveva lanciato addosso un oggetto rotondo che gli si era attaccato al corpo.

 

-Guh???-

 

La strada cominciava a crepare sotto i suoi piedi, mentre Paperinik osservava soddisfatto l’avversario che cercava di fare almeno un passo.

 

-GGGGGGGGGGGGG…!!!-

 

 

Avrebbe passato il tempo a giocare con quel bestione, quando sentì un rumore abbastanza familiare, e due fari lucenti illuminarono la notte.

 

Agenti dell’ordine.

 

 

Due evroniani vestiti di blu balzarono all’esterno della volante, seguiti da alcuni “fiamma fredda”, mentre altre vetture giungevano in lontananza.

 

-Bravi, ragazzi, fatevi sotto! Non vedevo l’ora!-

 

Ma a quel punto una spia si accese sul “bracciale” che Paperinik teneva alla sinistra.

 

-BZZZ… E’ un’emergenza, Paperinik! Dirigiti nel quartiere periferico di ***! Immediatamente!-

 

Si alzò in volo.

 

-Come raggiungo la zona, Odin?-

 

-Svolta a destra e poi continua dritto finché ti dico io. Ti farò da navigatore.-

 

-Cosa sta succedendo, di preciso? Un’altra fase di “assorbimento”?-

 

-Un rapimento. Dei droni hanno catturato tre giovani paperi. Si direbbero gemelli.-

 

 

 

 

 

 

 

-Tre…?!-

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L’uomo in nero continuava tranquillo la sua passeggiata nel vicolo buio, al riparo dalle luci abbaglianti dei mezzi levitanti evroniani.

 

Erano stati fortunati, quei tre alieni. Il papero li aveva inconsapevolmente allontanati dalla lama della sua sciabola.

 

Diede un’ultima occhiata dietro di sé, poi si sistemò meglio il cappello con la sinistra –l’unica mano che aveva, d’altro canto-, la quale era ricoperta da un guanto nero, e si incamminò ancora più spedito.

 

 

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Ormai era quasi giunto alla meta. Ancora pochi passi…

 

Stava entrando nel laboratorio di Zoster, mentre questi era altrove.

 

Attraversò la sala buia fino a raggiungere la spessa vetrata oltre alla quale stava, prigioniera, la ragazza che tanto interesse suscitava al collega.

 

Se ne stava sveglia, nuda, seduta a terra con le gambe incrociate, e guardava con un odio profondo colui che le stava davanti, oltre il vetro –che, ovviamente, vetro non era-.

 

Lo sguardo di Gorthan si soffermò sul suo volto e sui capelli corvini (sese…), poi il capo-branca mise una mano sulla lastra che lo separava dalla creatura e attivò l’interfono metallico.

“Mister Treccine” emise un sospiro: gli ricordava molto quell’evroniana riproduttrice* che, con un impulso di sconsiderata pazzia, aveva aiutato a evadere dall’harem dell’imperatore. Fu giustiziata, alla fine.

 

Liberatosi di quel triste pensiero, si decise a parlare.

 

 

-Mi senti, ragazza? Io sono Gorthan…-

 

 

 

 

(*= http://pkfanzone.forumcommunity.net/?t=51723011 : le mie teorie sul polimorfismo e sul dimorfismo sessuale degli evroniani. Presto arriveranno anche le immagini.)

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No. Non era possibile.

Il suo peggiore incubo.

 

I suoi tre nipotini… rapiti da Everett Ducklair!

 

 

Nel suo vecchio rifugio… non si era mai sentito così solo.

L’evron-eye che aveva ripreso la scena se n’era già andato, come pure i droni.

 

Si tirò uno schiaffo un piena faccia.

Aveva abbandonato tre nipoti minorenni alla mercé degli evroniani. Ma che razza di zio era?

 

Era davvero la fine.

 

 

-Su, non preoccuparti! Vedrai che li ritroveremo!-

 

-Vorrei poterti credere…-

 

-Esiste un solo posto dove possono essere…-

 

 

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-Non ho intenzione di farti del male. Cerco solo dialogo.-

 

La papera lo squadrò con uno sguardo ancora più gelido.

 

-Stai sprecando il tuo tempo, faccia viola.-

 

Quella risposta lo incoraggiò tuttavia a continuare.

 

-Io… io posso aiutarti. Parlami.-

 

-Non mi serve l’aiuto di nessuno! Tantomeno di un evroniano!-

 

Frase insolita, per chi sta dalla parte sbagliata della gabbia.

 

-Aspetta. Io so cos’ha in mente Zoster! Io…-

 

 

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Spore.

Piccole, inutili spore. Così era ridotta la squadra di soldati scelti di Agron.

 

Il colonnello non credeva ai suoi occhi di ghiaccio. Com’era possibile?

 

Quei guerrieri avevano affrontato bestie aliene corazzate, squadriglie di caccia, eserciti interi… e si lasciavano sopraffare da un insulso terrestre?!

 

Il suo volto in quel momento si poteva definire come la pura rappresentazione della rabbia.

 

Strinse i pugni più forte che poteva, mentre i suoi fedeli servitori raccoglievano le spore.

 

Quel papero aveva osato troppo. Quello era un vero affronto alla potenza di Evron.

 

 

 

 

Ma non gli avrebbe permesso di agire ancora così, no.

Ormai era una questione tra lui e Pk.

 

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La Ducklair Tower.

 

L’edificio più alto di Paperopoli, svettante sugli altri grattacieli modificati da Evron per i propri funzionari e soldati.

150 piani in pieno centro, era uno dei pochi edifici colpiti dalla luce del Sole, proiettando così la sua tetra ombra sulla città.

 

In quella torre abitavano Everett Ducklair e il suo braccio destro Agron, oltre a un qualche centinaio di evroniani dalle varie mansioni e ai rispettivi coolflames.

 

-Sei sicuro che siano entrati qui?-

 

-Ne ho la conferma. Poco fa un evron-eye li ha ripresi presso un accesso secondario.-

 

-Uhm… allora adesso vado a bussare alla porta e…-

 

-Aspetta, Paperinik! Come ti ho appena detto, ci sono vari accessi secondari!-

 

-E dove?-

 

-Per esempio, il tombino su cui hai i piedi. E’ lì che sono entrati.-

 

-Si torna di sotto…-

 

 

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-Sento che sei diverso dagli altri evroniani, Gorthan.-

 

Lo sapeva già. Gli aveva dato numerosi problemi, in passato, questo fatto.

 

-Forse persino migliore di… qualcuno che conosco.-

 

Gli occhi della giovane donna mostravano di nuovo un’espressione rabbiosa, ma nel contempo si erano formate due piccole lacrime, quasi invisibili.

 

-Ti riferisci a un… terrestre?-

 

-Non proprio. Si chiama Everett Ducklair.-

 

-Everett? Tuo… padre?!-

 

“E tu come fai a saperlo??”

-Proprio lui. Neanche immagini cosa mi ha fatto…-

 

-?-

 

-Già. Se ora sono qui, è tutta colpa sua…-

 

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Il corridoio era stretto e buio, l’Extransformer ci passava per miracolo.

 

-Manca molto?-

-Ancora una decina di metri e… attento!-

 

 

BZZZZZZZ

 

A emettere quel suono erano stati dei piccoli cannoni attaccati alla parete.

 

-Uh, oh! Hai dei consigli, Odin?-

-Spara! Spara prima che siano loro a farlo!-

-Ok, capo!-

 

KATASKRANG!

 

-Ma con cosa erano costruiti? Con la carta dei cioccolatini? Dico, li ho distrutti tutti in un colpo solo!-

-Dev’essere un po’ di tempo che non viene effettuata la manutenzione dei sotterranei. D’altronde, sono pochi quelli che osano avventurarvisi!-

-Uhm… la sai lunga su questo posto…-

-Un tempo ci lavoravo, prima del ritorno di Ducklair.-

 

Il corridoio sboccava su una stanza spoglia con una porta blindata chiusa alla fine.

 

-Che ne dici? Busso forte?-

-No. Ti basta far saltare il sistema di sicurezza e…-

 

-Intruso! Eliminare!-                       

 

Era il Verificatore.

 

-Oh, merLa! Cosa faccio ora?-

-Spostati da lì!-

 

Un raggio partì dall’occhio sinistro del robot e andò dritto contro il sistema di riconoscimento della porta, che si aprì di scatto.

 

-Grazie per l’aiuto, amico!-

 

Oltre a quella porta c’era una specie di terrazza che dava su un enorme strapiombo, fra tubi, cavi, condotti e strani apparecchi metallici che ricoprivano le pareti.

 

Pk accese il jet dello scudo e partì a razzo sul gigantesco canyon. Sperava che così avrebbe seminato il grosso robot, ma si sbagliava: anche questo stava a mezz’aria.

 

-Eliminare!-

 

-L’hai voluto tu, amico! Paralizzatore bradionico!-

 

Era stupito per due motivi. Il primo perché aveva pronunciato il nome dell’arma senza impaperarsi, il secondo perché non aveva avuto alcun effetto sul grosso droide.

 

In risposta ricevette numerosi raggi, uno dei quali andò ad arrostire lo scudo.

 

-Ma… ha un punto debole, ‘sto tizio?-

-Mi duole ammetterlo, ma… non lo so.-

 

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Juniper Ducklair camminava solitaria per le strade di Paperopoli, come aveva sempre fatto.

Si era appena procurata un vestito con cui coprirsi, in una vecchia casa di periferia;era di un grigio anonimo: non voleva attirare sguardi indiscreti, dopo l’esperienza con l’evroniano…

 

-Ehi, Tu!-

 

Oh, no. Un altro alieno. Cosa voleva stavolta?

 

Era un guerriero. Aveva una pistola.

E forse aveva fame.

 

Lo vide prendere l’evrongun e…

 

ZAC!

 

…cadere a terra stecchito, in un bagno di liquido giallo.

 

-Uh?-

 

Un uomo con un’ampia veste nera.

La manica destra era bagnata dello stesso liquido fuoriuscito dal petto dell’evroniano.

 

 

Poi questi mostrò bene alla ragazza la spada luccicante.

 

-Ora tocca a te, Juniper Ducklair!-

 

Ma proprio in quel momento alle sue spalle sbucarono altri evroniani in divisa blu.

 

-Depolarizzatelo!-

 

Gli Agenti ci misero poco a circondarlo, sui loro dischi, e nella confusione del combattimento Juniper approfittò per darsela a gambe.

 

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Due si risistemò il cappello sulla testa –o meglio, sulla testa del droide che controllava a distanza-, allontanandosi dai corpi senza vita degli evroniani.

 

-Dannazione, mi è sfuggita!-

 

Non importa. In fondo, non era quello il suo obiettivo principale.

 

Stava per abbandonare quella strada, con la carneficina che aveva lasciato, quando qualcosa lo incuriosì particolarmente.

 

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-Quel dannato predone è riuscito a fuggire ancora una volta! [CENSURA]!-

 

Tyrrel Duckard, il migliore agente della tempolizia, giocato così da un semplice pirata temporale.

 

-Dovrei chiedere l’aiuto di Lyla…-

 

Abbassò il capo, stringendosi i capelli nelle mani.

 

-Lyla… quella puttana! Che vadano all’inferno lei e quel bellimbusto di… Odin Eidolon! Grrr… […]-

 

Nemmeno tu lo sopporti, eh?

 

 

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KA-WHAM!

 

 

Il raggio era alla massima potenza; tuttavia il Verificatore ne uscì senza nemmeno un graffio.

 

-Eliminare!-

 

-Lasciatelo dire, ma voi cattivoni siete senza fantasia…-

 

Il colpo del droide andò invece a colpire la tuta del papero, arrivando a strapparne un brandello.

 

-Ok, non sono nella posizione adatta per fare battute!-

 

Stava combattendo con un enorme robot, nei sotterranei di una gigantesca torre, a 500 metri dal suolo.

 

-Ehm… idee, Odin?-

-Un commutatore gravitazionale!-

 

 

E’ vero! Perché non gli era venuta in mente subito quella risoluzione?-

 

Prese l’oggetto rotondo e lo lanciò contro il robottone, che, incredibilmente, sembrò non potersi opporre, e precipitò al suolo.

 

KABRANG!

 

-Più sono grossi, e più fanno rumore quando cadono!-

 

Ma all’improvviso dalle macerie riemerse una sagoma fin troppo nota.

 

-Configurazione omega attivata. Protoccollo alfa. Destroy! Destroy!-

 

 

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-Quel mostro ha rubato la mia infanzia, capisci?! E per cosa, poi? Per consegnarmi ai suoi amici di Evron! E’ per questo che lo odio!-

 

Sì, capiva. Purtroppo. Conosceva fin troppo bene quello stato d’animo.

 

-No, non puoi capire. Tu sei uno di loro.-

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“E adesso che faccio? Che faccio?”

 

Era con le spalle al muro. Il Verificatore era lì, pronto per sparare…

 

 

KA-BOOOM!

 

Una grande luce, poi il buio.

 

 

 

“Ok. Sono morto.”

 

“Io non direi.”

 

“Uh? Chi ha parlato?”

 

“Se apri gli occhi, forse…

 

 

 

 

Si trovava sul “balcone” di prima. Di fronte a Everett Ducklair.

 

Ev…

Duck…

Everett Ducklair! Lui! In persona!

Il pericolo pubblico numero uno!

 

 

-Complimenti, Paperinik. Vi siete battuto egregiamente…-

 

Pk gli puntò contro l’extransformer. Si era promesso di spaccargli il becco, una volta ritrovati i nipoti.

 

-Niente convenevoli, Ducklair! Sai perché sono qui. Portami subito da loro e niente scherzi!-

 

-Seguitemi, allora. Da questa parte.-

 

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Gorthan era di nuovo solo, nel suo laboratorio.

 

Quella volta non gli andava di leggere. Aveva già fatto un buon carico di emozioni.

Stava fissando il vuoto, davanti a sé.

 

Quel dialogo che aveva avuto gli aveva aperto ancora più interrogativi, invece di chiarirne.

 

Era giusto quello che faceva, che aveva sempre fatto? Perché lo faceva?

Si sentiva lui nella gabbia.

 

 

Il solito “BIRIBIP!” lo distolse da quei pensieri.

 

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Non ne poteva più.

 

Zoster guardò il grafico che aveva appena richiesto: i valori erano tutti nella norma.

E proprio di questo non riusciva a capacitarsi.

 

Eppure aveva visto lui stesso quella ragazza all’opera: si era creata un intero esercito di terrestri, tutti sottomessi alla sua volontà, grazie al proprio potere.

 

Potere, sì. Così desiderato, così distante…

 

Quella storia doveva finire. Prima o poi avrebbe finalmente scoperto come faceva quella ragazza a tenere celate le sue capacità.

E allora… si sarebbe prospettato un nuovo futuro per Evron…

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L’ascensore si aprì portando i due paperi in un’immensa stanza arredata con ordigni di vario genere.

 

 

-Bel posto. Ma dove sono Qui, Quo e Qua?-

-Stanno bene, fidatevi. Ma Prima vorrei parlarvi di una cosa…-

 

-Non sei in grado di dettarmi condizioni, Ducklair!-

 

-Non è questo che intendevo, infatti. Vedete, Paperinik… rapire i vostri nipoti era uno dei migliori mezzi che avevo per condurvi qui…-

 

-Una trappola, dunque?! Vile…-

 

-Aspettate, avete frainteso. Io vorrei solo parlarvi. E il luogo migliore è questo, dove Evron non può vederci né sentirci…-

 

-?!-

 

-Ascoltatemi, vi prego. La mia vita è nelle vostre mani.-

 

 

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Cosa succederà ora? Al prossimo capitolo!

 

  
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